Inviato
da Alfredo Viloria
Hugo
Chavez, un grande rivoluzionario
di Fabio Marcelli | 7 gennaio 2013
Avevo
diciassette anni quando ci fu il
golpe in Cile. La mia generazione rimane fortemente segnata da
quell’evento sanguinoso, che mostrò a tutto il mondo la ferocia e
il cinismo del potere imperiale. Allende
era stato un grande dirigente, ma aveva avuto un grande limite,
quello di essere un profeta
disarmato.
Il grande movimento popolare che lo sosteneva, il suo governo e il
Parlamento democraticamente eletto vennero spazzati via in pochi
giorni dalla congiura della cupola militare guidata da Pinochet
e sostenuta dagli Stati Uniti. Questa è oramai verità storica
accertata anche se in questo caso, al contrario che in quello del
Guatemala, devono ancora pervenire
le
scuse di Hillary Clinton.
Girava
all’epoca un film che ebbi occasione di vedere varie volte. Si
chiamava “Cuando
se despierta el pueblo” (Quando il popolo si risveglia) e
raccontava le mobilitazioni popolari precedenti al colpo di Stato.
Trentatré anni dopo, in Venezuela,
ho avuto occasione di vedere da vicino un popolo che si era
risvegliato e continuava a risvegliarsi. Un popolo che, pochi anni
prima, era
sceso in piazza compatto e coraggioso per sventare un complotto
golpista analogo a quello che aveva rovesciato Allende l’11
settembre del 1973. Ottenendo il ritorno del suo presidente
democraticamente eletto,
Hugo Chavez,
che i golpisti, ancora una volta ispirati e sostenuti dagli Stati
Uniti, avevano sequestrato e trasferito in un’isoletta. Ma stavolta
non erano riusciti nel loro intento.
Nei
suoi finora cinquantotto anni di brillante esistenza Hugo Chavez è
stato molte cose. Il presidente più volte democraticamente eletto
dalla grande maggioranza del popolo venezolano. L’erede di Simon
Bolivar e del suo sogno di
unificazione latinoamericana
che ha fatto passi da gigante in questi ultimi anni. Ha impersonato
la nemesi storica dei movimenti democratici soffocati nel sangue
dalle dittature e dagli interventi imperialisti durante tutta la
storia dell’America Latina. Uno degli esponenti più importanti e
significativi della stagione del rinascimento latinoamericano dopo
gli anni bui delle dittatura e quelli rovinosi del neoliberismo. Il
tribuno combattivo che, nell’Assemblea
generale delle Nazioni Unite, ha saputo trattare come meritava
George W. Bush. Il leader rivoluzionario che, nel momento del
pensiero unico imperante ha avviato politiche esemplari di
redistribuzione del reddito e del potere, dando voce e dignità a
classi sociali da sempre escluse e tornando a far vivere nella realtà
l’esempio di un diverso ordinamento sociale e politico ispirato a
principi di giustizia sociale e democrazia effettive.
Coloro
che, per ignoranza, superficialità e malafede, continuano a
raccontare la favoletta insulsa del
petrocaudillo,
volendo far apparire questo grande leader
rivoluzionario come una sorta di Achille Lauro in salsa
latinoamericana, ovvero abusano dell’etichetta priva di significato
di ‘populista’, non hanno capito in fin dei conti assolutamente
nulla. Eppure la storia si incarica di ricordare loro la verità, da
ultimo con le elezioni presidenziali e quelle regionali, che hanno
confermato la fiducia nei confronti del partito di Chavez, il PSUV,
da parte della grande maggioranza del popolo venezolano.
Oggi,
che il comandante Chavez sta combattendo una difficile battaglia con
la malattia, essi sperano che, senza la sua guida, il PSUV si
frantumi e il popolo si scoraggi. Ma credo che si sbaglino ancora una
volta. Se infatti è fondamentale il ruolo delle grandi personalità,
la storia, in ultima analisi, la fanno i popoli. E non sarà facile
far tornare indietro un popolo come quello venezolano che ha saputo
godere di diritti e poteri da cui era stato a lungo escluso. Ciò non
toglie che ci proveranno con tutti i mezzi possibili. Come ci hanno
provato, in tutti questi anni, con tentativi di golpe e di
assassinio, i peggiori arnesi della destra reazionaria,
da Bush ad Aznar a Sarkozy,
che dovrebbero essere chiamati a rispondere di questi ed altri loro
crimini.
Quanto
alle norme applicabili nell’attuale frangente, la Costituzione
venezolana, una delle migliori del mondo dal punto di vista della
promozione e della garanzia dei diritti, parla chiaro. Ci troviamo
nell’ipotesi prevista dall’art.
234,
che prevede, nel caso di temporanea impossibilità del presidente di
esercitare le sue funzioni, la supplenza da parte del vicepresidente,
per una durata massima di novanta giorni prorogabili per altri
novanta da parte dell’Assemblea nazionale. Nell’ipotesi di
impossibilità definitiva, chiaramente dettagliate dall’art. 233,
si prevede invece lo svolgimento di nuove elezioni entro trenta
giorni.
Hugo
Chavez chiede oggi unità al popolo venezolano. E non c’è motivo
di dubitare che tale popolo risponda ancora una volta in modo
affermativo al suo
leader.
Per difendere e continuare l’opera intrapresa contro ogni
privilegio e potere oligarchico e imperiale. Questioni che non
riguardano solo l’America Latina ma sempre di più il mondo intero.
Parole come rivoluzione tornano d’attualità anche in Europa, dove
solo un deciso mutamento di rotta permetterà di uscire dall’attuale
impasse.
Una
parola che definisce, in modo significativo, la lista capeggiata dal
magistrato Antonio
Ingroia, a favore della quale ho avuto già modo di esprimermi.
Se un pensiero critico è sopravvissuto al neoliberismo si deve a
leader
come Hugo Chavez. Per questo, a novembre, ho parlato di
significato universale della vittoria di Chavez. Concetto che
oggi più che mai riaffermo, abbracciando idealmente il grande
leader
ed esprimendogli l’affetto e la stima profonda delle persone
oneste. Camarada
Hugo Chavez, te deseamos una pronta recuperacion,
per tornare a svolgere a pieno il tuo ruolo fondamentale per il
Venezuela e per il mondo. E che crepino gli avvoltoi e gli uccellacci
del malaugurio!
"Rompa
el aislamiento. Vuelva a sentir la satisfacción moral de un acto de
libertad... Haga circular esta información"
Rodolfo
Walsh
"Ser
internacionalista es saldar nuestra propia deuda con la humanidad.
Quien no sea capaz de luchar por otros, no será nunca
suficientemente capaz de luchar por sí mismo"
Fidel
Castro
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