venerdì 29 giugno 2012

DISCORSO DI EVO MORALES AYMA( alla Conferenza Onu Rio +20)


In questo periodo di nuovi e tentati golpes  di Stato in America Latina, di nuove aggressioni in medio oriente, il tutto sempre preparato, e finanziato dal solito  mostro USA, l'intervento di Evo Morales Presidente della Bolivia  alla conferenza ONU Rio + 20 non può passare in secondo piano, va letto e diffuso il più possibile. (Sandino)

 
DISCORSO DI EVO MORALES AYMA
Giovedì 28 Giugno 2012
Plenaria, Conferenza Onu Rio +20, Rio de Janeiro, 21 giugno 2012
L’America Latina innovatrice e progressista, multietnica e multiculturale, quella che ha cominciato a rivendicare la gestione del proprio territorio, la sovranità delle nazioni, la non ingerenza, il rifiuto delle privatizzazioni e della svendita delle risorse, non ha mai avuto vita facile, ma adesso l’attacco è su molti fronti ed è mascherato da parole ideologicamente menzognere e da rivendicazioni che, dietro qualche principio giusto, nascondono i soliti, bassi interessi di sfruttamento. Dopo aver dichiarato decaduto il Presidente Lugo del Paraguay per i gravi incidenti occorsi a Curuguaty –che avrebbe dovuto fare di Silvio Berlusconi il nostro parlamento dopo i fatti del G8 di Genova?- adesso di fa più duro l’assedio a Evo Morales, fra tutti i Presidenti progressisti del “Continente reaparecido”, quello a cui tocca il compito più difficile in quanto indio aymara chiamato a governare e quindi a cercare di realizzare la quadratura del cerchio fra le richieste delle popolazioni native che hanno dalla loro solo lo strumento della protesta, e la classe dirigente bianca che non ha mai smesso di mettere i bastoni fra le ruote, di destabilizzare e di lavorare in combutta con il potente vicino del Nord, quegli Stati Uniti che, distratti dalla loro politica ingerenzista in Medio Oriente, sembrano adesso intenzionati a riprendersi le redini del comando sul continente americano. Il Presidente della Bolivia, Evo Morales, è certo un agnello in mezzo ai lupi della politica, è un uomo che porta nelle massime istanze dello stato boliviano la sua cultura e la sua grammatica; è questo, per me, uno degli aspetti più interessanti e nuovi del suo governo e penso che sarebbe utile ascoltarlo e prestare attenzione alle sue parole. Pochi giorni fa, quando già il suo paese fronteggiava le violente manifestazioni dei poliziotti, la marcia di protesta delle popolazioni native e molti altri problemi, ha voluto essere presente alla Conferenza indetta dall’ONU e chiamata Rio+20, disertata e vanificata dalle nazioni più potenti, per lasciare questo messaggio che vale la pena leggere nella traduzione che ne ha fatto l’associazione A Sud, sempre presente in questi incontri da cui dipende il nostro futuro di abitanti del pianeta.
L’ECONOMIA VERDE È IL NUOVO COLONIALISMO PER SOTTOMETTERE I NOSTRI POPOLI
I popoli del Sud oggi festeggiano il nuovo anno Andino Amazzonico, festeggiano l’Inti Raimy, in quechua Festa del Sole, l’Inca Cuti, in Aymara il ritorno del padre sole, l'orologio cosmico che ci indica i secoli della Madre Terra. Oggi anche in Bolivia è festa, festeggiamo l’anno nuovo andino amazzonico. Voglio fare gli auguri a tutti i popoli del sud, specialmente al movimento indigeno, ai popoli originari.Vent’anni fa, al Vertice della Terra realizzato qui in Brasile, si poneva una riflessione profonda sulla vita e sull’umanità prendendo in considerazione il nostro pianeta terra. Ricordo il grande messaggio di un uomo saggio, Fidel Castro, presidente e Comandante della Cuba Rivoluzionaria che ci diceva «ammazzate la fame, non l’uomo, pagate il debito ecologico, non il debito estero». Adesso ci rendiamo conto che quest’uomo aveva ragione, quando affermiamo che bisogna condannare il debito del sistema capitalista, giacchè noi Paesi cosiddetti poveri, o in via di sviluppo, sentiamo che il debito dei paesi capitalisti è impagabile.In questa conferenza è importante fare profonde riflessioni tenendo presenti le generazioni future. Si discute sulla cosiddetta Economia Verde che, secondo il sentimento dei movimenti sociali del mondo, e specialmente del movimento indigeno, è il nuovo colonialismo per sottomettere i nostri popoli e i governi anticapitalisti.L’ambientalismo dell’economia verde è un nuovo colonialismo con doppia faccia, da una parte è un colonialismo della natura, dato che commercializza le risorse della vita e dall’altro è un colonialismo dei paesi del Sud, che portano sulle loro spalle la responsabilità di proteggere l’ambiente distrutto dall’economia capitalista industriale del Nord.Questo cosiddetto ambientalismo commercializza la natura convertendo ogni albero, ogni pianta, ogni goccia d’acqua e ogni essere della natura, in una merce sottomessa alla dittatura del mercato che privatizza la ricchezza e socializza la povertà.L’economia verde usurpa la creatività della natura, che è patrimonio comune di tutti gli esseri vivi esistenti, con il fine di espropriarla per il tornaconto privato giustificato con la stessa scusa della tutela della natura. È una strategia imperialista che quantifica le nostre risorse naturali: ogni fiume, ogni lago, ogni pianta ogni prodotto naturale viene tradotto in denaro, per il profitto aziendale e la loro privata appropriazione. Nel conferire una redditività economica alla natura, la fonte di vita di tutte le generazioni si converte in un bene privato per il beneficio di alcune persone. Tale redditività è solamente una delle realizzazioni del capitalismo distruttore.Ma l’ambientalismo del capitalismo, l’economia verde, è anche un colonialismo depredatore perché permette che gli obblighi che hanno i paesi sviluppati di preservare la natura per le generazioni future, siano imposti ai paesi chiamati in via di sviluppo, mentre i primi si dedicano in modo implacabile a distruggere l’ambiente. I paesi del Nord si arricchiscono grazie a un’orgia depredatoria delle fonti naturali della vita e ci obbligano, noi paesi del Sud, ad essere i loro guardaboschi poveri.Hanno la pretesa di eliminare la nostra sovranità sulle nostre risorse naturali, limitando e controllando l’uso e lo sfruttamento delle nostre stesse risorse. Vogliono creare meccanismi d’intromissione, per erigere, monitorare, giudicare e controllare le nostre politiche nazionali. Hanno la pretesa di giudicare e castigare l’uso delle nostre risorse con argomenti ambientalisti.Vogliono uno Stato debole, con istituzioni deboli, sottomesse, senza organizzazione, che gli regali le risorse naturali, come è sempre successo nella storia. Per questo è così importante una profonda riflessione in questa conferenza internazionale, su come il capitalismo dell’economia verde promuove la privatizzazione e la commercializzazione della biodiversità e il traffico delle risorse genetiche. La biodiversità per l’Economia Verde non è Vita è un affare, per questo arrivo alla seguente conclusione: in questa conferenza, per il capitalismo la vita non è un diritto ma soltanto un affare e utilizza l’ambiente con fini colonizzatori.Cari presidenti, non è possibile che la cosiddetta civilizzazione di 200 o 300 anni possa distruggere la vita armoniosa nella quale hanno vissuto i popoli indigeni per più di 5000 anni, questa è la profonda differenza tra l’occidente e i paesi del sud, specialmente con i movimenti sociali che vivono in armonia con la Madre Terra.Un piccolo contributo dalla Bolivia per questa lotta è l’approvazione della Legge della Madre Terra e sviluppo integrale per vivere, approvata due giorni fa dal Senato, il suo obiettivo è vivere bene in sviluppo integrale attraverso l’armonia e l’equilibrio con la Madre Terra, per costruire una società giusta, equa e solidaria e senza povertà.Per ottenere lo sviluppo integrale abbiamo bisogno di realizzare in modo complementare, compatibile e interdipendente i seguenti diritti:
1. I diritti della Madre Terra
2. I diritti dei popoli indigeni
3. I diritti dei poveri a superare la povertà
4. Il diritto del popolo boliviano a Vivere Bene
5. Il diritto e l'obbligo dello Stato allo sviluppo sostenibile
Non possiamo svilupparci senza toccare la Natura, ne' svilupparci distruggendo la Natura, per questo la nostra legge propone la complementarietà di questi diritti. Oltre a ciò la nostra Legge crea anche l’Ente Plurinazionale di Giustizia Climatica, per gestire l’adattamento e la mitigazione climatica e crea un Fondo Nazionale di Giustizia Climatica. Una piccola esperienza vissuta fino ad ora in Bolivia, con lo scopo del vivere bene del nostro popolo, è il recupero delle nostre risorse naturali. Attraverso questo la nostra economia nazionale è migliorata sensibilmente. Vi posso riportare tre esempi: l’impresa più grande della Bolivia, Yacimientos Petrolíferos Fiscales Bolivianos, nel 2005 rendeva appena 300.000.000 dollari, dopo la sua nazionalizzazione quest’anno riceverà 3.500.000.000 dollari grazie alla lotta del popolo boliviano e alla realizzazione del suo mandato di nazionalizzare le nostre risorse naturali.Sappiamo di essere un piccolo paese, chiamato paese povero e in sviluppo, le nostre riserve internazionali dell’anno 2005 erano 1700.000.000 dollari, quest’anno stiamo arrivando a 13000.000.000 di riserve internazionali. L’investimento pubblico in Bolivia nel 2005, prima che io arrivassi alla presidenza, era di 600.000.000 dollari, di cui il 70% erano crediti e donazioni, quest’anno l’investimento è programmato per più di 5.000.000.000 dollari. Potete immaginare com’è cambiata la nostra economia dopo aver recuperato e nazionalizzato gli idrocarburi? E' un’esperienza molto importante il recupero delle nostre risorse naturali; con molto rispetto invito i paesi del mondo a recuperare e nazionalizzare le proprie risorse naturali. Le risorse naturali sono dei popoli e devono stare sotto il controllo dello Stato e non possono essere un beneficio economico delle transnazionali.Un’altra esperienza riguarda i servizi di base, che non potranno essere mai un affare privato. In Bolivia ad esempio i servizi di telecomunicazione e l’acqua erano privati, dopo essere arrivato alla presidenza, è iniziata questa forma di recupero dei servizi di base. Lo Stato ha il dovere di dire no alle privatizzazioni, giacchè nessuna attività delle transnazionali ci aiuta a risolvere i problemi sociali così importanti in Bolivia. Care compagne e compagni presenti, sarebbe veramente importante pensare alle generazioni future, e possiamo farlo solamente ponendo fine ai modelli di saccheggio che depredano e distruggono le nostre risorse naturali.Il capitalismo non è una soluzione, mi dispiace molto che si stia creando un seguito alla cosiddetta economia verde, dato che questa è il nuovo colonialismo per sottomettere i popoli e i governi anti-imperialisti e anticapitalisti, per questo vi esorto a riflettere per il bene delle future generazioni, se vogliamo passare alla storia e se vogliamo che questo evento sia importante, non abbiamo altra alternativa: dobbiamo approvare un documento che permetta di porre fine alle politiche economiche, ecologiche e sociali che stanno portando il mondo alla distruzione dell’umanità.Presidenti vi ringrazio per la vostra attenzione, giacchè è molto importante che tutti i popoli del mondo continuino a lavorare insieme.
Evo Morales Ayma - Presidente della Bolivia


giovedì 28 giugno 2012

Forze britanniche starebbero già operando in Siria/Las fuerzas británicas ya estarían operando en Siria


Forze britanniche starebbero già operando in Siria
 27/06/2012

Le forze speciali britanniche hanno attraversato la frontiera che separa con il nord della Siria e sono già operative nel paese, secondo quanto riportato dal quotidiano online israeliano “Debka”. Secondo il sito ebraico, le prime notizie non confermate provenienti da fonti inglesi, francesi e turche affermano che questo martedì 26 giugno l'esercito britannico è avanzato fino a 10 chilometri all'interno della Siria. 
Secondo quanto riferito, i britannici stanno cercando di stabilire una zona di sicurezza lungo il confine con , il che significherebbe l'inizio dell’intervento occidentale che cerca di rovesciare il governo di Bashar Al Assad. D'altra parte, sono stati resi noti i casi di decine di soldati siriani fatti prigionieri dalle forze ribelli e portati con la forza nel sud della Turchia. 
Inoltre, come si può vedere in questo video postato su Internet e riprodotto dai media locali, sta muovendo armi pesanti verso il confine siriano: pezzi d’artiglieria, carri armati modello Sabra MKII(M60T) e blindati modello BTR-80 Caribe.
"Stato di Guerra" 
Nel frattempo, al di fuori della capitale siriana, Damasco, si registrano scontri tra le forze governative e le milizie. Secondo diversi testimoni, questi scontri rappresentano " una delle più forti esplosioni di violenza " nella regione da quando sono iniziati gli attentati e gli attacchi contro il governo siriano. 
Data l'incertezza che impera in questo territorio, Bashar Al Assad, valutando la gravità, ha dichiarato: "Stiamo vivendo, come ho già detto prima all’Assemblea del Popolo, in uno stato di guerra, uno stato di guerra a tutti gli effetti, con tutto ciò che implicano queste parole”. Tali dichiarazioni sono state prodotte prima del nuovo governo, che include esponenti dell'opposizione pacifica, che ha prestato giuramento martedì. 
Diversi morti in un nuovo attentato
Di quella che un tempo era la sede della televisione privata Al Ikhabriya, non restano altro che rottami fumanti e rovine [Foto]. Secondo di Stato siriana, un gruppo di uomini armati hanno attaccato i locali della catena, saccheggiando e distruggendo gli studi e poi hanno fatto esplodere diversi ordigni all’interno. Sono morti almeno 3 dipendenti. "Questo attacco terroristico non ci impedirà di continuare a trasmettere", dice un giornalista.
Attacco e saccheggio di una chiesa cristiana
Un altro attacco terroristico da parte delle milizie che sconvolgono è l'attacco e il saccheggio di una chiesa cristiana ad Homs, come riportato e documentato da una religiosa locale: "Hanno distrutto la chiesa ed io l’ho filmato. Questo è un dato di fatto"

Las fuerzas británicas ya estarían operando en Siria

Las fuerzas de operaciones especiales británicas cruzaron la frontera que separa Turquía con el norte de Siria y ya están operando en el país, según informó el diario digital israelí ‘Debka’. De acuerdo a la web hebrea, los primeros informes no confirmados de fuentes británicas, francesas y turcas aseguran que este martes, 26 de junio, los militares del Reino Unido avanzaron hasta 10 kilómetros en el interior de Siria. 
Según se indica, los británicos intentan establecer una zona de seguridad a lo largo de la frontera con Turquía, lo que significaría el inicio de la intervención occidental que busca derrocar el gobierno de Bashar Al Assad. Por otra parte, se dieron a conocer los casos de docenas de soldados sirios que fueron hechos prisioneros por las fuerzas rebeldes y trasladados por la fuerza al sur de Turquía. 
Por otra parte, según se puede apreciar en vídeos* colgados en Internet y reproducidos por los medios de comunicación locales, Turquía estaría trasladando armamento pesado a la frontera con Siria: piezas de artillería, tanques -modelo Sabra MKII (M60T)-, y blindados -modelo BTR-80 Caribe-.
"Estado de guerra" 
Mientras tanto, en las afueras deLas fuerzas de la capital siria, Damasco, se registran enfrentamientos entre las fuerzas gubernamentales y las milicias. Según varios testigos, estos choques representan "uno de los más fuertes arrebatos de violencia" en la región desde que se iniciaran los atentados y ataques contra el gobierno sirio. 
Ante la incertidumbre que impera en ese territorio, Bashar Al Assad, evaluando la gravedad, declaró “Estamos viviendo, como ya dije ante la Asamblea del Pueblo, en un estado de guerra, un verdadero estado de guerra en todos los aspectos, con todo lo que implican esas palabras”. Tales afirmaciones se produjeron ante el nuevo gobierno, que incluyen figuras de la oposición pacífica, que prestó juramento este martes. 
Diversos muertos en un nuevo atentado
De lo que fuera la sede de la televisión privada Al Ikhabriya no quedan más que restos humeantes y ruinas. Según la televisión estatal siria, un grupo de hombres armados atacó los locales de la cadena, saqueó y destrozó los estudios y después hizo explotar varios artefactos en su interior. Murieron al menos 3 empleados. “Este ataque terrorista no va a impedir que sigamos emitiendo”, dice uno de los periodistas.
Ataque y saqueo a una Iglesia cristiana
Otra acción terrorista de las milicias que ha conmocionado a Siria es el ataque y saqueo a una iglesia cristiana en Homs, tal como ha relatado y documentado una religiosa de la localidad: "Destruyeron la iglesia y fui a filmarlo. Sé que esto es un hecho."

video * : 



lunedì 25 giugno 2012

La lettera dei milioni: USA rivela parte dei fondi per la guerra contro Cuba in Internet/La carta de los millones: EE.UU. revela parte de los fondos para la guerra contra Cuba en Internet


Alcuni giorni fa Gli Stati Uniti hanno rinnovato la loro disponibilità a finanziare i gruppi sovversivi che cercano di destabilizzare alcuni paesi dell'Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA) e non solo, in questi giorni ne abbiamo la prova assistendo ad un vero e proprio golpe contro Fernando Lugo Presidende liberamente eletto in Paraguay, venti di golpe soffiano anche in Bolivia, Il mostro yankee vuol dare un'accelerata per tentare di ripristinare il suo dominio sull'America latina, in parole povere vuol ritornare alla famosa dottrina Monroe che considerava
il mondo latino come cortile di casa. (by Sandino)

La lettera dei milioni: USA rivela parte dei fondi per la guerra contro Cuba in Internet


Gli USA hanno aumentato i finanziamenti per dotare i ciber dissidenti alleati di Washington di tecnologia e finanziamento per il cambio di regime a Cuba, rivela una lettera del Dipartimento di Stato al Congresso pubblicata oggi dal quotidiano El Nuevo Herald.
La lettera, datata 26 aprile, rivela il piano di investire 20 milioni dollari approvato per i programmi di sovversione a Cuba durante l'anno fiscale che si concluderà il 30 settembre.
Il denaro sarà gestito da tre entità del Dipartimento di Stato: l'Ufficio America Latina e il Caraibi (LAC) dell'USAID; l'Ufficio per la Democrazia, i Diritti Umani e il Lavoro (DRL), e Affari dell'Emisfero Occidentale (WHA) .
Questa lettera è resa pubblica due giorni dopo la decisione dei paesi dell'ALBA di espellere l'USAID dai loro territori, in quanto costituisce "un fattore di perturbazione che minaccia la sovranità e la stabilità politica" di questi paesi. Il Consiglio Politico dell'ALBA invita i capi di Stato e di governo del blocco alla "immediata espulsione dai loro paesi dell'USAID."
Lo scopo di questo fondo pubblico di 20 milioni di $ non è beneficiare il popolo cubano, ma rinforzare con accesso alla tecnologia le persone, che a Cuba, sostengono la politica di cambio di regime nell'isola, facilitando l'accesso e gli strumenti a collaboratori individuati a tali fini.
Il più grande blocco individuale di denaro è di 4 milioni di $ che LAC spenderà in un programma di "democrazia digitale" per stimolare l'uso di "tecnologie innovative", dice la lettera.
Consapevoli del fatto che queste pratiche sono illegali a Cuba, la lettera non fornisce dettagli sui destinatari del denaro e della tecnologie, "per proteggere i programma dai tentativi di Cuba di fermarli", assicura El Nuevo Herald.
Secondo la pubblicazione, "per evitare un altro incidente come quello di Alan Gross, il programma eviterà apparecchiature sofisticate, come telefoni satellitari e invece utilizzerà solo articoli a disposizione sull'isola, come computer, DVD, unità USB e telefoni cellulari, ha detto un dipendente del Congresso sentito sul caso".
Sei degli altri nove programmi per Cuba inclusi nella lettera si centrano anche sulla tecnologia.
WHA ha ricevuto uno stanziamento di 1,53 milioni di $ per un programma di "formazione a distanza sulle competenze di base dell'informazione tecnologica... Inoltre, i fondi sosterranno l'acquisto di articoli di tecnologia di base dell'informazione, e daranno sostegno materiale agli attivisti dei diritti umani, giornalisti indipendenti e biblioteche indipendenti sull'isola".
Il DRL ha 1,05 milioni di dollari per fornire formazione, attrezzature e software a individui che raccolgono informazioni su presunte violazioni dei diritti umani,che nessuna altra fonte verifica, e 750000 dollari per "formazione basata sulla tecnologia" per campagne sulle reti sociale per accusare Cuba di violazioni dei diritti umani, impunità e la corruzione.
Il DRL anche gestirà 700000 dollari per ciascuno dei due programmi: uno per i giovani che include l' "uso innovativo della tecnologia come i social media" e un altro per "educare" i cubani all'economia di mercato cubano e i suoi benefici per la democrazia - non è uno scherzo: NDR.
Altri 500000 dollari saranno gestiti dal LAC per sostenere "investigazioni su opzioni di tecnologica per ampliare le comunicazioni" tra i cubani e la connettività Internet come parte di un programma intitolato "L'Applicazione della Tecnologia nella Promozione della Democrazia" in conformità con il significato, della parola Democrazia, dato dal Dipartimento di Stato.
LAC ha anche 2,9 milioni di $ per "aiuti umanitari" per "persone politicamente emarginate", in altre parole individui che compongono "partiti di opposizione", che sopravvivono grazie ai finanziamenti di un governo straniero, ciò che viene severamente punito negli USA.
La DRL ha già impegnato 4 milioni di dollari con il National Endowment for Democracy (NED), un'organizzazione di Washington accusata di essere una vetrina legale della CIA, e che è stata espulsa da diversi paesi, anche alleati del USA, per finanziare partiti e azioni di opposizione, in flagrante violazione della legge.
Nella lettera del Dipartimento di Stato al Congresso si precisa che anche si spenderà 2,87 milioni dei 20 milioni per gestire i programmi per Cuba, che tendono a generare un elevato volume di scartoffie, rispetto ad altri programmi USA di aiuto all'estero.
Le richieste per i fondi di altri programmi saranno saranno noti a breve, dice El Nuevo Herald.
Queste informazioni coincidono con la divulgazione dei fondi storici dell'USAID per la sovversione a Cuba: 197270000 di dollari, eseguiti principalmente tra il 2001 e il 2008, come descritto da Tracey Eaton, nel suo blog Along the Malecon.
Un dipendente che è responsabile per l'attuazione di tali programmi contro Cuba da Washington, ha detto all'Herald che il "Santo Graal" di questi progetti è un telefono cellulare "stupido" che può essere adattato per ricevere e inviare grandi archivi, come i telefoni"intelligenti". "Si sente dire che alcune società israeliane lo hanno fatto, che un hacker californiano di 16 anni lo ha, che un genio dell'India lo ha fatto. Ma, come vedremo, non è mai ciò che veramente ci serve a Cuba", ha aggiunto.

La carta de los millones: EE.UU. revela parte de los fondos para la guerra contra Cuba en Internet

Estados Unidos ha aumentado los fondos para dotar a ciberdisidentes aliados a Washington de tecnología y financiamiento para el cambio de régimen en Cuba, revela una carta del Departamento de Estado al Congreso que publica hoy el diario El Nuevo Herald.
La carta, con fecha del 26 de abril, revela el plan para invertir 20 millones de dólares aprobados para los programas de subversión en Cuba durante el año fiscal que termina el 30 de septiembre.
El dinero será administrado por tres entidades del Departamento de Estado: la Oficina de Latinoamérica y el Caribe (LAC) de la USAID; la Oficina de la Democracia, los Derechos Humanos y el Trabajo (DRL); y Asuntos del Hemisferio Occidental (WHA).
Esta carta se hace pública dos días después de la decisión de los países del ALBA de expulsar a la USAID de sus territorios, por constituir “un factor de perturbación que atenta contra la soberanía y estabilidad política” de estos países. El Consejo Político de la ALBA solicita a los jefes de estado y gobierno del bloque “la inmediata expulsión en sus países de la USAID”.
El objetivo de este fondo público de 20 millones de dólares no es beneficiar al pueblo cubano, sino reforzar con acceso a tecnologías a individuos en Cuba que respalden la política de cambio de régimen en la Isla, facilitando accesos e instrumentos a colaboradores identificados para estos fines.
El mayor bloque individual de dinero es el de $4 millones que LAC gastará en un programa de “democracia digital” para estimular el uso de “tecnología innovadora”, señaló la carta.
Conscientes de que estas prácticas son ilegales en Cuba, la carta no ofrece detalles sobre los destinatarios del dinero y las tecnologías, “para proteger a los programas de los intentos de Cuba por pararlos”, asegura El Nuevo Herald.
De acuerdo con la publicación, “para evitar otro incidente como el de Alan Gross, el programa evitará equipos sofisticados como teléfonos satelitales y en su lugar usará solamente artículos disponibles en la isla, tales como computadoras, DVDs, unidades USB y teléfonos celulares, dijo un empleado del Congreso enterado del caso”.
Seis de los otros nueve programas para Cuba incluidos en la carta se centran también en la tecnología.
WHA recibió una asignación de 1.53 millones de dólares para un programa de “entrenamiento a distancia sobre habilidades básicas para la información tecnológica… Además, los fondos apoyarán la compra de artículos de tecnología básica de la información, y darán apoyo material a activistas de los derechos humanos, periodistas independientes y bibliotecas independientes en la isla”.
La DRL tiene 1.05 millones de dólares para proporcionar entrenamiento, equipos y software a indiviudos que recopilan información sobre supuestos abusos contra los derechos humanos, que ninguna otra fuente verifica, y 750,000 dólares para “entrenamiento con base en la tecnología” para campañas en las redes sociales para acusar a Cuba de violaciones de los derechos humanos, impunidad y corrupción.
La DRL también administrará 700,000 dólares por cada uno de los dos programas: uno para jóvenes que incluye “usos innovadores de la tecnología como los medios sociales”, y otro para “educar” a cubanos en economía de mercado y sus bondades para la democracia -no es un chiste: NDR-.
Otros 500,000 dólares serán administrados por LAC para apoyar “investigaciones sobre opciones de tecnología para ampliar las comunicaciones” entre los cubanos y la conectividad de internet como parte de un programa titulado “La Aplicación de la Tecnología en la Promoción de la Democracia” de acuerdo con lo que entiende por tal el Departamento de Estado.
LAC tiene también 2.9 millones de dólares para “apoyo humanitario” para “personas políticamente marginadas”, en otras palabras individuos que integran “partidos opositores” que sobreviven con el financiamiento de un gobierno extranjero, algo que es penado severamente en Estados Unidos.
La DRL ya ha comprometido 4 millones de dólares con la Fundación Nacional por la Democracia (National Endowment for Democracy), una organización de Washington acusada de ser una vitrina legal de la CIA, y que ha sido expulsada de varios países, incluso aliados de los EEUU, por financiar partidos y acciones opositoras, violando flagrantemente la ley.
En la carta del Departamento de Estado al Congreso se especifica que también gastará 2.87 millones de los 20 millones de dòlares para administrar los programas para Cuba, que tienden a generar un alto volumen de papeleo, en comparación con otros programas estadounidenses de ayuda al extranjero.
Las peticiones de solicitudes para los fondos de otros programas se darán a conocer pronto, dice El Nuevo Herald.
Esta información coincide con la divulgación de los fondos históricos de la USAID para la subversión en Cuba: 197 270 000 de dóllares, ejecutados fundamentalmente entre el 2001 y 2008, según describe Tracey Eaton, en su blog Along the Malecon.
Un empleado que se encarga de ejecutar estos programas contra Cuba desde Washington, dijo al Herald el “Santo Grial” de estos proyectos es un teléfono celular “tonto” que puede ser adaptado para recibir y enviar grandes archivos, como los teléfonos “inteligentes”. “Uno oye decir que cierta compañía israelí lo hizo; que algún hacker californiano de 16 años lo tiene, que cierto genio de la India lo hizo. Pero cuando vamos a ver, nunca es lo que realmente necesitamos en Cuba”, añadió.

giovedì 21 giugno 2012

Guerra NATO alla Siria : Dichiarazioni di un vecchio criminale yankee, di nome Henry Kissinger e altre informazioni antimperialiste


Henry Kissinger
"Sono davvero sorpreso da come fa Assad a restare ancora al potere. In passato suo padre era l'unico leader arabo che mi ha battuto. Nel'1973, se non era per Anvar Sadat, il padre del giovane Assad avrebbe potuto battere l'occidente sul campo, perché la Siria di allora, come lo è anche adesso, era il nucleo più potente della resistenza araba all'occidente. Sono sicuro che senza l'aiuto di Sadat ci sarebbe stata una guerra contro Israele e gli arabi avrebbero potuto vincere contro Israele. Noi (Israele o America ? ndr) abbiamo fatto tutto ciò che era possibile contro l'Iran e contro la Siria. Personalmente ero al corrente di tutte le offerte che abbiamo fatto a Assad per allontanarsi dall'Iran, ma lui non ha ceduto e confesso che in lui ho visto l'immagine del padre che mi aveva battuto in modo eguale nel'1973. Ora è dal maggio 2011 che stiamo cercando di destabilizzare il suo regime, ma non riusciamo a stanarlo e questo mi ricorda quella formidabile forza che era l'impero mongolo che aveva preso tutto l'Asia Centrale e il Medioriente in un lampo, ma si fermò dietro le mura di Damasco. La cosa che mi sorprende è che la Siria, pur restando un paese senza grandi risorse e quasi povero, dispone di infrastrutture cosi forti e cosi stabili; ha i generi alimentari immagazzinati per oltre 5 anni ed è auto sufficiente per servizio sanitario ed energetico, inoltre, dall'esercito siriano composto da più di 500 mila unità, siamo riusciti ad ottenere solamente 1500 defezioni in tutti questi mesi e non riusciamo a dividerla internamente pur essendo un paese composto da circa 40 etnie diverse. Senza dubbio la grande maggioranza dei siriani sta con Assad e il paese ha l'appoggio dell'Iran, Russia e Cina. Non ci resta che insistere con la strategia di farla scoppiare dall'interno. Dobbiamo continuare a mantenere alte le fiamme che abbiamo acceso e farla bruciare internamente. Noi non possiamo rinunciare ai nostri interessi e dobbiamo continuare e destabilizzare la Siria per ottenere ciò che vogliamo." !!!
http://italian.irib.ir/

Siria, l'Onu scopre acqua calda: gruppi terroristi ostacolano la missione di pace
NEW YORK - Sembra che sia attiva in Siria una terza forza, estranea al governo di Damasco e all'opposizione politica, che non è interessata al dialogo. L'ha detto Martin Nesirky, portavoce del segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon, dopo che quest'ultimo ha dovuto ammettere che la selvaggia efficienza dei massacri terroristici compiuti in Siria lascia pensare che a commetterli sia un'organizzazione di professionisti del terrorismo. "Questa forza complica indubbiamente il compito degli osservatori internazionali", chiamati a far rispettare il piano di pace di Kofi Annan. Ha ribadito Nesirky


Siria: espulsi ambasciatori alcuni paesi tra cui anche l'Italia

DAMASCO- Il governo della Siria ha dichiarato 'indesiderati' alcuni ambasciatori accreditati. Nella lista si vedono anche il nome del rappresentante dell'Italia insieme a quelli di Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Svizzera, Turchia e Spagna. È quanto si legge in un comunicato diffuso dal ministero degli Esteri a Damasco. ''Non graditi'' in Siria, viene precisato, sono anche gli incaricati d'affari di Belgio, Bulgaria, Germania e Canada.La mossa del Ministero degli Esteri siriano arriva alcuni giorni dopo una simile azione da parte dei paesi occidentali.Per l'Italia dovrebbe pesare il fatto che viene cacciata dalla Siria insieme agli ambasciatori di Usa, Gb e Francia, odiati seriamente dalla popolazione siriana.Chissa' se gli italiani confermano la politica portata avanti dal governo Monti nei confronti della Siria, che finora all'Italia non ha portato altro che il peggioramento delle relazioni con Damasco, tradizionalmente ad un buon livello.
Il cittadino MB “ il quotidiano on line di Monza e Brianza
Siria dà a Onu nomi terroristi stranieri
ANSA) - DAMASCO, 18 MAG - Ci sono anche un francese e un britannico nella lista dei 10 "terroristi stranieri uccisi di recente in Siria" consegnata da Damasco all'Onu. Secondo il quotidiano Al Hayat, il rappresentante siriano all'Onu, Ibrahim Jaafari, ha consegnato alla Segreteria generale delle Nazioni Unite la lista che contiene i nomi dei dieci presunti terroristi: tra egiziani, algerini, tunisini e sauditi, spuntano i nomi di un francese e un britannico, 8 dei quali penetrati illegalmente dalla Turchia.
 Gruppi di ribelli armati disseminano il caos in Siria
 Damasco, 20 giu (Prensa Latina) Bande armate qualificati come terroristi da parte delle autorità oggi continuano le loro azioni per destabilizzare il paese ed aumentare la violenza con lo scopo di ostacolare gli sforzi internazionali per una soluzione politica alla crisi in questo paese.
In questa direzione, i terroristi hanno fatto esplodere l'auto del dottor Ghassan Abu-Dahab, direttore della clinica di Parasta, di fronte alla sua casa nel quartiere di Rukn al-Din, nei pressi dell'ospedale Sinan Hisham, che ha causato la sua morte immediata.
Inoltre, un gruppo terrorista ha ucciso un cittadino a Sayyida Zeinab, provincia di Damasco Campo.
Secondo l'agenzia stampa siriana SANA, elementi armati hanno irrotto nella casa di Abdul-Qaddus Yabbara, 39 anni, lo hanno ucciso ed hanno ferito gravemente suo fratello Ali, entrambi erano nativi della città di Raqqa.
Mentre, le forze armate nazionali hanno affrontato un gruppo armato a Rasstan, provincia di Homs, a 162 chilometri dalla capitale, un'azione dove sono stati uccisi, feriti e catturati diversi ribelli.
La truppa perpetrava atti di saccheggio, sabotaggio contro la proprietà pubblica e privata, e di intimidazioni dei cittadini nella città di Rasstan, nella campagna di Homs, ha detto SANA.
Le autorità provinciali hanno detto che in questa azione sono stati
utilizzati mitragliatrici, fucili e granate, ed è stato ucciso il terrorista Youssef Al-Ashtar, uno dei più ricercati nella regione con l'accusa di omicidio, aggressioni, atti vandalici, furti e saccheggio.
Inoltre le autorità della provincia di Deir Ezzor hanno segnalato nuovi scontri nelle aree petrolifere di Al-Kherata tra le guardie di sicurezza e gruppi terroristi, ed anche la confisca di grandi quantità di armi, munizioni ed esplosivi, che erano stati trasportati dai banditi.
Ig/ogt/lb

mercoledì 20 giugno 2012

LEONARDO BOFF : A Rio+20 serve una nuova storia /Ausencia de un relato nuevo en la Río+20

 
A Rio+20 serve una nuova storia
Scritto il 19 giu 2012
di Leonardo Boff
visto su: A Sud
Il vuoto di base del documento ONU per Rio+20 sta nella assoluta assenza di una storia o di una cosmogonia nuove, che possano garantire la speranza del «futuro che vogliamo», slogan del grande incontro. Così com’è ora, si nega qualsiasi futuro promettente.
Per coloro che l’hanno formulato, il futuro dipende dall’economia, poco importa l’aggettivo che gli si aggiunga: sostenibile o verde. In particolare l’economia verde realizza il grande assalto all’ultima trincea della natura: trasformare in merce e mettere un prezzo a ciò che è comune, naturale, vitale e insostituibile per la vita, come l’acqua, la terra, la fertilità, i boschi, i geni, ecc. Ciò che appartiene alla vita è sacro e non può essere incluso nel mercato degli affari. Ma sta finendo, sotto questo imperativo categorico: appropriati di tutto, commercia tutto, specialmente la natura e i suoi beni e servizi.
Qui si vede il supremo egocentrismo e l’arroganza degli esseri umani, chiamato anche antropocentrismo. Questi vedono la Terra come se fosse un magazzino di risorse solo per loro, senza rendersi conto che non siamo gli unici ad abitare la Terra né, tanto meno, siamo i suoi proprietari; non ci sentiamo parte della natura, ma fuori e al di sopra di questa, come i suoi «padroni e signori». Dimentichiamo, tuttavia, che esiste tutta la comunità di vita visibile (5% della biosfera) e quadrilioni di quadrilioni di microorganismi invisibili (95%) che garantiscono la vitalità e la fecondità della Terra.
Tutti loro appartengono al condominio Terra e hanno il diritto di vivere e convivere con noi. Senza relazioni d’interdipendenza con loro, non potremmo neanche esistere. Il documento non tiene assolutamente conto di questo. Possiamo quindi dire che non c’è salvezza. Si apre un cammino verso l’abisso. Finché abbiamo tempo, è necessario evitarlo.
La nostra storia attuale, o cosmologia, è quella della conquista del mondo con l’obiettivo della crescita illimitata. Si caratterizza per essere meccanicista, determinista, atomizzata e riduzionista. Secondo questa storia, il 20% della popolazione mondiale controlla e consuma l’80% di tutte le risorse naturali, la metà delle grandi selve è stato distrutto, il 65% delle terre agricole coltivabili perse, da 27.000 a 100.000 specie di esseri viventi spariscono ogni anno (Wilson) e più di 1000 agenti chimici sintetici, la maggior parte tossici, vengono diffusi nella natura. Costruiamo armi di distruzione di massa, capaci di eliminare tutta la vita umana. L’effetto finale è lo squilibrio del sistema Terra che si manifesta con il riscaldamento globale. Con i gas già accumulati, nel 2035 arriveremo fatalmente a un incremento di 3–4° C, cosa che renderà la vita, così come la conosciamo, praticamente impossibile.
L’attuale crisi economico-finanziaria, che sta spingendo intere nazioni in condizioni di povertà, ci fa perdere la percezione del pericolo e ostacola qualsiasi cambiamento inevitabile di direzione.
In contrapposizione, c’è la storia, o la cosmologia, della cura e della responsabilità universale, potenzialmente salvatrice. Ha ottenuto la sua migliore espressione nella Carta della Terra. Mette la nostra realtà all’interno di cosmogenesi, quel processo evolutivo immenso, che è iniziato 13,7 miliardi di anni fa. L’universo si sta espandendo, auto-organizzando e auto-creando continuamente. In esso tutto è all’interno di una rete e nulla esiste al di fuori di questo rapporto. Quindi, tutti gli esseri sono interdipendenti e collaborano per garantire un equilibrio di tutti i fattori. La missione umana risiede nella cura e nel mantenere questa armonia sinfonica. Abbiamo bisogno di produrre non per l’accumulo e l’arricchimento privato, ma quanto è sufficiente e dignitoso per tutti, rispettando i limiti e i cicli della natura.
Dietro a tutti gli esseri opera l’Energia di fondo, che ha dato origine e sostiene l’universo permettendo nuove emergenze. La più spettacolare di queste è la Terra viva e gli esseri umani, la parte cosciente di essa, con la missione di curarla e di responsabilizzarsi per essa.
Questa nuova storia garantisce «il futuro che vogliamo». In caso contrario saremo fatalmente spinti al caos collettivo con conseguenze disastrose. Lei si rivela essere illuminante. Invece di fare affari con la natura ci mettiamo al centro di essa in profonda sintonia e sinergia, nel rispetto dei suoi limiti e alla ricerca del «buen vivir», cioè l’armonia con tutti e con la Madre Terra. La caratteristica di questa nuova cosmologia è la cura, piuttosto che la dominazione, il riconoscimento del valore intrinseco di ogni essere e non il semplice uso da parte dell’uomo, il rispetto per la vita e per i diritti della natura e non il suo sfruttamento e l’articolazione di giustizia ambientale con la giustizia sociale.
Questa storia è più in linea con i reali bisogni umani e con la logica dell’universo stesso. Se il documento Rio +20 la adottasse come sfondo, creerebbe l’opportunità di una civiltà globale in cui la cura, la cooperazione, l’amore, il rispetto, la gioia e la spiritualità sarebbero centrali. Tale opzione punterebbe non verso l’abisso, ma verso il futuro che vogliamo: un bio-civilizazzione della buona speranza.
Leonardo Boff, è autore con Mark Hathaway di O Tao da Libertação: a ecologia da transformação, Vozes 2012.

Ausencia de un relato nuevo en la Río+20
Leonardo Boff

El vacío básico del documento de la ONU para la Río 20 reside en una completa ausencia de un relato o de una cosmología nuevos que pudieran garantizar la esperanza del «futuro que queremos», lema del gran encuentro. Tal como está, niega cualquier futuro prometedor.
Para sus formuladores, el futuro depende de la economía, poco importa el adjetivo que se le agregue: sostenible o verde. Especialmente la economía verde realiza el gran asalto al último reducto de la naturaleza: transformar en mercancía y poner precio a aquello que es común, natural, vital e insustituible para la vida como el agua, los suelos, la fertilidad, las selvas, los genes etcétera. Lo que pertenece a la vida es sagrado y no puede ir al mercado de los negocios. Pero está yendo, bajo este imperativo categórico: aprópiate de todo, haz comercio con todo, especialmente con la naturaleza y con sus bienes y servicios.
He aquí el supremo egocentrismo y arrogancia de los seres humanos, llamado también antropocentrismo. Éstos ven a la Tierra como un almacén de recursos sólo para ellos, sin darse cuenta de que no somos los únicos que habitamos la Tierra ni somos sus propietarios; no nos sentimos parte de la naturaleza, sino fuera y por encima de ella como sus «dueños y señores». Olvidamos, sin embargo, que existe toda la comunidad de vida visible (5% de la biosfera) y cuatrillones de cuatrillones de microorganismos invisibles (95%) que garantizan la vitalidad y la fecundidad de la Tierra. Todos ellos pertenecen al condominio Tierra y tienen derecho a vivir y convivir con nosotros. Sin relaciones de interdependencia con ellos, ni siquiera podríamos existir. El documento no tiene en cuenta nada de esto. Podemos decir entonces que con él no hay salvación. Abre un camino hacia el abismo. Mientras tengamos tiempo, urge evitarlo.
Nuestro actual relato o cosmología es el de la conquista del mundo con vistas al crecimiento ilimitado. Se caracteriza por ser mecanicista, determinista, atomizada y reduccionista. Según ese relato, el 20% de la población mundial controla y consume el 80% de todos los recursos naturales, la mitad de las grandes selvas han sido destruidas, el 65% de las tierras agrícolas cultivables, perdidas, de 27,000 a 100,000 especies de seres vivos desaparecen cada año (Wilson) y más de 1000 agentes químicos sintéticos, la mayoría tóxicos, son lanzados a la naturaleza. Construimos armas de destrucción masiva, capaces de eliminar toda la vida humana. El efecto final es el desequilibrio del sistema-Tierra que se expresa por el calentamiento global. Con los gases ya acumulados, hacia 2035 llegaremos fatalmente a un incremento de 3-4° C, lo que hará la vida, tal como la conocemos, prácticamente imposible.
La actual crisis económico-financiera, que está sumergiendo a naciones enteras en la miseria, nos hace perder la percepción del peligro y conspira contra cualquier cambio necesario de rumbo.
En contraposición, surge el relato o la cosmología del cuidado y de la responsabilidad universal, potencialmente salvadora. Consiguió su mejor expresión en la Carta de la Tierra. Sitúa nuestra realidad dentro de la cosmogénesis, aquel inmenso proceso evolutivo que se inició hace 13.7 miles de millones de años. El universo está expandiéndose, auto-organizándose y auto-creándose continua mente. En él todo es relación en redes y nada existe fuera de esta relación. Por eso todos los seres son interdependientes y colaboran entre sí para garantizar el equilibrio de todos los factores. La misión humana reside en cuidar y mantener esa armonía sinfónica. Necesitamos producir no para la acumulación y el enriquecimiento privado sino lo suficiente y decente para todos, respetando los límites y los ciclos de la naturaleza.
Por detrás de todos los seres actúa la Energía de fondo que dio origen y sustenta el universo permitiendo nuevas emergencias. La más espectacular de ellas es la Tierra viva y los humanos, la porción consciente de ella, con la misión de cuidarla y de responsabilizarse por ella.
Este nuevo relato garantiza «el futuro que queremos». De lo contrario seremos empujados fatalmente a un caos colectivo con consecuencias funestas. Ella se revela inspiradora. En vez de hacer negocios con la naturaleza nos situamos en el seno de ella en profunda sintonía y sinergia, respetando sus límites y buscando el «vivir bien», que es la armonía con todos y con la Madre Tierra. La característica de esta nueva cosmología es el cuidado en lugar de la dominación, el reconocimiento del valor intrínseco de cada ser y no su mera utilización por el hombre, el respeto por toda la vida y por los derechos de la naturaleza y no su explotación, y la articulación de la justicia ecológica con la justicia social.
Este relato está más de acuerdo con las necesidades reales humanas y con la lógica del propio universo. Si el documento Río +20 la adoptase como telón de fondo, se crearía la oportunidad de una civilización planetaria en la cual el cuidado, la cooperación, el amor, el respeto, la alegría y la espiritualidad serían centrales. Tal opción apuntaría no hacia el abismo sino hacia el futuro que queremos: una biocivilización de la buena esperanza.
- Leonardo Boff es autor con Mark Hathaway de O Tao da Libertação: a ecologia da transformação, Vozes 2012.



domenica 17 giugno 2012

L'IRI e l'impossibile indipendenza di un "sondaggio" a Cuba/El IRI y la independencia imposible de su “encuesta” en Cuba




L'IRI e l'impossibile indipendenza di un "sondaggio" a Cuba

17.06.2012 - Joseph Manzaneda Coordinatore di Cubainformación - http://lapupilainsomne.jovenclub.cu/
Come può un'organizzazione che lavora con i finanziamenti del governo degli Stati Uniti per un programma contro il Governo cubano realizzare, in un momento, anche un sondaggio "indipendente"?
Il 7 giugno scorso, il quotidiano El Pais titolava "Una stragrande maggioranza di cubani vuole un cambiamento politico sull'isola" (1). Il suo associato in Miami, El Nuevo Herald, introduceva la notizia con "La maggioranza dei cubani non beneficia delle riforme", sulla foto di una strada di L'Avana con un edificio in rovina (2).
Questi e altri grandi media internazionali, convertivano in notizia i risultati di una presunta inchiesta tra la popolazione di Cuba, per cui una percentuale significativa desidera un cambiamento del sistema politico nel suo paese e vede con scetticismo i cambiamenti economici sostenuti dal Governo dell'isola (3).
Ma, di che indagine si tratta?
E' il sondaggio che ogni anno pubblica l'International Republican Institute (IRI), un'organizzazione USA legata al Partito Repubblicano (4). Il presunto campionamento raccoglie il parere di 787 persone, vale a dire lo 0,007% della popolazione cubana. Non si specifica il metodo di selezione del campione, anche se alcune fonti suggeriscono che le persone sono state scelte proprio tra i gruppi della cosiddetta "dissidenza" cubana (5).
Il quotidiano El País rileva che l'International Republican Institute "riceve fondi dal Governo degli Stati Uniti" per poi assicurare che per eseguire l'inchiesta "è riuscito a eludere i divieti del regime comunista ai sondaggi indipendenti". La domanda sembra ovvia: come può un' organizzazione che lavora con i finanziamenti del governo degli Stati Uniti per un programma contro il governo cubano realizzare un sondaggio "indipendente"? Il partner commerciale del giornale del Grupo Prisa, El Nuevo Herald di Miami, era ancora più grezzo: descriveva l'IRI come "un'organizzazione no-profit che lavora per promuovere la libertà in tutto il mondo".
Ma cos'è l'International Republican Institute? E'stato fondato nel 1983 dal governo di Ronald Reagan (6). In quegli anni, diverse commissioni del Congresso degli Stati Uniti indagarono sulle attività apertamente criminali della CIA nel mondo. Il Governo ha poi deciso che parte del lavoro dell'Agenzia si effettuerà in modo più aperto e controllabile, attraverso il National Endowment for Democracy (NED), una presunta entità non-governativa ma dotata di un budget governativo miliardario (7).
L'International Republican Institute é, a sua volta, uno dei quattro maggiori enti beneficiari dei fondi dalla NED (8). Ma l'IRI anche accedere a milionarie partite dell'USAID (US Agency for International Development) e dello stesso Dipartimento di Stato, per programmi di sostegno a gruppi di opposizione ai governi contrari agli interessi degli Stati Uniti (9).
L'IRI è presieduta da John McCain, l'ultimo candidato repubblicano alla Casa Bianca e apertamente sostenitore dell'inasprimento del blocco contro Cuba (10).
A Cuba, l'IRI sostiene economicamente, forma politicamente e fornisce attrezzature a diversi gruppi della cosiddetta "dissidenza". Uno di essi, per esempio, il "Centro di Studi Socio Economici e Democratici" si dedica ad ottenere informazioni su imprese di paesi terzi a Cuba, con il chiaro intento di facilitare le pressioni e sanzioni degli Stati Uniti su potenziali investitori nell'isola (11).
Ma i suoi programmi sono divisi in molti gruppi. In un documento interno del 2008, intitolato "I settori del cambiamento a Cuba" l'IRI ha proposto un programma, di due anni, del valore di 750000 dollari, per gruppi di popolazione classificata come "non-tradizionali o marginali", con l'obiettivo di convertire in "opposizione politica" giovani tatuatori, graffittari, punk, rapper o venditori nel mercato nero (12). Questa strategia ha avuto un punto aggiunto d' immoralità, al menzionarsi esplicitamente nel documento, l'opportunità di sfruttare le condizioni di disagio economico e scontento sociale a Cuba dopo gli uragani Gustav e Ike.
L'IRI, come la NED e altre entità affini, ha stretti legami con le agenzie di intelligence statunitensi. In un altro dei suoi documenti interni, anche del 2008, si legge che uno degli obiettivi principali dei suoi programmi a Cuba è la raccolta d'informazioni da trasferire "alle agenzie del governo USA" (13). Nello stesso documento, si contempla la formazione della "dissidenza" cubana ai metodi di crittografia delle comunicazioni per Internet, utilizzando il modello utilizzato dall'opposizione in Siria. E in una delle sue relazioni trimestrali per il 2009, si legge che tra le priorità di raccolta delle informazioni, vi sono i programmi di sviluppo dell'informatica a Cuba, in particolare quelli volti a promuovere uno sviluppo indipendente dagli Stati Uniti in questo settore (14). Cioè, informazioni che possono consentire al governo degli Stati Uniti, oltre a possibili azioni di ciberguerra, stringere il blocco in materia di accesso a Internet sull'Isola.
In questo senso è cinico che, nei risultati della citata indagine dell'IRI si rimarchi il malcontento della popolazione cubana per la bassa connettività Internet (15). Tutti i principali media che informano su ciò danno ad intendere, in maniera scontata, che é il governo cubano il colpevole di questa situazione (16). Nessuno menziona che é il blocco degli Stati Uniti quello che limita la connessione a Internet a Cuba, che non può connettersi ai cavi in ​​fibra ottica che circondano tutta l'isola in quanto di proprietà di società statunitensi (17).
Per far giungere fondi e attrezzature alla cosiddetta "dissidenza" cubana, l'IRI utilizza, di solito, organizzazioni intermediarie di altri paesi, come Solidarietà Spagnola con Cuba, con sede a Saragozza, e Pontis, Slovacchia (18). Un documento interno indica che, nel 2008, l'IRI ha consegnato 615500 $ a Solidarietà Spagnola con Cuba, organizzazione di supporto, a sua volta, delle famose "Dame in Bianco" (19).
Questa triangolazione dei fondi è il modus operandi per occultare il finanziamento milionario della dissidenza da parte del governo degli Stati Uniti.
Inoltre, ricordiamo che l'International Republican Institute - secondo alcuni media una "organizzazione no-profit che lavora per promuovere la libertà in tutto il mondo" - è direttamente coinvolto nei recenti colpi di stato in America Latina: in Venezuela nel 2002, di Haiti nel 2004 e quello di Honduras, nel 2009, paesi dove finanzia da anni partiti politici, ONG, media e centri di studi legati alla destra politica (20).
Questi sono solo alcuni dei dati pubblici, noti, in merito all'IRI, l'ente autore della citata inchiesta a Cuba, i cui risultati sono stati trasformati in realtà informativa dai grandi media internazionali, senza la minima domanda sulla sua più che dubbia credibilità.

El IRI y la independencia imposible de su “encuesta” en Cuba
José Manzaneda*
¿Cómo es posible que una organización que trabaja con fondos del Gobierno de EEUU para un programa contra el Gobierno cubano realice, a la vez, un sondeo “independiente”?
El pasado 7 de junio, el diario El País titulaba “Una abrumadora mayoría de cubanos quiere cambio político en la isla” (1). Su periódico asociado en Miami, El Nuevo Herald, encabezaba su noticia con “Mayoría de cubanos no se beneficia de reformas”, sobre la foto de una calle de La Habana con un edificio en ruinas (2).
Éstos y otros grandes medios internacionales convertían en noticia los resultados de una supuesta encuesta entre la población de Cuba, según la cual un porcentaje importante desea un cambio de sistema político en su país y ve con escepticismo los cambios económicos que impulsa el Gobierno de la Isla (3).
Pero, ¿de qué encuesta se trata?
Es el sondeo que cada año publica el Instituto Republicano Internacional (IRI), una organización estadounidense vinculada al Partido Republicano (4). El supuesto muestreo recoge la opinión de 787 personas, es decir, de un 0,007 % de la población cubana. No se especifica el método de selección de la muestra, aunque algunas fuentes apuntan a que las personas fueron elegidas, precisamente, entre los grupos de la llamada “disidencia” cubana (5).
El diario El País señala que el Instituto Republicano Internacional “recibe fondos del Gobierno norteamericano”, para seguidamente, asegurar que para realizar la consulta “logró sortear las prohibiciones del régimen comunista a los sondeos independientes”. La pregunta parece obvia: ¿cómo es posible que una organización que trabaja con fondos del Gobierno de EEUU para un programa contra el Gobierno cubano realice, a la vez, un sondeo “independiente”? El socio comercial del diario del Grupo Prisa, El Nuevo Herald de Miami, era aún más burdo: describía al IRI como “una organización no lucrativa que trabaja para promover la libertad en todo el mundo”.
Pero, ¿qué es el Instituto Republicano Institucional? Fue fundado en 1983 por el Gobierno de Ronald Reagan (6). En esos años, varias comisiones del Congreso de EEUU investigaron las actuaciones abiertamente criminales de la CIA en el mundo. El Gobierno decidió entonces que parte del trabajo de la Agencia se realizara de una manera más abierta y fiscalizable, a través de la National Endowment for Democracy (NED), una supuesta entidad no gubernamental pero dotada con un presupuesto gubernamental multimillonario (7).
El Instituto Republicano Internacional es, a su vez, una de las cuatro principales entidades receptoras de fondos de dicha NED (8). Pero el IRI, además, accede a millonarias partidas de la USAID (la Agencia de EEUU para el Desarrollo Internacional) y del propio Departamento de Estado, para programas de apoyo a grupos opositores a los Gobiernos contrarios a los intereses de EEUU (9).
El IRI está presidido por John McCain, último candidato republicado a la Casa Blanca y abiertamente partidario del endurecimiento del bloqueo contra Cuba (10).
En Cuba, el IRI sostiene económicamente, forma políticamente y suministra equipos a diversos grupos de la llamada “disidencia”. Uno de ellos, por ejemplo, el “Centro de Estudios Socio Económicos y Democráticos”, se dedica a la obtención de información sobre negocios de terceros países en Cuba, con la intención evidente de facilitar las presiones y sanciones de EEUU a posibles inversores en la Isla (11).
Pero sus programas se reparten en numerosos colectivos. En un documento interno de 2008, titulado “Sectores de cambio en Cuba”, el IRI proponía un programa, a dos años, dotado con 750.000 dólares, destinado a grupos de población calificados como “no tradicionales o marginales”, con el objetivo de convertir en “oposición política” a jóvenes tatuadores, grafiteros, punkis, raperos o vendedores en el mercado negro (12). Esta estrategia tenía un punto añadido de inmoralidad, al mencionarse explícitamente, en el documento, la conveniencia de aprovechar las condiciones de penuria económica y descontento social en Cuba tras el paso de los huracanes Gustav e Ike.
El IRI, como la NED y otras entidades afines, tiene estrechos lazos con las agencias de inteligencia de EEUU. En otro de sus documentos internos, también de 2008, se lee que uno de los objetivos principales de sus programas en Cuba es la recolección de informaciones para ser trasladadas “a las agencias del gobierno norteamericano” (13). En el mismo documento, se contempla la formación de la “disidencia” cubana en métodos de cifrado de comunicaciones por Internet, empleando el modelo aplicado por la oposición en Siria. Y en uno de sus informes trimestrales del año 2009, se lee que, entre las prioridades de recogida de información, están los programas de desarrollo de la informática en Cuba, especialmente los dirigidos a promover un desarrollo independiente de EEUU en este sector (14). Es decir, información que puede permitir al Gobierno norteamericano, aparte de posibles acciones de ciberguerra, estrechar el bloqueo en materia de acceso a Internet en la Isla.
En este sentido, resulta cínico que, en los resultados de la citada encuesta del IRI, se remarque el descontento de la población cubana por la baja conectividad a Internet (15). Todos los grandes medios que informan sobre ello dan a entender, por descontado, que es el Gobierno cubano el culpable de esta situación (16). Ninguno menciona que es el bloqueo de EEUU el que limita la conexión a Internet en Cuba, que no puede conectarse a los cables de fibra óptica que rodean la Isla por ser propiedad de empresas norteamericanas (17).
Para hacer llegar fondos y equipos a la llamada “disidencia” cubana, el IRI utiliza, por lo general, organizaciones intermediarias de otros países, como Solidaridad Española con Cuba, con sede en Zaragoza, y Pontis, de Eslovaquia (18). Un documento interno muestra que, en 2008, el IRI entregó 615.500 dólares a la citada Solidaridad Española con Cuba, organización soporte, a su vez, de las conocidas Damas de Blanco (19).
Esta triangulación de fondos es el modus operandi habitual para ocultar el financiamiento millonario de la disidencia por parte del Gobierno de EEUU.
Además, recordemos que el Instituto Republicano Internacional –según algunos medios una “organización no lucrativa que trabaja para promover la libertad en todo el mundo”- está directamente implicado en recientes golpes de estado en América Latina: en el de Venezuela en 2002, el de Haití en 2004 y el de Honduras, en 2009, países donde financia desde hace años a partidos, ONGs, medios y centros de estudios vinculados a la derecha política (20).
Éstos son apenas algunos de los datos públicos, conocidos, sobre el IRI, la entidad autora de la citada encuesta en Cuba, cuyos resultados han sido convertidos en realidad informativa por los grandes medios internacionales, sin el más mínimo cuestionamiento de su más que dudosa credibilidad.


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