martedì 24 settembre 2019

Jean Ziegler: La rivolta diventa un fronte attivo delle resistenze



“Il capitalismo finanziario e' responsabile dell'insicurezza sociale ed ecologica delle popolazioni” asserisce Jean Ziegler, ex Relatore speciale dell’ONU sui diritti alla alimentazione. Lo scrittore svizzero e' uno dei critici lucidi della globalismo, nel corso di un'intervista concessa a Ipar Dieter Hintermeier di Junge Welthe, sostiene che non tutto e' nero in questo quadro presente in cui sopravviviamo con maggiori stenti e paure. J.Ziegler percepisce e segnala la moltiplicazione di fronti di resistenza, e reti critiche ed
attive contro l'imperio autoritario dell'economia monopolizzata. Sotto la superficie dell'ovvieta' esiste e resistono forze critiche, che attingono ad altre visioni ed anno trafitto la “fine della storia”. Qui ci soffermiamo particolarmente sulle considerazioni di J. Ziegler riguardanti la NATO, Cuba e il Venezuela. L'intervento della NATO nel conflitto dell'Ucrania e' parte della politica di “accerchiamento della Russia” e costituisce una aggressione per quel paese.

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha generosamento elargito ben 4,5 miliardi di dollari alla Giunta golpista di Kiev: finanziamento avente una prevalente e squisita motivazione “politica”, non certo economica. “Bisogna dissolvere la NATO. Oggi non serve piu' e si limita a essere uno strumento delle grandi imprese nord-americane. Vi ricordo che il Patto di Varsavia venne ugualmente sciolto. L'Occidente dovrebbe seguire questo esempio, dopotutto la Russia fa parte del continente europeo. Le sanzioni e le provocazioni contro questo paese devono finire” dice con forza l'ex deputato svizzero.

La Russia, con la Cina e Cuba difendono il legittimo presidente venezuelano Maduro, mentre l'Occidente lo avversa con chiaro risentimento camuffato, sul punto di tracimare in colpi bassi intinti di llegalita' e ferocia contro la popolazione civile. Questa, in una unione “civico-militar” con le forze armate, ha scelto di seguire l'esempio di Simon Bolivar, precorrendo i sentieri della battaglia antimperialista e anticolonialista, che oggi passa attraverso la sovranita' popolare e l'antiberismo.

Jean Ziegler coglie la similitudine con il Cile del 1973, dove il presidente Salvador Allende venne assassinato. Dopo una preventiva campagna di sabotaggi pianificati dalla CIA, puntuali arrivarono le sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti, culminati con uno sciopero generale dei camionisti che mise in ginocchio il paese. “tutto questo e' avvenuto sotto l'egida di Richard Nixon e del suo consigliere Henry Kissinger” chiarisce Ziegler. “Perche'? Semplicemente per permettere alle grandi imprese USA di recuperare il rame cileno che Allende aveva preso (nazionalizzato)”. Una situazione simile si sta inscenando in Venezuela.

L'offensiva della Casa Bianca per imporre il ritorno di qualche tipo di “neo-pinochetismo” ha investito ora anche Cuba, colpevole di esistere e di permanere come l'invitto “bastione socialista” sul contenente americano. La clava di Trump e' calata con forza contro l'isola che oggi e' teatro di un fiorente turismo internazionale, e che ha aperto ad alcune forme di proprieta' privata. J. Ziegler si dichiara favorevole alla possibilita' che i “cubani possano formare piccole imprese..ma la gente riconosce il valore di quel che hanno positivamente realizzato. “Penso, per esempio, all'eccellente servizio sanitario, alla riforma agraria e all'abolizione delle leggi razziste, immediatamente dopo la vittoria di 60 anni fa” manifesta l'ex relatore dell'ONU sui diritti alimentari.

Sulle nuove formazioni politiche e movimenti che agitano l'Europa a versione unica di Bruxelles, demonizzati come “pernicioso populismo”, l'ex deputato socialista svizzero originario di Ginevra fa una lettura differente. “La rivolta si rinfocola dappertuttto, anche all'esterno della sinistra organizzata.. assistiamo a una moltiplicazione dei fronti di resistenza in tutti gli aspetti della vita. Un nuovo soggetto storico sta emergendo e include milioni di donne e uomini appartenenti a popoli, culture, classi sociali animate da una stessa idea ”io sono l'altro, l'altro è me”.

Sotto la superficie, nelle pieghe nascoste in cui e' relegata e silenziata la critica pratica delle forze agenti, Jean Ziegler evidenzia che “non cisono comitati centrali ne' linee di partito.. La societa' civile internazionale e' composta da innumerevoli fronti di resistenza attivi in tutti i continenti, nei punti piu' sorprendenti, contro l'ordine mondiale cannibale..si tratta di movimenti sociali molto diversi: Via Campesina e' una federazioneinternazionale che rappresenta piu' di 120 milioni di affittuari, giornalieri agricoli, piccoli proprietari e assegnatari; i movimenti femministi che lottano contro la discriminazione e la violenza ai danni delle donne e giovani..Greenpeace, i cui membri tentano di evitare i pericoli per la natura e la bio-diversita'...o il movimento di studenti « Fridays for Future » in lotta contro il cambiamento climatico. Esistono migliaia di movimenti sociali, anticapitalisti, grandi e piccoli, locali e internazionali. Insieme formano un tutto in lotta contro la barbarie capitalista”.

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Jean Ziegler, nato nel 1934 à Thoune, in Svizzera, con il nome di Hans Ziegler. E' uno dei principali critici contemporaneiI della mondializzazione. E' professore emerito di sociologia, Relatore speciale dell'ONU sui diritti all'alimentazione. Ha scritto numerosi libri. Giovanissimo, stringe un'amicizia con Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir, tra altri, incontro' Che Guevara a Ginevra.

Jean Ziegler, Le capitalisme expliqué à ma petite-fille (en espérant qu’elle en verra la fin), éd. Seuil, 2018