giovedì 28 marzo 2013

VENEZUELA : MANIFESTO DEL CONSIGLIO PATRIOTTICO NAZIONALE DEI PARTITI POLITICI / MANIFIESTO DEL CONSEJO PATRIÓTICO NACIONAL DE PARTIDOS POLÍTICOS




Manifesto del Consiglio Patriottico Nazionale dei Partiti Politici

Caracas, 20 marzo 2013, Tribuna Popular TP - Nella mattinata di oggi, al Teatro Municipal della capitale, si è celebrato l'atto di proclamazione del candidato alla presidenza della rivoluzione bolivariana, Nicolás Maduro Moros, da parte del Consiglio dei Partiti Politici del Grande Polo Patriottico. Nel corso della seduta è stato lanciato il Manifesto proposto al popolo venezuelano da queste organizzazioni per confermare il sostegno alla candidatura della Rivoluzione e ai compiti che l'attendono.

Di seguito la versione integrale di questo documento.

Grande Polo Patriottico - GPP

Manifesto del Consiglio Patriottico Nazionale dei Partiti Politici

Il Consiglio Patriottico Nazionale dei Partiti Politici, emerso come necessità storica e con il forte impulso creativo del Presidente Hugo Rafael Chávez Frías, si è costituito il 2 maggio 2012 come blocco conseguente e indissolubile del Grande Polo Patriottico.

Quel giorno venne sottoscritto il Proclama, che è stato e rimarrà la bussola del nostro lavoro e della nostra lotta, in continuità generazionale con "una tradizione eroica di abnegazione e sacrificio contro il colonialismo, la schiavitù, la servitù e tutte le forme di sfruttamento", con un risultato politico e sociale che ha portato alla "mobilitazione entusiastica del popolo venezuelano per la grande vittoria popolare del dicembre 1998, che diede inizio a una fase qualitativamente nuova del processo rivoluzionario, con la leadership indiscussa del comandante Hugo Chávez, il quale ha incarnato gli aneliti secolari per una patria liberata e colma di giustizia".

Il presidente Chávez, di fronte al popolo, indicò con chiarezza esemplare che "la contraddizione principale del Venezuela, per poter avanzare sulla via della liberazione definitiva, resta ancora oggi il confronto espresso dagli interessi della nostra Nazione con l'imperialismo statunitense", per cui le forze politiche progressiste, democratiche e rivoluzionarie del Venezuela sono impegnate "nell'approfondire il cambiamento sociale iniziato, nella liberazione del nostro popolo da tutte le catene del dominio imperialista, con il popolo lavoratore per la liberazione da tutte le forme di sfruttamento capitalistico e con l'obiettivo finale della costruzione di una nuova società basata sul lavoro di tutti, la giusta distribuzione della ricchezza sociale in cui ci sia autentica democrazia, libertà e progresso: il Socialismo".

Il 5 marzo 2013 è sopraggiunta la dolorosa morte del Comandante Chávez, l'uomo che è riuscito a guadagnare dinanzi al popolo venezuelano e ai popoli di tutto il mondo una leadership legittima e una enorme credibilità, che si è convertito nel principale fattore di unità patriottica, lasciando incompiuta l'opera di "costruzione della direzione collettiva del processo rivoluzionario, una direzione collettiva con sufficiente autorità morale nei confronti delle masse per spingere le necessarie correzioni, contribuire a garantire la continuazione e l'approfondimento della rivoluzione venezuelana e aprirle una via verso una prospettiva socialista".

Le organizzazioni politiche e sociali che promuovono il processo rivoluzionario e le forze coscienti del popolo sono di fronte a nuove sfide, minacce e compiti impegnativi che richiedono un aumento delle nostre capacità per ottenere, come ci chiedeva il Comandante Chávez, "la risposta da tutte e tutti i patrioti, rivoluzionari, da tutti coloro che sentono la patria nelle viscere (...), di unità, lotta, battaglia e vittoria".

Uno dei primi compiti da affrontare è quello di concretizzare le condizioni favorevoli esistenti per una clamorosa vittoria popolare-rivoluzionaria nelle elezioni presidenziali del prossimo 14 aprile, in modo che il compatriota Nicolás Maduro assuma la guida dello Stato e del governo, per completare il mandato presidenziale 2013-2019 e con le sue capacità, correttamente segnalate dal Comandante Chávez, assuma l'alta responsabilità politica di favorire la continuazione e l'approfondimento del processo rivoluzionario venezuelano.

Nicolás Maduro è un quadro che ha le credenziali e l'esperienza per svolgere il ruolo assegnatogli. Proviene dal seno della classe lavoratrice, ha militato fin dalla gioventù nelle organizzazioni politiche e sociali di avanguardia, in particolare nelle file del movimento operaio-sindacale impegnato nell'organizzazione e difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. E' stato un membro di spicco della squadra politica e del governo del presidente Chávez. Ha dimostrato la sua convinzione circa la necessità di mantenere e sviluppare l'alleanza fra i diversi fattori politici e sociali grazie alla quale sono state inflitte grandi sconfitte alla reazione venezuelana e ai suoi alleati internazionali.

Il popolo venezuelano, in particolare i suoi ampi settori popolari e la classe lavoratrice, come il movimento progressista mondiale, meritano che le forze popolari, rivoluzionarie e genuinamente democratiche della società venezuelana esprimano, con chiarezza e fermezza, la volontà e la determinazione a continuare e intensificare il cammino sulla via dell'unità popolare rivoluzionaria e ad assumere azioni di carattere strategico in tal senso. Quindi, come Consiglio Patriottico dei Partiti Politici, ESPRIMIAMO la nostra ferma, piena e totale disponibilità a veder realizzata l'elezione di Nicolás Maduro a Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela il prossimo 14 aprile.

Con la sua direzione politica, in linea con l'eredità storica e la pratica rivoluzionaria del Comandante Chávez, ribadiamo i principali obiettivi generali assunti il 2 maggio 2012:

a) Costruzione dello Stato rivoluzionario, popolare e democratico, libero da burocratismo, inefficienza e corruzione, mediante il rafforzamento dei meccanismi di applicazione del Potere popolare, del controllo sociale, dell'efficacia politica e qualità rivoluzionaria;

b) Sviluppo pianificato dell'economia e delle forze produttive, sulla base della sua diversificazione, modernizzazione e industrializzazione;

c) Avanzamento nella socializzazione della proprietà dei mezzi di produzione e nelle forme di produzione alternative al capitalismo e nello sradicamento dei rapporti di produzione latifondisti nelle campagne;

d) Dispiegamento di un'ampia rivoluzione culturale, che abbia come fulcro l'ideologia rivoluzionaria e gradualmente sostituisca i valori della morale borghese;

e) Lotta intransigente per i diritti integrali delle lavoratrici e i lavoratori, dei contadini, degli indigeni, delle donne, degli studenti, dei giovani, dei bambini e degli altri settori oppressi e sfruttati dal capitalismo;

f) Difesa senza riserve della patria e della Rivoluzione contro i nemici interni ed esterni;

g) Unità dei popoli latinoamericani e caraibici sulla base dell'uguaglianza, della solidarietà e del rispetto reciproco e difesa comune contro l'imperialismo.

Indipendenza e Patria Socialista! 
Vivremo e Vinceremo!

Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) 
Partito Comunista del Venezuela (PCV) 
Movimento Elettorale del Popolo (MEP) 
Patria per Tutti (PPT) 
Movimento Rivoluzionario Tupamaro (MRT) 
Unità Popolare Venezuelana (UPV) 
Per la Democrazia Sociale (PODEMOS) 
Indipendenti per la Comunità Nazionale (IPCN) 
Nuovo Cammino Rivoluzionario (NCR) 
Correnti Rivoluzionarie Venezuelane (CRV) 
REDES 
Partito Rivoluzionario del Lavoro (PRT)

Caracas, 20 marzo 2013.




Encuentro del Consejo Patriótico de los Partidos Políticos del Gran Polo Patriótico con el candidato presidencial, Nicolás Maduro Moros.

Caracas, 20 mar. 2013, Tribuna Popular TP.- En la mañana de hoy, desde el Teatro Municipal de esta capital, se celebró el acto de proclamación del candidato presidencial de la revolución bolivariana, Nicolás Maduro Moros, por parte del Consejo Patriótico de los Partido Políticos del Gran Polo Patriótico. En él se dio a conocer el Manifiesto que dichas organizaciones lanzaron al pueblo venezolano para confirmar el apoyo a la candidatura de la Revolución y las tareas que vendrán por delante.
A continuación publicamos en forma íntegra dicho documento:
GRAN POLO PATRIÓTICO – GPP

MANIFIESTO DEL CONSEJO PATRIÓTICO NACIONAL DE PARTIDOS POLÍTICOS
El Consejo Patriótico Nacional de Partidos Políticos, surgido como necesidad histórica y con el decidido impulso creador del Presidente Hugo Rafael Chávez Frías, se constituyó el 2 de mayo de 2012 como bloque consecuente e indisoluble del Gran Polo Patriótico.
Ese día se suscribió la Proclama que ha sido y seguirá siendo la brújula de nuestro trabajo y nuestra lucha, asumiendo la continuidad generacional de “una heroica tradición de abnegación y sacrificio contra el coloniaje, la esclavitud, la servidumbre y toda forma de explotación”, con un acumulado político y social que logró la “movilización entusiasta del pueblo venezolano para la gran victoria popular de diciembre de 1998, con la que dio inicio a una etapa cualitativamente nueva del proceso revolucionario, con el indiscutible liderazgo del comandante Hugo Chávez, quien ha encarnado centenarios anhelos por una patria liberada y plena de justicia.”
El presidente Chávez, al frente del pueblo, entendió con claridad medular que “La contradicción principal de Venezuela, para poder avanzar en el camino de su liberación definitiva, sigue siendo hoy la que expresa el enfrentamiento de los intereses de nuestra Nación con los del imperialismo estadounidense”, por lo que las fuerzas políticas progresistas, democráticas y revolucionarias venezolanas asumimos el compromiso “con la profundización del cambio social iniciado; con la liberación de nuestro pueblo de todas las cadenas de dominación imperialista; con el pueblo trabajador para que se libere de toda forma de explotación capitalista; y, con el objetivo supremo de construir una nueva sociedad basada en el trabajo de todos, en la justa distribución de la riqueza social y en la que exista la auténtica democracia, libertad y progreso: el Socialismo.”
El 5 de marzo de 2013 se produjo el lamentable fallecimiento del Comandante Chávez, el hombre que se supo ganar ante el pueblo venezolano y los pueblos del mundo un legítimo liderazgo y una enorme credibilidad, que se convirtió en el principal factor de unidad patriótica, dejando inconclusa la tarea de la “construcción de la dirección colectiva del proceso revolucionario, una dirección colectiva con la suficiente autoridad moral ante las masas para impulsar los correctivos necesarios, ayudar a garantizar la continuidad y profundización de la revolución venezolana y abrirle cauce a su perspectiva socialista.”
Las organizaciones políticas y sociales que impulsamos el proceso revolucionario, y las fuerzas conscientes del pueblo, nos encontramos con nuevos retos, amenazas y tareas que reclaman incrementar nuestras capacidades para lograr, como nos lo planteara el Comandante Chávez: “la respuesta de todas y de todos los patriotas, los revolucionarios, los que sentimos a la patria hasta en las vísceras (…), es unidad, lucha, batalla y victoria.”
Una de las primeras tareas a cumplir es lograr materializar las condiciones favorables existentes en contundente triunfo popular-revolucionario el próximo 14 de abril en las elecciones presidenciales, para que el compatriota Nicolás Maduro asuma la jefatura de Estado y Gobierno para completar el periodo presidencial 2013-2019 y con las capacidades, que correctamente señaló de él el Comandante Chávez, asuma la alta responsabilidad política de ayudar a que el proceso revolucionario venezolano continúe y se profundice.
Nicolás Maduro es un cuadro que cuenta con las credenciales y la experiencia para cumplir el papel encomendado: proviene del seno de la clase trabajadora; ha militado desde su juventud en organizaciones políticas y sociales de avanzada, y en particular en las filas del movimiento obrero-sindical comprometido con la organización y defensa de los derechos de las y los trabajadores; fue un miembro destacado del equipo político y de gobierno del presidente Chávez; ha demostrado su convicción de la necesidad de mantener y desarrollar la alianza de diversos factores políticos y sociales gracias a la cual se le han propinado importantes derrotas a la reacción venezolana y a sus aliados internacionales.
El pueblo venezolano, particularmente sus amplios sectores populares y la clase trabajadora, al igual que el movimiento progresista mundial, merecen que las fuerzas populares, revolucionarias y genuinamente democráticas de la sociedad venezolana expresemos, con claridad y firmeza, la disposición y decisión a continuar transitando y fortaleciendo caminos de unidad popular revolucionaria, y asumamos acciones de carácter estratégico, por lo que, como Consejo Patriótico de Partidos Políticos, MANIFESTAMOS nuestra firme, plena y absoluta disposición de lograr la elección de Nicolás Maduro como Presidente de la República Bolivariana de Venezuela el próximo 14 de abril.
Con su liderazgo político, consecuentes con el legado histórico y la práctica revolucionaria del Comandante Chávez, reiteramos igualmente los objetivos generales fundamentales que asumimos el 2 de mayo de 2012:
a)    Construcción del Estado revolucionario, popular y democrático, libre de burocratismo, ineficiencia y corrupción, mediante la profundización de los mecanismos de ejercicio del Poder Popular, la contraloría social, eficacia política y calidad revolucionaria;
b)    Desarrollo planificado de la economía y de las fuerzas productivas, sobre la base de su diversificación, modernización e industrialización;

c)    Impulso de la socialización de la propiedad sobre los medios de producción y a formas de producción sustitutivas del capitalismo, y erradicación de las relaciones de producción latifundistas en el campo;

d)    Despliegue de una amplia revolución cultural, que tenga como centro la ideología revolucionaria, y sustituya paulatinamente los valores de la moral burguesa;

e)    Lucha intransigente por los derechos integrales de las y los trabajadores, campesinos, indígenas, mujeres, estudiantes, jóvenes, niños y demás sectores oprimidos y explotados por el capitalismo;

f)     Defensa irrestricta de la patria y de la Revolución ante los enemigos internos y externos;

g)    Unidad de los pueblos latinoamericanos y caribeños sobre la base de la igualdad, la solidaridad y el respeto mutuo, y la común defensa contra el imperialismo.

¡Independencia y Patria Socialista!
¡Viviremos y Venceremos!
Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV)
Partido Comunista de Venezuela (PCV)
Movimiento Electoral del Pueblo (MEP)
Patria para Todos (PPT)
Movimiento Revolucionario Tupamaro (MRT)
Unidad Popular Venezolana (UPV)
Por la Democracia Social (PODEMOS)
Independientes por la Comunidad Nacional (IPCN)
Nuevo Camino Revolucionario (NCR)
Corrientes Revolucionarias Venezolanas (CRV)
REDES
Partido Revolucionario del Trabajo (PRT)
Caracas, 20 de Marzo de 2013.

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mercoledì 27 marzo 2013

Gli USA hanno reclutato 30 funzionari pubblici venezuelani / EEUU reclutó a 30 funcionarios públicos venezolanos


 Gli USA hanno reclutato 30
funzionari pubblici venezuelani
26-03-2013 - Patria Grande www.cubadebate.cu
Il giornalista venezuelano José Vicente Rangel ha rivelato, domenica, che il governo degli Stati Uniti, attraverso le sue ambasciate nei paesi della regione, è riuscita a reclutare 30 funzionari pubblici venezuelani perché forniscano informazioni, attraverso una rete di intelligence, agli organismi spionistici degli Stati Uniti.

Nella sezione 'Confidenziale' del suo programma di José Vicente Hoy, in onda sul canale televisivo privato Televen, Rangel ha riferito che questi funzionari "lavorano in istituzioni chiave dello Stato venezuelano e, utilizzando vari codici, inviano dati relativi alla difesa nazionale, politica estera e all'economia".

Egli ha segnalato che prima che il ministro degli Esteri, Elias Jaua, avesse annunciato la sospensione del canale di comunicazione con Washingthon, in seguito alle dichiarazioni interventiste contro il potere elettorale emesse da Roberta Jacobson, era prevista l'applicazione due passi per normalizzare le relazioni bilaterali.

Ha detto che la prima delle azioni era relazionata con "la verifica dello stato e le misure di sicurezza degli aeroporti del paese", mentre la secondo comprendeva "la visita di un alto funzionario dell'ufficio di Federal Drug Administration (DEA)"

EEUU reclutó a 30 funcionarios públicos venezolanos
El periodista venezolano José Vicente Rangel reveló este domingo que el gobierno de los Estados Unidos, a través de sus embajadas en países de la región, ha logrado reclutar 30 funcionarios públicos venezolanos para que suministren información, a través de una red de inteligencia, a los organismos de seguridad norteamericano.
En la sección Confidenciales de su programa José Vicente Hoy, transmitido por el canal de televisión privado Televen, Rangel informó que estos funcionarios “trabajan en instituciones claves del Estado venezolano y, utilizando diversos códigos, envían datos relacionados con la defensa nacional, política exterior y marcha de la economía”.
Asimismo, señaló que antes de que el canciller de la República, Elías Jaua, anunciara la suspensión del canal de comunicación con Washingthon, como consecuencia de las declaraciones injerencistas contra el poder electoral emitidas por Roberta Jacobson, estaba prevista la aplicación de dos pasos para normalizar las relaciones binacionales.
Indicó que la primera de las acciones estaba realacionada con “la
verificación del estado y medidas de seguridad de los aeropuertos del país”, mientras que la segunda comprendía “la visita de un alto funcionario de la oficina de Administración Federal de Drogas (DEA, por sus siglas en inglés)”.
(Con información de Patria Grande)



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lunedì 18 marzo 2013

¿Cáncer inoculado? / Cáncer, ¿arma secreta?


¿Cáncer inoculado?

Eleazar Díaz Rangel

17/03/2013 07:14 PM |

Julián Assange es hoy otro personaje invisibilizado. No se crean que sólo lo hacen con los pobres, como durante tantos años ocurrió aquí y sucede en países latinoamericanos.

También desaparecen de los medios a personajes que en algún momento estuvieron en el epicentro de la atención mediática de todo el mundo y, de pronto, "dejan de ser noticia". En nuestro caso, Assange fue el hombre que entregó a cinco de los diarios más famosos del mundo centenares de miles de mensajes que enviaron las embajadas de EEUU al Departamento de Estado desde decenas de países, incluido Venezuela, pero hubo dos circunstancias que lo bajaron del pedestal: una, que cuando Assange observó que en esos diarios dejaban de publicar cables que afectaban determinados intereses, políticos y de empresas transnacionales, cortó sus relaciones con ellos y, la otra, que EEUU comenzó a perseguirlo y debió asilarse en la Embajada de Ecuador en Londres, donde aún se encuentra.

Hace muy poco concedió una entrevista a Elizabeth Carvallo para Globo News y denunció que "la Agencia de Seguridad Nacional de EEUU, que es la principal agencia de espionaje electrónico de EEUU, admitió ante el Congreso que intercepta 1,6 mil millones de unidades de comunicación al día", y fue más allá, dijo también que Internet es "la máquina de espionaje más importante que jamás se haya inventado" y que Google y Facebook "se ven parte del sistema".

Un país con esa capacidad de nutrirse de información de todos los mortales sobre la Tierra y de interceptar casi todas las llamadas telefónicas que hacemos y los mensajes que enviamos o recibimos, es capaz de cosas mayores.

"…En el caso particular del cáncer, se conoce que, desde 1975, se ha empleado el Fuerte Detrick como instalación donde radica una sección especial dentro del Departamento Virus del Centro para la Investigación de Guerra Biológica, conocida como "Instalaciones Fredrick para la Investigación del Cáncer", bajo supervisión del Departamento de Defensa, de la CIA y del Instituto Nacional del Cáncer.

"Las investigaciones ultrasecretas están encaminadas a desarrollar un programa especial del virus del cáncer, sumamente agresivo y letal, para el que existe inmunidad y fue identificado como Virus Humano de la célula T de Leucemia (Htlv). La insistencia de estos laboratorios de lograr los mecanismos para elaborar artificialmente células malignas o cancerígenas, sumamente invasivas y capaces de propagarse en el organismo desarrollando una metástasis incontenible, se ha mantenido a lo largo de más de cuatro décadas. De acuerdo con estos proyectos, las enfermedades cancerígenas serían capaces de inhibir cualquier defensa ante su ataque al organismo humano, diseminándose a través de la sangre o de la linfa luego de ser inoculadas en el mismo mediante diversas vías. La alteración del material genético de las células humanas que provoca el cáncer por vía artificial en estos laboratorios, son la premisa básica de esta arma desarrollada con la venia del Gobierno norteamericano. Para ello se elaboran células madres o stem cells, mediante mutaciones monitoreadas y preconcebidas, convirtiéndolas en un fenotipo maligno más heterogéneo de rápido desarrollo", según escribió Percy Alvarado Godoy, luchador e investigador antiterrorista.

http://autohrermes.ning.com/profiles/blogs/c.ncer-inducido-un-arma.de.la.cia?xq_source=activity

Ahora lean el comienzo de un informe escrito por Robert Burns en 2007, de la agencia AP: "En uno de los secretos más duraderos de la Guerra Fría, el Ejército de Estados Unidos exploró la posibilidad de utilizar venenos radioactivos para asesinar a 'personas importantes', como líderes militares o civiles, según documentos desclasificados obtenidos por The Associated Press".

Seguramente el presidente Hugo Chávez no conocía esos informes cuando, a fines de 2011, expresó su extrañeza de que personalidades como Cristina Fernández, Dilma Rousseff, Fernando Lugo, Lula da Silva y él, hubiesen tenido cáncer, y señaló que no podía ser casual que algunos poderes foráneos pudiesen tener responsabilidad.

Muerto Chávez, enterado el alto gobierno de que muestras de la biopsia enviadas a laboratorios especializados de Brasil, China, Rusia, y con nombre supuesto, EEUU, coincidieron en que se trataba de células únicas, de un cáncer extremadamente agresivo, y aparentemente desconocido, es cuando el presidente encargado Nicolás Maduro, anunció que se designará una comisión de científicos de varios países del mundo para conocer del caso. Más recientemente, el ministro Rafael Ramírez declaró estar convencido de que Chávez fue víctima de un complot y fue asesinado. Dijo a BBC Mundo que "Estamos seguros de que el imperialismo y lo más oscuro de las agencias de inteligencia… tienen el manejo de tecnologías que nosotros desconocemos", y le pidió al periodista que no le pidiera "que te demuestre en este momento la profunda convicción que tengo, lo estudiaremos y evaluaremos. No se ha podido demostrar cómo asesinaron a Yaser Arafat, pero a Yaser Arafat lo asesinaron".

Ante esos hechos y opiniones, hay razones para la duda y parece lógica la designación de esa comisión de científicos, y esperar sus resultados para despejar las dudas.

Por supuesto que la Asamblea General de las Naciones Unidas nunca rindió un homenaje parecido a ningún otro Presidente venezolano ni de América Latina. Hoy, es otra expresión de la trascendencia de su personalidad y de su acción de gobierno en todos los países del mundo. Las palabras de Ban Ki-moon son un buen reflejo del significado de Chávez en el exterior. Nadie impidió el homenaje, ni siquiera quienes se sintieron ofendidos por su famoso discurso que comenzó diciendo que olía a azufre, pues el diablo Bush había estado hacía poco en la misma tribuna. Después la OEA e Insulza, su secretario general, hicieron lo propio.

Centenares de miles pudieron verlo en la urna, fui uno de ellos. Otros centenares de miles no alcanzaron a verlo, pero fueron millones los movilizados desde la mañana del 6 de marzo hasta el viernes 15. Creo que en el mundo nunca ha habido una manifestación de pesar y de afecto, de identificación política y compromiso de seguir adelante, como esta demostración del pueblo venezolano. El 14 de abril veremos sus efectos, así como el de la infame y perversa campaña inventando el cuento de las dos urnas, que de Cuba llegó cadáver y que las largas filas es la misma gente a quienes ¡mandaron a desfilar dos veces! ¿Hasta dónde llegarán?

Cáncer, ¿arma secreta?

Internacional • 15 Marzo 2013 - 9:55pm — Charles Kong Soo
Un artículo publicado a principios de 2012 por The Guardian, revela que la CIA desarrolló una pistola para generar células cancerosas y hace un largo recuento de los líderes de la izquierda, adversarios de EU, que han muerto por dicha enfermedad

Caracas asegura que Hugo Chávez murió a causa de una enfermedad inducida.
EU • Cuando el presidente de Venezuela, Hugo Chávez, especuló que Estados Unidos podría haber desarrollado una manera para hacer un arma con el cáncer, parecía un caso para los Expedientes X y los teóricos de conspiraciones.
Esto sucedió después de que varios líderes latinoamericanos fueron diagnosticados con la enfermedad. La lista incluye al ex presidente argentino Néstor Kirchner (de colon); Dilma Rousseff, de Brasil (linfoma); su predecesor Luiz Inacio Lula da Silva (de garganta); el propio Chávez (desconocido); ex mandatario de Cuba Fidel Castro (de estómago); Evo Morales, de Bolivia (nasal), y Fernando Lugo, de Paraguay (linfoma).
¿Qué tienen en común todos además del cáncer? Son líderes de izquierda. ¿Coincidencia? En su discurso del 28 de diciembre de 2011 a las Fuerzas Armadas venezolanas, Chávez sugirió que EU podría haber encontrado una manera de producirles cáncer a los líderes latinoamericanos.
¿Sería tan extraño que hayan inventado la tecnología para difundir el cáncer y que no nos enteremos hasta dentro de 50 años?” preguntó Chávez. “Es muy difícil de explicar, hasta con la ley de las probabilidades, lo que les ha estado pasando a algunos líderes en América Latina. Es muy extraño por decir lo menos” añadió.
Chávez dijo que recibió una advertencia del ex líder de Cuba, Fidel Castro, que ha sobrevivido a cientos de intentos de asesinato fallidos. “Fidel siempre me ha dicho ‘Chávez, ten cuidado. Esta gente ha desarrollado tecnología. Has sido muy descuidado. Cuida lo que comes, lo que te dan de comer... una pequeña aguja y te inyectan no sé qué’” dijo.
¿Suena exagerado? WikiLeaks reportó que en 2008 la CIA le pidió a su embajada en Paraguay que obtuviese todos los datos biométricos, incluyendo el ADN, de los cuatro candidatos presidenciales.
Los teóricos en conspiraciones caribeños creen que la CIA también tuvo que ver en las muertes del activista por los derechos civiles de Trinidad y Tobago y pan-africanista Kwame Ture, el legendario icono del reggae Bob Marley y el primer ministro dominico Rosie Douglas.
Durante la investigación del Comité Selecto del Senado de EU, sobre los complots de asesinato de la CIA a líderes del extranjero en 1975, se reveló que la agencia había desarrollado una pistola con dardos venenosos que causaban ataques cardiacos y cáncer.
La pistola disparaba un dardo con una punta con veneno líquido congelado, del grueso de un cabello humano y de un cuarto de pulgada de largo, que podía penetrar la ropa, era casi imposible de detectar y no dejaba rastros en el cuerpo de la víctima.
Kwane Ture, o Stokely Carmichael, el radical ex líder de los Pantera Negra que inauguró el Movimiento del Poder Negro de 1960, murió afirmando que la CIA lo había envenenado con cáncer. Ture murió de cáncer de próstata a los 57 años, en 1998. Su amigo, artista multimedia y activista Wayne Rafiki Morris afirmó que Ture dijo “sin duda” que la CIA le indujo el cáncer.
Bob Marley murió de melanoma en 1981. Tenía 36 años. El reporte oficial es que contrajo cáncer en 1977 después de lastimarse un dedo del pie, que nunca sanó, mientras jugaba futbol. Los teóricos de conspiraciones alegan que Marley recibió de Carl Colby, hijo del ex director de la CIA William Colby, un par de botas con un trozo de alambre de cobre en su interior, que estaba cubierto con una sustancia carcinogénica que pinchó su dedo gordo.
En lo referente a zapatos envenenados hay una atemorizante similitud entre Marley y Castro. En el caso de Marley, presuntamente la CIA utilizó cáncer en sus botas; para Castro, colocó las altamente venenosas sales de talio en sus zapatos.
Después de solo ocho meses de haber sido electo primer ministro de Dominica, el político radical Rosie Douglas fue encontrado muerto en el piso de su residencia en 2000.
La causa de muerte fue dictaminada como el resultado de un ataque masivo al corazón. Su corazón era del doble de su tamaño normal. Como en el caso de Ture y Marley, hacía ejercicio con regularidad.
El hijo mayor de Douglas, Cabral, insistió en que su padre había sido asesinado y también sugirió la participación de la CIA. En 1998, se reportó que Moshood Abiola, el hombre que se piensa que ganó las elecciones de 1993 en Nigeria, había muerto de un ataque al corazón después de que le dieron un coctel que expandió su corazón al doble de su tamaño.
Jack Ruby, asesino de Lee Harvey Oswald, el presunto asesino del presidente de EU John F. Kennedy, murió de cáncer pulmonar en 1967. Lo extraño es que las células cancerosas no eran del tipo que se origina en el sistema respiratorio. Le dijo a su familia que le habían inyectado células de cáncer en prisión, cuando había sido tratado con inyecciones por un resfriado. Murió justo antes de testificar ante el Congreso.
El bombardero de Lockerbie, Abdelbaset al-Megrahi, desarrolló cáncer terminal. El líder del partido de oposición canadiense, de tendencias izquierdistas, el Nuevo Partido Democrático (NPD), Jack Layton, murió —de una forma de cáncer no dada a conocer— en 2011. Parecería que tener tendencias de izquierda puede ser peligroso para la salud.
Desde 1953, los rusos usaron microondas para atacar al personal de la embajada de EU en Moscú, Rusia. Un tercio del personal eventualmente murió de cáncer a causa de la irradiación de microondas. Imagine lo avanzada y sofisticada que se ha vuelto en el presente la tecnología del asesinato.
***
Texto publicado el 27 de febrero de 2012
The Guardian
Traducción: Franco Cubello

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domenica 17 marzo 2013

Dame in Bianco : Berta Soler “Alla ricerca di più soldi”/Yoani Sanchez :”Le nuove linee guida della CIA”


Dame in Bianco : Berta Soler
Alla ricerca di più soldi”

17-3-13 - Arthur Gonzalez 

Il giorno in cui le autorità competenti cubane decidano di dare piena applicazione al codice penale, come avviene in altri paesi, vedremo molti dei principali salariati di Washington seduti sul banco degli imputati per i reati di false accuse, calunnie e simili.

Una delle prime sarebbe l'ignorante e maleducata Berta Soler, che si é auto titolata presidente  delle cosiddette
Dame in Bianco, senza essere eletta da alcuna riunione del gruppuscolo, ma che ha usurpato la carica in seguito alla morte della sua presidente Laura Pollan, con l'obiettivo di appropriarsi di gran parte del denaro che ricevono dagli Stati Uniti, ambendo l'acquisto di una casa in un quartiere residenziale di L'Avana e abbandonare il quartiere popolare dove vive.

E' proprio questa ignorante ed arrogante signora quella che fin dal suo arrivo in terra di Spagna si é proiettata per ciò che è, una persona con incontinenza verbale per diffamare ed emettere false accuse, su fatti di cui non ha alcuna prova, ma lo fa per ingraziarsi i leader della estrema destra spagnola, diplomatici dell'ambasciata degli Stati Uniti a Madrid e, naturalmente, i suoi sponsor a Miami come Laly Sampedro, responsabile delle finanze per fornire denaro a Berta e ai suoi seguaci.

Quindi, Berta Soler ha realizzato dichiarazioni ingiuriose all'agenzia EFE, lo scorso 11 marzo, in cui ha detto che "si é intensificata la repressione e il regime agisce impunemente per le strade, ci colpisce, ci trascina, ci porta in prigione".

Se qualcuno sa esattamente la falsità di queste dichiarazioni e non mi lascerà mentire, é proprio l'agenzia EFE perché i loro corrispondenti a L'Avana sanno che Berta mente costantemente al fine di seguire le istruzioni che le inviano da Miami, poiché la osservano sfilare domenica dopo domenica, provocatoriamente, per un viale centrale senza essere disturbata da nessuno, diciamo meglio ignorata persino dagli stessi diplomatici nord americani stanchi di sprecare il loro tempo libero, per vederla passeggiare senza il minimo contrattempo. I mercoledì di ogni settimana si riunisce in quella che fu la casa di Laura per eseguire una sorta di tribunale disciplinare in cui con la sua abitudinaria rozzezza insulta, offende e contesta la mancata partecipazione dei suoi seguaci alle attività che organizza, espellendo quelle che le si oppongono; qualcosa di cui non parla ma lo fanno, ad alta voce, le persone maltrattate quando lasciano la casa.

A proposito di quanto detto di "colpi e trascinamento" delle Dame in Bianco, sarà che Berta ha osservato come agisce la polizia spagnola che sì trascina, colpisce e imprigiona molte persone che scendono in strada a protestare contro i criminali tagli imposti dal governo del Partito Popolare, o è che per dipingere le sue delizie a Donna Esperanza Aguirre si sta mostrando tanto coraggioso ed aggressiva, qualcosa che non fa a Cuba neppure per caso?

Coloro che sono confusi dalla manipolazione mediatica che fanno i nord americani e i loro principali alleati in Europa, in relazione alle Dame in Bianco, ora potranno trarre le proprie conclusioni ad ascoltare le parole della grossolana ed incolta Berta sulla morte del presidente Rafael Chavez Frías, quando ha affermato all'agenzia EFE che "noi non ci rallegriamo della morte di Chavez, ma neppure abbiamo il perché rammaricarci".

Evidentemente lei non sa che il Principe delle Asturie in persona, ha partecipato ai funerali per dar incoraggiamento alla famiglia del presidente e esprimere il dolore della Spagna per la sua morte. Poi si dichiararono cristiani e vanno a messa la domenica quando non si rammaricano della perdita di un essere umano credente e praticante della religione cattolica, è per questo motivo che il Santo Padre Benedetto XVI, ha rifiutato riceverle, perché come uomo saggio ha compreso la bassa risma e assenza di convinzioni di queste donne che hanno come unico obiettivo di ottenere più soldi per continuare a vivere senza lavorare, cosa che solo possono fare a Cuba.

En busca de más dinero.

Arthur Gónzalez

El día que las autoridades competentes cubanas se decidan a hacer cumplir a cabalidad el código penal, como se hace en otros países del mundo, veremos a muchos de los principales asalariados de Washington sentados en el banquillo de los acusados por el delito de acusaciones falsas, calumnias y otros similares.
Una de las primeras sería la inculta y grosera Berta Soler, quien se auto tituló presidenta de las llamadas Damas de Blanco, sin ser elegida en ninguna reunión del grupúsculo, sino que usurpó el cargo a raíz de la muerte de su presidenta Laura Pollán, con el objetivo de apropiarse de gran parte del dinero que reciben desde los EE.UU., al ambicionar la compra de una vivienda en un barrio residencial de la Habana y dejar atrás el barrio obrero donde reside.
Es precisamente esta inculta y arrogante señora la que desde su arribo a tierras españolas se ha proyectado como lo que es, una persona con incontinencia verbal para difamar y emitir acusaciones falsas, sobre hechos de los que no tiene la menor prueba, pero lo hace para agradar a dirigentes de la ultraderecha española, funcionarios diplomáticos de la embajada norteamericana en Madrid y por supuesto a sus patrocinadores en Miami como Laly Sanpedro, encargada de las finanzas para suministrarle dinero a Berta y sus secuaces.
Así las cosas, Berta Soler realizó injuriosas declaraciones a la agencia EFE el pasado 11 de marzo, en las que afirmó que “se ha recrudecido la represión y el régimen actúa impunemente en las calles, nos golpea, nos arrastra, nos lleva al calabozo”.
Si alguien conoce perfectamente lo falso de estas declaraciones y no me dejará mentir, es precisamente la agencia EFE, porque sus corresponsales en la Habana saben que Berta miente constantemente con el propósito de seguir las indicaciones que le envían desde Miami, pues la observan desfilar domingo tras domingo provocativamente por una céntrica avenida habanera sin ser molestada por nadie, digamos más bien ignoradas hasta por los propios diplomáticos norteamericanos cansados de perder su tiempo de descanso, para verlas pasar sin el más mínimo contratiempo. Los miércoles de cada semana se reúne en la que fuera vivienda de Laura para llevar a cabo una especie de tribunal disciplinario donde con su acostumbrada grosería insulta, ofende y cuestiona la no participación de sus secuaces en las actividades que organiza, expulsando a las que se le oponen, algo de lo que no habla pero si lo hacen a voz en cuello al salir del lugar las maltratadas.
Sobre lo dicho de “golpes y arrastres” a las Damas de Blanco, ¿será que Berta observó como actúa la policía española que sí arrastra, golpea y encarcela a cuanta persona salga a las calles a protestar por los criminales recortes impuesto por el gobierno del Partido Popular, o es que para pintarle monerías a doña Esperanza Aguirre se está mostrando tan valiente y agresiva, algo que no hace en Cuba ni por casualidad?
Los que estaban confundidos por la manipulación mediática que hacen los norteamericanos y sus principales aliados en Europa, en relación a las Damas de Blanco, ahora podrán sacar sus propias conclusiones al escuchar las palabras de la grosera e inculta Berta sobre la muerte del presidente Rafael Chávez Frías, cuando afirmó a la agencia EFE que “nosotras no nos alegramos de la muerte de Chávez pero tampoco tenemos porque lamentarnos”.
Evidentemente ella no conoce que el príncipe de Asturias en persona, asistió a los funerales para dar aliento a la familia del mandatario y expresar el pesar de España por su muerte. Después se dicen cristianas y van a misa los domingos cuando no se lamentan de la pérdida de un ser humano creyente y practicante de la religión católica, es por esa razón que el santo padre Benedicto XVI, no aceptó recibirlas, pues como hombre sabio comprendió la baja calaña y ausencia de convicciones de estas mujeres que tienen como único objetivo obtener más dinero para continuar viviendo sin trabajar, algo que solo pueden hacer en Cuba.

Yoani Sanchez :”Le nuove linee guida della CIA”

16-03-2013 - Arthur Gonzalez

Tutto indica che la diplo-blogger ufficiale di Washington, Yoani Sánchez Cordero, ha ricevuto nuove istruzione da parte dei funzionari della CIA che la guidano nella sua carriera di "oppositrice" al governo cubano.
Coloro che hanno letto alcuni testi scritti da ex funzionari della CIA come quelli di William Blue, John Stockwell o Phillip Agee, vedranno che il suo agire è una copia fedele di altri piani della CIA, eseguiti tra il 1960 e il 2009, non c'è quasi nulla di nuovo in campo di manipolazione mediatica e fabbricazione d'immagine.
Da quando è tornata dalla Repubblica Ceca e dalla Spagna, la diplo-blogger sta emettendo segnali della nuova linea di azione impartita per quando ritornerà a Cuba e ha iniziato a fornire informazioni sui suoi progetti immediati, in cui cerca uno scontro più aperto con le autorità cubana, forse  con la promessa di un forte sostegno politico a qualsiasi risposta legale da parte del governo, con il sostegno di alcuni partiti e organizzazioni internazionali di destra.
A questo proposito, ha dichiarato durante una conferenza stampa in Messico, dopo la sua partecipazione alla sessione semestrale  della Società Interamericana della Stampa (SIP), che "ritornava a Cuba per fondare un organo di stampa.
So che è impossibile, che legalmente é impossibile, ma non sarò io che mi pongo i limiti. La vita mi ha insegnato che il muro si abbatte spingendo di fronte al mondo".
La sua nuova provocazione è ormai ben delineata, cercherà di infrangere la legge e poi si presenterà come vittima del regime, con il sostegno orchestrato della CIA. Per caso questo stesso non l'hanno fatto con i colpi di stato che eseguirono per anni in America Latina, gli assassinii di leader politici e altre menzogne progettate dall'Agenzia?
Yoani stessa lo ha detto durante la conferenza stampa assicurando che ha già il sostegno e la protezione delle persone che ha conosciuto nel tour che realizza in America ed Europa. A quali persone si riferisce, ai membri delle organizzazioni che lavorano per la CIA nella Repubblica Ceca e Spagna. Sicuramente si.
Per dare più drammaticità alle sue azioni si è auto definita come un "prodotto del secolo XXI" per la sua "perizia" nell'uso delle tecnologie, ma non ha menzionato il totale appoggio della CIA nel suo progetto di Generazione Y, e la larghezza di banda che possiede, la traduzione immediata in 9 lingue che riceve in forma 'gratuita' da "collaboratori internazionali" ed i mezzi tecnici che le portano sino a casa sua gli emissari della CIA, sotto la copertura di semplici ed innocenti "turisti".
Nella campagna d'immagine fabbricata dai nord americani nella loro guerra psicologica contro Cuba, la diplo-blogger di Washington dice che ha inviato, durante cinque anni, più di 15.000 messaggi sul social network Twitter  nonostante ripeta che "per il suo prezzo Internet è praticamente inaccessibile ai cubani poiché per un'ora in rete la gente deve pagare un terzo o la metà del loro stipendio mensile". Non si accorgere che nel mondo ci sono molte persone intelligenti e che sanno contare? Se è così semplice e lei ha così tanto know-how tecnologico, come può coprire le spese se né lei e né suo marito lavorano?
tecnologici del secolo XXI, o é che hanno un finanziamento degli yankee che le permette di far tutto ciò che vuole fare?
Ognuno tragga le sue conclusioni, io per parte mia faccio presto a trarre le mie. La CIA paga le sue attività, di ciò non ho il minimo dubbio.
Las nuevas orientaciones de la CIA

Arthur Gónzalez

Toda hace indicar que la diplobloguera oficialista de Washington Yoani Sánchez Cordero ha recibido nuevas orientaciones de los oficiales de la CIA que la guían en su carrera como “opositora” al gobierno cubano. Quienes hayan leído algunos textos escritos por ex oficiales de la CIA como los de William Blue, John Stockwell o Phillip Agee, verá que su actuación es copia fiel de otros planes de la CIA ejecutados entre 1960 y el 2009, casi no hay nada nuevo en materia de manipulación mediática y fabricación de imagen.
Desde su regreso de la Republica Checa y de España, la diplobloguera está emitiendo señales de la nueva línea de acción impartida para cuando retorne a Cuba y ha empezado a brindar informaciones de sus planes inmediatos, en los que busca una confrontación más abierta con las autoridades cubanas, quizás por la promesa de un fuerte apoyo político a cualquier respuesta legal por parte del gobierno, con el respaldo algunos partidos y organizaciones internacionales de derecha.
En este sentido, declaró durante una rueda de prensa celebrada en México, posterior a su participación en la sesión semestral de la Sociedad Interamericana de Prensa (SIP), que “regresaba a Cuba a fundar un medio de prensa. Sé que es imposible, que legalmente es imposible, pero no seré yo quien me ponga los límites. La vida me ha enseñado que el muro se tumba empujando de cara al mundo”.
Su nueva provocación está ya bien delineada, buscará violar la ley y después se presentará como víctima del régimen con el apoyo orquestado de la CIA. ¿A caso eso mismo no lo han hecho hasta con los golpes de estado que ejecutaron durante años en América latina, los asesinatos de dirigentes políticos y otras patrañas diseñadas por la Agencia?
Yoani misma lo dijo en esa rueda de prensa, al asegurar que ya cuenta con el respaldo y protección de la gente que ha conocido en la gira que realiza por América y Europa. ¿A qué gente se refiere, a los miembros de las organizaciones que trabajan para la CIA en Chequia y España. Seguramente si.
Para darle más dramatismo a sus actos se autodefinió como un “producto del siglo XXI” por su “pericia” en el uso de las tecnologías, pero omitió referirse al apoyo total de la CIA en su proyecto Generación Y, al ancho de banda que posee, a la traducción inmediata a 9 idiomas que recibe de forma “gratuita” por “colaboradores internacionales” y a los medios técnicos que le llevan hasta su casa emisarios de la CIA, bajo la cobertura de simples e inocentes “turistas”.
En la campaña de imagen fabricada por los norteamericanos en su guerra sicológica contra Cuba, la diplobloguera de Washington asegura que ha enviado más de 15 mil mensajes en la red social Twitter durante cinco años, a pesar de repetir que “por su precio actualmente Internet es prácticamente inaccesible para los cubanos ya que por una hora a la red la gente tiene que pagar un tercio o la mitad de su salario mensual”. ¿No se dará cuenta que en el mundo hay muchas personas inteligentes y que saben contar? Si esto es así de simple y ella tiene tanta pericia tecnológica, ¿cómo puede sufragar sus gastos si ella ni su esposo trabajan?
¿Serán magos, además de productos tecnológicos del siglo XXI, o es que tienen un financiamiento de los yanquis que les permite hacer todo lo que asegura hacer?
Cada uno que saque sus propias conclusiones, yo por mi parte hace rato que saque las mías. La CIA paga sus actividades, de eso no me cabe la menor duda.

Tratto da :

alcune foto inserite da internet da autore blog

lunedì 11 marzo 2013

Aumentano i sospetti sulla morte di Chavez-Aumentan las sospechas sobre la muerte de Chávez


 
Aumentano i sospetti sulla morte di Chavez

Aumentano i sospetti che gli Stati Uniti abbiano un ruolo chiave nella morte di Chavez

10-03-2013 - di Antonio Raul Capote

"Sarebbe strano che avessero sviluppato una tecnologia per
indurre il cancro e nessuno lo sappia fino ad ora e lo si scopra
nei prossimi 50 anni?" ha detto lo stesso Chavez nel 2011.
Come dirigenti ed esperti ritengono che "l'impero" lo abbia avvelenato, documenti declassificati ricordano che gli USA studiarono il modo per uccidere i leader della Guerra Fredda.
Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha detto, questo sabato, che Chavez potrebbe essere stato avvelenato da "l'impero" come parte di una strategia per "sconfiggere i Governi che sono contro il capitalismo".
"L'impero ha tutti gli strumenti per pianificare le azioni, per abbattere governi e leader dei movimenti sociali che sono contro il capitalismo" ha detto Morales, l'ultimo uomo politico ad esprimere chiaramente che gli USA potrebbero stare dietro la morte del leader venezuelano.
Anche questa settimana l'avvocata e scrittrice Eva Golinger ha insistito in RT che ci sono prove concrete che gli Stati Uniti contano sulla tecnologia necessaria per aver potuto attentare alla vita di Chavez.
Anche gruppi per i diritti civili negli Stati Uniti hanno presentato, qualche giorno fa, una richiesta sulla base della Legge per la Libertà d'Informazione, chiedendo i dati collegati ai piani per avvelenare o assassinare il leader recentemente scomparso.
Gli USA, dietro un arma di attacco "sovversivo"
Secondo un'informazione declassificata ottenuta dall'agenzia AP, nel 2007, l'esercito USA ha studiato la possibilità di utilizzare veleni radioattivi per assassinare "persone importanti" della Guerra Fredda, come capi militari o civili.
Tra i suoi piani s'includeva quello di lavorare alla creazione di un "arma di attacco sovversivo ad individui o piccoli gruppi".
Uno dei testi pubblicati allora, risalente al 1948, sottolineava anche che un attacco letale contro una persona utilizzando materiale radioattivo doveva essere fatto con discrezione, cioè in modo che fosse impossibile rintracciare il coinvolgimento del Governo degli Stati Uniti. "L'origine della munizione, il fatto che un attacco è stato fatto, e il tipo di attacco non deve essere determinabile, se possibile" afferma il documento. "La munizione deve essere discreta e facilmente trasportabile" ha aggiunto. "Questo tipo di munizioni si proponeva ad uso di agenti segreti o unità sovversive per attacchi letali contro piccoli gruppi di persone importanti, come ad esempio durante le riunioni dei leader civili o militari" assicuravano i documenti.
Nel 1976, il presidente Gerald R. Ford firmò un ordine esecutivo per vietare esplicitamente l'assassinio di personalità straniere da parte di agenti del Governo degli Stati Uniti. Lo fece in risposta alle rivelazioni che la CIA aveva progettato, nella decade del 60, l'assassinio del presidente cubano Fidel Castro, anche per avvelenamento.
I documenti non forniscono prove se gli Stati Uniti usarono davvero un'arma radiologica per assassinare persone di alto rango o anche se in realtà giunsero a crearla. Tuttavia, gli esperti insistono sul fatto che gli Stati Uniti potrebbe essere dietro il cancro che ha ucciso Chavez.
Nel frattempo, il Governo venezuelano ha anche chiesto un'indagine sulle circostanze della malattia di Chavez ed in particolare sul fatto che sia stato  avvelenato o deliberatamente esposto a elementi che causano il cancro.
Aumentan las sospechas sobre la muerte de Chávez
 Aumentan las sospechas de que EE.UU. tuvo un papel clave en la muerte de Chávez
“¿Sería extraño que hubieran desarrollado una tecnología para inducir el cáncer y nadie lo sepa hasta ahora y se descubra esto dentro de 50 años?”, dijo el propio Chávez en 2011.
Mientras líderes y expertos creen que “el imperio” lo envenenó, documentos desclasificados recuerdan que el país estudió cómo matar a líderes de la Guerra Fría.
El mandatario de Bolivia, Evo Morales, afirmó este sábado que Chávez pudo ser envenenado por “el imperio” como parte de una estrategia para “derrotar Gobiernos que están contra el capitalismo”.
“El imperio tiene todos los instrumentos para planificar acciones, para derrotar Gobiernos y líderes de movimientos sociales que están contra el capitalismo”, señaló Morales, el último político en dejar de manifiesto que EE.UU. podría estar detrás del fallecimiento del líder venezolano.
También esta semana la abogada y escritora Eva Golinger insistió en RT en que existen evidencias concretas de que EE.UU. cuenta con la tecnología necesaria para haber podido atentar contra la vida de Chávez.
Incluso grupos de derechos civiles en EE.UU. presentaron hace unos días una solicitud, amparándose en la Ley de Libertad de Información, demandando datos vinculados con los planes de envenenar o asesinar al líder recientemente fallecido.

EE.UU, detrás de un arma de ataque “subversivo”

De acuerdo con información desclasificada obtenida por la agencia AP en 2007, el Ejército de EE.UU. estudió la posibilidad de utilizar venenos radioactivos para asesinar a “personas importantes” de la Guerra Fría, como líderes militares o civiles.
Entre sus planes se incluía el de trabajar en la creación de un “arma de ataque subversivo de individuos o grupos pequeños”.
Uno de los textos publicados entonces, que databa de 1948, destacaba además que un ataque letal contra una persona utilizando material radiactivo se debería hacer discretamente, es decir, de modo que fuera imposible rastrear la participación del Gobierno de EE.UU. “El origen de la munición, el hecho de que un ataque se ha hecho, y el tipo de ataque no debe ser determinable, si es posible”, afirmaba el documento. “La munición debe ser discreta y fácilmente transportable”, agregaba.
“Esta clase de municiones se proponía para el uso de agentes secretos o unidades subversivas en ataques letales contra grupos pequeños de individuos importantes, por ejemplo durante las reuniones de líderes civiles o militares”, aseguraban los documentos.
En 1976, el presidente Gerald R. Ford firmó una orden ejecutiva para prohibir explícitamente el asesinato de personalidades extranjeras por parte de agentes del Gobierno de EE.UU. Lo hizo en respuesta a las revelaciones de que la CIA había planeado en la década de 1960 el asesinato del presidente cubano Fidel Castro, incluso por envenenamiento.
Los documentos no aportan pruebas sobre si EE.UU. realmente usó un arma radiológica para asesinar a individuos de alto rango o incluso si de hecho la llegaron a crear. Sin embargo, los expertos insisten en que EE.UU. podría estar detrás del cáncer que acabó con la vida de Chávez.
Por su parte, el Gobierno venezolano también ha pedido una investigación sobre las circunstancias de la enfermedad de Chávez y específicamente sobre si fue envenenado o deliberadamente expuesto a los elementos causantes del cáncer.

Tomado de: RT

sabato 9 marzo 2013

50 verità su Hugo Chávez e la Rivoluzione Bolivariana


50 verità su Hugo Chávez e la 

Rivoluzione Bolivariana

Salim Lamrani*
Il Presidente Hugo Chávez, scomparso il 5 marzo 2013 a causa di un cancro, a 58 anni, ha segnato per sempre la storia del Venezuela e dell’America Latina.
1. Mai nella storia dell’America Latina un leader politico aveva raggiunto una legittimità democratica così incontestabile. Dal suo arrivo al potere, nel 1999, ci sono state 16 elezioni in Venezuela. Hugo Chávez ne ha vinte 15, fra cui l’ultima il 7 ottobre 2012. Ha sempre sconfitto i suoi rivali con uno scarto fra i 10 e i 20 punti.
2. Tutti gli organismi internazionali, dall’Unione Europea fino all’Organizzazione degli Stati Americani, passando per l’Unione delle Nazioni Sudamericane e il Centro Carter, si sono dimostrate unanimi nel riconoscere la trasparenza degli scrutini.
3. James Carter, ex presidente degli Stati Uniti, ha perfino dichiarato che il sistema elettorale del Venezuela era “il migliore al mondo”.
4. L’universalizzazione dell’accesso all’istruzione instaurata nel 1998 ha avuto risultati eccezionali. Circa un milione e mezzo di venezuelani hanno imparato a leggere e scrivere grazie alla campagna di alfabetizzazione denominata Missione Robinson I.
5. Nel dicembre del 2005, l’UNESCO ha dichiarato che era stato sradicato l’analfabetismo in Venezuela.
6. Il numero di bambini scolarizzati è passato da 6 milioni nel 1998 a 13 milioni nel 2011, e il tasso di scolarizzazione è adesso del 93,2%.
7. La Missione Robinson II è stata lanciata per portare la popolazione nel suo insieme al raggiungimento del livello di istruzione secondario. Così il tasso di scolarizzazione nella scuola secondaria è passato dal 53,6% nel 200 al 73,3% nel 2011.
8. Le missioni Ribas e Sucre hanno permesso a decine di migliaia di giovani adulti di intraprendere studi universitari. Così il numero di studenti è passato da 895.000 nel 2000 a 2,3 milioni nel 2011, con la creazione di nuove università.
9. Per quanto riguarda la sanità, si è creato il Sistema Pubblico Nazionale (Sistema Público Nacional de Salud) per garantire l’accesso gratuito alle cure mediche a tutti i venezuelani. Fra il 2005 e il 2012 si sono creati 7.873 presidi medici in Venezuela.
10. Il numero di medici è passato da 20 per 100.000 abitanti nel 1999 a 80 per 100.000 abitanti nel 2010, ovvero un aumento del 400%.
11. La Missione Barrio Adentro I ha permesso di realizzare 534 milioni di consultazioni mediche. Circa 17 milioni di persone hanno potuto essere visitate, mentre nel 1998 meno di 3 milioni di vite avevano accesso regolare alla sanità. Si sono salvate 1,7 milioni di vite fra il 2003 e il 2011.
12. Il tasso di mortalità infantile è passato dal 19,1 per mille nel 1999 al 10 per mille nel 2012, ovvero una riduzione del 49%.
13. L’aspettativa di vita è passata da 72,2 anni nel 1999 a 74,3 anni nel 2011.
14. Grazie all’Operación Milagro, lanciata nel 2004, 1,5 milioni di venezuelani affetti da cataratte o altre patologie oculari hanno recuperato la vista.
15. Dal 1999 al 2011 il tasso di povertà è passato dal 42,8% al 26,5%, il tasso di povertà estrema dal 16,6% nel 1999 al 7% nel 2011.
16. Nella classifica dell’Indice di Sviluppo Umano del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, il Venezuela è passato dall’ottantatreesimo posto nell’anno 2000 (0,656) al settantatreesimo posto nel 2011 (0,735), ed è entrato nella categoria delle nazioni con un indice di sviluppo umano elevato.
17. Il coefficiente GINI, che permette di calcolare la disuguaglianza in un paese, è passato dallo 0,46 nel 1999 allo 0,39 nel 2011.
18. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, il Venezuela mostra il coefficiente GINI più basso dell’America Latina, essendo il paese della regione dove c’è meno disuguaglianza.
19. Il tasso di denutrizione infantile si è ridotto del 40% dal 1999.
20. Nel 1999, l’82% della popolazione aveva accesso all’acqua potabile. Ora è il 95%.
21. Durante la presidenza di Chávez, la spesa sociale è aumentata del 60,6%.
22. Prima del 1999, solo 387.000 anziani ricevevano una pensione. Ora sono 2,1 milioni.
23. Dal 1999 si sono costruite 700.000 alloggi in Venezuela.
24. Dal 1999, il governo ha consegnato più di un milione di ettari di terra ai popoli aborigeni del paese.
25. La riforma agraria ha permesso a decine di migliaia di agricoltori di essere padroni della propria terra. In totale, si sono distribuiti più di tre milioni di ettari.
26. Nel 1999, il Venezuela produceva il 51% degli alimenti che consumava. Nel 2012 la produzione è del 71%, mentre il consumo di alimenti è aumentato dell’81% dal 1999. Se il consumo del 2012 fosse simile a quello del 1999, il Venezuela produrrebbe il 140% degli alimenti consumati a livello nazionale.
27. Dal 1999, le calorie consumate dai venezuelani sono aumentate del 50% grazie alla Misión Alimentación, che ha creato una catena di distribuzione di 22.000 magazzini alimentari (MERCAL, Casas de Alimentación, Red PDVAL), in cui i prodotti sono sovvenzionati fino al 30%. Il consumo di carne è aumentato del 75% dal 1999.
28. Cinque milioni di bambini ricevono adesso alimentazione gratuita attraverso il Programa de Alimentación Escolar. Erano 250.000 nel 1999.
29. Il tasso di denutrizione è passato dal 21% nel 1998 a meno del 3% nel 2012.
30. Secondo la FAO, il Venezuela è il paese dell’America Latina e dei Caraibi che è più avanti nella lotta per eliminare la fame.
31. La nazionalizzazione dell’ente petrolifero PDVSA nel 2003 ha permesso al Venezuela di recuperare la sua sovranità energetica.
32. La nazionalizzazione del settore dell’elettricità e di quello delle telecomunicazioni (CANTV e Electricidad de Caracas) ha permesso di porre fine a situazioni di monopolio e di universalizzare l’accesso a questi servizi.
33. Dal 1999 si sono create più di 50.000 cooperative in tutti i settori dell’economia.
34. Il tasso di disoccupazione è passato dal 15,2% nel 1998 al 6,4% nel 2012, con la creazione di oltre 4 milioni di posti di lavoro.
35. Il salario minimo è passato da 100 bolívares (16 dollari) nel 1998 a 247,52 bolívares (330 dollari) nel 2012, ovvero un aumento di oltre il 2.000%. Si tratta del salario minimo più alto dell’America Latina.
36. Nel 1999, il 65% della popolazione attiva percepiva il salario minimo. Nel 2012 solo il 21,1% dei lavoratori si trovano a questo livello salariale.
37. Gli adulti che non hanno mai lavorato dispongono di un reddito di protezione equivalente al 60% del salario minimo.
38. Le donne sole, così come le persone portatrici di handicap, ricevono un aiuto equivalente all’80% del salario minimo.
39. L’orario di lavoro è stato ridotto a 6 ore al giorno e a 36 ore settimanali, senza diminuzione salariale.
40. Il debito pubblico è passato dal 45% del PIL nel 1998 al 20% nel 2011. Il Venezuela si è ritirato dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, rimborsando con anticipo tutti i suoi debiti.
41. Nel 2012 il tasso di crescita del Venezuela è stato del 5,5%, uno dei più elevati del mondo.
42. Il PIL pro capite è passato da 4.100 dollari nel 1999 a 10.810 dollari nel 2011.
43. Secondo il rapporto annuale World Happiness del 2012, il Venezuela è il secondo paese più felice dell’America Latina, dietro il Costa Rica, e il diciannovesimo a livello mondiale, davanti a Germania o Spagna.
44. Il Venezuela offre un appoggio diretto al continente americano più importante di quello fornito dagli Stati Uniti. Nel 2.700 Chávez ha destinato più di 8.800 milioni di dollari a donazioni, finanziamenti e aiuti energetici, a fronte dei soli 3.000 milioni dell’amministrazione Bush.
45. Per la prima volta nella sua storia, il Venezuela dispone dei suoi satelliti (Bolívar e Miranda) ed ha ora la sovranità nel campo della tecnologia spaziale. Internet e le telecomunicazioni coprono tutto il territorio.
46. La creazione di Petrocaribe nel 2005 permette a 18 paesi dell’America Latina e dei Caraibi, ovvero 90 milioni di persone, di acquistare petrolio sovvenzionato fra il 40% e il 60%, e di assicurarsi il proprio fabbisogno energetico.
47. Il Venezuela porta aiuto anche alle comunità svantaggiate degli Stati Uniti, fornendo loro combustibile a tariffe agevolate.
48. La creazione della Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América (ALBA) nel 2004 fra Cuba e Venezuela ha posto le basi di un’alleanza di integrazione basata sulla cooperazione e la reciprocità, che raggruppa 8 paesi membri, e che pone l’essere umano al centro del progetto di società, con l’obiettivo di lottare contro la povertà e l’esclusione sociale.
49. Hugo Chávez è stato l’artefice della creazione nel 2011 della Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC), che raggruppa per la prima volta le 33 nazioni della regione, che così si emancipano dalla tutela di Stati Uniti e Canada.
50. Hugo Chávez ha svolto un ruolo chiave nel processo di pace in Colombia. Secondo il presidente Juan Manuel Santos, «se stiamo avanzando in un progetto solido di pace, con progressi chiari e concreti, progressi mai raggiunti prima con le FARC, è anche grazie alla dedizione e all’impegno di Chávez e del governo del Venezuela».
*Dottore in Studi Iberici e Latinoamericani dell’Università Paris IV-Sorbone, Salim Lamrani è un cattedratico dell’Universidad del Reunión e giornalista, specializzato in rapporti fra Cuba e Stati Uniti. Il suo ultimo libro si intitola Etat de siège. Les sanctios économiques des Etats-Inis contre Cuba, Parigi, Ediciones Estrella, 2011, con prologo di Wayne S. Smith e prefazione di Paul Estrade.
[traduzione dal castigliano di Pier Paolo Palermo]
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