Da ricordare che questo
pampleth fu scritto dal '90 all'inizio del '93.
Musica&ribellione
“Da
WOODY GUTHRIE
a
THE GANG”
Viaggio
culturale/antagonista attraverso la musica folk, rock, punk-reggae,
hip hop... e dintorni, troveremo alcuni artisti che sono stati
a fianco di coloro che per generazioni hanno lottato per la libertà, la giustizia, l'autodeterminazione dei popoli, …musicisti/colonna sonora di chi credeva che un mondo diverso era possibile.
a fianco di coloro che per generazioni hanno lottato per la libertà, la giustizia, l'autodeterminazione dei popoli, …musicisti/colonna sonora di chi credeva che un mondo diverso era possibile.
Questo
blog internazionalista comunista ,sembra il luogo giusto per
ricordare artisti antagonisti importanti come Woody Guthrie,
The Fugs,
Bob
Dylan,
Clash,
Public Enemy, Linton Kwesi Johnson,..attraversando i territori
musicali antagonisti arriveremo nelle periferie del rock made in
Italy ,dove dalle cantine uscirono tanti validi gruppi musicali,
conosceremo meglio il progetto “Franti” del Torinese Stefano
Giaccone e termineremo il viaggio chiaccherando con “i Gang” dei
fratelli Marino e Sandro Severini di Filottrano nelle Marche, più
periferia di così!!!
Nelson
Mandela rivolgendosi a Miriam Makeba :
"Hanno
cercato di isolarci dal Mondo e tu l'hai impedito, dunque la musica
può andare a braccetto con la politica””
Maurizio
Cerboneschi (Sandino)
capitolo
8°
Il Marxista dub poetry Linton Kewesi Johnson
La
grande insurrezione
“musica
di sangue
cresciuta
nera
radicata
nel dolore
innestata
nel cuore….”
(da
“bass Culture” LKJ)
“Scossa
nera effervescente- battito -basso- rimbalzante.-rock- saggio- giù
suono musica;
caduta
– del –piede incontra la batteria storia di sangue
la
storia del basso è una storia commovente
una
storia piena di dolore……
(da
“Reggae sound” LKJ)
Nel
Regno Unito sui percorsi antagonisti dei Clash
e non solo, troviamo un signore,
cappello pork pie, occhiali e portamento elegante sembra un docente
universitario, il suo nome è Linton
Kwesi Johnson, un poeta – musicista –
improvvisatore; un uomo che con il reggae o lo ska ha trovato un modo
immediato di comunicare le sue idee per una società multirazziale.
LKJ,
arriva a Londra a 11 anni, da un piccolo paese della Giamaica. Qui
ritrova la madre e la prima cosa che conosce è il razzismo. Matura
in fretta la coscienza di nero militante che non crede
all’integrazione ma all’affermazione della dignità e
l’autodeterminazione della sua gente. E’ consapevole che ad ogni
cittadino del pianeta debbono essere riconosciuti i diritti
fondamentali della sopravvivenza “perchè
la sopravvivenza è un diritto di pura esigenza morale, è un diritto
sancito da atti internazionali, per cui il cittadino del mondo non è
un’ entità astratta, utopistica come ai tempi preistorici, ha dei
diritti da far valere che gli consentono di tutelare se stesso”
(1)
La
sua vocazione poetica sprigiona direttamente dai ghetti londinesi:
nei ’70 fa parte delle “Pantere
nere” un movimento che lotta per i
diritti delle minoranze di colore costrette a vivere ai margini della
società assistenziale. Le battaglie metropolitane delle “Pantere
nere”, scuotono alle fondamenta i
pregiudizi razziali del mondo occidentale. In Inghilterra e ovunque
l’educazione autoritaria bianca, delimita i confini della razza o
del sapere, il grido di libertà di tutto il popolo nero si tinge di
sangue in ogni sasso scagliato contro le pareti dell’ordine.
All’interno
di queste tensioni sociali LKJ si avvicina al marxismo
e nel 1973 pubblica i primi lavori nella rivista “Race
today” . Si laurea in sociologia e
continua a portare in giro il suo messaggio poetico antagonista;
diventa l’artista più corrosivo delle marginalità nere europee.
LKJ,
non è un rasta, non venera come divinità il defunto imperatore
d’Etiopia Hailè Selassie,
non
fa come alcuni musicisti e uomini di cultura Giamaicani del razzismo
all’inverso, dimostra con saggezza una decisa posizione ideologica
e filosofica, questo lo rende l’espressione più alta della poesia
caraibica (insieme a Michael Smith,
ucciso in Giamaica nel 1983 a colpi si pietra da
uomini
al servizio della CIA);
recita i suoi versi accompagnato da basi pre-registrate o dalla band
del bassista Dennis Bovell,
a volte solo dal movimento del corpo.
All’interno
di una musica dominata dal basso elettrico come simbolo del battito
di vita, lo spettatore rimane inebriato da una voce calda, profonda
in grado di arrivare a chiunque, superare le barriere delle diversità
linguistiche, capace di far vivere istanti in un’altra dimensione
temporale.
E’
un poeta che racconta le paure, le violenze, le speranze delle nuove
generazioni nere della periferia Londinese. Dice di non usare la
violenza come pazzia, di non scaricare la collera in guerre
fratricide, di individuare il nemico vero; attacca la piccola borghesia di colore incapace di schierarsi, si rivolge ai giovani affinché escano dal fanatismo religioso, accusa il regime del “Regno Unito” di stragi, persecuzioni, assassini……velati o fatti cadere nel silenzio dai mezzi d’informazione di massa.
fratricide, di individuare il nemico vero; attacca la piccola borghesia di colore incapace di schierarsi, si rivolge ai giovani affinché escano dal fanatismo religioso, accusa il regime del “Regno Unito” di stragi, persecuzioni, assassini……velati o fatti cadere nel silenzio dai mezzi d’informazione di massa.
Linton
è il media, la voce e la verità dei perdenti:
“avvenne
nell’aprile del 1981
giù
nel ghetto d i Brixton
l’oppressione
di Babilonia fu tale
da
portarci ad una grande insurrezione
che
si estese all’intera nazione
fu
un’occasione veramente storica.
Fu
l’avvenimento dell’anno
Avrei
voluto esserci
Quando
ci furono scontri in tutto il ghetto
Quando
distruggemmo molti furgoni della polizia
Quando
combattemmo i piani malvagi
Quando
mandammo in fumo l’operazione Swamp 81
Per
che cosa?
Per
far capire ai governanti
Che
non avremmo più subito alcuna oppressione
E
quando mi informai
Per
le strade del ghetto
Per
scoprire tutto ciò che potevo
Ogni
ribelle si compiaceva della sua storia
Parlavano
di potere e gloria
Parlavano
di incendi e saccheggi
Parlavano
di distruzioni e furti
Parlavano
della conquista e della vittoria
Dicevano
: Babilonia ha esagerato
Cosi
cosa successe?
Bruciammo
due auto
E
due innocenti furono uccisi
Per
cosa?
Ma
non succede forse così in guerra
Ma
non succede forse così in guerra?
Dicevano
: bruciamo il pub di George
Non
potevano bruciare il padrone
Bruciammo
il pub di George
Non
abbiamo mai bruciato il padrone
Quando
combattemmo in tutto Brixton
Quando
distruggemmo molti furgoni di polizia
Quando
mettemmo in scacco i malvagi
Quando
mandammo in fumo l’operazione Swamp 81
Dicevano
: requisimmo le auto
Ci
procurammo le munizioni
Costruimmo
le barricate
E
i malvagi ebbero paura
Mandammo
i nostri in perlustrazione
Per
scoprire le loro posizioni
Poi
formammo le nostre bande
E
sferrammo i nostri attacchi
Ora
sono fuggiti e spariti
Per
preparare il contrattacco
Ma
i proiettili di plastica
E
gli idranti
Porteranno
l’esplosione
Porteranno
l’esplosione
Alla
faccia di Scaram
Porteranno
l’esplosione
(
da great insohreckshan)
SWAMP
81 : speciale
operazione di polizia in Brixton 81
PUB
GEORGE : famoso
locale frequentato da fascisti di Brixton
LORD
SCARMAN : Membro
del parlamento britannico incaricato di indagare sulle tensioni nei
ghetti londinesi con particolare riguardo a Brixton
(2)
La”Grande
insurrezione”, è la storia cantata
che riguarda l’ondata di rivolte spontanee avvenute nei ghetti
delle metropoli inglesi nella primavera ’81 “a
Londra (Brixton), Liverpool (Moss Side), Manchester, leeds,
Sheffield, Birmingham, giovani dimostranti neri e bianchi mettono a
ferro e fuoco i loro quartieri e soltanto una dura repressione riesce
a riportare la calma…..sulle ceneri degli incendi resta la
frustrazione di tanti giovani e l’odio per la Thatcher e la sua
sfacciata politica reazionaria(3)
Nel
suo lavoro militante LKJ
oltre alla lingua inglese opta spesso per il “Giamaicano”
sua lingua madre, elemento essenziale per la sua nuova forma di
poesia “sono un poeta che lavora
entro una tradizione dove musica e parole sono parte integrante. La
mia esperienza è il frutto di un’infanzia tropicale e contadina
prima e della vita di città industriale dove i negri vivono in
condizioni coloniali, poi I bambini dei Caraibi crescono in una
tradizione orale di storie, rime, canzoncine e
a
stretto contatto con forme musicali di matrice africana come la
Kumina o protestanti come la chiesa Battista pentecostale. La mia
tradizione londinese parla rock e R’&’ (4)
“L’avvocato
dei senza parola”rifiuta il
business, le sue performances si svolgono in piccoli club o locali
alternativi; è diretto partecipe a
manifestazioni contro
l’Apartheid, a sostegno del Working
Class, o dei movimenti di liberazione
afro-latino-Americani (FSLN, FMLN, PAC,
ANC,….); il suo sguardo è attento
all’Africa che sta aprendosi al reggae, una musica che a suo parere
potrà permettere agli africani di comunicare la loro condizione di
assoggettati ai paesi ricchi.
In
pratica LKJ
realizza quanto professava Bob Marley (pur con forti differenze
politico-religiose).
Se
un giorno il reggae fosse sbarcato in Africa(“sua terra natale”),
sarebbe divenuto un linguaggio universale per l’unificazione del
popolo nero e avrebbe assunto proporzioni tali che nessuno sarebbe
più riuscito a fermare. Anche l’Ivoriano Alpha
Blondy, rastaman
ribelle, le cui ballate di protesta sono
diventate un punto di riferimento e di speranza delle nuove
generazioni africane, abbandonate alla violenza urbana e alla ricerca
della loro identità, afferma:
“Sono
fiero che gli africani abbiano trovato nella musica e in particolare
nel reggae, un’occasione d’incontro e di ricerca di valori….un
nuovo credo per riconoscersi, aldilà della disgregazione e
dell’individualismo…I nostri dirigenti non possono dire in
un’assemblea ai giovani francesi e ai giovani americani come noi
viviamo e quello che soffriamo…. Ma attraverso questa musica noi
possiamo esporre loro la nostra condizione, i problemi che
l’occidente ci obbliga a vivere e sopportare. Oggi per la nostra
dignità di neri, è estremamente importante fare della buona musica;
le idee stereotipate che ci vedano sempre in ultima fila dovranno
pure cambiare: noi siamo i precursori e difenderemo il ruolo del
nostro patrimonio, perché la musica nera è all’origine di tutte
le musiche”(5)
I
portavoce della rabbia e del disagio planetario con o senza musica
dimorano ormai ovunque, dalla Francia, alla Spagna, all’Italia,…
il potere con tutti i suoi mezzi cerca di toglierli la terra sotto i
piedi e nei casi limite arriva perfino all’eliminazione fisica
(come ha sempre fatto). Negli Stati Uniti simbolo di “Democrazia e
Libertà” i problemi dei ghetti nero-ispanici non sono diversi a
quelli denunciati dai “LKJ”;
“Clash”,
Redskins, “… e attraverso l’
emergente cultura Hip hop una nuova generazione con coraggio e
astuzia denuncia i limiti interni del grande gendarme USA. Per il
potere yankee una spina nel fianco si chiama Public
Enemy.
1)
Intervista a Padre Ernesto Balducci archivio Tracce
2)
Vedi “Facendo la storia” di LKJ ETS 1989 pag. 115-116
3)
Vedi “Facendo la storia” di LKJ ETS 1989 pag. 107
4)
“ “ “ “ op . Cit
pag 6
5)Vedi:il
manifesto 7 febbraio 1989 pag.17 Luigi Elongui
foto
rivolta brixton 81 www.theguardian.com
Capitolo
9°
Public
Enemy
Musica
nera rabbia e politica
“Ho
visto gli statisti dibattere all’ONU
la
questione del Sudafrica, urlando per
denunciarne
i metodi inumani,
e
poi tornare ai loro alberghi e vedere negri
massacrati
di botte dalla polizia, azzannati
idranti
proprio qui dove le Nazioni Unite
hanno
sede per poi tornare il giorno dopo
all’ONU
e non dire niente di tutto ciò.
Non
venite a raccontarmi niente di quello
Che
succede in Sudafrica, Mozambico o
Altrove:
non
crederò alla vostra sincerità finchè
rimarrete
indifferenti a quello che gli
Stati
Uniti ci stanno facendo nella nostra
Nazione”
Malcom
X
Nei
primi anni del XVI secolo milioni di africani vennero strappati con
violenza dalla propria terra, incatenati e deportatati sulle coste
del “nuovo mondo”. Qui i negrieri li vendevano ai
conquistadores, a latifondisti bianchi e venivano trattati come
bestie da soma o da cortile.
Con
il passare degli anni, dei secoli, l’evoluzione e la trasformazione
della società nordamericana, vede ancora milioni di afroamericani,
privi di una reale rappresentanza nel contesto politico sociale,
subalterni alla dominazione bianca.
La
minoranza di colore non ha mai accettato passivamente la
considerazione di razza inferiore; la prima rivolta degli schiavi è
del 1687, da quel momento i neri non hanno mai cessato di ribellarsi
al segregazionismo della “Razza
padrona”.
Negli
anni ’60 la radicalità delle nuove generazioni di colore si
riconobbe nelle “Black Panters”,
scioperi,
disubbidienza civile,
boicottaggi, guerriglia civile,
manifestazioni pacifiste,… fecero
tremare l’ordine costituito.
Il
braccio lungo della “casa bianca” (C.I.A.
e F.B.I.) spianò la via della
restaurazione e le avanguardie rivoluzionarie del “Black
power”
furono assassinate ( Malcom X, M.Luter
King,
il
comunista Geoge Jackson,
Bobby Hutton,….altri
espatriarono (Eldridge Cleaver,…) o
furono cancellati dall’esistenza (Bobby Seale);
per numerosi aderenti al “fronte nero”
si aprirono le porte delle prigioni, la diffusione dell’eroina nei
ghetti grazie anche a infiltrati dell’ F.B.I,
finì per annullare ogni forma di rivolta.
All’inizio
dei ’70, disgregazione, alcolismo, droga e criminalità diffusa
hanno generato un “Quarto Mondo”
che sopravvive all’interno della disumanità, delle contraddizioni
e dell’opulenza del “primo”.
Nel
deserto politico degli ’80 i portavoce della rabbia e delle
speranze dei neri a cui si sono aggiunti molti ispanici sono stati i
rappers.
Il
rap uno stile che rientra nel movimento culturale “ hip
hop” nato sul finire dei ’70 in
prevalenza nelle comunità afroamericane e latine del Bronx di New
York.
I
giovani niggers vedono nei rappers dei coetanei che, sono stati
capaci di sfuggire alla disperazione. Questi “musicisti
, tenuti sotto controllo dall’F.B.I., provengono dalla stessa
realtà suburbana, conoscono i loro desideri e i loro sogni perché
sono anche i propri. Sono gli unici a conoscerli e sono gli unici di
cui si “fidano di parlare”. Sono gli unici che stanno ad
ascoltare, gli unici con i quali parlare, che hanno qualcosa di
“vero” da insegnare. Investiti di questa profonda responsabilità
sociale, i rappers si giostrano in strategie differenti e ineguali
risultati, tutti convinti, però, della propria importante funzione
extra – musicale” (1)
Tra
i rappers in circolazione negli USA i “PUBLIC
ENEMY” sono uno degli aspetti più
corrosivi; censurati, calunniati, quotidianamente dai media
dell’impero, costantemente al centro
dell’interessi dell’F.B.I., sono la continuazione del viaggio contro l’emarginazione; il loro radicalismo è improntato su quello tracciato da "Malcom X", “Back Panters” e risentono del pensiero di Louis Farrakan (leader dei Mussulmani neri americani). Usano il rap per diffondere un’altra informazione, per urlare tutto il disagio razziale nel mondo.
dell’interessi dell’F.B.I., sono la continuazione del viaggio contro l’emarginazione; il loro radicalismo è improntato su quello tracciato da "Malcom X", “Back Panters” e risentono del pensiero di Louis Farrakan (leader dei Mussulmani neri americani). Usano il rap per diffondere un’altra informazione, per urlare tutto il disagio razziale nel mondo.
Con
la rabbia infuocata dei ritmi metropolitani e le rime esplosive, il
Professor Griff, Cuck D., Flavor Flav,
Terminator X, (hanno preso nomi che
vengono dalla storia o dalla cronaca e cancellato quelli di
“Schiavi”),
tentano di scardinare l’immobilismo culturale che attanaglia la
parte più in basso del pianeta statunitense.
I
dischi dei “Public Enemy”,
come già accaduto nel punk inglese con i primi “Clash”
“Crass”,”Conflict”, Redskins,…con
la reggae/poesia di Linton Kewsi Johnson
o nell’Hardcore californiano con gruppi intorno alle etichette
indipendenti Alternative Tentacles e
SST : i
“Dead Kennedy”,
“DOA”,
Black
Flag”,”
Bad Brians”,…tendono
a far prendere coscienza per cercare di far saltare in aria
l’estalishiment e nello stesso tempo gettare le basi di una nuova
coscienza afroamericana.
In
merito Cuck D. afferma : “C’è
chi dice che la presa di coscienza dei giovani attraverso l’hip hop
sia solo moda. E’ vero è una moda, ma questa è una moda destinata
a durare. Deve essere moda. Non c’è altro modo di agire. La
nostra cultura deve essere venduta come un prodotto alla nostra
gente perché ci sono altri migliaia di prodotti che la bombardano
quotidianamente. Storicamente i neri sono dei consumatori, non hanno
mai imparato a vendere. Il nostro scopo, quali rappers , è di
contrattaccare questo sistema. I neri in questo paese non detengono
alcuna forma di controllo sui mezzi di comunicazione di massa.
L’unica forma a nostra disposizione sono i dischi”(2).
I
brani dei P.E. entrano di prepotenza nel malessere dei ghetti
attraverso radio pirata o indipendenti,discoteche…I B-boys sanno a
memoria i ritmi, i riff e i testi di rottura degli album della band
“yo! bum rush the show”, “rebel without a pause”
“”it takes a nation of millions to hold us back(”che
contiene brani di impegno politico come :” Bring the Noise”
e “Don't Believe the Hype”.
I
Public Enemy non si accontentano di un
successo circoscritto alle pareti del ghetto, vogliono far uscire
l’Hip Hop dallo spazio settario in cui orbita. Partono per un tour
europeo, dove annientano il gruppo “ RUN DMC” dei quali sono spalla. Ottengono ovunque consensi e aumenta a dismisura il numero dei loro sostenitori extra States e non solo neri.
europeo, dove annientano il gruppo “ RUN DMC” dei quali sono spalla. Ottengono ovunque consensi e aumenta a dismisura il numero dei loro sostenitori extra States e non solo neri.
Per
la formazione di Long Island, ormai una delle voci del disadattamento
planetario, tutto sembra andare per il verso giusto fino all’estate
dell'’89 quando il Professor Griff
“ministro dell’informazione”vicino
al “Black Power”
in un’intervista rilasciata al “Washington Times” attacca la
comunità ebrea statunitense, accusandola di finanziare il regime
razzista Sudafricano.
La
reazione di Babilonia è
violentissima. In USA “esempio di democrazia planetaria” non si
può attaccare il sionismo, pilastro dell’impero economico, i media
si gettano in una crociata denigratoria contro Cuck D. e gli altri
che vengono accusati di antisemitismo, con l’F.B.I.
costantemente tra i piedi, la casa discografica CBS
prende subito le distanze da loro, poi torna sulle proprie decisioni
e detta condizioni autoritarie: o il gruppo produce autocritica e
allontana il professor Griff
, oppure parte l’embargo dell’industria discografica.
I
P.E. , musicalmente e politicamente
capaci di sviluppare una trasformazione collettiva vanno allo sbando,
prima Cuck D.
difende la libertà di pensiero e di parola di Griff,
successivamente lo espelle dal nucleo insieme ai “Security…”
a distanza di poche ore
nel
corso di una conferenza stampa alla MTV,
annuncia lo scioglimento del gruppo.
Non
passa molto tempo che la formazione anche se tacciata di razzismo
torna sulla scena;
il
meccanismo degli “orologi”
è però inceppato, la storia prosegue in un clima di divisione e
controversie interne fino all’ostentata uscita dell’album “Fear
of black” un successo contraddittorio che vede Griff
definitivamente allontanato.
I
gendarmi dell’impero sono ancora una volta riusciti a indebolire
una situazione eversiva che stava diventando pericolosa “Nell’attacco
i Public enemy si cela il medesimo meccanismo che impedisce ai neri
americani di avere ad es. una classe politica degna dei suoi
problemi e delle sue rivendicazioni, la cattiva coscienza USA nulla
perdona ai neri che sanno imporsi”(3)
Le
democrazie totalitarie hanno represso, reprimono e continueranno a
reprimere le individualità, le comunità di ribelli, ma i desideri
di libertà e giustizia non potranno mai essere soppressi e i
rivoluzionari continueranno a nascere e lottare “con ogni mezzo
necessario”
1
Cuck D.”Public Enemy : Mucchio selvaggio giugno '90 pag 75
2
Guido Chiesa :Rockerilla n.112 dicembre
1989 pag.60
3
Guido Chiesa :Rockerilla n.115 marzo 90
pag. 10
“Da
WOODY GUTHRIE a THE GANG”
In blu i capitoli a seguire :
Capitolo
1°:“La rivoluzione desiderata”
(Woody Guthrie).
Capitolo
2°:”L'amato
e odiato Bob Dylan ....
http://resistenciasiempre.blogspot.it/2014/02/musica-la-rivoluzione-desiderata.html
Capitolo 3°:”L'anarco-comunismo dei “THE FUGS”.
Capitolo 3°:”L'anarco-comunismo dei “THE FUGS”.
Capitolo
4°:”La
fine dei dinosauri”.
Capitolo
5°:Il trionfo della subcultura
nihil-punk.
Capitolo
6°:”THE
CLASH (lo scontro)”
Capitolo
7°:”Il ritorno del rock”.
Capitolo
8°:”Linton
kewsi Johnson” (Dub poetry)
Capitolo
9°:”Public
Enemy “:Musica
nera rabbia e politica
Capitolo
10°:”Il“Franti”:
Rock e utopia
Capitolo11°:”La
Pantera”e il nuovo linguaggio del villaggio
Capitolo
12°:”
I
Gang “: La Band ribelle di Filottrano
Ringrazio
i compagni che mi hanno permesso di poter scrivere queste righe
attraverso contatti, interviste e chiaccherate varie sul tema
:"Musica antagonista", : Marino
e Sandro Severini
(The Gang),
Stefano Giaccone (Franti),
Billy
Bragg incontrato a
Reggio Emilia '90, lo staff di” Arezzo
wave” '91 '92 ,un grazie
anche a Bunna
Africa unite
per la lunga chiaccherata in un
podere di Montioni quando nel 1991 venne a fare il concerto gratis
per il FMLN
Salvador) e poi a Sergio
Messina (Radio
gladio),
Luca "Zulu"
e Marco" kaja"(99
posse),
Fumo e Lele Prox
(Lionhorse
Posse ),
Luca Morino
Fabio Barovero
(Mau
Mau&Loschi Dezi), Enrico
Capuano
che tra il '92 inizio
'93 per ben tre volte venne a suonare gratis per i Lavoratori
Piombinesi in Lotta a difesa del posto di lavoro.
Nessun commento:
Posta un commento