In questo periodo di nuovi e tentati golpes di Stato in America Latina, di nuove aggressioni in medio oriente, il tutto sempre preparato, e finanziato dal solito mostro USA, l'intervento di Evo Morales Presidente della Bolivia alla conferenza ONU Rio + 20 non può passare in secondo piano, va letto e diffuso il più possibile. (Sandino)
DISCORSO
DI EVO MORALES AYMA
Giovedì
28 Giugno 2012
Plenaria,
Conferenza Onu Rio +20, Rio de Janeiro, 21 giugno 2012
L’America
Latina innovatrice e progressista, multietnica e multiculturale,
quella che ha cominciato a rivendicare la gestione del proprio
territorio, la sovranità delle nazioni, la non ingerenza, il rifiuto
delle privatizzazioni e della svendita delle risorse, non ha mai
avuto vita facile, ma adesso l’attacco è su molti fronti ed è
mascherato da parole ideologicamente menzognere e da rivendicazioni
che, dietro qualche principio giusto, nascondono i soliti, bassi
interessi di sfruttamento. Dopo aver dichiarato decaduto il
Presidente Lugo del Paraguay per i gravi incidenti occorsi a
Curuguaty –che avrebbe dovuto fare di Silvio Berlusconi il nostro
parlamento dopo i fatti del G8 di Genova?- adesso di fa più duro
l’assedio a Evo Morales, fra tutti i Presidenti progressisti del
“Continente reaparecido”, quello a cui tocca il compito più
difficile in quanto indio aymara chiamato a governare e quindi a
cercare di realizzare la quadratura del cerchio fra le richieste
delle popolazioni native che hanno dalla loro solo lo strumento della
protesta, e la classe dirigente bianca che non ha mai smesso di
mettere i bastoni fra le ruote, di destabilizzare e di lavorare in
combutta con il potente vicino del Nord, quegli Stati Uniti che,
distratti dalla loro politica ingerenzista in Medio Oriente, sembrano
adesso intenzionati a riprendersi le redini del comando sul
continente americano. Il Presidente della Bolivia, Evo Morales, è
certo un agnello in mezzo ai lupi della politica, è un uomo che
porta nelle massime istanze dello stato boliviano la sua cultura e la
sua grammatica; è questo, per me, uno degli aspetti più
interessanti e nuovi del suo governo e penso che sarebbe utile
ascoltarlo e prestare attenzione alle sue parole. Pochi giorni fa,
quando già il suo paese fronteggiava le violente manifestazioni dei
poliziotti, la marcia di protesta delle popolazioni native e molti
altri problemi, ha voluto essere presente alla Conferenza indetta
dall’ONU e chiamata Rio+20, disertata e vanificata dalle nazioni
più potenti, per lasciare questo messaggio che vale la pena leggere
nella traduzione che ne ha fatto l’associazione A Sud, sempre
presente in questi incontri da cui dipende il nostro futuro di
abitanti del pianeta.
L’ECONOMIA
VERDE È IL NUOVO COLONIALISMO PER SOTTOMETTERE I NOSTRI POPOLI
I
popoli del Sud oggi festeggiano il nuovo anno Andino Amazzonico,
festeggiano l’Inti Raimy, in quechua Festa del Sole, l’Inca Cuti,
in Aymara il ritorno del padre sole, l'orologio cosmico che ci indica
i secoli della Madre Terra. Oggi anche in Bolivia è festa,
festeggiamo l’anno nuovo andino amazzonico. Voglio fare gli auguri
a tutti i popoli del sud, specialmente al movimento indigeno, ai
popoli originari.Vent’anni
fa, al Vertice della Terra realizzato qui in Brasile, si poneva una
riflessione profonda sulla vita e sull’umanità prendendo in
considerazione il nostro pianeta terra. Ricordo il grande messaggio
di un uomo saggio, Fidel Castro, presidente e Comandante della Cuba
Rivoluzionaria che ci diceva «ammazzate la fame, non l’uomo,
pagate il debito ecologico, non il debito estero». Adesso ci
rendiamo conto che quest’uomo aveva ragione, quando affermiamo che
bisogna condannare il debito del sistema capitalista, giacchè noi
Paesi cosiddetti poveri, o in via di sviluppo, sentiamo che il debito
dei paesi capitalisti è impagabile.In questa conferenza è
importante fare profonde riflessioni tenendo presenti le generazioni
future. Si discute sulla cosiddetta Economia Verde che, secondo il
sentimento dei movimenti sociali del mondo, e specialmente del
movimento indigeno, è il nuovo colonialismo per sottomettere i
nostri popoli e i governi anticapitalisti.L’ambientalismo
dell’economia verde è un nuovo colonialismo con doppia faccia, da
una parte è un colonialismo della natura, dato che commercializza le
risorse della vita e dall’altro è un colonialismo dei paesi del
Sud, che portano sulle loro spalle la responsabilità di proteggere
l’ambiente distrutto dall’economia capitalista industriale del
Nord.Questo cosiddetto ambientalismo commercializza la natura
convertendo ogni albero, ogni pianta, ogni goccia d’acqua e ogni
essere della natura, in una merce sottomessa alla dittatura del
mercato che privatizza la ricchezza e socializza la
povertà.L’economia verde usurpa la creatività della natura, che è
patrimonio comune di tutti gli esseri vivi esistenti, con il fine di
espropriarla per il tornaconto privato giustificato con la stessa
scusa della tutela della natura. È una strategia imperialista che
quantifica le nostre risorse naturali: ogni fiume, ogni lago, ogni
pianta ogni prodotto naturale viene tradotto in denaro, per il
profitto aziendale e la loro privata appropriazione. Nel conferire
una redditività economica alla natura, la fonte di vita di tutte le
generazioni si converte in un bene privato per il beneficio di alcune
persone. Tale redditività è solamente una delle realizzazioni del
capitalismo distruttore.Ma l’ambientalismo del capitalismo,
l’economia verde, è anche un colonialismo depredatore perché
permette che gli obblighi che hanno i paesi sviluppati di preservare
la natura per le generazioni future, siano imposti ai paesi chiamati
in via di sviluppo, mentre i primi si dedicano in modo implacabile a
distruggere l’ambiente. I paesi del Nord si arricchiscono grazie a
un’orgia depredatoria delle fonti naturali della vita e ci
obbligano, noi paesi del Sud, ad essere i loro guardaboschi
poveri.Hanno la pretesa di eliminare la nostra sovranità sulle
nostre risorse naturali, limitando e controllando l’uso e lo
sfruttamento delle nostre stesse risorse. Vogliono creare meccanismi
d’intromissione, per erigere, monitorare, giudicare e controllare
le nostre politiche nazionali. Hanno la pretesa di giudicare e
castigare l’uso delle nostre risorse con argomenti ambientalisti.Vogliono
uno Stato debole, con istituzioni deboli, sottomesse, senza
organizzazione, che gli regali le risorse naturali, come è sempre
successo nella storia. Per questo è così importante una profonda
riflessione in questa conferenza internazionale, su come il
capitalismo dell’economia verde promuove la privatizzazione e la
commercializzazione della biodiversità e il traffico delle risorse
genetiche. La biodiversità per l’Economia Verde non è Vita è un
affare, per questo arrivo alla seguente conclusione: in questa
conferenza, per il capitalismo la vita non è un diritto ma soltanto
un affare e utilizza l’ambiente con fini colonizzatori.Cari
presidenti, non è possibile che la cosiddetta civilizzazione di 200
o 300 anni possa distruggere la vita armoniosa nella quale hanno
vissuto i popoli indigeni per più di 5000 anni, questa è la
profonda differenza tra l’occidente e i paesi del sud, specialmente
con i movimenti sociali che vivono in armonia con la Madre Terra.Un
piccolo contributo dalla Bolivia per questa lotta è l’approvazione
della Legge della Madre Terra e sviluppo integrale per vivere,
approvata due giorni fa dal Senato, il suo obiettivo è vivere bene
in sviluppo integrale attraverso l’armonia e l’equilibrio con la
Madre Terra, per costruire una società giusta, equa e solidaria e
senza povertà.Per
ottenere lo sviluppo integrale abbiamo bisogno di realizzare in modo
complementare, compatibile e interdipendente i seguenti diritti:
1.
I diritti della Madre Terra
2.
I diritti dei popoli indigeni
3.
I diritti dei poveri a superare la povertà
4.
Il diritto del popolo boliviano a Vivere Bene
5.
Il diritto e l'obbligo dello Stato allo sviluppo sostenibile
Non
possiamo svilupparci senza toccare la Natura, ne' svilupparci
distruggendo la Natura, per questo la nostra legge propone la
complementarietà di questi diritti. Oltre a ciò la nostra Legge
crea anche l’Ente Plurinazionale di Giustizia Climatica, per
gestire l’adattamento e la mitigazione climatica e crea un Fondo
Nazionale di Giustizia Climatica. Una piccola esperienza vissuta fino
ad ora in Bolivia, con lo scopo del vivere bene del nostro popolo, è
il recupero delle nostre risorse naturali. Attraverso questo la
nostra economia nazionale è migliorata sensibilmente. Vi posso
riportare tre esempi: l’impresa più grande della Bolivia,
Yacimientos Petrolíferos Fiscales Bolivianos, nel 2005 rendeva
appena 300.000.000 dollari, dopo la sua nazionalizzazione quest’anno
riceverà 3.500.000.000 dollari grazie alla lotta del popolo
boliviano e alla realizzazione del suo mandato di nazionalizzare le
nostre risorse naturali.Sappiamo
di essere un piccolo paese, chiamato paese povero e in sviluppo, le
nostre riserve internazionali dell’anno 2005 erano 1700.000.000
dollari, quest’anno stiamo arrivando a 13000.000.000 di riserve
internazionali. L’investimento pubblico in Bolivia nel 2005, prima
che io arrivassi alla presidenza, era di 600.000.000 dollari, di cui
il 70% erano crediti e donazioni, quest’anno l’investimento è
programmato per più di 5.000.000.000 dollari. Potete immaginare
com’è cambiata la nostra economia dopo aver recuperato e
nazionalizzato gli idrocarburi? E' un’esperienza molto importante
il recupero delle nostre risorse naturali; con molto rispetto invito
i paesi del mondo a recuperare e nazionalizzare le proprie risorse
naturali. Le risorse naturali sono dei popoli e devono stare sotto il
controllo dello Stato e non possono essere un beneficio economico
delle transnazionali.Un’altra
esperienza riguarda i servizi di base, che non potranno essere mai un
affare privato. In Bolivia ad esempio i servizi di telecomunicazione
e l’acqua erano privati, dopo essere arrivato alla presidenza, è
iniziata questa forma di recupero dei servizi di base. Lo Stato ha il
dovere di dire no alle privatizzazioni, giacchè nessuna attività
delle transnazionali ci aiuta a risolvere i problemi sociali così
importanti in Bolivia. Care compagne e compagni presenti, sarebbe
veramente importante pensare alle generazioni future, e possiamo
farlo solamente ponendo fine ai modelli di saccheggio che depredano e
distruggono le nostre risorse naturali.Il capitalismo non è una
soluzione, mi dispiace molto che si stia creando un seguito alla
cosiddetta economia verde, dato che questa è il nuovo colonialismo
per sottomettere i popoli e i governi anti-imperialisti e
anticapitalisti, per questo vi esorto a riflettere per il bene delle
future generazioni, se vogliamo passare alla storia e se vogliamo che
questo evento sia importante, non abbiamo altra alternativa: dobbiamo
approvare un documento che permetta di porre fine alle politiche
economiche, ecologiche e sociali che stanno portando il mondo alla
distruzione dell’umanità.Presidenti vi ringrazio per la vostra
attenzione, giacchè è molto importante che tutti i popoli del mondo
continuino a lavorare insieme.
Evo
Morales Ayma - Presidente della Bolivia
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