Musica&ribellione
“Da
WOODY GUTHRIE
a THE GANG”
Viaggio
culturale/antagonista attraverso la musica folk, rock, punk-reggae,
hip hop... e dintorni, troveremo alcuni artisti che sono stati a
fianco di coloro che per generazioni hanno lottato per la libertà,
la giustizia, l'autodeterminazione dei popoli, …musicisti/colonna
sonora di chi credeva che un mondo diverso era possibile.
Questo
blog internazionalista comunista ,sembra il luogo giusto per
ricordare artisti antagonisti importanti come Woody Guthrie,
The Fugs,
Bob
Dylan,
Clash,
Public Enemy, Linton Kwesi Johnson,..attraversando i territori
musicali antagonisti arriveremo nelle periferie del rock made in
Italy ,dove dalle cantine uscirono tanti validi gruppi musicali,
conosceremo meglio il progetto “Franti” del Torinese Stefano
Giaccone e termineremo il viaggio chiaccherando con “i Gang”
dei fratelli Marino e Sandro Severini di Filottrano nelle Marche,
più periferia di così!!!
Nelson
Mandela rivolgendosi a Miriam Makeba :
"Hanno
cercato di isolarci dal Mondo e tu l'hai impedito, dunque la musica
può andare a braccetto con la politica””
Maurizio
Cerboneschi (Sandino)
capitolo
1°
La
rivoluzione desiderata
“
non
sono mai stato
un
buon Stalinista
ma
non sono mai
uscito
dal rosso”
Woody
Guthrie
Nella
musica come altrove, la rivoluzione dello stato delle cose esistenti
è stata dimenticata; le ultime occasioni mancate, il ’68, il ’77
e dintorni, lasciano il posto alla disgregazione degli anni ’80
-’90. E’ un malessere che deriva da un sistema sociale egoista e
corporativo.
Ovunque
si cerca di reprimere le ultime individualità o comunità di
irriducibili ribelli, ma i desideri di libertà e “democrazia”
non potranno mai essere soppressi e poco importa se i rivoluzionari
impugnino, una pistola, una penna, una chitarra,…Libertà e
democrazia sono alla base di qualsiasi comunità che privilegia i
bisogni di tutti ai privilegi di pochi.
La
musica è stata un punto di riferimento importante nei fermenti
libertari della società Statunitense degli anni ’60 quella del
movimento di Berkeley, degli hippies, del pacifismo radicale, delle
Black panters
, di
Malcom x ,
Eldrige Cleaver, Martin
Luther King,….
Il
rock trasgressivo degli anni ’50 che si rivolgeva limitatamente
alla sfera privata dei giovani, subì una trasformazione radicale che
lo portò in prima linea nelle contestazioni e rivendicazioni
sociali. Il folk-rock- blues,…la rivolta generazionale e il
movimento socio-politico che inondarono le strade si saldarono
insieme fino al 1968, anno in cui terminò la parabola ascendente
dell’”Ideologia Rock” e di tutta la controcultura USA.
Il
movimento, diventato arido, praticamente una parodia di se stesso,
confluirà nel megaraduno di Woodstock;
nella fattoria
Yasgur,
giovani e meno giovani arrivarono con ogni mezzo e con la speranza di
vivere un’esperienza collettiva di grande emotività, si contarono
oltre 500.000 persone da ogni parte degli States e non solo .
Già
il festival rock di Monterey
del ’67 mostrò evidenti screpolature, se da una parte interpretava
i sogni e i desideri della generazione radicale americana, dall’altra
era impostato secondo i più meticolosi insegnamenti commerciali……”i
musicisti si dibattevano confusi prigionieri tra due poli: incerti
tra la simpatia che nutrivano verso le speranze dei loro ammiratori e
desiderosi di esaudirle, e la loro impazienza, talora velata dal
senso della vergogna, per arrivare a godere al più presto
dell’adorazione del pubblico e di tutti i palesi vantaggi che il
solo denaro può procurare…..il festival infatti fu seguito
immediatamente da una valanga di contratti discografici, fruttuose
uscite e tournèes di gran successo, di conseguenza il principale
beneficiario di questi nuovi risentimenti fu l’industria della
musica (1)”
In
breve tempo molti si accorsero di essere stati beffardamente usati
per un gigantesco esperimento di business, la loro musica, le loro
aspirazioni, i loro sogni si trasformarono di li a poco in un immenso
e sterminato mercato della cultura rock.
Il
rock veniva usato nelle pubblicità per reclamizzare: scarpe, jeans,
birra,…ovunque nascevano boutiques che vendevano camicie a fiori,
monili, .. a tutte le frange marginali (non solo americane) degli
anni’60 ,ormai il rock era diventato comunicazione di massa.
Se
da un lato c’erano artisti ben adattati all’ordine costituito
dall’altro si vedevano personaggi che continuavano ad essere una
spina nel fianco al sistema dominante.
Nel
folk americano in modo particolare, ci sono stati musicisti, che pur
vivendo di stenti,persecuzioni,carcere, hanno portato avanti le loro
idee. Il padre della generazione folk-rock dei primi ’60 è stato
Woodrow Wilson
(Woody) Guthrie, un
folksinger da sempre impegnato nel sociale, uno degli “hoboes
“(2)
irriducibili, un”comunista”
che non aveva più posto nella società USA e doveva perciò essere
schiacciato e isolato. Woody non abbandonò mai il suo spirito di
libertà e continuò la sua vita di menestrello-poeta.
Il
folk USA negli anni 30-40 era diventato uno strumento politico del
CPUSA (partito comunista degli Stati uniti) e fu usato per la
propaganda e per i lavori della Terza internazionale.
I
folksingers del CPUSA evitavano i circuiti commerciali, partecipavano
attivamente agli scioperi, alle riunioni del partito, alla vita
quotidiana dei lavoratori; Woody si
distingueva per un grado di coscienza e senso di libertà
particolari. “il suo essere
artista, caso più unico che raro nella storia della nostra musica,
coincideva esattamente nel sentirsi,uomo tra gli uomini,
lavoratore
tra i lavoratori, disoccupato tra i disoccupati, e, ancora lavoratore
e disoccupato con gli amici intellettuali, con i direttori delle
emittenti radiofoniche, con i dirigenti delle etichette discografiche
(3).
Guthrie
parlava al cuore della gente,era uno di loro e tutti si riconoscevano
nelle sue canzoni..
“con
lui l’arte popolare esce dal ghetto della cultura subalterna, non
teme di confrontarsi con la cultura “ufficiale”, non ha paura di
“contaminarsi” e anzi opera uno scambio continuo, in attivo tra
cultura “alta” e”bassa” impara dal cinema, dai cartoni
animati, dalla letteratura, dal giornalismo, succhia sapere
dappertutto e se ne serve per un suo progetto……si tratta quindi
di un autore importante, non solo per la cultura popolare
statunitense,ma direi di quella mondiale,in quanto costituisce un
esempio non tanto di” sopravvivenza” del canto popolare, nella
realtà urbana e industriale, quanto di rinascita sostanziale
dell’espressività popolare (4)
A
Woody Guthrie sono stati avvicinati altri cantori della libertà come
la cilena Violeta Parra e
l’italiana Giovanna Marini.
Guthrie
faceva il cantastorie perché era l’unica cosa che sapeva fare e
gli permetteva di mangiare. Non gli mancarono le possibilità di
lavorare con radio e televisione; non accettò
compromessi,
da rivoluzionario dell’emarginazione, visse nella strada, cosciente
che sarebbe stato difficile e con alcuni momenti in estrema miseria.
Lui stesso affermava: “se
suoni il piffero in una banda militare ti pagano un regolare
stipendio dell’esercito, se fai roteare una mazza ad una sfilata di
hip-hip-hurrà ti pagano come un soldato, ma non c’è verso di
mettere la mani su un becco di un quattrino se fai della musica
popolare (5).
Woody
era felice quando si trovava insieme alla sua gente e impugnando la
chitarra con su scritto “QUESTA
MACCHINA AMMAZZA I FASCISTI” e
cantava brani come:
Nato
per vincere
Ho
avuto la mia parte di gioie e di guai
Di
scalogna e di malinconia
Risono
sentito su e giù, e sono stato sobrio e sbronzo
Ma
so di certo che non sono nato per perdere
Nato
per vincere so che sono nato per vincere
È
uno strano porco mondo quello in cui campo
E
mi batterò per cambiarlo in quello che dovrebbe essere
Nato
per vincere, So che sono nato per vincere
Ho
avuto donne di ogni genere e di ogni colore
In
ogni terra dove sono stato
Ho
visto che per tutta la gente erano guai come me
E
so che non siamo nati per perdere.
Ci
avete derubato, pestato e succhiato il sangue
Ci
avete sfruttato pagandoci come schiavi
Ma
io so che tutti noi siamo nati per lavorare e per combattere
E
per vincere, o scendere nelle fosse.
La
volta che mi sono arrabbiato di più in vita mia è stato quando ero
imbarcato su una nave militare insieme a più di tremila uomini in
rotta verso la Francia. Mentre ci troviamo a metà strada in mezzo
all’oceano scoppia una tempesta .La nave rullava e beccheggiava e
molti di noi si sentivano male. Era la prima volta che facevamo la
traversata. A un certo punto accendiamo la radio, e l’altoparlante
comincia a mugolare una canzone “ Born to win” (nato per vincere)
(6)
Guthrie,
insieme ad altri musicisti, come Cisco
Huston (con il quale formò un lungo
sodalizio), girovagava nei ghetti urbani, nelle campagne, nelle
stazioni ferroviarie, ovunque vi fossero diseredati e disoccupati (in
aumento vertiginoso dopo il crollo della borsa nel ’29), a tutti
coloro che vivevano in condizioni disperate nel paese che si diceva
il…. più ricco del mondo, si rivolgeva così: “Forse
vi hanno insegnato a chiamarmi poeta, ma io non sono poeta più di
voi. Non sono più di voi un autore di canzoni, né cantante
migliore. La sola storia che ho cercato di scrivere siete voi. Non ho
mai scritto una ballata e nemmeno una storia che dicesse tutto quello
che c’è da dire su di voi. Voi siete il poeta e il vostro parlare
di ogni giorno è la nostra poesia migliore, scritta dal nostro
migliore poeta. Io sono una specie di notaio e di meteorologo e il
mio laboratorio è il marciapiede, le vostre vie e il vostro palazzo,
il vostro campo e la vostra strada, non sono niente di più o di meno
che un fotografo senza macchina fotografica”(7).
Il
folk d’impegno sociale sullo stile di Guthrie, così come quello di
Pete Seeger,
Cisco Huston,
dopo un breve periodo di silenzio riesplose di nuovo sul finire dei
’50 grazie a una miriade di giovani cantautori, appartenenti alla
sinistra non comunista, più ampia, libertaria. Ragazzi che
esprimevano la voce diretta di una nuova generazione votata al
cambiamento sociale e culturale che dilagò nel mondo e contribuì a
cambiare la storia.
Le
ballate per i braccianti e i senza tetto abbandonarono la loro
dimensione rurale per parlare di agglomerati urbani,
riserva-residenza dei nuovi sfruttati ed emarginati della
trasformazione sociale. I testi erano veri e propri slogan contro le
barriere razziali, lo sfruttamento, l’imperialismo nord americano;
i nuovi folksinger, dopo aspri dibattiti e fratture abbandonarono la
“Marginalità” dei padri (fermamente intenzionati a mantenere la
musica popolare al di fuori dei circuiti commerciali), incisero
dischi per grosse case discografiche e accettarono la corte dei
media.
Il
nuovo corso folk fece emergere altri grandi personaggi e le loro
storie divennero pubbliche. Vedi: Tom
Paxton, Pete
Seeger, Judy
Collins, Phil
Ochs, Jack
Elliot (Per anni compagno
d’avventura di Guthrie), e Bob
Dylan; fu proprio quest’ultimo
il principale artefice delle trasformazioni del folk, proprio lui che
come Woody , suo padre ispiratore, era convinto dell’importanza di
“Cercare di essere un
cantante senza vocabolario e un poeta senza essere condizionato dagli
scaffali dei libri”. Dylan
fu aspramente contestato fino a farsi coprire di fischi e costretto a
interrompere l’esibizione quando al festival di Newport
del 1965,
abbandonò la chitarra acustica per quella elettrica. Dietro le
quinte l’indignazione fu enorme, “
fonti attendibili raccontano che
Pete Seeger, che aveva
aperto la serata conficcando un’ascia in un ceppo di legno per
fissare il ritmo di un canto di lavoro, dovette essere trattenuto a
forza nel tentativo di tagliare con quella stessa ascia il filo
elettrico degli strumenti di quello che un tempo era il suo pupillo
(8).
Dylan
fu imitato da molti e l’uso di chitarre amplificate ed altri
strumenti elettronici si intensificò, sia durante i concerti live
che nelle incisioni, il folk e il rock si fusero in una sola cosa.
1)
Gary Herman: rock’n’roll babylon, Gammalibri 1983 pag 12/20
2)
“Hobo,
termine che nasce durante la crisi degli anni ’30, designa il
vagabondo senza fissa dimora ma anche il lavoratore stagionale. Dove
c’è una ferrovia, un treno, li ci sono gli hoboes aggrappati ai
vagoni, attaccati a tutte le sporgenze, i “vagabondi” rischiano
la vita per giungere al nuovo lavoro o alla speranza di una vita
migliore. Partire per loro vuol dire lasciarsi dietro le asprezze e
le delusioni del quotidiano. Gli hoboes, con vecchi abiti sporchi e
rattoppati, con barattoli per scaldare la minestra, e con gli ospizi
come casa diventano un elemento di folklore americano. Intorno a
queste figure cresce un misto di crudeltà e di solidarietà, di
amore per l’indipendenza, di antiautoritarismo e di fame e di
feroce repressione poliziesca del perbenismo STELLE A STRISCE.
3)
Storia del Rock, di AA.VV , Curcio ed………pag 511
4)
Vedi: “Questa è la mia terra”, di Woody Guthrie, Savelli 1977,
pag 10
5)
Woody Guthrie: Nato per vincere, di Robert Shelton, Ed Mazzotta 1979
pag 27
6)
“ “ “ “
pag 90 op. cit.
7)“
“ “
pag 21 op. cit.
8)
La storia del rock 5, suppl. al “messaggero” del 13/04/90
Capitolo
2°
L'amato
e odiato Bob Dylan poeta menestrello dell’America che cambia
Il
primo Dylan, poeta
menestrello sincero fino alla nevrosi. “va
in giro con i suoi capelli cotonati, i suoi stivaletti da cow-boy col
tacco alto, i suoi maglioni intercambiabili: mentre gira, per usare
parole sue,” guarda la gente, la polvere, i fossi, i campi, e gli
steccati”; legge i giornali, in cerca di nuovi soprusi contro i
privilegiati, i discriminati, i poveri diavoli che faranno da
sottofondo alle nuove canzoni (1).
Era dunque il legittimo erede del *grande
maestro* si incamminò sugli stessi
sentieri e in breve tempo diventò la stella della protesta
giovanile, del movimento studentesco “Beatniks”,
fu l’espressione autentica delle giovani coscienze americane, le
sue poesie terribili cantate con voce dura, nasale, a volte
raschiante,sprigionavano quello che migliaia di suoi coetanei
sognavano, sotto i suoi attacchi violenti la società degli States
subì uno shock; i giornali del potere arrivarono a scrivere che
Bob Dylan fosse un’esponente di una
congiura antiamericana provocata da Mosca,
né più nemmeno come il rock ‘n’roll,
che anni prima (in piena “guerra fredda”) era stato giudicato un
complotto “comunista”.
Con
il passare del tempo, Dylan prese le distanze dai movimenti
politicizzati statunitensi e internazionali, criticò fortemente
l’emergente realtà dei figli dei fiori, assunse un atteggiamento
gretto e intollerante, Robbie Robertson,
componente del gruppo The
Band” disse
di lui: “poteva farsi detestare
dopo un minuto di dialogo; sempre
ubriaco e isterico abbandonò e fu abbandonato da numerosi compagni
di strada, tra i quali Joan Baez . Ad
un certo momento “ scomparve, non
si capì da dove fosse uscito cosi come non si era capito da dove era
entrato. Qualche mese dopo arrivò la notizia che aveva sposato Sara
Lownds, poi si era rotto l’osso del collo in un ’incidente con la
motocicletta (29 luglio ’66..), che aveva comprato una casa a
Manhattan, che si era ritirato su una collina di una specie di
repubblica indipendente, poi si mostrava coi capelli corti e vestiti
da miliardario; le piante nascono, crescono e aspettano di morire”
(2).
Quando
Bob ritornò sulla scena musicale, del ribelle del Greenwich Village
non esisteva più traccia. Il ragazzotto “sputaverità” dei primi
tempi, quello di “Don’t follow leaders”
(non
seguire i leaders), quello di “blowin’
in the wind”, quello
dell’inno pacifista “Masters of War” (padroni
della Guerra) che fine aveva fatto?
Si
ripresentò al pubblico con “un’azzimata voce da Broadway con
singulti canzonettistici,
parlava
di mattini argentati e amori eterni, chiudi –gli –occhi-
e-baciami- bambina-……era nato mister Robert Zimmerman, di
professione musicista, laureato honoris causa in qualche
magniloquente università americana”(3).
Nel
1971 il cinema si interessò di lui e in merito fu scritto:”
il film che vedrete e sul vecchio Dylan ,un giovane integro-che
cantava la verità e donava una parte del suo denaro alla S.N.C.C.
(student non violent coordinating committee). Il Dylan di adesso, al
contrario, non è che un porco, un drogato, un cretino. Alan
J.Webwrman, professore di Dylanologia approfittando della
controcultura, non potè fare a meno di concludere un’intervista
con il suo idolo con questo giudizio: tu hai tutto questo denaro la
maggior parte della gente ha solo merda; sei un nemico, un maiale.
Bobby sei un capitalista, ma invece di produrre armi, macchine etc….
produci cultura del consenso(4).
Anche
se la generazione progressista della prima metà dei ’60., aveva
eletto Dylan giudice supremo delle ingiustizie umane, altri
personaggi della musica internazionale furono alla sua altezza. Non è
possibile dimenticare Joan Baez,
portabandiera del folk tradizionale,
Peter Paul and Mary, oppure
Phil Ochs
uno dei più incisivi cantautori impegnato
contro la guerra del Vietnam al suon di ballate; con la fine del
movimento alternativo, fu sempre più emarginato dai “Nuovi
padroni”, si rifugiò nell’alcool e morì suicida.
Occorre
ricordare anche gruppi rock di forte impronta e impegno politico come
gli “MC5” di
Detroit :”esponenti del rock più
duro dal punto di vista dei suoni, ritmi, testi, una della formazioni
più coinvolte nelle rivolte
dell’epoca. Jhon
Sinclair, leader
delle pantere bianche, era il loro ispiratore politico e poetico, le
loro esibizioni erano oltraggiose e” sovversive”. Nel 1968
parteciparono alla” marcia” su Chicago durante la convenzione
democratica. (5),
Gli MC5,con
gli Stooges di Iggy Pop, furono il prodotto più vero, rude e
aggressivo della Detroit in Michigan degli anni ‘60 di recente
Wayne Kramer uno dei membri storici degli MC5 (motor city five) ha
dichiarato “ Eravamo convinti che
davvero ci sarebbe stata una rivoluzione ………cantavamo tutto
quello che vedevamo di negativo nella vita intorno a noi, nel
modello sociale americano. Purtroppo in questo periodo, che va dal
’68 ad oggi non è che le cose siano migliorate,oggi continuo ad
avere uno sfogo perché faccio ancora dischi,… Per me essere
cittadino degli Stati Uniti rimane ancora una questione di lotta, la
gente viene ingannata da un’immagine artificiale e falsa che si
crea di questo paese e i problemi che c’erano allora vengono ancora
allo scoperto in tutta la loro drammaticità proprio in questi giorni
. La guerra in Vietnam ci avrebbe dovuto insegnare che non puoi
sconfiggere la gente indigena sulla propria terra,le celebrazioni
della scoperta del continente del 1992 dimostrano la stessa cosa: si
vuole creare un avvenimento di dominazione culturale sui nativi
americani, ma non è questo il modo di affrontare un problema che
riguarda direttamente una questione politica e sociale di rispetto
della popolazione. L’America
è governata da persone che non hanno nessun interesse verso il
destino della gente e la situazione rischia di arrivare a livelli
drammatici…………la
musica per me rimane un mezzo di coinvolgimento incredibile: avvicina
la gente,invece di allontanarla come fa la politica, crea un’energia
che noi come MC5 e io come artista cercavamo e cerco sempre di
spingere in aree costruttive. Nei momenti brutti come quello odierno,
credo stia proprio nella forza dell’espressione artistica l’energia
attorno alla quale coagulare la voglia di cambiamento”(6)
C’erano anche i “JEFFERSON
AIRPLANE” sostenitori delle lotte
studentesche dell’università di Berkeley, celebre la loro
frase:Noi siamo le forze del caos e
dell’anarchia- e lo
slogan-abbattiamo i muri-; Furono
i portavoce del vento del rinnovamento che soffiava nella west coast
della metà dei ’60. I loro inni alla fratellanza, le loro parole,
erano estremamente importanti soprattutto per i giovani psichedelici
californiani, che più di altri si impegnarono nella lotta per una
società alternativa, gli unici che abbiano ottenuto buoni risultati
realizzando centinaia di comuni libere e la prima etichetta musicale
del movimento freak (LAGRUNT).Sullo stesso versante dei”Jefferson” emersero altre bands esoteriche come “GRATEFUL DEAD” di Jerry Garcia, i “QUICKSILVER MESSENGER SERVICE” o gruppi poetici
come
i “DOORS”
di Jim Morrison il quale affermava:” siamo
politici erotici, ecco cosa siamo, ci interessiamo di tutto ciò che
riguarda la rivolta, il disordine, il caos e l’attività che sembra
non avere significato “(7).
In
tale periodo musicale si esibiva anche un chitarrista , un genio
innovatore del rock, JOHN ALBERT HENDRIX
(Jimmy). Sostenitore delle minoranze
native conosciute come indiane, riusciva con la sua musica a
trasmettere la volontà di cambiamento in maniera diretta. In alcune
performances riuscì a far diventare l’inno nazionale USA in un
brano pacifista, simulando con la chitarra, sirene, colpi di pistola,
addirittura l’esplosione delle bombe che venivano lanciate in
Vietnam.
Era
un continuo proliferare di formazioni pop-rock-.folk-blues-
psichedeliche- dadaiste-…. Gruppi che andavano a sovvertire i vizi
e le virtù della”buona coscienza “degli Stati Uniti.
La
rivista”LIFE”, a riguardo del rock politicizzato scrisse: “Il
rock è sovversivo. Non tanto perché sembra giustificare il sesso,
la droga e i dozzinali racconti di terrore, quanto perché porta il
pubblico a farsi una opinione propria sui tabù sociali”(8)
Era
un periodo di proliferazione creativa -culturale non solo musicale ma
di tutte le espressioni artistiche, un fenomeno di costume che riuscì
a penetrare in molti sistemi di capitalismo avanzato.””Erano
anni davvero magici…..rappresentavano l’illusione di un mondo
migliore: un mondo liberato dalla violenza, senza più competizione
economica, barriere razziali, discriminazioni di sesso , confini
nazionalistici : il suo esperanto doveva essere il rock, la sua meta
un’esistenza che superasse il veleno del denaro.
Il
suo mezzo espressivo la poesia, il suo emblema l’energia vitale (9)
sembrò davvero che l’immaginazione andasse al potere e in tale
contesto sociale “Nacquero le prime
forme del movimento hippie, nel maggio del 1965 nel Colorado (a
qualche chilometro da Trinidad)
Un
gruppo di studenti di facoltà diverse (architettura,
psicologia,arte) fondarono la prima comunità, Drop City con lo scopo
di sviluppare la loro creatività mediante un ritorno alla natura.
Questi
studenti rifiutavano l’idea della proprietà privata, dichiararono
Drop City aperta a tutti, si distinguevano per il rifiuto di
qualsiasi leader o di lavoro organizzato, ovvero alle regole sociali
dominanti, essi diventarono un esempio per gli studenti e più in
generale per quei giovani che erano esasperati dalla vita in famiglia
(10)
In breve tempo le comunità hippie dilagarono, la sola New York alla
fine del 1965 ne contava 23, diverse avevano il nome di tribù ed
erano autogestite; una aveva tra i “capi” Allen Ginsberg, quel
Ginsberg già leader del movimento controculturale che ritroveremo
amico e sostenitore del gruppo Dadaista “THE
FUGS” che stiamo per andare a trovare.
1)Fernanda
Pivano: “best hippie yppie” Bompiani 1990 pag. 60
2) " " " " pag.
78.
(3)
Vedi:” Get Ready” periodico fatto a mano da M.Baraghini n°1
-1972 pag. 12
(4)
Vedi: rock’n’roll Karl Marx di Massimo Bissoli “ ed Gammalibri
“ 1981 pag. 125/126
(5)
F. Liberi, in : “i giorni cantati” settembre 1986 n°0 pag.
17.
(6)
vedi :Quotidiano “Il Tirreno” 31 gennaio 1992 pag. 23 Davide
Sapienza intevista Wayne Kramer degli MC5
(7)
Vedi :“La Cultura underground vol. 2° di M. Maffi. Ed.Laterza
1980 pag. 142
(8)
Vedi “i giorni cantati” pag. 18 op. cit.
(9
)Fernanda Pivano: pag. 5, op. cit.
(10)
In : Rock ‘n’ roll Karl Marx, pag. 74
Musica&ribellione
“Da
WOODY GUTHRIE a THE GANG”
In
blu i capitoli a seguire
Capitolo
1°:“La rivoluzione desiderata”
(Woody Guthrie).
Capitolo
2°:”L'amato e odiato Bob Dylan
…..”
Capitolo
3°:”L'anarco-comunismo dei “THE
FUGS”.
Capitolo
4°:”La fine dei dinosauri”.
Capitolo
5°:”Nihl: il trionfo di una
subcultura (punk).
Capitolo
6°:”THE CLASH (lo scontro)”
Capitolo
7°:”Il ritorno del rock”.
Capitolo
8°:”Linton
kewsi Johnson” (Dub poetry)
Capitolo
9°:”Public
Enemy “:Musica
nera rabbia e politica
Capitolo
10°:”Il“Franti”:
Rock e utopia
Capitolo11°:”La
Pantera”e il nuovo linguaggio Musicale del villaggio
Capitolo
12°:”
I Gang “: La Band ribelle di Filottrano
Ringrazio
i compagni che mi hanno permesso di poter scrivere queste righe attraverso contatti, interviste e chiaccherate varie sul tema :"Musica antagonista", : Marino e Sandro Severini (The Gang), Stefano
Giaccone (Franti), Billy Bragg a Reggio Emilia '90, lo staff di” Arezzo
wave” 91 '92 ,un grazie anche a Bunna Africa unite per la lunga chiaccherata a Montioni quando nel 1991 venne a fare il concerto gratis per il Salvador) e poi a Sergio Messina (Radio gladio), Zulu (99 posse), Fumo e Lele Prox (Lionhorse Posse ), Luca Morino Fabio Barovero (Mau Mau&Loschi Dezi), Enrico Capuano che tra il '92 inizio '93 per ben tre volte venne a suonare gratis per i Lavoratori Piombinesi in Lotta a difesa del posto di lavoro.
Da ricordare che questo pampleth di 120 pagine fu scritto dal '90 all'inizio del '93.
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