A proposito di Yoani
http://www.giannimina-latinoamerica.it/ 06-10-2012
Abbiamo
ricevuto dai nostri lettori, in queste ore, diverse lettere che
chiedevano di sciogliere dubbi su Yoani Sanchez. L’ultima campagna
di discredito contro Cuba che viene dopo la falsa notizia
dell’epidemia di colera a Cuba e dopo la farsa dei reporter
italiani fermati senza visto giornalistico, confermano l’esigenza
degli Stati Uniti e di chi gli regge il gioco, di screditare la
Rivoluzione sapendo che, fra pochi giorni, arriverà la 21° condanna
dell’ONU agli Stati Uniti per l’embargo contro Cuba. Per quanto
riguarda il lavoro che svolge la Sanchez a Cuba, abbiamo già scritto
in molti numeri di Latinoamerica. Questa volta vi segnaliamo
l’articolo uscito a maggio nel n. 118/119 della nostra rivista da
Salim Lamrani, docente universitario alla Sorbona di Parigi e nostro
collaboratore.
Spulciando
i cablo d’ambasciata resi pubblici da Wikileaks si è scoperto che
la famosa intervista a Obama non era stata mai fatta. Che Raul Casto
non aveva risposto perché non gli erano mai state mandate le
domande. E poi altri gustosi dettagli sul lavoro della blogger de
l’Avana, conosciuta in tutto il mondo tranne che a Cuba.
Prodigiosa Yoani riempe tewitter di se' ... enon ha internet
Di
Salim Lamrani
Yoani
Sánchez, famosa blogger cubana, è un personaggio molto particolare
nell’ambiente della dissidenza cubana. Mai nessun oppositore ha
ottenuto tanta esposizione mediatica né un riconoscimento
internazionale così grande nel giro di poco tempo. Emigrata in
Svizzera nel 2002, dopo due anni, nel 2004, ha deciso di rientrare a
Cuba. Nel 2007 entra a far parte dell’opposizione cubana creando il
suo blog Generación Y, e diventa un’irriducibile detrattrice del
governo dell’Avana. Mai nessun dissidente a Cuba, e forse al mondo,
ha ottenuto tanti riconoscimenti internazionali in così poco tempo,
per di più con un particolare di non poco conto: a Yoani Sánchez è
stato elargito così tanto denaro da consentirle di vivere
tranquillamente a Cuba per il resto della sua vita. La blogger,
infatti, è stata retribuita per un totale di 250.000 euro, un
importo cioè pari a più di 20 anni di salario minimo in un paese
come la Francia, quinta potenza mondiale. A Cuba il salario minimo
mensile è di 420 pesos, pari a 18 dollari e a 14 euro, il che
significa che Yoani Sánchez ha ottenuto, per la sua attività di
oppositrice, l’equivalente di 1.488 anni di salario minimo cubano.
Yoani
Sánchez intrattiene stretti rapporti con la diplomazia nordamericana
a Cuba, come segnala un documento, classificato “segreto” per i
dati sensibili in esso contenuti, proveniente dalla Sezione di
interessi nordamericani (Sina). Michael Parmly, ex capo della Sina a
L’Avana, che si riuniva regolarmente con Yoani Sánchez nella sua
residenza diplomatica personale, come dimostrano i documenti
riservati della Sina, ha esternato la sua preoccupazione in merito
alla pubblicazione dei documenti diplomatici americani da parte di
Wikileaks: “Mi darebbe molto fastidio se venissero divulgate le
numerose conversazioni che ho avuto con Yoani Sánchez. Lei potrebbe
pagarne le conseguenze per tutta la vita”. La domanda che sorge
spontanea è la seguente: per quale motivo Yoani Sánchez sarebbe in
pericolo se, come sostiene, le sue azioni rientrano nell’ambito
della legalità?
Nel
2009 la stampa occidentale ha fortemente enfatizzato l’intervista
che il presidente Barack Obama aveva concesso a Yoani Sánchez, fatto
ritenuto assolutamente eccezionale. La Sánchez aveva anche riferito
di avere mandato un elenco di domande simile al presidente cubano
Raúl Castro, il quale non si era neanche degnato di risponderle.
Eppure i documenti segreti della Sina, pubblicati da Wikileaks,
smentiscono queste dichiarazioni.
Si
è scoperto che, in realtà, è stato un funzionario della stessa
rappresentanza diplomatica a L’Avana a farsi carico di elaborare le
risposte per la dissidente, e non il presidente Obama. Fatto ancor
più grave, Wikileaks ha rivelato che la Sánchez, contrariamente
alle sue affermazioni, non ha mandato nessun elenco di domande a Raúl
Castro. Il responsabile della Sina, Jonathan D. Farrar, ha confermato
questi fatti in un dispaccio inviato al Dipartimento di Stato: “Lei
non aspettava nessuna risposta, perché ha confessato di non averle
mai [le domande] trasmesse al presidente cubano”.
L’account
Twitter di Yoani Sánchez
Oltre al sito Generación Y, Yoani Sánchez ha anche un account Twitter dove vanta di avere più di 214mila seguaci (al 12 febbraio 2012). Solo 32 di loro risiedono a Cuba. Dal canto suo, la dissidente cubana segue più di 80 mila persone. Nel suo profilo la Sánchez si presenta così: “Sono una blogger, vivo a L’Avana e racconto la mia realtà in pezzi da 140 caratteri. Twitto via sms e non ho accesso al web”.
Oltre al sito Generación Y, Yoani Sánchez ha anche un account Twitter dove vanta di avere più di 214mila seguaci (al 12 febbraio 2012). Solo 32 di loro risiedono a Cuba. Dal canto suo, la dissidente cubana segue più di 80 mila persone. Nel suo profilo la Sánchez si presenta così: “Sono una blogger, vivo a L’Avana e racconto la mia realtà in pezzi da 140 caratteri. Twitto via sms e non ho accesso al web”.
La
versione di Yoani Sánchez è tuttavia poco credibile. È infatti
assolutamente impossibile seguire più di 80 mila persone solo via
sms o utilizzando una connessione settimanale da un albergo. Per
ottenere un risultato del genere, è indispensabile avere l’accesso
quotidiano alla rete.
La
popolarità nel social network Twitter dipende dal numero di seguaci.
Più numerosi sono, maggiore è la visibilità dell’account. Esiste
anche una forte correlazione tra il numero di persone seguite e la
visibilità del proprio account. La tecnica, che consiste nel seguire
numerosi account, è di norma utilizzata per fini commerciali, oppure
viene usata dai politici durante le campagne elettorali.
Il
sito www.followerwonk.com permette di analizzare il profilo dei
contatti di qualsiasi membro della comunità di Twitter. Lo studio
del caso Yoani Sánchez è emblematico per diversi aspetti.
Un’analisi dei dati dell’account Twitter della blogger cubana,
che è stata realizzata attraverso il sito, rivela un’attività
eccezionale dell’account di Yoani Sánchez a partire dal 2010.
Così, da giugno 2010, la Sánchez si è registrata in oltre 200
diversi account Twitter ogni giorno, con picchi che sono arrivati
addirittura a 700 account nelle 24 ore. A meno di passare ore e ore
del giorno e della notte a fare solo quello, il che è piuttosto
improbabile, è impossibile iscriversi a tutti quegli account in così
poco tempo. Sembra quindi che tutto questo sia stato generato
mediante un robot informatico.
Si
scopre anche che quasi 50 mila contatti della Sánchez sono in realtà
account fantasma o inattivi, che creano l’illusione che la blogger
cubana goda di grande popolarità nei social network. Dei 214.063
contatti dell’account @ yoanisanchez, infatti, 27.012 sono privi di
immagine e 20.000 hanno tutte le caratteristiche di account fantasma
con attività inesistente nella rete (da zero a tre messaggi inviati
dalla creazione dell’account).
Tra
gli account fantasma che seguono Yoani Sánchez su Twitter, 3.363 non
hanno nessun contatto e solo 2.897 seguono la blogger e altri due o
tre account. Alcuni account inoltre hanno caratteristiche piuttosto
strane: non hanno nessun seguace, seguono solo Yoani Sánchez e hanno
inviato più di 2.000 messaggi.
Questa
operazione, volta a creare una popolarità fittizia attraverso
Twitter, è impossibile da realizzarsi senza un accesso a Internet. È
necessario anche un supporto tecnologico e di conseguenza un budget
adeguato. Secondo una ricerca effettuata dal quotidiano La Jornada,
intitolata “Il cyber- trasporto, la nuova strategia adottata dai
politici su Twitter”, su operazioni in cui erano coinvolti
candidati alle presidenziali messicane, parecchie imprese
statunitensi, asiatiche e latinoamericane offrono questo servizio di
popolarità fittizia (“cyber-trasporto”) a prezzi elevati. “Per
un esercito di 25.000 seguaci inventati su Twitter – sostiene la
testata – si spendono fino a 2.000 dollari e per 500 profili
fasulli per 50 persone si possono spendere tra i 12.000 e i 15.000
dollari.”
Yoani
Sánchez manda in media 9,3 messaggi al giorno. Nel 2011 la
blogger ha pubblicato circa 400 messaggi al mese. Il prezzo di un
messaggio a Cuba è di 1 peso convertibile (Cuc), cioè un totale di
400 Cuc al mese. Il salario minimo a Cuba è di 420 pesos, circa 16
Cuc. Ogni mese quindi Yoani Sánchez spende l’equivalente di due
anni di salario minimo cubano. In questo modo, da Cuba la blogger
spende su Twitter una somma che corrisponde a 25.000 euro mensili,
vale a dire 300.000 euro all’anno. Da dove provengono le risorse
necessarie per queste attività?
È
inevitabile che sorgano altre domande. Come può Yoani Sánchez
seguire più di 80.000 account senza avere un accesso permanente a
Internet? Come ha potuto iscriversi a circa 200 diversi account al
giorno in media da giugno 2010, con picchi superiori ai 700? Quante
persone seguono davvero le attività dell’oppositrice cubana in
rete? Chi finanzia la creazione degli account fasulli? A quale scopo?
Quali interessi si nascondono dietro alla figura di Yoani Sánchez?
Yoani
Sánchez: 30 ore nelle
http://yohandry.com/
06-10-2012
Il
primo tweet di Yoani Sánchez, quando è stata rilasciata la scorsa
notte, riferiva che era stata arrestata per più di 30 ore, e che
aveva un sacco da raccontare. E lo ha fatto.
In una dichiarazione a El Pais, la blogger riconosce che non ha trascorso la notte in una cella, ma è stata portata in una casa, secondo quanto lei deduce, la stessa dove lo spagnolo Carromero passò le sue giornate. Vale a dire, una casa ben attrezzata del Ministero degli Interni a Bayamo.
Come se fosse poco, ci racconta che é stata trasferita a L'Avana in una carovana composta dal minibus, in cui viaggiava la coppia, pattuglie di polizia, jeep dell'esercito e agenti motorizzati, tutti al servizio della blogger e del suo accompagnatore.
E ci aggiunge che Lopez Agustin, a quanto pare il conducente della multimilionaria e premiata blogger, é ritornato a L'Avana in un'altra carovana, in cui viaggiava la macchina di Yoani Sanchez, che per il suo stato tecnico, non ha potuto fare il viaggio Bayamo-Avana ed è stata caricata su un rimorchio per il trasferimento sicuro nella capitale.
Come ho saputo, la coppia non ha dovuto pagare questi servizi VIP, che sono piuttosto costosi negli Stati Uniti, Spagna, Inghilterra, Francia e in altri paesi "democratici" e "libero".
Ha detto a El Pais di una colluttazione con funzionari del Ministero dell'Interno, un colpo alla testa e la perdita di un dente.
Per quanto mi riguarda, e già sapendo come funzionano questi scandali mediatici cucinati nella Sezione Interessi degli Stati Uniti all'Avana, mi sento di attendere che Yoani Sanchez mostri la sua bianca dentatura o qualche contrattempo con protesi dell'ultimo minuto.
Vi ricordo che al giungere alla sua abitazione in Piazza della Rivoluzione, a L'Avana, la blogger si lanciò in una corsa in presenza di vicini e famosi paparazzi de l'Havana.
Come è noto, la coppia viaggiò a Bayamo per montare uno spettacolo mediatico e disturbare il lavoro della giustizia nel caso dello spagnolo Angelo Carromero. Dovrà aspettare.
In una dichiarazione a El Pais, la blogger riconosce che non ha trascorso la notte in una cella, ma è stata portata in una casa, secondo quanto lei deduce, la stessa dove lo spagnolo Carromero passò le sue giornate. Vale a dire, una casa ben attrezzata del Ministero degli Interni a Bayamo.
Come se fosse poco, ci racconta che é stata trasferita a L'Avana in una carovana composta dal minibus, in cui viaggiava la coppia, pattuglie di polizia, jeep dell'esercito e agenti motorizzati, tutti al servizio della blogger e del suo accompagnatore.
E ci aggiunge che Lopez Agustin, a quanto pare il conducente della multimilionaria e premiata blogger, é ritornato a L'Avana in un'altra carovana, in cui viaggiava la macchina di Yoani Sanchez, che per il suo stato tecnico, non ha potuto fare il viaggio Bayamo-Avana ed è stata caricata su un rimorchio per il trasferimento sicuro nella capitale.
Come ho saputo, la coppia non ha dovuto pagare questi servizi VIP, che sono piuttosto costosi negli Stati Uniti, Spagna, Inghilterra, Francia e in altri paesi "democratici" e "libero".
Ha detto a El Pais di una colluttazione con funzionari del Ministero dell'Interno, un colpo alla testa e la perdita di un dente.
Per quanto mi riguarda, e già sapendo come funzionano questi scandali mediatici cucinati nella Sezione Interessi degli Stati Uniti all'Avana, mi sento di attendere che Yoani Sanchez mostri la sua bianca dentatura o qualche contrattempo con protesi dell'ultimo minuto.
Vi ricordo che al giungere alla sua abitazione in Piazza della Rivoluzione, a L'Avana, la blogger si lanciò in una corsa in presenza di vicini e famosi paparazzi de l'Havana.
Come è noto, la coppia viaggiò a Bayamo per montare uno spettacolo mediatico e disturbare il lavoro della giustizia nel caso dello spagnolo Angelo Carromero. Dovrà aspettare.
Ciò
suggerisce un avocado
maturo e uno show mediatico in cerca di nuovi seguaci su
Twitter.
Yoani
Sánchez: ¿30 horas en las mazmorras de Castro?
El
primer tuits de Yoani Sánchez cuando fue liberada anoche refería
que había estado detenida más de 30 horas, y que tenía muchas
cosas que contar. Y lo hizo.
En
unas declaraciones a El País, la bloguera reconoce que no pasó la
noche en una celda, sino que fue llevada a una casa, según ella
infiere, la misma donde el español Carromero pasó sus días. Es
decir, una vivienda bien equipada del Ministerio del Interior en
Bayamo.
Como
si fuera poco, nos cuenta que fue trasladada a La Habana en una
caravana formada por el microbús en el que viajaba la pareja,
patrullas policiales, jeeps del Ejército y agentes motorizados,
todos al servicio de la bloguera y su acompañante.
Y
nos agrega que Agustín López, al parecer el chofer de la
multimillonaria y premiada bloguera, retornaba a La Habana en otra
caravana, en la cual viajaba el auto de Yoani Sánchez, que por su
estado técnico, no pudo hacer el viaje Bayamo-Habana y fue subido a
un remolque para su traslado seguro a la capital del país.
Según
he investigado, la pareja no tuvo que pagar estos servicios VIP, que
son bien caros en Estados Unidos, España, Inglaterra, Francia y
otros países "democráticos" y "libres".
Le
contó a El País de un forcejeo con oficiales del Ministerio del
Interior, un golpe en la cabeza y la pérdida de un diente.
Por
mi parte, y conociendo ya cómo funcionan estos escándalos
mediáticos cocinados en la Sección de Intereses Norteamericanos en
La Habana, me siento a esperar a que Yoani Sánchez muestre su blanca
dentadura o algún contratiempo con implantes de última hora.
Les
recuerdo que al llegar a su edificio, en Plaza de la Revolución, en
La Habana, la bloguera se lanzó a correr ante la presencia de
vecinos y paparazzis famosos de La Habana.
Como
se conoce, la pareja viajó a Bayamo para montar un espectáculo
mediático e interrumpir la labor de la justicia en el caso del
español Ángel Carromero.
Habrá
que esperar.
Esto
apunta a aguacates maduro y a show mediático en busca de nuevos
seguidores en Twitter.
Immagini da internet inserite da autore blog siempreresistencia
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