domenica 30 dicembre 2012

Lettera aperta del Covenpri al Comandante Chávez-Carta abierta del Covenpri al Comandante Chávez


Lettera aperta del Covenpri al Comandante Chávez

Caro Hugo Chávez Frías,
nell’esercizio delle nostre professioni e nelle responsabilità di analisti e soggetti che operano nella trasformazione delle relazioni internazionali e della nuova geopolitica globale, ci siamo uniti nella Comunidad Venezolana de Profesionales de las Relaciones Internacionales y Defensores de la Solidaridad Mundial (COVENPRI). Ci rivolgiamo a te, Comandante Presidente, leader della Rivoluzione Bolivariana, per esprimere la nostra solidarietà per le tue condizioni di salute. Siamo sicuri che puoi di nuovo vincere con la spinta del tuo popolo, come Bolívar vinse nella Campaña Admirable, come Sucre vinse in Pichincha ponendo le basi per l’indipendenza dell’Ecuador e poi nella grande battaglia di Ayacucho che ha reso libera l’America Meridionale, così come vinse José Félix Ribas nella battaglia di La Victoria o Zamora nella battaglia di Santa Inés.
Presidente, vi è una tensione all’impegno etico, politico, spirituale e profondamente patriottico che ci spinge a riconoscerci in te e a riaffermare la certezza che puoi contare su un popolo convinto della necessità di continuare nel processo di trasformazione e di emancipazione di questa società e dei popoli del mondo. I fatti attuali della scena mondiale ti hanno dato ragione e la Rivoluzione Bolivariana, che è da considerare un evento di grande importanza per tutta l’America Latina, i Caraibi, l’Africa, l’Asia e l’Europa, continuerà la sua marcia trionfale con te come è stato fin ora.
Dopo il riconoscimento dei progressi evidenti nelle relazioni internazionali, oltre ai risultati significativi in campo sociale, economico e politico, questo colectivo hermanado, fedele ai principi primi del paradigma da te elaborato, desidera esprimerti la sua fedeltà incondizionata, partendo dalla considerazione che hai posto sulla scacchiera i pezzi necessari per ottenere i risultati del processo di trasformazione che a gran voce reclamano le nostre società e per far sì che possa formarsi una nuova coscienza strutturata partendo da un approccio olistico. Questa è la conditio sine qua non per poter parlare di una vera e propria Rivoluzione. E tu sei il protagonista, il leader del popolo, il costruttore della nuova società.
Tu costituisci il nodo dialettico fondamentale di questa vita in Rivoluzione, perciò  si sente dire ogni giorno che “Chávez è il popolo e il popolo è Chávez” e per questo motivo sarai sempre presente, al di là di ogni circostanza, perché sei in ogni angolo, in ogni luogo, in ogni spazio del popolo venezuelano e degli altri popoli del pianeta che vedono nella tua persona la possibilità della rinascita di un mondo nuovo e  prospettano un futuro pieno di speranza e di fede. In definitiva, sei da considerare il cuore imprescindibile della gente del popolo perché hai lottato tutta la vita per la sua emancipazione.
Siamo convinti, noi venezuelani e latinoamericani, dell’imprescindibile importanza del tuo lavoro che sembra superare qualsiasi limite della ragione. Un lavoro che ha significato un taglio netto con le convenzioni, i leguleismi e rispetto ad una visione tradizionale che non ci permetteva di avanzare ad un ritmo più rapido per raggiungere il più alto livello possibile di felicità.
Risulta necessario mettere in guardia i controrivoluzionari; che non confondano il sentimento che professa il popolo venezuelano per la tua salute con un qualche tipo di debolezza. Essere profondamente umani è la caratteristica essenziale dei rivoluzionari, quindi è così che siamo noi che andiamo a comporre questo blocco storico bolivariano. Che la controrivoluzione non osi avventurismi! Saranno spazzati via dalla indignazione dell’amorevole gente di Bolívar che difende il suo impegno nella storia e nella grande patria latinoamericana per preservare le conquiste del popolo ed andare più in profondità nei cambiamenti rivoluzionari necessari.
Cogliamo l’occasione per esprimere il nostro sostegno al compagno di Nicolás Maduro che ha assunto con passione, con coraggio e con modestia le sue responsabilità in questo frangente storico per perseguire la gestione collettiva del processo di cambiamento, durante la fase del tuo recupero fisico e nella prospettiva della riassunzione del tuo incarico.
Pertanto, ci uniamo in un solo pensiero, in un solo corpo, in una sola voce, evidenza dell’ unità che hai invocato per continuare a percorrere la strada del Socialismo bolivariano, proposta che hai lanciato nel Gennaio 2005 ma già a partire dal 1999 la nuova Costituzione Bolivariana riflette i valori socialisti in molti dei suoi articoli.
Con l’obiettivo di raggiungere una tale società non ci potrà essere alcun cedimento, perché il popolo, il tuo popolo, è la garanzia principale per la realizzazione di questo nobile scopo.
Noi siamo con te Chávez. Ci sono più di 8 milioni di anime in Venezuela, molti di più, milioni in tutto il mondo che confidano in una tua pronta guarigione. Noi ci siamo rafforzati nella fede e nell’ottimismo. Sappiamo che presto sarai di nuovo tra noi, amico, fratello d’armi e compagno di lotte.
Noi, gli uomini e le donne che popolano questo emisfero, siamo consapevoli di quale sia il significato della tua lotta contro i processi del “libero mercato” che hanno saccheggiato i paesi delle loro ricchezze e coscienze. Grazie a te non siamo caduti nelle grinfie dell’ALCA  e della visione capitalista e imperialista che nel passato ha condizionato i meccanismi di integrazione.
Tu hai alzato le bandiere dell’ALBA, dell’UNASUR, della CELAC, del MERCOSUR, con la ferma intenzione di rafforzare l’unità e lo sviluppo della nostra America, sostenute dalle premesse di solidarietà, complementarità e cooperazione. Il tutto con il fine ultimo di rafforzare l’indipendenza e la sovranità nonché di garantire l’autodeterminazione dei nostri popoli, nell’orizzonte di senso del Socialismo del XXI secolo che gradualmente supera il capitalismo e la sua dottrina neoliberista, che va qualificata come il tentativo fallito di un sistema in crisi che disconosce, di fatto, le legittime esigenze sociali.
Il COVENPRI vede questo momento come una congiuntura in cui il popolo e le base sociale, così come le molteplici organizzazioni, hanno espresso il loro impegno a favore della Rivoluzione e del Socialismo Bolivariano. Non può essere altrimenti, perché abbiamo deciso, insieme a te, di conquistare la definitiva indipendenza.
Amato e unico Chávez,
siamo pienamente convinti che uscirai vittorioso ancora una volta, perché la tua gente, all’unisono, ti ha benedetto con un miracoloso mantello protettivo. Il tuo amato paese aspetta con l’amore di sempre e con il tuo Cristo Redentore, affinché tu possa continuare, pieno di luce, ad illuminare il nostro cammino.
I nostri più sinceri ringraziamenti ai fratelli cubani che ogni giorno mettono il loro impegno e la loro intelligenza al servizio del popolo venezuelano, e ora, in particolare della tua persona, con un profondo atto di umanità, di amicizia e di solidarietà senza precedenti nella storia.
Siamo concordi nel ritenere che l’uomo è il centro della prassi. Condividiamo, inoltre, l’ideale socialista, anti-imperialista; condanniamo le pratiche antipopolari dello sfruttamento. Siamo stati con te in passato, ti accompagniamo nel presente e saremo con te domani e per sempre, poiché questa Rivoluzione ha avuto un inizio, ma non ha fine.
¡Hasta la vida siempre¡ ¡Viviremos y Venceremos!
[Versione in italiano a cura di Massimo Scotti Galletta

Carta abierta del Covenpri al Comandante Chávez

Querido Hugo Chávez Frías:
En el ejercicio de nuestras profesiones y responsabilidades como analistas y transformadores de las relaciones internacionales y de la nueva geopolítica global, nosotros, agrupados en la Comunidad Venezolana de Profesionales de las Relaciones Internacionales y Defensores de la Solidaridad Mundial (COVENPRI), nos dirigimos a ti Comandante Presidente, líder de la Revolución Bolivariana, para solidarizarnos por tu situación de salud que, seguros estamos, podrás vencer con el impulso de tu pueblo, como venció Bolívar en la Campaña Admirable, como venció Sucre en Pichincha que selló la independencia de Ecuador y luego en la gran batalla Ayacucho que hizo libre a la América Meridional, como venció José Félix Ribas en la Batalla de La Victoria o como venció Zamora en la batalla de Santa Inés.
Presidente, nos moviliza el compromiso ético, político, profundamente espiritual y patriótico, para reconocer contigo y reafirmarte que cuentas con un pueblo convencido de la necesidad de continuar con la transformación y emancipación de esta sociedad y de los pueblos del mundo. Los hechos actuales en la escena mundial te han dado la razón y la Revolución Bolivariana, acontecimiento trascendental para toda América Latina, El Caribe, África, Asia y Europa, continuará contigo su marcha triunfal como hasta ahora.
Desde el reconocimiento de los evidentes avances en materia de las Relaciones Internacionales, amén de los significativos logros en las áreas social, económica y política, este colectivo hermanado, basado en el paradigma por ti enarbolado, desea ratificarte la fidelidad incondicional, en virtud de que has puesto en el tablero del ajedrez piezas necesarias para lograr la trasformación que demandan a gritos nuestras sociedades y la activación de una nueva conciencia en torno a la realidad desde una concepción holística Esto es condición sine qua non para hablar de una verdadera Revolución. Y en ello tú eres el protagonista que lidera al pueblo constructor de la nueva sociedad.
Constituyes un eslabón crucial en la dialéctica de esta vida en revolución, por ello se escucha a diario que “Chávez es el pueblo y el pueblo es Chávez” y por tal razón siempre estarás presente, por encima de cualquier circunstancia, porque estás en cada rincón, en cada lugar, en cada espacio del pueblo venezolano y de otros pueblos del mundo que sienten el resurgimiento de un nuevo mundo en tu persona y ven un porvenir lleno de esperanza y fe. En definitiva, eres el corazón imprescindibledel pueblo porque has luchado toda una vida por su emancipación.
Convencidos estamos los venezolanos y los latinoamericanos de lo trascendental de tu obra, que pareciera rebasar cualquier límite de la razón. Obra que ha dado al traste con los convencionalismos, con los leguleyismos, con las visiones tradicionales que no nos dejaban avanzar a un mayor ritmo para lograr la mayor suma de felicidad.
Resulta necesario advertir a los contrarrevolucionarios que no confundan el sentimiento que profesa el pueblo venezolano por tu salud con algún tipo de debilidad. Ser profundamente humanos es el rasgo esencial de los revolucionarios, y así somos en este bloque histórico bolivariano. ¡Que la contrarrevolución no se atreva a intentar aventuras! porque serán arrasados por la indignación del pueblo amoroso de Bolívar que defiende su compromiso con la historia, y con la gran patria latinoamericana para preservar los logros del pueblo y profundizar los cambios revolucionarios necesarios.
Aprovechamos para expresar nuestro apoyo al compañero Nicolás Maduro ante la responsabilidad asumida con pasión, valentía y modestia en esta coyuntura histórica para proseguir dirigiendo colectivamente el proceso de cambios mientras te recuperas y reasumes tus responsabilidades.
Por tal motivo, nos unimos a tí en un solo pensamiento, en un solo cuerpo, en una sola voz, evidencia de la unidad que has invocado, para seguir transitando por la vía del Socialismo Bolivariano, propuesta que lanzaste al ruedo desde enero del 2005, pero ya desde 1999 la nueva Constitución Bolivariana plasmó valores socialistas en muchos de sus artículos.
Con el objetivo de lograr alcanzar tal sociedad no habrá desmayo alguno, pues el pueblo, tu pueblo, es la principal garantía para la consumación de este noble propósito.
Estamos contigo Chávez. Somos más de 8 millones de almas en Venezuela, muchas más, millones por el mundo, que apostamos por tu pronta recuperación. Nos hemos afianzado en la fe y en el optimismo. Sabemos que pronto estarás de vuelta entre nosotros, amigo, camarada, compañero de luchas.
Los hombres y mujeres que habitamos este Hemisferio estamos conscientes de lo significativa que ha sido tu lucha contra procesos de “libre mercado” que expolian a los países de sus riquezas y de su conciencia. Gracias a tí no caimos en las garras del ALCA y de la visión imperialista y capitalista que en el pasado cobijó los mecanismos de integración.
Has alzado las banderas de la ALBA, UNASUR, CELAC, MERCOSUR con el firme propósito de fortalecer la unidad y desarrollo integral de Nuestra América, soportadas en las premisas de solidaridad, complementariedad y cooperación. Todo ello con el fin supremo de consolidar la independencia y de garantizar la soberanía y autodeterminación de nuestros pueblos, en el marco del Socialismo del siglo XXI, el cual sobrepasará paulatinamente al capitalismo y a su doctrina neoliberal, por tratarse de un fallido intento de un sistema en crisis, al desconocer, de facto, las legítimas demandas sociales.
COVENPRI ve este momento como una coyuntura en la que el pueblo y las bases, así como las innumerables organizaciones sociales, expresan su compromiso con la Revolución y el Socialismo bolivarianos. No puede ser de otra forma, pues hemos decidido,junto contigo, lograr la independencia definitiva.
Dilecto y único Chávez:
Estamos totalmente persuadidos de que saldrás nuevamente victorioso, pues tu pueblo, al unísono, te ha bendecido con un manto de salud. Tu Patria querida te espera con el mismo amor de siempre y con tu Cristo Redentor, para que sigas, lleno de luz, iluminando nuestro camino
Nuestros sinceros agradecimientos a los hermanos cubanos y cubanas que entregan a diario su esfuerzo e inteligencia al pueblo venezolano y, ahora, especialmente a tí, en un profundo acto de humanidad, amistad y solidaridad sin parangón en la historia.
Quienes compartimos la visión de que el ser humano es el centro de la praxis. Quienes además comulgamos con la noción socialista, antiimperialista y condenatoria de las prácticas explotadoras contra los pueblos, te acompañamos ayer, hoy, mañana y siempre. Porque esta Revolución tuvo un principio, pero no tiene fin.
¡Hasta la vida siempre¡ ¡Viviremos y Venceremos!
Comunidad Venezolana de Profesionales de las Relaciones Internacionales y Defensores de la Solidaridad Mundial (Covenpri)

MIEMBROS
INTERNACIONALISTAS: Ernesto Wong, Taibis Castillo, Francisco Torrealba, Omar Berroterán, Moisés Antonio Hernández Pantaleo, Ana C. Da Silva, Eva Golinger, Sergio Rodríguez, Katy Pinto Fernández, Luisana Hernández Melo, Oscar Lloreda, Yurlen Rondon de Gabay, Georalberth Oliver Castillo, Yolanda Brito Navarro, Marianny Rosado Prieto.POLITOLOGOS: Rodney Coronado, Tony Ugarte, Richard Vélez, Menry Fernández, Francesco Misticoni, Roberto Márquez Orozco, Attilio Folliero.
PERIODISTAS: Leandro Albani, Kendy Cortés, Lourdes Zuazo, Lorena Díaz, Ilse Villarroel, Jesús Hernández, Melquiades Rondón, Verónica Morales, Edixon Plaza, Rosangela Martínez, Arturo Jaimes, Pedro Marillán, José Manuel Cintrón, Rossangel Hernández, Neirlay Andrade, César Rivero, Leandro Varela, Carlos Revette Solarte, Carlos Eduardo Lucero, Jean-Guy Allard, Andreina Piña, Percy Alvarado, Gaspar Velásquez Morillo, Castor Díaz D., Mariel Ariana Carrillo, Nathaly del Carmen Blanco Bastidas, Manuel A.Rodríguez Salas, Marbelys Mavarez Laguna, Francis Elena Zambrano Espinoza, Sergio J. Duque Z., Cristina González Quintana, Nubia Mendoza Lobo, Ingo Niebel, Edwin Urdaneta, Aurelio Gil.
JURISTAS: Yusmari Peña, Enrique Sánchez, Gustavo Claret Vásquez Quintero, Olga Nereida Rojas Díaz, Ernesto Amesquita, Aura Piña, Jesús D. Rojas H., Verónica Isabel González, Edilia Mata de Heredia, Leonardo Rafael Heredia Mata, Brenda Isabel Ojeda, Matteo Carbonelli, Ivett Adelaida Manosalva Romero, Jesús Millán Alejos.
EDUCADORES: Thais Marrero, Aura Contreras, Ramón Artiles, Pablo Barreto Marrero, Omar Lopez Pérez, Rafael E. Padilla Vásquez, Pedro M. Arias Palacios, Mireya Otero Silva, César Augusto Oviol Tuozzo, Gladys Revilla, Edelmira García La Rosa, Keila Maffi Fernández, Eleazar José Sánchez Viloria, María Narea, Boris Danilo Benedetti Abelló, Elizabeth Josefina Sequera.
SOCIOLOGOS: Romain Mingus, Dayana Vega Furet, Esther Maria Macias Añez, Guillermo Adrián Pini de Kroon, Franklyn González, Alberto Lovera, Tito Pulsinelli Delfini, Hernando Antonio Romero Pereira, María Engracia Páez de Victor, Eduardo Medina Rubio, Lina Arregocés.
ESCRITORES: Coral Bujanda Misle.
GERENTES Y ADMINISTRADORES: Jorge Pérez, Jaime Carranza Natera, Mineyomar Maritza Romero, Herlinda Guerrero Chacón, Adrián Figueroa.
PSICOLOGOS: Brayner López Sarmiento, Carlos Feo Acevedo.
INGENIEROS: Alfredo Viloria Pérez, Víctor Novo, Dozhtor Zurlent Hernand, Rocio Jiménez Rodríguez, Germán Alfardy Contreras Rodríguez, My. Eddy José Ramírez Useche, Miriam Otero Silva.
HISTORIADORES: Talía Ruiz, Desirée Pérez, Miguel Angel del Pozo Rosquete.
LETRAS Y ARTES: Pedro Torres Moré, Melaneo Maden Betancourt.
COMERCIO EXTERIOR: Jorge Luis Chirinos Alvarado.
TRABAJADOR POR CUENTA PROPIA: Víctor M. Quintero.
ECONOMISTA: Gil Ricardo Salamé Ruiz.
CINEASTAS: Nahir Valentina Jiménez Rojas, Ezequiel Amarú Siem Yanes.
MEDICOS: Carlos Rojas, Carlos Orellana Bencomo, Orlando Cuenca Bordonado.
TEOLOGOS: José Amesty.
INFORMATICOS: Edgar Colmenarez.
FISICOS: Norma Furet Bridon. QUIMICOS: José Antonio Daza.
ANALISTAS: Moraima del C. Manjarrez Garmendia.
INSTRUCTORES DE ARTE: Juan Miranda Trejo.
GESTION SOCIAL DEL DESARROLLO LOCAL: Gustavo A. Palencia. ANTROPOLOGO: Ronny Velásquez.
MATEMÁTICOS: Rafael José Orellana Chacin.
BACHILLERES Y UNIVERSITARIOS: Dubraska Hernández, Mariana Castro, Erika Castro, Roosvelys Nain Aguilar, Luis Alfredo Vizcaino Romero.
LICEISTAS: Amilcar Antonio García Noguera.
CONTADORES PÚBLICOS: José Luis Mora Méndez.
DISEÑADOR INDUSTRIAL: Manuel Alfredo Henao Nieto.
Rompa el aislamiento. Vuelva a sentir la satisfacción moral de un acto de libertad… Haga circular esta información”
 Rodolfo Walsh
 “Ser internacionalista es saldar nuestra propia deuda con la humanidad. Quien no sea capaz de luchar por otros, no será nunca suficientemente capaz de luchar por sí mismo”
 Fidel Castro

martedì 25 dicembre 2012

Rientrata la delegazione di Piombino alta Maremma che in bicicletta ha attraversato Cuba per arrivare all'VIII coloquio internazionale di Holguin

 



Rientrata la delegazione di Piombino alta Maremma che in bicicletta ha attraversato Cuba per arrivare all'VIII coloquio internazionale di Holguin


Una delegazione composta da nove persone rappresentante il territorio di Piombino e dell'Alta Maremma si é recata a Cuba per partecipare all'”VIII colloquio internazionale per la libertà dei cinque eroi cubani e contro il terrorismo”, tenutosi nella città di Holguin dal 28 novembre al 1 dicembre, evento al quale hanno partecipato circa 400 delegati provenienti da 48 nazioni.
Il gruppo toscano arrivato all'aereoporto dell' Avana il 16 novembre, accolto dalle autorità cubane, ha raggiunto Holguin percorrendo 640 km in bicicletta, l'iniziativa è stata curata nei dettagli dal Centro di solidarietà internazionalista alta Maremma , dagli amici di Cuba gruppo “Italo Calvino” dal PRC Piombino e Follonica, dal PCL di Follonica e ha visto con l'importante 'adesione dell'Arci territoriale, della Uisp territoriale, del circolo ricreativo Arcelor Mittal .
Maurizio Rossi, Maurizio Cerboneschi, Edoardo Cannoni, Eros Gherardini, seguiti da un van con il resto della delegazione, sono partiti il 21 novembre dalla “casa de los cinco “di Maria Orquidea a Cienfuegos, casa dove era stata organizzata una festa popolare in loro onore, successivamente accompagnati dalla polizia fino fuori città hanno dato così il via al loro tour di sei tappe lungo tutta l'isola: Cienfuegos, Santa Clara, Sancti Spiritus, Ciego de Avila, Camaguey, Las Tunas, Holguin, un viaggio in uno scenario indimenticabile in cui gli atleti si sono messi alla prova scontrandosi con tratte talvolta troppo lunghe, strada geograficamente nel verso  di ascesa e carreggiata con alcuni tratti difficili .
In ogni città il gruppo veniva accolto dalla popolazione, dalle autorità politiche e dai media che seguivano l'evento, molte sono state le interviste rilasciate alle varie testate giornalistiche : dal Granma alla Prensa Latina, da Cubadebate a Bohemia, Juventud rebelde,.....
Giunti ad Holguin gli atleti sono stati invitati a fare un'intervento e poi a schierarsi in prima fila alla partenza del raduno di oltre 3000 ciclisti che apriva ufficialmente i lavori del convegno. Alla presenza dei familiari dei cinque cubani detenuti illegalmente negli Stati Uniti, si sono susseguiti numerosi interventi e contributi di importanti ospiti. A causa di alcune lacune organizzative del tavolo della presidenza, legate alla tempistica degli interventi, alla delegazione toscana non é stato possibile portare il proprio contributo in sede plenaria. Nonostante la delusione per l'accaduto il coordinamento Alta Maremma per la libertà dei cinque ritiene opportuno precisare che quanto successo non pregiudicherà la solidarietà e l'impegno del territorio dell'alta Maremma verso Cuba e il popolo cubano. Solidarietà che già all'inizio del 2013 si concretizzerà nella città di Artemisa nuova provincia cubana, con la realizzazione del “progetto Serena”.

Libertà per cinque eroi Cubani !!!
Viva la rivoluzione Cubana !!!
Viva La rivoluzione Bolivariana !!!

VIII Coloquio per La libertà dei Cinque Holguin  2012

VIII COLOQUIO HOLGUIN :Francesca, Maruchi hermana di Tony ,Loredana, Maurizio
Firma del Libro nella casa dei Cinque di Maria Orquidea
Arrivo a Holguin all'VII colloquio per i Cinque

Alcuni Link Cubani che hanno diffuso informazione sull'iniziativa :



























martedì 9 ottobre 2012

Un saluto a tutti, ricordando il CHE e la vittoria di CHAVEZ ,esigiamo la libertà dei CINQUE!!!

-->


Un saluto a tutti, ricordando il CHE e la vittoria di CHAVEZ ,esigiamo la libertà dei CINQUE


Come curatore dei Blog vi comunico che da domani sono a Cuba, quindi ci risentiamo dopo l' VIII colloquio di Holguin, al quale sarò presente anche questo anno e per giunta con altro otto delegati
del nostro territorio Piombino alta Maremma , in cinque arriveremo percorrendo in bicicletta circa 800 km attraversando quasi tutta Cuba .
i blog's torneranno attivi il 7 dicembre prossimo

Hasta la victoria Siempre
Ricordando il CHE gridiamo
Viva la rivoluzione Cubana!!!
viva la rivoluzione Bolivariana!!!
viva Fidel, Raul, Chavez, Morales Mujica, Ortega, Correa, …...!!!
abbasso l'imperialismo!!!
LIBERTA'PER I CINQUE EROI CUBANI !!!
ciao Sandino

sabato 6 ottobre 2012

A proposito di Yoani, da latinoamerica di G.Minà - Yoani :riempe twitter di se…e non ha internet - Yoani :30 ore nelle prigioni di Castro?


A proposito di Yoani

http://www.giannimina-latinoamerica.it/ 06-10-2012

 

Abbiamo ricevuto dai nostri lettori, in queste ore, diverse lettere che chiedevano di sciogliere dubbi su Yoani Sanchez. L’ultima campagna di discredito contro Cuba che viene dopo la falsa notizia dell’epidemia di colera a Cuba e dopo la farsa dei reporter italiani fermati senza visto giornalistico, confermano l’esigenza degli Stati Uniti e di chi gli regge il gioco, di screditare la Rivoluzione sapendo che, fra pochi giorni, arriverà la 21° condanna dell’ONU agli Stati Uniti per l’embargo contro Cuba. Per quanto riguarda il lavoro che svolge la Sanchez a Cuba, abbiamo già scritto in molti numeri di Latinoamerica. Questa volta vi segnaliamo l’articolo uscito a maggio nel n. 118/119 della nostra rivista da Salim Lamrani, docente universitario alla Sorbona di Parigi e nostro collaboratore.
 Spulciando i cablo d’ambasciata resi pubblici da Wikileaks si è scoperto che la famosa intervista a Obama non era stata mai fatta. Che Raul Casto non aveva risposto perché non gli erano mai state mandate le domande. E poi altri gustosi dettagli sul lavoro della blogger de l’Avana, conosciuta in tutto il mondo tranne che a Cuba.
Prodigiosa Yoani riempe tewitter di se' ... enon ha internet
Di Salim Lamrani
Yoani Sánchez, famosa blogger cubana, è un personaggio molto particolare nell’ambiente della dissidenza cubana. Mai nessun oppositore ha ottenuto tanta esposizione mediatica né un riconoscimento internazionale così grande nel giro di poco tempo. Emigrata in Svizzera nel 2002, dopo due anni, nel 2004, ha deciso di rientrare a Cuba. Nel 2007 entra a far parte dell’opposizione cubana creando il suo blog Generación Y, e diventa un’irriducibile detrattrice del governo dell’Avana. Mai nessun dissidente a Cuba, e forse al mondo, ha ottenuto tanti riconoscimenti internazionali in così poco tempo, per di più con un particolare di non poco conto: a Yoani Sánchez è stato elargito così tanto denaro da consentirle di vivere tranquillamente a Cuba per il resto della sua vita. La blogger, infatti, è stata retribuita per un totale di 250.000 euro, un importo cioè pari a più di 20 anni di salario minimo in un paese come la Francia, quinta potenza mondiale. A Cuba il salario minimo mensile è di 420 pesos, pari a 18 dollari e a 14 euro, il che significa che Yoani Sánchez ha ottenuto, per la sua attività di oppositrice, l’equivalente di 1.488 anni di salario minimo cubano.
Yoani Sánchez intrattiene stretti rapporti con la diplomazia nordamericana a Cuba, come segnala un documento, classificato “segreto” per i dati sensibili in esso contenuti, proveniente dalla Sezione di interessi nordamericani (Sina). Michael Parmly, ex capo della Sina a L’Avana, che si riuniva regolarmente con Yoani Sánchez nella sua residenza diplomatica personale, come dimostrano i documenti riservati della Sina, ha esternato la sua preoccupazione in merito alla pubblicazione dei documenti diplomatici americani da parte di Wikileaks: “Mi darebbe molto fastidio se venissero divulgate le numerose conversazioni che ho avuto con Yoani Sánchez. Lei potrebbe pagarne le conseguenze per tutta la vita”. La domanda che sorge spontanea è la seguente: per quale motivo Yoani Sánchez sarebbe in pericolo se, come sostiene, le sue azioni rientrano nell’ambito della legalità?
Nel 2009 la stampa occidentale ha fortemente enfatizzato l’intervista che il presidente Barack Obama aveva concesso a Yoani Sánchez, fatto ritenuto assolutamente eccezionale. La Sánchez aveva anche riferito di avere mandato un elenco di domande simile al presidente cubano Raúl Castro, il quale non si era neanche degnato di risponderle. Eppure i documenti segreti della Sina, pubblicati da Wikileaks, smentiscono queste dichiarazioni.
Si è scoperto che, in realtà, è stato un funzionario della stessa rappresentanza diplomatica a L’Avana a farsi carico di elaborare le risposte per la dissidente, e non il presidente Obama. Fatto ancor più grave, Wikileaks ha rivelato che la Sánchez, contrariamente alle sue affermazioni, non ha mandato nessun elenco di domande a Raúl Castro. Il responsabile della Sina, Jonathan D. Farrar, ha confermato questi fatti in un dispaccio inviato al Dipartimento di Stato: “Lei non aspettava nessuna risposta, perché ha confessato di non averle mai [le domande] trasmesse al presidente cubano”.
L’account Twitter di Yoani Sánchez
Oltre al sito Generación Y, Yoani Sánchez ha anche un account Twitter dove vanta di avere più di 214mila seguaci (al 12 febbraio 2012). Solo 32 di loro risiedono a Cuba. Dal canto suo, la dissidente cubana segue più di 80 mila persone. Nel suo profilo la Sánchez si presenta così: “Sono una blogger, vivo a L’Avana e racconto la mia realtà in pezzi da 140 caratteri. Twitto via sms e non ho accesso al web”.
La versione di Yoani Sánchez è tuttavia poco credibile. È infatti assolutamente impossibile seguire più di 80 mila persone solo via sms o utilizzando una connessione settimanale da un albergo. Per ottenere un risultato del genere, è indispensabile avere l’accesso quotidiano alla rete.
La popolarità nel social network Twitter dipende dal numero di seguaci. Più numerosi sono, maggiore è la visibilità dell’account. Esiste anche una forte correlazione tra il numero di persone seguite e la visibilità del proprio account. La tecnica, che consiste nel seguire numerosi account, è di norma utilizzata per fini commerciali, oppure viene usata dai politici durante le campagne elettorali.
Il sito www.followerwonk.com permette di analizzare il profilo dei contatti di qualsiasi membro della comunità di Twitter. Lo studio del caso Yoani Sánchez è emblematico per diversi aspetti. Un’analisi dei dati dell’account Twitter della blogger cubana, che è stata realizzata attraverso il sito, rivela un’attività eccezionale dell’account di Yoani Sánchez a partire dal 2010. Così, da giugno 2010, la Sánchez si è registrata in oltre 200 diversi account Twitter ogni giorno, con picchi che sono arrivati addirittura a 700 account nelle 24 ore. A meno di passare ore e ore del giorno e della notte a fare solo quello, il che è piuttosto improbabile, è impossibile iscriversi a tutti quegli account in così poco tempo. Sembra quindi che tutto questo sia stato generato mediante un robot informatico.
Si scopre anche che quasi 50 mila contatti della Sánchez sono in realtà account fantasma o inattivi, che creano l’illusione che la blogger cubana goda di grande popolarità nei social network. Dei 214.063 contatti dell’account @ yoanisanchez, infatti, 27.012 sono privi di immagine e 20.000 hanno tutte le caratteristiche di account fantasma con attività inesistente nella rete (da zero a tre messaggi inviati dalla creazione dell’account).
Tra gli account fantasma che seguono Yoani Sánchez su Twitter, 3.363 non hanno nessun contatto e solo 2.897 seguono la blogger e altri due o tre account. Alcuni account inoltre hanno caratteristiche piuttosto strane: non hanno nessun seguace, seguono solo Yoani Sánchez e hanno inviato più di 2.000 messaggi.
Questa operazione, volta a creare una popolarità fittizia attraverso Twitter, è impossibile da realizzarsi senza un accesso a Internet. È necessario anche un supporto tecnologico e di conseguenza un budget adeguato. Secondo una ricerca effettuata dal quotidiano La Jornada, intitolata “Il cyber- trasporto, la nuova strategia adottata dai politici su Twitter”, su operazioni in cui erano coinvolti candidati alle presidenziali messicane, parecchie imprese statunitensi, asiatiche e latinoamericane offrono questo servizio di popolarità fittizia (“cyber-trasporto”) a prezzi elevati. “Per un esercito di 25.000 seguaci inventati su Twitter – sostiene la testata – si spendono fino a 2.000 dollari e per 500 profili fasulli per 50 persone si possono spendere tra i 12.000 e i 15.000 dollari.”
Yoani Sánchez manda in media 9,3 messaggi al giorno. Nel 2011 la blogger ha pubblicato circa 400 messaggi al mese. Il prezzo di un messaggio a Cuba è di 1 peso convertibile (Cuc), cioè un totale di 400 Cuc al mese. Il salario minimo a Cuba è di 420 pesos, circa 16 Cuc. Ogni mese quindi Yoani Sánchez spende l’equivalente di due anni di salario minimo cubano. In questo modo, da Cuba la blogger spende su Twitter una somma che corrisponde a 25.000 euro mensili, vale a dire 300.000 euro all’anno. Da dove provengono le risorse necessarie per queste attività?
È inevitabile che sorgano altre domande. Come può Yoani Sánchez seguire più di 80.000 account senza avere un accesso permanente a Internet? Come ha potuto iscriversi a circa 200 diversi account al giorno in media da giugno 2010, con picchi superiori ai 700? Quante persone seguono davvero le attività dell’oppositrice cubana in rete? Chi finanzia la creazione degli account fasulli? A quale scopo? Quali interessi si nascondono dietro alla figura di Yoani Sánchez?

Yoani Sánchez: 30 ore nelle
prigioni di Castro?
Il primo tweet di Yoani Sánchez, quando è stata rilasciata la scorsa notte, riferiva che era stata arrestata per più di 30 ore, e che aveva un sacco da raccontare. E lo ha fatto.
In una dichiarazione a El Pais, la blogger riconosce che non ha trascorso la notte in una cella, ma è stata portata in una casa, secondo quanto lei deduce,  la stessa dove lo spagnolo
Carromero passò le sue giornate. Vale a dire, una casa ben attrezzata del Ministero degli Interni a Bayamo.
Come se fosse poco, ci racconta che é stata trasferita a L'Avana in una carovana composta dal minibus, in cui viaggiava la coppia, pattuglie di polizia, jeep dell'esercito e agenti motorizzati, tutti al servizio della  blogger e del suo accompagnatore.
E ci aggiunge che Lopez Agustin, a quanto pare il conducente della multimilionaria e premiata blogger, é ritornato a L'Avana in un'altra carovana, in  cui viaggiava la macchina di Yoani Sanchez, che per il suo stato tecnico, non ha potuto fare il viaggio Bayamo-Avana ed è stata caricata su un rimorchio per il trasferimento sicuro nella capitale.
Come ho saputo, la coppia non ha dovuto pagare questi servizi VIP, che sono piuttosto costosi negli Stati Uniti, Spagna, Inghilterra, Francia e in altri paesi "democratici" e "libero".
Ha detto a El Pais di una colluttazione con funzionari del Ministero dell'Interno, un colpo alla testa e la perdita di un dente.
Per quanto mi riguarda, e già sapendo come funzionano questi scandali mediatici cucinati nella Sezione Interessi degli Stati Uniti all'Avana, mi sento di attendere che Yoani Sanchez mostri la sua bianca dentatura o qualche contrattempo con protesi dell'ultimo minuto.
Vi ricordo che al giungere alla sua abitazione in Piazza della Rivoluzione, a L'Avana, la blogger si lanciò in una corsa in presenza di vicini e famosi paparazzi de l'Havana.
Come è noto, la coppia viaggiò a Bayamo per montare uno spettacolo mediatico e disturbare il lavoro della giustizia nel caso dello spagnolo Angelo Carromero.
Dovrà aspettare.
Ciò suggerisce un avocado maturo e  uno show mediatico in cerca di nuovi seguaci su Twitter.

Yoani Sánchez: ¿30 horas en las mazmorras de Castro?
 El primer tuits de Yoani Sánchez cuando fue liberada anoche refería que había estado detenida más de 30 horas, y que tenía muchas cosas que contar. Y lo hizo.
En unas declaraciones a El País, la bloguera reconoce que no pasó la noche en una celda, sino que fue llevada a una casa, según ella infiere, la misma donde el español Carromero pasó sus días. Es decir, una vivienda bien equipada del Ministerio del Interior en Bayamo.
Como si fuera poco, nos cuenta que fue trasladada a La Habana en una caravana formada por el microbús en el que viajaba la pareja, patrullas policiales, jeeps del Ejército y agentes motorizados, todos al servicio de la bloguera y su acompañante.
Y nos agrega que Agustín López, al parecer el chofer de la multimillonaria y premiada bloguera, retornaba a La Habana en otra caravana, en la cual viajaba el auto de Yoani Sánchez, que por su estado técnico, no pudo hacer el viaje Bayamo-Habana y fue subido a un remolque para su traslado seguro a la capital del país.
Según he investigado, la pareja no tuvo que pagar estos servicios VIP, que son bien caros en Estados Unidos, España, Inglaterra, Francia y otros países "democráticos" y "libres".
Le contó a El País de un forcejeo con oficiales del Ministerio del Interior, un golpe en la cabeza y la pérdida de un diente.
Por mi parte, y conociendo ya cómo funcionan estos escándalos mediáticos cocinados en la Sección de Intereses Norteamericanos en La Habana, me siento a esperar a que Yoani Sánchez muestre su blanca dentadura o algún contratiempo con implantes de última hora.
Les recuerdo que al llegar a su edificio, en Plaza de la Revolución, en La Habana, la bloguera se lanzó a correr ante la presencia de vecinos y paparazzis famosos de La Habana.
Como se conoce, la pareja viajó a Bayamo para montar un espectáculo mediático e interrumpir la labor de la justicia en el caso del español Ángel Carromero.
Habrá que esperar.
Esto apunta a aguacates maduro y a show mediático en busca de nuevos seguidores en Twitter.

Immagini da internet inserite da autore blog siempreresistencia

mercoledì 3 ottobre 2012

Provocazioni USA -Roger Noriega applica il piano: "avverte"Washington che Chavez si prepara a "ricorrere alla violenza"- Venezuela: la salute dei morti


Roger Noriega applica il piano: "avverte"Washington che Chavez si prepara a "ricorrere alla violenza"

JEAN-GUY ALLARD - http://www.contrainjerencia.com/ 3-10-2012

 
Conforme a quanto è stato descritto come un possibile piano di destabilizzazione della CIA gestito dall'ambasciata USA a Caracas, Roger Noriega, incaricato dell'America Latina al Dipartimento di Stato durante l'amministrazione Bush, ha proclamato, in un commento pubblicato dalla stampa dell'ultra destra di Miami, che il presidente Hugo Chavez intende disconoscere un esito sfavorevole nelle presidenziali di domenica prossima "mediante la violenza", ed esorta implicitamente il governo degli Stati Uniti ad intervenire.
"Se la violenza arriva a segnare le elezioni venezuelane, che si sappia che fu completamente premeditata ed eseguita da Chávez e dai suoi seguaci" si esprime Noriega in una colonna caratterizzata da una descrizione distorta del processo elettorale, false dichiarazioni e dal tono apertamente provocatorio. La comparsa di Noriega corrisponde a ciò che è stato descritto, dai media venezuelani, come un piano di destabilizzare progettato dalla CIA e gestito dall'ambasciata USA a Caracas.
Noriega, che in varie occasioni usò i problemi di salute del leader bolivariano per attaccarlo e persino predire la sua fine - affermava, un anno fa, che Chavez sarebbe morto "in meno di sei mesi" -, ha iniziato il suo discorso con un riferimento alla questione, dicendo poi, nella stessa frase, che il presidente e candidato socialista "sembra perdere terreno davanti al candidato dell'opposizione Henrique Capriles Radonski".
Esattamente il contrario di ciò che dimostrano tutti i sondaggi d'opinione. Noriega, amico personale dell'ex dittatore honduregno Roberto Micheletti che commise il monumentale errore di applaudire il golpe del 2002 in Venezuela, afferma che "il partito al governo sta prendendo misure drastiche per intimidire l'opposizione e per sbiancare i risultati della votazione 7 ottobre".
Come se fosse il suo unico argomento contro il leader venezuelano, riprende poi - per diversi paragrafi - il tema della malattia con una lista di speculazioni che lega con la tranquillità e il cinismo del gestore di operazioni sporche; come é stato per tutta la vita.
Il suo maggior argomento: le invenzioni della stampa franchista
Noriega, confermando il piano di destabilizzazione della CIA, utilizza come prova delle sue affermazioni la stampa franchista spagnola, in particolare il quotidiano franchista ABC, che nei giorni scorsi ha fabbricato un "complotto chavista", che ha poi commentato, in un'intervista, il candidato di destra Henrique Capriles Radonski , accreditando l'insieme di questo golpe mediatico, vera tela di menzogne ​​e calunnie.
Così si esprime Noriega, come se citando una menzogna si convertisse in verità: "Nella prima pagina del quotidiano spagnolo ABC di sabato 21 settembre si pubblicarono una serie di documenti trapelati che dettagliano i piani per dispiegare" 'commandos armati' per le strade il giorno in cui 19 milioni di venezuelani andranno alle urne".
 
L'ex funzionario di Bush sottolinea che l'autore del materiale, Emili Blasco, descrive le "Reti di Mobilitazione Immediata" (REMI) come copiate dalle "unità Basij iraniane  che abortirono la Rivoluzione Verde nel 2009".
Tutta la stampa progressista spagnolo e latino-americana ha denunciato la procedura utilizzata da ABC non solo come un prodotto di una totale mancanza di etica, ma come un'operazione macchiavellica nel processo elettorale venezuelano.
Si prevede che le REMI - che constano di equipaggi mobile composti da 5 e 7 membri - organizzeranno manifestazioni di strada di resistenza, s'incaricheranno del controllo territoriale e monitoreranno le attività dell'opposizione, afferma questo vecchio collaboratore delle agenzie USA di repressione e intelligence.
"Una di queste bande, conosciuta come La Piedrita, ha la sua sede vicino al palazzo presidenziale. Blasco ha citato un colonnello venezuelano che ha detto che 8000 fucili d'assalto russi sono stati distribuiti alle REMI a partire da giugno".
Attacca perfino a Jimmy Carter e Bill Richardson
Chavez sta inoltre adottando misure per garantire che la comunità internazionale "accetti la sua vittoria, non importa quale sia il risultato", commenta Noriega in un attacco di paranoia.
L'11 settembre, Carter ha descritto il sistema elettorale in Venezuela "come il migliore del mondo", ammette. "Carter poi ha proceduto a chiamare Chavez per telefono, con conseguente scambio di complimenti che è durato una quarantina di minuti. Secondo fonti interne al Palazzo di Miraflores, la squadra di Chavez confida che Carter dispiegherà una missione elettorale dell'ultima ora, benedicendo la vittoria di Chavez e ottenendo il tacito riconoscimento  dell'Amministrazione Obama".
In quanto all'ex membro del gabinetto di Clinton, Bill Richardson, "il capo dell'Organizzazione degli Stati Americani (OSA) ha chiesto l'autorizzazione al regime di Chavez, di poter condurre una missione elettorale. Richardson ha già dato il messaggio a Chavez che egli ha un grande affetto per il Venezuela ed è disposto a fare tutto ciò che può per legittimare le prossime elezioni".
"Carter e Richardson devono sapere che il deliberato ruolo che continuano  a giocare in questa situazione non può essere ignorato", conclude con tono autoritario Noriega prima di ripetere il suo invito all'ingerenza: "In quanto a Washington, se la violenza arriva a marcare le elezioni venezuelane, che si sappia che fu completamente premedita ed eseguita da Chávez e dai suoi seguaci".
Il testo di Noriega si pubblica all'inizio della ultima settimana del processo elettorale venezuelano; come ci si aspettava. Il funzionario che ha partecipato alla guerra sporca sviluppata dalla CIA in Nicaragua ed al colpo di stato ad Haiti che concluse, definitivamente, con il governo popolare del presidente Jean-Bertrand Aristide, è il solito portavoce del "governo occulto", degli Stati Uniti, costituito dai settori dell'ultra destra associati agli elementi più recalcitranti della cosiddetta comunità d'intelligence.


Roger Noriega aplica el plan: “advierte” Washington que Chávez se prepara a “recorrer a la violencia”

JEAN-GUY ALLARD http://www.contrainjerencia.com/

Conforme a lo que ha sido descrito como un posible plan desestabilizador de la CIA manejado por la embajada de EEUU en Caracas, Roger Noriega, encargado de América Latina en el Departamento de Estado durante la administración Bush, proclama en un comentario publicado por la prensa ultraderechista de Miami, que el presidente Hugo Chávez tiene la intención de desconocer un resultado adverso en las presidenciales del próximo domingo “mediante la violencia” e insta implícitamente el Gobierno de EEUU a intervenir.

“Si la violencia llega a marcar las elecciones venezolanas, que se sepa que fue completamente premeditada y ejecutada por Chávez y sus seguidores”, expresa Noriega en una columna caracterizada por una descripción distorsionada del proceso electoral, afirmaciones mentirosas, y el tono abiertamente provocador. La aparición de Noriega corresponde a lo que se ha sido descrito en los medias venezolanos como un plan desestabilizador diseñado por la CIA y manejado por la Embajada de EEUU en Caracas.

Noriega que en varias oportunidades uso los problemas de salud del líder bolivariano para atacarlo y hasta predecir su fin – afirmaba hace un año que Chávez moriría “en menos de seis meses” – empezó su perorata con una referencia al tema, afirmando luego, en una misma oración, que el presidente y candidato socialista “aparenta estar perdiendo terreno ante el candidato opositor Henrique Capriles Radonski”.

Exactamente lo contrario de lo que demuestran la totalidad de las encuestas de opinión. Noriega, un amigo personal del exdictador hondureño Roberto Micheletti que cometió el error garrafal de aplaudir al golpe de estado del 2002 en Venezuela, afirman que “el partido de gobierno está tomando medidas drásticas para intimidar a la oposición y para blanquear los resultados de la votación del 7 de octubre”.

Como si fuera su único argumento en contra del líder venezolano, retoma luego – a lo largo de varios párrafos – el tema de la enfermedad con una lista de especulaciones que amarra con la tranquilidad y el cinismo del gerente de operaciones sucias que fue toda la vida.

SU ARGUMENTO MAYOR: LOS INVENTOS DE LA PRENSA FRANQUISTA

Noriega, confirmando el plan CIA desestabilizador, utiliza como prueba de sus afirmaciones la prensa franquista española, notablemente el diario franquista ABC, que en los últimos día fabricó un “complot chavista” que comentó luego, en una entrevista, el candidato derechista Henrique Capriles Radonski, caucionando el conjunto de este golpe mediático, verdadera tela de falsedades y calumnias.

Así se expresa Noriega como si citar una mentira la convertía en verdad: “En la primera plana del periódico español ABC del sábado 21 de septiembre se publicaron una serie de documentos filtrados que detallan los planes para desplegar “comandos armados” en las calles el día en que 19 millones de venezolanos acudirán a las urnas”.

Subraya el exfuncionario de Bush, el autor del material, Emili Blasco, describe a las “Redes de Movilización Inmediata” (REMI) como copiadas de “las unidades Basij iraníes que abortaron la Revolución Verde en el 2009”.

Toda la prensa progressista española y latinoamericana ha denunciado el procedimiento utilizado por ABC como no solo producto de una falta total de ética sino como una operación maquiavélica de intervención en el proceso electoral venezolano.

Se espera que las REMI –que constan de equipos móviles conformados por entre 5 y 7 miembros– organizarán manifestaciones callejeras de resistencia, se encargarán del control territorial y supervisarán las actividades de la oposición, afirma este viejo colaborador de las agencias norteamericanas de represión y de inteligencia.

“Una de estas bandas, conocida como La Piedrita, tiene su sede muy cerca del palacio presidencial. Blasco citó a un coronel venezolano quien dijo que 8,000 fusiles de asalto rusos fueron distribuidos a las REMI comenzando en junio”.

ATACA HASTA A JIMMY CARTER Y BILL RICHARDSON

Chávez también está tomando medidas para garantizar que la comunidad internacional “acepte su victoria, sin importar cual sea el resultado”, comenta Noriega en un acceso de paranoia.

El 11 de septiembre, Carter describió al sistema electoral de Venezuela “como el mejor en el mundo”, reconoce. “Carter después procedió a llamar a Chávez por el teléfono, lo que resultó en un intercambio de elogios que duró cerca de cuarenta minutos. De acuerdo a fuentes dentro del Palacio de Miraflores, el equipo de Chávez confía en que Carter desplegará una misión electoral de última hora; bendiciendo la victoria de Chávez y obteniendo el reconocimiento tácito de la Administración Obama”.

En cuanto al ex miembro del gabinete de Clinton, Bill Richardson, “el jefe de la “Organización de Estados Americanos (OEA) ha pedido permiso al régimen de Chávez para que este pueda encabezar una misión electoral. Richardson ya ha pasado el mensaje a Chávez de que tiene un gran cariño por Venezuela y que está dispuesto a hacer lo que pueda para legitimar las próximas elecciones”.

“Carter y Richardson deben saber que el papel deliberado que continúan jugando en esta situación no se puede pasar por alto”, concluye con tono autoritario Noriega antes de repetir su invitación a la injerencia: “En cuanto a Washington, si la violencia llega a marcar las elecciones venezolanas, que se sepa que fue completamente premeditada y ejecutada por Chávez y sus seguidores”.

El texto de Noriega se publica al principio de la última semana del proceso electoral venezolano, como era previsto. El funcionario que participó a la guerra sucia desarrollada por la CIA en Nicaragua y al golpe de estado en Haití que terminó definitivamente con el gobierno popular del presidente Jean-Bertrand Aristide, es el acostumbrado vocero del “gobierno oculto” de Estados Unidos, constituido por los sectores ultraderechistas asociados a los elementos más recalcitrantes de la llamada comunidad de inteligencia.

Venezuela: la salute dei morti

da La Jornada di Luis Hernandez Navarro www.cubadebate.cu traduzione di Ida Garberi 3-10-2012

Nell’aprile del 2012, Walter Mercado, il più famoso astrologo latinoamericano, aveva predetto l’imminente morte di Hugo Chavez. Alla fine di maggio, il conosciuto giornalista statunitense Don Rhater, editore del canale via satellite HDNet, assicurò che il mandatario venezuelano soffriva di un aggressivo
cancro conosciuto come rabdomiosarcoma metastatico, e che era molto probabile che non arrivasse con vita alle elezioni presidenziali del Venezuela.
 A meno di una settimana dalla realizzazione dei comizi, il presidente Chavez è vivo, sano ed attivo. Senza dare segni di esaurimento, è stato protagonista di un’intensa campagna ed esercita compiti di governo. Viaggia, partecipa a vertici, prende la parola e dà ininterrottamente istruzioni. Non c’è nel suo viso né nella sua condotta nessun segno che i vaticini sul suo decesso diventino realtà.
Che le profezie di un ciarlatano professionale falliscono, è prevedibile. Che le filtrazioni divulgate da un giornalista serio, che presumibilmente verifica le sue fonti, risultino false, è qualcosa che succede. Ma non può essere casualità che davanti all’imminenza di un processo elettorale chiave si diffondano, in maniera simultanea e sistematica, predizioni di veggenti e relazioni confidenziali di professionisti della stampa e si organizzi una vera campagna di disinformazione sulla salute di Hugo Chavez. L’offensiva mediatica ha un’intenzione: tentare di demoralizzare i seguaci del presidente.
L’opposizione venezuelana ed i suoi alleati internazionali vollero fare della salute del mandatario venezuelano un elemento centrale della loro strategia elettorale. Prima, hanno assicurato che sarebbe morto, dopo dissero che era agonico e non avrebbe potuto presentarsi ai comizi; quindi affermarono che non poteva fare campagna; alla fine, dovettero inventare che il vecchio e malato Chavez era stato calpestato dalla gioventù e dall’energia di Henrique Capriles.
Niente di tutto ciò è successo. La scommessa oppositrice risultò un fallimento. Invece di scoraggiarsi, i simpatizzanti del mandatario si unirono intorno a lui ed occuparono le strade. Praticamente tutti i sondaggi vaticinano il suo trionfo questo 7 ottobre, con una differenza che fluttua tra 10 e 20 punti.
È il presidente un politico vecchio e sconfitto, come assicura l’opposizione? No, non lo è. Si tratta di accuse senza fondamento. Il mandatario ha 58 anni, la stessa età di Angela Merkel, un anno di più che Mariano Rajoy, due di meno di Vladimir Putin e sette meno di Dilma Rousseff. Basta vedere la dinamica della sua campagna, la convinzione dei suoi discorsi, la sua capacità di seduzione, l’utilizzo della sua narrativa, il tempo che passa in piedi ogni giorno, per rendersi conto che è un uomo vigoroso.
La forza di Hugo Chavez nella società venezuelana è travolgente. La sua candidatura è profondamente attecchita nella cultura politica emergente nella cittadinanza. In lei si incarna un progetto di trasformazione sociale condiviso da molti. Narratore eccezionale, ha costruito un racconto nazionale nel quale milioni di persone si riconoscono e si identificano. Ha reso visibili gli invisibili ed ha aperto loro spazi affinché si rendano protagonisti della loro stessa storia. Come dimostrano diversi studi di opinione, più del 60% della popolazione è ottimista verso il futuro del suo paese e con le previsioni sulla sua capacità di relazione personale, e più della metà dei venezuelani simpatizzano col socialismo.
Al contrario, la destra venezuelana non può dire il suo nome. Henrique Capriles, il candidato della più rancida borghesia venezuelana, deve presentarsi come un membro della classe media, mascherarsi da progressista e di essere capace di migliorare il modello “chavista”, mentre occulta il suo vero programma di governo. Non gli è stato facile. Esprimere idee che non sono le sue, ha generato problemi di comunicazione.
Capriles ha avuto il merito di condurre -fino ad ora – una campagna che è sfuggita alla polarizzazione di classe. Ha nascosto nell’armadio l’odio che l’oligarchia ha verso Chavez e si concentrò tentando di guadagnare il voto delle classi medie ed i settori scontenti del “chavismo”, denunciando le promesse incompiute della rivoluzione bolivariana. Tuttavia, la manovra politica non sembra avergli permesso di oltrepassare il soffitto storico dei voti dell’opposizione.
Il mandatario ha riconosciuto sbagli nella sua gestione. Meno di una settimana fa ha ammesso che c’è gente che potrebbe essere molesta per gli errori, come il deficit domiciliare, dell’infrastruttura, od a causa del disaccordo con i dirigenti, ma ha chiesto loro che la votazione non sia guidata dai risentimenti. “Il 7 ottobre -espresse – non sta in gioco se c’è stato un blackout o non andò via la luce, che se arrivò l’acqua o non arrivò, che se a me non hanno dato la mia casa, che io non ho ancora un impiego, o che se io sono arrabbiato con non so chi. No. Qui non ci stiamo giocando queste cose, ripeto loro, camerata: ci stiamo giocando la vita della patria, il futuro dei bambini e le bambine di tutto il Venezuela.”
Allo stesso modo in cui l’opposizione ed i suoi alleati internazionali avevano annunciato l’imminente morte di Hugo Chavez, solo per trovarsi poi -come nella citazione apocrifa di Don Juan Tenorio – con il mandatario che gode ottima salute, così, ora, hanno voluto creare l’impressione che i comizi hanno un risultato incerto e che Capriles potrebbe vincerli. Nulla permette di supporre che così andranno le cose.
Nei pochi giorni che mancano fino al 7 ottobre, il dibattito non è su chi vincerà, bensì con che percentuale trionferà Hugo Chavez. Il vero dubbio non è se l’opposizione rimonterà lo svantaggio che ha nella maggioranza dei sondaggi, bensì se accetterà la sua sconfitta od opterà per giocare il resto delle sue pedine scommettendo sulla destabilizzazione.
foto da internet inserite da l'autore
del blog siempreresistencia