giovedì 27 febbraio 2014

PCV:LA PACE SI CONQUISTA SCONFIGGENDO IL FASCISMO - LA PAZ SE CONQUISTA DERROTANDO AL FASCISMO


Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

24/02/2014
Il Grande Polo Patriottico deve essere in grado di unire le forze democratiche e popolari 

Il Partito Comunista del Venezuela (PCV) ha ribadito il suo appoggio alle iniziative per la pace avanzate dal governo nazionale, guidato dal presidente Nicolas Maduro, e ha avvertito che il dialogo non può perdere di vista che siamo davanti a un inasprimento della lotta di classe nel paese.

"La pace si conquista sconfiggendo il fascismo", ha affermato Oscar Figuera, Segretario Generale del PCV, dopo aver insistito sulla necessità che il dialogo serve "per l'approfondimento del processo di cambiamento, per la difesa delle conquiste popolari e per elevare i livelli di organizzazione e combattività delle masse".

Figuera ha avvertito del rischio della "conciliazione con l'imperialismo e le sue forze interne" e ha ricordato che ciò "ha storicamente condotto all'indebolimento e alla sconfitta dei processi di liberazione attraverso la controrivoluzione".

Il dirigente comunista ha spiegato che in questo contesto, caratterizzato da un'offensiva reazionaria filo-imperialista di carattere internazionale, la questione centrale è "come l'imperialismo, le sue multinazionali e l'oligarchia venezuelana associata ai loro interessi, ottengano ancora una volta dei privilegi approfittando della ricchezza del nostro popolo".

Ha ricordato che nel programma del PCV è previsto che l'organizzazione "si sforzerà perché le trasformazioni antimperialiste, antimonopoliste, antioligarchiche, democratiche e popolari, così come la transizione del Venezuela al socialismo, avvengano con il minor sacrificio possibile", e che si appoggerà "all'organizzazione dei lavoratori, aggregando tutte le forze possibili per far sì che si esprima la volontà del nostro popolo, riducendo all'impotenza il nemico, eludendo le provocazioni. Non esiterà però a usare le più alte forme di lotta nella ricerca della vittoria per i lavoratori e il popolo, per difendere le conquiste sociali e politiche, se le classi dominanti utilizzano la frode o la violenza controrivoluzionaria e fascista nei loro egoistici interessi di violare la volontà del popolo".
Controffensiva popolare

Il PCV ha rivolto un appello a tutto il movimento popolare e al popolo lavoratore, alle loro organizzazioni politiche e sociali per mettere in marcia una controffensiva di massa centrata nel difendere gli spazi del popolo e le conquiste rivoluzionarie.

"Non dobbiamo permettere che i settori fascisti che cercano di trasformare il territorio venezuelano in un bagno di sangue avanzino verso le zone popolari (...) dobbiamo isolarli nei loro territori e sconfiggere con la forza e la mobilitazione organizzata del nostro popolo e della sua avanguardia rivoluzionaria".

Figuera ha quindi denunciato il tentativo della destra di camuffare i propri gruppi paramilitari, "che sono il prodotto dell'incursione di forze uribiste nel Paese" per sviluppare un teatro di scontro e di guerra nei luoghi strategici come lo stato di Tachira.

Il PCV ha respinto la campagna mediatica contro i collettivi rivoluzionari del movimento popolare: "Questi non sono gruppi paramilitari; sono espressione dei processi di organizzazione del popolo venezuelano con il legittimo diritto all'azione e all'esercizio delle responsabilità affidategli dal popolo stesso".

Di fronte all'azione della controrivoluzione e dell'imperialismo, Figuera ha dichiarato che "dobbiamo convertire il Grande Polo Patriottico intitolato a Simón Bolívar, nel vasto fronte nazionale patriottico, nella forza capace di saldare - nello sviluppo degli scontri di classe - le forze popolari, le forze rivoluzionarie, le forze sinceramente democratiche, per essere in grado di isolare, indebolire e sconfiggere i nuclei fascisti".

Figuera ha esortato a rispondere alle azioni violente con "la più ampia e ferrea unità di classe e popolare, senza prepotenza, senza egemonismi, senza imposizioni unilaterali e senza unanimità artificiali".
Convocata la 13° Conferenza Nazionale

Dal prossimo 25 aprile, inizia un ampio dibattito sulle aree della politica organizzativa, delle finanze, del movimento operaio, sindacale e di massa del Partito Comunista del Venezuela (PCV), che culminerà nella sua 13° Conferenza Nazionale, che si terrà dal 7 al 10 Agosto 2014.

Così ha approvato il Comitato Centrale del PCV lo scorso 22 e 23 febbraio, per l'elevazione delle capacità politiche, organizzative e di direzione collettiva del Partito del Gallo Rosso, consapevoli che occorra un potente Partito marxista-leninista per i compiti di costruire il blocco popolare rivoluzionario e raggiungere il cambiamento degli attuali rapporti di forze a livello nazionale.

Questa 13° Conferenza Nazionale prederà il nome di Pedro Ortega Diaz, di cui quest'anno si celebra il centenario della nascita. Pedro Ortega Diaz è uno degli storici e coerenti dirigenti comunisti, simbolo del puro bolivarismo nei ranghi del PCV.

La fase preparatoria di queste attività inizia nel mese di marzo, nell'ambito del 83° anniversario della fondazione del PCV, con una Campagna Ideologica e il processo di censimento dei membri dell'organizzazione comunista.

Il Comitato Centrale ha riferito che le Conferenze di Cellula, dove si sceglieranno i e le Delegati/e Effettivi alla 13° Conferenza Nazionale, si realizzeranno dal 25 aprile al 2 Giugno, e successivamente si realizzeranno le Conferenze Locali e Regionali, le cui istanze rinnoveranno gli organismi di direzione di base fino ai CR.

Il PCV ha chiaro che attraverso l'analisi critica e l'autocritica si può avanzare ulteriormente nella missione storica del Partito della classe operaia e di tutto il popolo lavoratore.

LA PAZ SE CONQUISTA DERROTANDO AL FASCISMO

El Gran Polo Patriótico debe ser la fuerza capaz de aglutinar a las fuerzas democráticas y populares


Caracas, 24 feb. 2014, Tribuna Popular TP.- El Partido Comunista de Venezuela (PCV) ratificó su apoyo a las iniciativas por la paz que adelanta el gobierno nacional, encabezado por el presidente Nicolás Maduro, y advirtió que el diálogo no puede perder de vista que estamos ante una agudización de la lucha de clases en el país
La paz se conquista derrotando al fascismo”, afirmó Oscar Figuera, Secretario General del PCV, tras insistir en la necesidad de que el diálogo sirva “para la profundización del proceso de cambio, la defensa de las conquistas populares y para elevar los niveles de organización y combatividad de las masas”.
Figuera alertó sobre el riesgo de “la conciliación con el imperialismo y con sus fuerzas internas” y recordó que esto “históricamente ha conducido a la claudicación y derrota de los procesos de liberación por la contrarrevolución”.
El dirigente comunista explicó que en este contexto, marcado por una ofensiva reaccionaria pro-imperialista de carácter internacional, la cuestión central de la coyuntura es “cómo el imperialismo, sus transnacionales y la oligarquía venezolana asociada a sus intereses, recupera sus privilegios para de nuevo usufructuar la riqueza de nuestro pueblo”
Recordó que en el Programa del PCV está contemplado que la organización “se esforzará porque las transformaciones antiimperialistas, antimonopólicas, antioligárquicas, democráticas y populares, así como el tránsito de Venezuela al socialismo, ocurran con la menor cuota de sacrificios”, y que se apoyarán “en la organización de los trabajadores, sumando todas las fuerzas posibles para lograr que se exprese la voluntad de nuestro pueblo, reduciendo a la impotencia al enemigo, eludiendo provocaciones, pero no vacilaremos en utilizar las formas más elevadas de lucha en procura de la victoria para los trabajadores y el pueblo, para defender las conquistas sociales y políticas, si las clases dominantes utilizan el fraude o la violencia contrarrevolucionarias y fascistas en sus egoístas intereses de violentar la voluntad popular”.
Contraofensiva popular
El PCV hizo un llamado a todo el movimiento popular y al pueblo trabajador, a sus organizaciones políticas y sociales a poner en marcha una contraofensiva de masas centrada en defender los espacios del pueblo y las conquistas revolucionarias.
No debemos permitir que los sectores fascistas que intentan convertir el territorio venezolano en un baño de sangre avancen hacia las zonas populares (…), debemos aislarlos en sus territorios y derrotarlos con la fuerza y la movilización organizada de nuestro pueblo y de su vanguardia revolucionaria”, declaró.
Figuera denunció el intento de la derecha de camuflar a sus grupos paramilitares, “que son producto de la incursión de fuerzas uribistas en el país” para desarrollar un teatro de confrontación y guerra en lugares estratégicos como el estado Táchira.
El PCV rechazó la campaña mediática contra los colectivos revolucionarios del movimiento popular. “Esos no son grupos paramilitares; son expresiones de los procesos de organización del pueblo venezolano con el legítimo derecho a la actuación y al ejercicio de las responsabilidades que les ha encomendado el mismo pueblo”.
Ante la acción de la contrarrevolución y el imperialismo, destacó Figuera, “debemos convertir al Gran Polo Patriótico “Simón Bolívar” en el frente amplio nacional patriótico, en la fuerza capaz de aglutinar –en el desarrollo de las confrontaciones de clase–  a las fuerzas populares, a las fuerzas revolucionarias, a las fuerzas genuinamente democráticas, para ser capaces de aislar, debilitar y derrotar a los núcleos fascistas”.
Figuera instó a responder a las acciones violentas con “la más amplia y férrea unidad clasista y popular, sin prepotencia, sin hegemonismos, sin imposiciones unilaterales y sin artificiales unanimidades”.
Convocada 13ª Conferencia Nacional
A partir del próximo 25 de abril, inicia una amplia discusión sobre las áreas de política organizativa, de finanzas, del movimiento obrero, sindical y de masas del Partido Comunista de Venezuela (PCV), que culminará con su 13ª Conferencia Nacional, a realizarse del 7 al10 de agosto de 2014.
Así lo aprobó el Comité Central del PCV el pasado 22 y 23 de febrero, para la elevación de las capacidades políticas, organizativas y de dirección colectiva del Partido del Gallo Rojo, conscientes de que se precisa un poderoso Partido marxista-leninista para las tareas de construir el bloque popular revolucionario y lograr cambiar la actual correlación de fuerzas a nivel nacional.
Esta 13ª Conferencia Nacional llevará el nombre de Pedro Ortega Díaz, de quien este año se conmemora el Centenario de su nacimiento y es uno de los históricos y consecuentes dirigentes comunistas, símbolo del acendrado bolivarianismo en las filas del PCV.
La fase preparatoria de estas actividades inicia en el mes de marzo, en el marco del 83º Aniversario de la fundación del PCV, con una Campaña Ideológica y el proceso de censo y recenso de las y los miembros de la organización comunista.
El Comité Central informó que las Conferencias de Célula, donde se elegirán las y los Delegados Efectivos a la 13ª Conferencia Nacional, se realizarán del 25 de abril al 2 de junio, y posteriormente se llevarán a cabo las Conferencias Locales y Regionales, en cuyas instancias se renovarán los organismos de dirección de base hasta los CR.
La militancia comunista está clara que es a través del análisis crítico y autocrítico como podrán seguir avanzando en la misión histórica del Partido de la clase obrera y de todo el pueblo trabajador.
VIDEO :
Immagine Obama inserita da amministratore blog

I  nemici di turno della pacifica convivenza in questo pianeta

giovedì 20 febbraio 2014

Venezuela : "Oggi più che mai: è Rivoluzione Bolivariana!


Pubblichiamo con onore e aderiamo a questo documento redatto da albassociazione e altre organizzazioni internazionaliste dell'area Partenopea


Fermiamo il fascismo e l’imperialismo. Con la Rivoluzione Bolivariana per la Pace e la Democrazia!
 —
Il 12 febbraio 2014 a Caracas gruppi violenti hanno preso d’assalto le sedi istituzionali della Repubblica Bolivariana del Venezuela aggredendo ed assassinando attivisti sociali e militanti politici rivoluzionari. Le violenze hanno causato 3 morti ed oltre 60 feriti.
 —
Così come accadde nel 2002 nel fallito colpo di Stato contro il Comandante Chávez anche oggi, personaggi dell’estrema destra venezuelana come Leopoldo López, sono i responsabili di questa nuova ondata di destabilizzazione al servizio dell’imperialismo e delle ingerenze USA.
Oggi più di ieri le Reti dei Movimenti Popolari e delle Organizzazioni Sociali non fanno e non faranno mancare il loro sostegno alla Rivoluzione Bolivariana.
Oggi più di ieri, la Rivoluzione Bolivariana è fonte di ispirazione per milioni di uomini e donne, per i tutti i popoli del mondo.
Oggi più di ieri, i lavoratori italiani, i precari, i disoccupati, guardano al Venezuela Bolivariano, ai paesi dell’ALBA, al nuovo corso dei movimenti popolari latinoamericani con interesse e solidarietà.
In 15 anni di governo rivoluzionario – è un dato di fatto – sono stati raggiunti, tra gli altri, i seguenti obiettivi:

1. DEMOCRAZIA:
Dal 1999, ci sono state 16 elezioni in Venezuela. Hugo Chávez ne ha vinte 15, fra cui l’ultima il 7 ottobre 2012. Dall’Unione Europea fino all’Organizzazione degli Stati Americani, passando per l’Unione delle Nazioni Sudamericane e il Centro Carter, hanno riconosciuto la trasparenza degli scrutini. James Carter, ex presidente degli Stati Uniti, ha perfino dichiarato che il sistema elettorale del Venezuela è «il migliore al mondo».
2. ECONOMIA E LOTTA ALLA POVERTA’
Dal 1999 al 2011 il tasso di povertà è passato dal 42,8% al 26,5%, il tasso di povertà estrema dal 16,6% nel 1999 al 7% nel 2011. Nella classifica dell’Indice di Sviluppo Umano del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, il Venezuela è passato dall’ottantatreesimo posto nell’anno 2000 (0,656) al settantatreesimo posto nel 2011 (0,735), ed è entrato nella categoria delle nazioni con un indice di sviluppo umano elevato. Il coefficiente GINI, che permette di calcolare la disuguaglianza in un paese, è passato dallo 0,46 nel 1999 allo 0,39 nel 2011. Il PIL pro capite è passato da 4.100 dollari nel 1999 a 10.810 dollari nel 2011.
L’orario di lavoro è stato ridotto a 6 ore al giorno e a 36 ore settimanali, senza diminuzione salariale. Il debito pubblico è passato dal 45% del PIL nel 1998 al 20% nel 2011. Il Venezuela si è ritirato dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, rimborsando con anticipo tutti i suoi debiti.
3. ISTRUZIONE
L’universalizzazione dell’accesso all’istruzione instaurata nel 1998 ha avuto risultati eccezionali. Circa un milione e mezzo di venezuelani ha imparato a leggere e scrivere grazie alla campagna di alfabetizzazione denominata Missione Robinson I. Nel dicembre del 2005, l’UNESCO ha dichiarato sradicato l’analfabetismo in Venezuela. Il numero di bambini scolarizzati è passato da 6 milioni nel 1998 a 13 milioni nel 2011, e il tasso di scolarizzazione è adesso del 93,2%.
4. SICUREZZA
Consapevole dell’emergenza, il governo ha deciso di ripensare le politiche sulla sicurezza, mandando le forze dell’ordine a scuola di diritti umani istituendo l’Universidad nacional experimental de la seguridad (Unes) e la PNB, Polizia Nazionale Bolivariana per combattere la corruzione delle polizie locali. Il governo Maduro ha lanciato il Piano di Pacificazione Nazionale. Secondo il rapporto annuale World Happiness del 2012, il Venezuela è il secondo paese più felice dell’America Latina, dietro il Costa Rica, e il diciannovesimo a livello mondiale, davanti a Germania e Spagna.
5. LOTTA ALLA CORRUZIONE
Secondo la ONG Transparency International – in termini assoluti – La Somalia, la Libia, l’Iraq, l’Afghanistan, il Sudan, il Sud Sudan, sono tra i paesi più corrotti al mondo (paesi che hanno beneficiato dell’esportazione della democrazia “a stelle e strisce”). Il governo rivoluzionario di Nicolás Maduro ha lanciato misure contro la corruzione e la guerra economica in atto contro il paese.  
Siamo con la Rivoluzione Bolivariana!

ALBAssociazione – per l’amicizia e la solidarietà tra i popoli
UNADIKUM International Brigades – UNADIKUM ITALIA
ANROS Italia
Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba – Circolo Campi Flegrei, Napoli
Collettivo Stella Rossa
Associazione di Solidarietà Proletaria (ASP)
Galleri@rt – Napoli
Centro Culturale “La Città del Sole”
Corpi Civili di Pace
Rete di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana
Laboratorio Scacchistico Hugo Chávez – Circolo Scacchistico Anatolij Karpov

**** 

hanno aderito al documento e ricevuto conferma per e mail :

Il c.lo Bolivariano "Alessio Martelli" Piombino  alta Maremma Toscana
https://www.facebook.com/maremma.bolivariana?ref=ts&fref=ts


Gli amici di Cuba gruppo "Italo Calvino" Piombino/Elba

  http://amigosdecubaitalocalvino.over-blog.it/

il coordinamento alta Maremma libertà per i cinque eroi Cubani 

cinqueroi@gmail.com
https://www.facebook.com/maremmacinque?ref=ts&fref=ts
twitter : libertad5

mercoledì 19 febbraio 2014

Solidarietà al Governo Bolivariano del Venezuela attaccato dai fascisti al soldo USA - Gli antifascisti dell' alta Maremma stanno con Maduro


 


Il c.lo Bolivariano "Alessio Martelli" Piombino-alta Maremma, rifondazione Comunista C.lo Vittorio
Corallini" Piombino (LI), gli amici di Cuba gruppo” Italo Calvino Piombino/Isola d'Elba, esprimono la loro solidarietà al Governo Maduro della Repubblica Bolivariana del Venezuela, siamo fortemente sdegnati per il vile attacco fascista che ha cercato di destabilizzare il paese producendo solo morte e devastazioni, unica cosa di cui sono capaci i fascisti fin da tempi lontani, è chiaro che questa è la risposta
imperialista USA al successo dell' incontro CELAC avvenuto di recente all'Avana e che ha messo in risalto che l'America Latina è cambiata, la maggior parte dei suoi Paesi non sono più assoggettati al volere degli Stati Uniti e questo in gran parte è dovuto alla trasformazione rivoluzionaria che il Venezuela ha avuto sotto la guida del Comandante Hugo Chavez e che Maduro sta proseguendo malgrado le difficoltà e i tentativi di destabilizzanti  via via  preparati e studiati nei palazzi della intelligence USA.
Le strutture di morte imperialiste come la CIA, stanno lavorando attivamente per abbattere la spina nel fianco degli USA, questa spina si chiama rivoluzione Bolivariana, il mondo intero sa che la CIA è una organizzazione autorizzata a compiere qualsiasi tipo di crimine pur di arrivare ai suoi fini, dispone di milioni di dollari per far cadere governi con sintomi socialisti o puramente non allineati, ...per comprare politici, persone,.. per addestrare mercenari, gruppi armati e finanziarli per uccidere in qualsiasi parte del mondo
coloro che danno fastidio, per produrre focolai di nuove guerre, per organizzare attentati terroristici dove e come ritiene opportuno, ...protegge alla luce del sole i suoi terroristi dichiarati che si sono macchiati di crimini orrendi. Se si dovessero contare le morti causate dalla CIA e sue collegate USAID, NED, IRI... forse l'olocausto nazista contro gli ebrei andrebbe sotto tono.
La sinistra dell 'alta Maremma quella che non si è assoggettata all'agonizzante capitalismo sarà a fianco della Rivoluzione Bolivariana come lo è stata fino ad oggi, pensiamo che  le trasformazioni sociali del Venezuela vadano difese con qualsiasi mezzo necessario e qualsiasi tipo aggressione fascista in Venezuela come in qualsiasi parte del pianeta non devono cadere nel silenzio come ormai da tempo accade nei reazionari media Europei servi dell'impero.


 Il Direttivo PRC Piombino
 Amici di Cuba gruppo “Italo Calvino” Piombino -alta Maremma
C.lo Bolivariano “Alessio Martelli” Piombino alta Maremma






mercoledì 12 febbraio 2014

Musica&ribellione : Il Marxista dub poetry Linton Kewesi Johnson/Public Enemy-di Maurizio Cerboneschi

Da ricordare che questo pampleth fu scritto dal '90 all'inizio del '93.


Musica&ribellione Da WOODY GUTHRIE 
a THE GANG”

Viaggio culturale/antagonista attraverso la musica folk, rock, punk-reggae, hip hop... e dintorni, troveremo alcuni artisti che sono stati
a fianco di coloro che per generazioni hanno lottato per la libertà, la giustizia, l'autodeterminazione dei popoli, …musicisti/colonna sonora di chi credeva che un mondo diverso era possibile.
Questo blog internazionalista comunista ,sembra il luogo giusto per ricordare artisti antagonisti importanti come Woody Guthrie, The Fugs, Bob Dylan, Clash, Public Enemy, Linton Kwesi Johnson,..attraversando i territori musicali antagonisti arriveremo nelle periferie del rock made in Italy ,dove dalle cantine uscirono tanti validi gruppi musicali, conosceremo meglio il progetto “Franti” del Torinese Stefano Giaccone e termineremo il viaggio chiaccherando con “i Gang” dei fratelli Marino e Sandro Severini di Filottrano nelle Marche, più periferia di così!!!

Nelson Mandela rivolgendosi a Miriam Makeba :
"Hanno cercato di isolarci dal Mondo e tu l'hai impedito, dunque la musica può andare a braccetto con la politica””
Maurizio Cerboneschi (Sandino)

capitolo 8°

Il Marxista dub poetry  Linton Kewesi Johnson

La grande insurrezione

musica di sangue
cresciuta nera
radicata nel dolore
innestata nel cuore….”

(da “bass Culture” LKJ)

Scossa nera effervescente- battito -basso- rimbalzante.-rock- saggio- giù suono musica;
caduta – del –piede incontra la batteria storia di sangue
la storia del basso è una storia commovente
una storia piena di dolore……

(da “Reggae sound” LKJ)

Nel Regno Unito sui percorsi antagonisti dei Clash e non solo, troviamo un signore, cappello pork pie, occhiali e portamento elegante sembra un docente universitario, il suo nome è Linton Kwesi Johnson, un poeta – musicista – improvvisatore; un uomo che con il reggae o lo ska ha trovato un modo immediato di comunicare le sue idee per una società multirazziale.
LKJ, arriva a Londra a 11 anni, da un piccolo paese della Giamaica. Qui ritrova la madre e la prima cosa che conosce è il razzismo. Matura in fretta la coscienza di nero militante che non crede all’integrazione ma all’affermazione della dignità e l’autodeterminazione della sua gente. E’ consapevole che ad ogni cittadino del pianeta debbono essere riconosciuti i diritti fondamentali della sopravvivenza “perchè la sopravvivenza è un diritto di pura esigenza morale, è un diritto sancito da atti internazionali, per cui il cittadino del mondo non è un’ entità astratta, utopistica come ai tempi preistorici, ha dei diritti da far valere che gli consentono di tutelare se stesso” (1)
La sua vocazione poetica sprigiona direttamente dai ghetti londinesi: nei ’70 fa parte delle “Pantere nere” un movimento che lotta per i
diritti delle minoranze di colore costrette a vivere ai margini della società assistenziale. Le battaglie metropolitane delle “Pantere nere”, scuotono alle fondamenta i pregiudizi razziali del mondo occidentale. In Inghilterra e ovunque l’educazione autoritaria bianca, delimita i confini della razza o del sapere, il grido di libertà di tutto il popolo nero si tinge di sangue in ogni sasso scagliato contro le pareti dell’ordine.
All’interno di queste tensioni sociali LKJ si avvicina al marxismo e nel 1973 pubblica i primi lavori nella rivista “Race today” . Si laurea in sociologia e continua a portare in giro il suo messaggio poetico antagonista; diventa l’artista più corrosivo delle marginalità nere europee.
LKJ, non è un rasta, non venera come divinità il defunto imperatore d’Etiopia Hailè Selassie,
non fa come alcuni musicisti e uomini di cultura Giamaicani del razzismo all’inverso, dimostra con saggezza una decisa posizione ideologica e filosofica, questo lo rende l’espressione più alta della poesia caraibica (insieme a Michael Smith, ucciso in Giamaica nel 1983 a colpi si pietra da
uomini al servizio della CIA); recita i suoi versi accompagnato da basi pre-registrate o dalla band del bassista Dennis Bovell, a volte solo dal movimento del corpo.
All’interno di una musica dominata dal basso elettrico come simbolo del battito di vita, lo spettatore rimane inebriato da una voce calda, profonda in grado di arrivare a chiunque, superare le barriere delle diversità linguistiche, capace di far vivere istanti in un’altra dimensione temporale.
E’ un poeta che racconta le paure, le violenze, le speranze delle nuove generazioni nere della periferia Londinese. Dice di non usare la violenza come pazzia, di non scaricare la collera in guerre

fratricide, di individuare il nemico vero; attacca la piccola borghesia di colore incapace di schierarsi, si rivolge ai giovani affinché escano dal fanatismo religioso, accusa il regime del “Regno Unito” di stragi, persecuzioni, assassini……velati o fatti cadere nel silenzio dai mezzi d’informazione di massa.

Linton è il media, la voce e la verità dei perdenti:

avvenne nell’aprile del 1981
giù nel ghetto d i Brixton
l’oppressione di Babilonia fu tale
da portarci ad una grande insurrezione
che si estese all’intera nazione
fu un’occasione veramente storica.

Fu l’avvenimento dell’anno
Avrei voluto esserci
Quando ci furono scontri in tutto il ghetto
Quando distruggemmo molti furgoni della polizia
Quando combattemmo i piani malvagi
Quando mandammo in fumo l’operazione Swamp 81
Per che cosa?
Per far capire ai governanti
Che non avremmo più subito alcuna oppressione

E quando mi informai
Per le strade del ghetto
Per scoprire tutto ciò che potevo
Ogni ribelle si compiaceva della sua storia
Parlavano di potere e gloria
Parlavano di incendi e saccheggi
Parlavano di distruzioni e furti
Parlavano della conquista e della vittoria

Dicevano : Babilonia ha esagerato
Cosi cosa successe?
Bruciammo due auto
E due innocenti furono uccisi
Per cosa?
Ma non succede forse così in guerra
Ma non succede forse così in guerra?

Dicevano : bruciamo il pub di George
Non potevano bruciare il padrone
Bruciammo il pub di George
Non abbiamo mai bruciato il padrone
Quando combattemmo in tutto Brixton
Quando distruggemmo molti furgoni di polizia
Quando mettemmo in scacco i malvagi
Quando mandammo in fumo l’operazione Swamp 81

Dicevano : requisimmo le auto
Ci procurammo le munizioni
Costruimmo le barricate
E i malvagi ebbero paura
Mandammo i nostri in perlustrazione
Per scoprire le loro posizioni
Poi formammo le nostre bande
E sferrammo i nostri attacchi

Ora sono fuggiti e spariti
Per preparare il contrattacco
Ma i proiettili di plastica
E gli idranti
Porteranno l’esplosione
Porteranno l’esplosione
Alla faccia di Scaram
Porteranno l’esplosione

( da great insohreckshan)

SWAMP 81 : speciale operazione di polizia in Brixton 81
PUB GEORGE : famoso locale frequentato da fascisti di Brixton
LORD SCARMAN : Membro del parlamento britannico incaricato di indagare sulle tensioni nei ghetti londinesi con particolare riguardo a Brixton (2)

La”Grande insurrezione”, è la storia cantata che riguarda l’ondata di rivolte spontanee avvenute nei ghetti delle metropoli inglesi nella primavera ’81 “a Londra (Brixton), Liverpool (Moss Side), Manchester, leeds, Sheffield, Birmingham, giovani dimostranti neri e bianchi mettono a ferro e fuoco i loro quartieri e soltanto una dura repressione riesce a riportare la calma…..sulle ceneri degli incendi resta la frustrazione di tanti giovani e l’odio per la Thatcher e la sua sfacciata politica reazionaria(3)

Nel suo lavoro militante LKJ oltre alla lingua inglese opta spesso per il “Giamaicano” sua lingua madre, elemento essenziale per la sua nuova forma di poesia “sono un poeta che lavora entro una tradizione dove musica e parole sono parte integrante. La mia esperienza è il frutto di un’infanzia tropicale e contadina prima e della vita di città industriale dove i negri vivono in condizioni coloniali, poi I bambini dei Caraibi crescono in una tradizione orale di storie, rime, canzoncine e
a stretto contatto con forme musicali di matrice africana come la Kumina o protestanti come la chiesa Battista pentecostale. La mia tradizione londinese parla rock e R’&’ (4)
L’avvocato dei senza parola”rifiuta il business, le sue performances si svolgono in piccoli club o locali alternativi; è diretto partecipe a
manifestazioni contro l’Apartheid, a sostegno del Working Class, o dei movimenti di liberazione afro-latino-Americani (FSLN, FMLN, PAC, ANC,….); il suo sguardo è attento all’Africa che sta aprendosi al reggae, una musica che a suo parere potrà permettere agli africani di comunicare la loro condizione di assoggettati ai paesi ricchi.
In pratica LKJ realizza quanto professava Bob Marley (pur con forti differenze politico-religiose).
Se un giorno il reggae fosse sbarcato in Africa(“sua terra natale”), sarebbe divenuto un linguaggio universale per l’unificazione del popolo nero e avrebbe assunto proporzioni tali che nessuno sarebbe più riuscito a fermare. Anche l’Ivoriano Alpha Blondy, rastaman ribelle, le cui ballate di protesta sono diventate un punto di riferimento e di speranza delle nuove generazioni africane, abbandonate alla violenza urbana e alla ricerca della loro identità, afferma:
Sono fiero che gli africani abbiano trovato nella musica e in particolare nel reggae, un’occasione d’incontro e di ricerca di valori….un nuovo credo per riconoscersi, aldilà della disgregazione e dell’individualismo…I nostri dirigenti non possono dire in un’assemblea ai giovani francesi e ai giovani americani come noi viviamo e quello che soffriamo…. Ma attraverso questa musica noi possiamo esporre loro la nostra condizione, i problemi che l’occidente ci obbliga a vivere e sopportare. Oggi per la nostra dignità di neri, è estremamente importante fare della buona musica; le idee stereotipate che ci vedano sempre in ultima fila dovranno pure cambiare: noi siamo i precursori e difenderemo il ruolo del nostro patrimonio, perché la musica nera è all’origine di tutte le musiche”(5)
I portavoce della rabbia e del disagio planetario con o senza musica dimorano ormai ovunque, dalla Francia, alla Spagna, all’Italia,… il potere con tutti i suoi mezzi cerca di toglierli la terra sotto i piedi e nei casi limite arriva perfino all’eliminazione fisica (come ha sempre fatto). Negli Stati Uniti simbolo di “Democrazia e Libertà” i problemi dei ghetti nero-ispanici non sono diversi a quelli denunciati dai “LKJ”; “Clash”, Redskins, “… e attraverso l’ emergente cultura Hip hop una nuova generazione con coraggio e astuzia denuncia i limiti interni del grande gendarme USA. Per il potere yankee una spina nel fianco si chiama Public Enemy.


1) Intervista a Padre Ernesto Balducci archivio Tracce
2) Vedi “Facendo la storia” di LKJ ETS 1989 pag. 115-116
3) Vedi “Facendo la storia” di LKJ ETS 1989 pag. 107
4) “ “ “ “ op . Cit pag 6 
5)Vedi:il manifesto 7 febbraio 1989 pag.17 Luigi Elongui

foto rivolta brixton 81 www.theguardian.com 

Capitolo 9°

Public Enemy
Musica nera rabbia e politica

Ho visto gli statisti dibattere all’ONU
la questione del Sudafrica, urlando per
denunciarne i metodi inumani,
e poi tornare ai loro alberghi e vedere negri
massacrati di botte dalla polizia, azzannati
dai cani e coi vestiti strappati dal getto degli
idranti proprio qui dove le Nazioni Unite
hanno sede per poi tornare il giorno dopo
all’ONU e non dire niente di tutto ciò.
Non venite a raccontarmi niente di quello
Che succede in Sudafrica, Mozambico o
Altrove:
non crederò alla vostra sincerità finchè
rimarrete indifferenti a quello che gli
Stati Uniti ci stanno facendo nella nostra
Nazione”

Malcom X

Nei primi anni del XVI secolo milioni di africani vennero strappati con violenza dalla propria terra, incatenati e deportatati sulle coste del “nuovo mondo”. Qui i negrieri li vendevano ai conquistadores, a latifondisti bianchi e venivano trattati come bestie da soma o da cortile.
Con il passare degli anni, dei secoli, l’evoluzione e la trasformazione della società nordamericana, vede ancora milioni di afroamericani, privi di una reale rappresentanza nel contesto politico sociale, subalterni alla dominazione bianca.
La minoranza di colore non ha mai accettato passivamente la considerazione di razza inferiore; la prima rivolta degli schiavi è del 1687, da quel momento i neri non hanno mai cessato di ribellarsi al segregazionismo della “Razza padrona”.
Negli anni ’60 la radicalità delle nuove generazioni di colore si riconobbe nelle “Black Panters”, scioperi, disubbidienza civile, boicottaggi, guerriglia civile, manifestazioni pacifiste,… fecero tremare l’ordine costituito.
Il braccio lungo della “casa bianca” (C.I.A. e F.B.I.) spianò la via della restaurazione e le avanguardie rivoluzionarie del “Black power” furono assassinate ( Malcom X, M.Luter King,
il comunista Geoge Jackson, Bobby Hutton,….altri espatriarono (Eldridge Cleaver,…) o furono cancellati dall’esistenza (Bobby Seale); per numerosi aderenti al “fronte nero” si aprirono le porte delle prigioni, la diffusione dell’eroina nei ghetti grazie anche a infiltrati dell’ F.B.I, finì per annullare ogni forma di rivolta.
All’inizio dei ’70, disgregazione, alcolismo, droga e criminalità diffusa hanno generato un “Quarto Mondo” che sopravvive all’interno della disumanità, delle contraddizioni e dell’opulenza del “primo”.
Nel deserto politico degli ’80 i portavoce della rabbia e delle speranze dei neri a cui si sono aggiunti molti ispanici sono stati i rappers.
Il rap uno stile che rientra nel movimento culturale “ hip hop” nato sul finire dei ’70 in prevalenza nelle comunità afroamericane e latine del Bronx di New York.
I giovani niggers vedono nei rappers dei coetanei che, sono stati capaci di sfuggire alla disperazione. Questi “musicisti , tenuti sotto controllo dall’F.B.I., provengono dalla stessa realtà suburbana, conoscono i loro desideri e i loro sogni perché sono anche i propri. Sono gli unici a conoscerli e sono gli unici di cui si “fidano di parlare”. Sono gli unici che stanno ad ascoltare, gli unici con i quali parlare, che hanno qualcosa di “vero” da insegnare. Investiti di questa profonda responsabilità sociale, i rappers si giostrano in strategie differenti e ineguali risultati, tutti convinti, però, della propria importante funzione extra – musicale” (1)
Tra i rappers in circolazione negli USA i “PUBLIC ENEMY” sono uno degli aspetti più corrosivi; censurati, calunniati, quotidianamente dai media dell’impero, costantemente al centro
dell’interessi dell’F.B.I., sono la continuazione del viaggio contro l’emarginazione; il loro radicalismo è improntato su quello tracciato da "Malcom X", Back Panters e risentono del pensiero di Louis Farrakan (leader dei Mussulmani neri americani). Usano il rap per diffondere un’altra informazione, per urlare tutto il disagio razziale nel mondo.
Con la rabbia infuocata dei ritmi metropolitani e le rime esplosive, il Professor Griff, Cuck D., Flavor Flav, Terminator X, (hanno preso nomi che vengono dalla storia o dalla cronaca e cancellato quelli di “Schiavi”), tentano di scardinare l’immobilismo culturale che attanaglia la parte più in basso del pianeta statunitense.
I dischi dei “Public Enemy”, come già accaduto nel punk inglese con i primi “Clash” “Crass”,”Conflict”, Redskins,…con la reggae/poesia di Linton Kewsi Johnson o nell’Hardcore californiano con gruppi intorno alle etichette indipendenti Alternative Tentacles e SST : i “Dead Kennedy”, “DOA”, Black Flag”,” Bad Brians”,…tendono a far prendere coscienza per cercare di far saltare in aria l’estalishiment e nello stesso tempo gettare le basi di una nuova coscienza afroamericana.
In merito Cuck D. afferma : “C’è chi dice che la presa di coscienza dei giovani attraverso l’hip hop sia solo moda. E’ vero è una moda, ma questa è una moda destinata a durare. Deve essere moda. Non c’è altro modo di agire. La nostra cultura deve essere venduta come un prodotto alla nostra gente perché ci sono altri migliaia di prodotti che la bombardano quotidianamente. Storicamente i neri sono dei consumatori, non hanno mai imparato a vendere. Il nostro scopo, quali rappers , è di contrattaccare questo sistema. I neri in questo paese non detengono alcuna forma di controllo sui mezzi di comunicazione di massa. L’unica forma a nostra disposizione sono i dischi”(2).

I brani dei P.E. entrano di prepotenza nel malessere dei ghetti attraverso radio pirata o indipendenti,discoteche…I B-boys sanno a memoria i ritmi, i riff e i testi di rottura degli album della band “yo! bum rush the show”, “rebel without a pause” “”it takes a nation of millions to hold us back(”che contiene brani di impegno politico come :” Bring the Noise” e “Don't Believe the Hype”.

I Public Enemy non si accontentano di un successo circoscritto alle pareti del ghetto, vogliono far uscire l’Hip Hop dallo spazio settario in cui orbita. Partono per un tour
europeo, dove annientano il gruppo “ RUN DMC dei quali sono spalla. Ottengono ovunque consensi e aumenta a dismisura il numero dei loro sostenitori extra States e non solo neri.
Per la formazione di Long Island, ormai una delle voci del disadattamento planetario, tutto sembra andare per il verso giusto fino all’estate dell'’89 quando il Professor Griff “ministro dell’informazione”vicino al “Black Power” in un’intervista rilasciata al “Washington Times” attacca la comunità ebrea statunitense, accusandola di finanziare il regime razzista Sudafricano.
La reazione di Babilonia è violentissima. In USA “esempio di democrazia planetaria” non si può attaccare il sionismo, pilastro dell’impero economico, i media si gettano in una crociata denigratoria contro Cuck D. e gli altri che vengono accusati di antisemitismo, con l’F.B.I. costantemente tra i piedi, la casa discografica CBS prende subito le distanze da loro, poi torna sulle proprie decisioni e detta condizioni autoritarie: o il gruppo produce autocritica e allontana il professor Griff , oppure parte l’embargo dell’industria discografica.
I P.E. , musicalmente e politicamente capaci di sviluppare una trasformazione collettiva vanno allo sbando, prima Cuck D. difende la libertà di pensiero e di parola di Griff, successivamente lo espelle dal nucleo insieme ai “Security…” a distanza di poche ore
nel corso di una conferenza stampa alla MTV, annuncia lo scioglimento del gruppo.
Non passa molto tempo che la formazione anche se tacciata di razzismo torna sulla scena;
il meccanismo degli “orologi” è però inceppato, la storia prosegue in un clima di divisione e controversie interne fino all’ostentata uscita dell’album “Fear of black” un successo contraddittorio che vede Griff definitivamente allontanato.
I gendarmi dell’impero sono ancora una volta riusciti a indebolire una situazione eversiva che stava diventando pericolosa “Nell’attacco i Public enemy si cela il medesimo meccanismo che impedisce ai neri americani di avere ad es. una classe politica degna dei suoi problemi e delle sue rivendicazioni, la cattiva coscienza USA nulla perdona ai neri che sanno imporsi”(3)
Le democrazie totalitarie hanno represso, reprimono e continueranno a reprimere le individualità, le comunità di ribelli, ma i desideri di libertà e giustizia non potranno mai essere soppressi e i rivoluzionari continueranno a nascere e lottare “con ogni mezzo necessario”

1 Cuck D.”Public Enemy : Mucchio selvaggio giugno '90 pag 75
2 Guido Chiesa :Rockerilla n.112 dicembre 1989 pag.60
3 Guido Chiesa :Rockerilla n.115 marzo 90 pag. 10

Da WOODY GUTHRIE a THE GANG” 
In blu i capitoli a seguire :


Capitolo 1°:“La rivoluzione desiderata” (Woody Guthrie).
Capitolo 2°:”L'amato e odiato Bob Dylan  ....
http://resistenciasiempre.blogspot.it/2014/02/musica-la-rivoluzione-desiderata.html
 
Capitolo 3°:”L'anarco-comunismo dei “THE FUGS”.
Capitolo 4°:”La fine dei dinosauri”. 

Capitolo 5°:Il trionfo della subcultura nihil-punk.
Capitolo 6°:THE CLASH (lo scontro)”



Capitolo 7°:”Il ritorno del rock”.


Capitolo 8°:Linton kewsi Johnson” (Dub poetry)
Capitolo 9°:”Public Enemy “:Musica nera rabbia e politica
Capitolo 10°:Il“Franti”: Rock e utopia
Capitolo11°:”La Pantera”e il nuovo linguaggio del villaggio
Capitolo 12°:” I Gang “: La Band ribelle di Filottrano

 
Ringrazio i compagni che mi hanno permesso di poter scrivere queste righe attraverso contatti, interviste e chiaccherate varie sul tema :"Musica antagonista", : Marino e Sandro Severini (The Gang), Stefano Giaccone (Franti), Billy Bragg incontrato a Reggio Emilia '90, lo staff di” Arezzo wave” '91 '92 ,un grazie anche a Bunna  Africa unite per la lunga chiaccherata in un podere di Montioni quando nel 1991 venne a fare il concerto gratis per il FMLN Salvador) e poi a Sergio Messina (Radio gladio), Luca "Zulu" e Marco" kaja"(99 posse), Fumo e Lele Prox (Lionhorse Posse ), Luca Morino Fabio Barovero (Mau Mau&Loschi Dezi), Enrico Capuano che tra il '92 inizio '93 per ben tre volte venne a suonare gratis per i Lavoratori Piombinesi in Lotta a difesa del posto di lavoro.