Pierre
Piccinin e la mostruosa illusione dell'"ingerenza umanitaria"
di
Silvia Cattori
07/2012
Nel
corso dei suoi primi due viaggi in Siria, Piccinin, professore alla
Scuola europea di Bruxelles, ha potuto muoversi tra diversi gruppi di
"oppositori"
radicali, senza sollevare, almeno in apparenza, il minimo sospetto
delle autorità siriane. Durante il terzo viaggio, quando, a suo
dire, è entrato in Siria attraverso il confine libanese di Masnaa,
Pierre Piccinin è stato arrestato, imprigionato, e poi espulso.
Ecco
il suo itinerario. Dopo aver soggiornato in Libano, dal 12 al 15
maggio 2012, dove avrebbe visitato, se non mi sbaglio, il campo
d'addestramento dell' "esercito
siriano libero"
(ASL), Pierre Piccinin è entrato in Siria.
Indubbiamente
prevedeva, come per i suoi due viaggi precedenti, di eludere
l'attenzione delle autorità in modo da potersi dirigere, senza
essere ostacolato, verso i luoghi dove la ribellione, raggruppante
partigiani militari o civili della lotta armata contro il regime, ha
i suoi quartieri generali, e potervi qui incontrare, possibilmente, i
suoi capi. Doveva dunque aspettarsi di essere arrestato. Le torture
che dice di aver visto in prigione, e l'ottima impressione che dice
di aver tratto dai suoi contatti con l'ASL [1] hanno, almeno a prima
vista, radicalmente cambiato il suo editoriale sulla situazione in
Siria.
Durante
i suoi precedenti rientri, Piccinin aveva messo in particolare
evidenza come la stampa occidentale si dedicasse ad una massiccia
disinformazione sulla Siria, e aveva rivelato le falsità dell'
Osservatorio
siriano dei diritti dell'uomo
a cui tutti i media si affidano, cosa che gli era valsa la simpatia
dei lettori che tale disinformazione rifiutano.
Questa
volta, quale un novello San Paolo folgorato dalla rivelazione sulla
via di Damasco, diventa apertamente apostolo di un intervento
militare in Siria e dichiara di essersi "sbagliato"
sul carattere minoritario dell'opposizione [2], - modo per dire che
il popolo siriano sosterrebbe massicciamente la ribellione violenta
nella lotta contro Damasco. Diventato immediatamente l'idolo dei
media dell'establishment, Piccinin incarna ormai, con nostro grande
rammarico, quello che abbiamo sempre combattuto: l'ingerenza detta
"umanitaria".
In
un messaggio postato su Facebook
il 24 maggio [3] scrive: "...di
fronte a tutti gli orrori che ho scoperto (...) mi unisco al loro
appello [cioè: l'appello dell' opposizione armata] per un intervento
militare in Siria, che possa rovesciare l'abominio del regime
baathista, e questo anche se il paese dovesse sprofondare nella
guerra civile.."
Se
l'etica, e l'esperienza vissuta, giustificano che Piccinin denunci la
pratica della tortura nelle prigioni siriane, perchè lui non ha - a
nostra conoscenza - denunciato con lo stesso fervore le torture e i
massacri abominevoli perpetuati contro migliaia di Siriani dall'
"esercito
siriano libero"
e le sue bande di assassini, e che i media dell'establishment,
attribuiscono sistematicamente e senza discernimento alle forze di
sicurezza siriana [4]?
Il
suo appello all'intervento militare in Siria, gli assicura la
presenza nei programmi radiotelevisivi. E non sempre per il meglio.
Quello che dice, ovviamente, supporta l'ideologia dell'ingerenza
"umanitaria",
della quale Bernard-Henry Lévy (BHL) è diventato la punta di
diamante, e che François Hollande ha immediatamente sottoscritto:
come se BHL fosse il capo dell'esercito !!! Un'ideologia
dell'ingerenza che veicola la mostruosa illusione che la soluzione ai
conflitti e alle sofferenze dei popoli passi attraverso la guerra,
attraverso l'utilizzo del Capitolo VIImo della Charta delle Nazioni
unite, che permette di dare carta bianca alla potenze NATO, gettare
olio sul fuoco, armare dei ribelli che i popoli non hanno scelto,
bombardare e distruggere paesi interi impunemente.
Ironia
della sorte, anche se oggi Piccinin dice ciò che le redazioni
vogliono ascoltare, motivo per cui se lo contendono, queste stesse
non gli perdonano di aver in precedenza buttato sassi nello stagno
della disinformazione. Così, Christophe Ayad, "grande
reporter, conoscitore del mondo arabo"
che in realtà fa parte dei disinformatori - e le cui disanime
tendono in genere alla preservazione dell'immagine d'Israele - si è
immediatamente schierato in prima linea per demolire Piccinin,
definendolo "l''utile
idiota"
del regime siriano [Le Monde - 6 giugno]. Come giusto ritorno : il
quotidiano Le
Monde
è stato costretto a ritrattare l'articolo astioso, falso e
diffamatorio di Ayad.
L'itinerario
seguito da Piccinin in Siria non è mai stato quello di un comune
viaggiatore : come ieri in Libia, non si è mai troppo interessato
alle sofferenze della popolazione esposta alla destabilizzazione
criminale e alle violenze dei gruppi "ribelli
"
: si è soprattutto interessato ad avvicinare quei gruppi e, una
volta in loro contatto, a raccogliere informazioni.
Quali
elementi giustificano il suo nuovo giudizio sulla portata della
rappresentatività dell'opposizione in Siria, e sulla necessità di
sostenerla attraverso un intervento straniero che, come ieri in
Libia, non ha alcun rispetto della vita umana?
L'opposizione
alla guerra non si è mai basata sull'idea che la tortura non si
praticava nei paesi attaccati. Il punto è capire se la guerra detta
"umanitaria"
è la soluzione. Anche perché, dagli anni 90, tutti gli interventi
ratificati o meno dall'ONU, per i quali era stato proclamato che
dovevano "liberare
i popoli", "liberare le donne", "portare la
democrazia", "proteggere delle vite",
hanno gettato dei popoli interi nell'orrore e distrutto i loro paesi:
ex-Jugoslavia, Afghanista, Iraq, Libia.
Come
Piccinin spiega il suo "ravvedimento"?
Preoccupata
per la sua sorte quando, il 19 maggio, abbiamo appreso che Piccinin
era stato arrestato in Siria, e stupita di sentirlo annunciare il suo
sostegno alla guerra al suo ritorno, abbiamo chiesto di parlagli. Ci
ha gentilmente concesso un'intervista a condizione che non falsassimo
le sue parole. Tuttavia, poiché il colloquio del 24 maggio ci aveva
lasciato in un profondo malessere, abbiamo informato Piccinin che non
era nostra intenzione pubblicare l'articolo. Poi, scioccati sia dai
suoi ripetuti appelli a favore di un intervento militare trasmessi
dai principali media, sia dalla violenta invettiva di Christophe Ayad
- il cui vero obiettivo era quello di colpire, attraverso Piccinin,
tutti quelli che, come lui, avevano evidenziato per un anno le derive
dell'informazione - abbiamo deciso di rompere il silenzio. Abbiamo
quindi informato Piccinin che avremo alla fine pubblicato parte della
nostra conversazione.
Le
principali domande che gli abbiamo fatto.
Per
prima cosa volevamo capire come Piccinin poteva spiegare la necessità
d'intervenire militarmente in un paese, partendo dalla sua "scoperta"
che la tortura vi era praticata, quando avrebbe dovuto sapere che
tutti i servizi di sicurezza della regione la praticano (Egitto,
Arabia Saudita, Barhein, Giordania, Israele, ecc...) così come
l'Occidente "virtuoso"
(Abou Ghraib, Guantanamo). E quando ben doveva sapere che, in un
paese dove la popolazione è la vittima principale delle atrocità
delle bande armate definite a torto d'"opposizione",
i servizi di sicurezza sono più inclini a farci ricorso. Come poteva
stabilire un rapporto di causa ed effetto tra la violazione dei
diritti dell'Uomo, in un qualsiasi paese, e la necessità di
intervenirci militarmente? Perchè se la repressione, la tortura, i
massacri dovessero essere sanzionati da guerre "umanitarie"
bisognerebbe allora attaccare molti paesi, ad iniziare dagli Stati
Uniti ed Israele. Poteva ignorare che la coalizione che finanzia la
ribellione in Siria - come ieri quella in Libia - disdegna
completamente la democrazia e il rispetto dei diritti dell'uomo? Che
mira a tutt'altri obiettivi?
In
secondo luogo volevamo capire come poteva affermare che in Siria "
non c'è nessun interesse per noi; contrariamente alla Libia ad
esempio, questo sarebbe un vero intervento umanitario" [5].
Affermazione
che, a nostro parere, è assurda perchè ogni confronto che
strumentalizzi e fomenti -come abbiamo visto in Iraq- l'antagonismo
tra sunniti e sciiti, serve innanzitutto agli scopi d'Israele.
Considerando la posizione geostrategica della Siria, Israele è in
effetti il primo interessato alla destabilizzazione e all'eventuale
caduta di Bachar el-Assad, avendo nel mirino l'Iran, Hezbollah e
Hamas, ultime resistenze ai suoi progetti di predominio nella
regione.
Durante
il nostro colloquio, il 24 maggio, ansioso di assicurare coerenza al
suo discorso e di spazzare le critiche relative al suo
"ravvedimento",
Piccinin ha iniziato a correggere le sue prime dichiarazioni alla
stampa adducendo questo "ravvedimento"
[6] al suo nuovo giudizio sul "carattere
del regime",
e non alla "scoperta"
della tortura nelle prigioni siriane. Durante il nostro colloquio
abbiamo comunque avuto la sensazione che scaturisse soprattutto dai
legami di simpatia annodati con i combattenti e simpatizzanti
dell'ASL, di cui era apertamente diventato, dopo Sofia Amara, un
difensore dichiarato.
*
* *
Riproduciamo
qui fedelmente una piccola parte dell'intervista
[l'intervista
è durata 147 minuti. Abbiamo rinunciato, in rari casi, di proporla
nel suo svolgimento completo laddove sviluppava quello che era stato
detto durante l'intervista accordata al giornalista Jonathan Moadab
[7].
S.C
: Dal ritorno dal suo terzo viaggio in Siria, lei insiste sulla
necessità di un "intervento
umanitario".
Lei motiva il suo appello col fatto di aver scoperto la pratica della
"tortura".
Era noto che la tortura si praticava nelle prigioni siriane. Abbiamo
difficoltà a comprendere come questa scoperta possa spiegare il suo
appello ad un intervento militare in sostegno all'ASL. Gli Stati
Uniti ed Israele, meno attaccati della Siria, torturano ogni giorno
in nome della loro lotta contro i "terroristi".
Che cosa risponde?
P.P
:
"Innanzitutto
non è solo la scoperta della tortura in Siria che mi porta oggi a
sostenere l'idea di un intervento militare capace di aiutare
l'esercito siriano libero a vincere il regime, (...) non tutto si
riduce a ciò. E' vero che, durante la prima intervista rilasciata a
caldo (...), ho potuto dare quest'impressione". (...) "Per
prima cosa, ero terribilmente scioccato, pensavo che le cose fossero
cambiate, e non è il caso. Secondariamente, ho incontrato numerosi
oppositori politici in tre prigioni. Terzo elemento, ho incontrato a
più riprese dei responsabili dell'esercito siriano libero, anche a
Damasco. Tutte questi elementi insieme mi fanno dire che il regime
non cambia (...)"
S.C
:
Nel passato, prima di questo viaggio finito male, lei aveva mai
dichiarato di essere contro un intervento in Siria?
P.P
: "Ho
avuto numerosi contatti con l'esercito siriano libero, e con dei
responsabili dell'esercito siriano libero per la prima volta durante
quest'ultimo viaggio. Non avevo mai avuto da parte loro
un'informazione molto chiara su chi realmente erano e su cosa
volevano.
In
passato, come ho già pubblicato, i miei contatti con l'opposizione
si erano limitati ai dimostranti di Hama - a più riprese in luglio e
in dicembre - che non fanno parte dell'esercito libero siriano, che
manifestavano pacificamente; e con Fatwa Souleiman, e due gruppi di
ribelli a Homs che non erano membri dell'esercito siriano libero, che
hanno chiaramente detto che erano dei cittadini di Homs che si erano
ribellati.
Per
la prima volta durante questo viaggio ho incontrato, a Damasco,
alcuni responsabili dell'esercito siriano libero che mi hanno
spiegato qual era la loro situazione a Damasco e come si preparavano
all'insurrezione; e poi a Talbisseh, città nelle mani dell'esercito
siriano libero, dove ho potuto incontrare il comando della città e
sono rimasto impressionato della loro organizzazione ed anche di
incontrare tra gli ufficiali, non dei barbus o dei guerriglieri, ma
delle persone assolutamente dignitose; tra di loro degli alauiti e
dei cristiani, una maggioranza di sunniti è vero, ma persone né
fanatiche né tagliatori di teste. E contrariamente a quanto detto da
alcuni, l'esercito siriano libero è molto semplice, e quando ho
scritto ho sempre fatto la differenza tra i salafiti che tagliano
teste e commettono attentati e l'esercito siriano libero"
S.C
: Non è l'ASL che taglia le teste?
P.P
: "No,
che io sappia. Non ho mai detto che l'esercito siriano libero taglia
le teste."
S.C
:
L'ASL non taglia teste?
P.P
: "Non
a mia conoscenza. Non ho mai detto che l'esercito siriano libero
tagliava le teste e non ho mai incontrato situazioni in cui
l'esercito siriano libero tagliava teste."
S.C
: Non ha mai incontrato Siriani i cui figli sono tornati tagliati a
pezzi dentro un sacco?
P.P
:
"Se
legge le mie interviste, soprattutto l'ultimo resoconto che ho fatto
al ritorno dalla Siria in gennaio, ho descritto con precisione, sulla
base delle informazioni che avevo, le costituenti dell'eterogeneità
dell'opposizione. Ho fatto la distinzione tra i differenti elementi
che avevo incontrato e quelli che si suppone essere presenti nel
paese come Al Qaida o i salafiti. Contemporaneamente ho anche cercato
di redigere una cartografia della ribellione in funzione di questi
diversi elementi. Ho spiegato che a Hama c'erano delle manifestazioni
pacifiche, a Homs una ribellione di cittadini di cui Fatwa Souleiman
è portavoce, che coesisteva con la brigata Farouk che si definiva
vicina all'esercito siriano libero; ma l'esercito siriano libero non
riconosceva la brigada Farouk, gruppo terrorista anti-sciita che
esisteva già prima dei disordini in Siria ed era probabilmente un
movimento particolarmente violento. E avevo parlato anche
dell'esercito siriano libero; ed infine dei salafiti; avevo parlato
di Qusseir dove avevo visto dei corpi tagliati a pezzi, e avevo detto
che Qusseir non era sotto l'attacco dell'esercito siriano libero,
Qusseir era piuttosto sotto quello del movimento salafita." [8]
S.C
: A Baba Amro, c'era l'ASL quando lei vi era presente in dicembre.
Tutti i testimoni dicevano cose orribili sugli abusi dei ribelli di
Baba Amro. Lei dice "da
una parte", "io d'altra parte".
Se rimettiamo tutto insieme si capisce che ci sono atrocità da
entrambi le parti. [9]
P.P
:
"Fatwa
Souleiman mi ha detto che il suo gruppo non era membro dell'esercito
siriano libero; è una cosa chiara e netta che mi ha detto. Se poi
questa gente si è unita all'esercito siriano libero dopo che io ero
presente a fine dicembre"
(...)
S.C
: Non capisco come lei possa fare la distinzione tra questo o quel
gruppo di assassini. Io non prendo posizione a favore di una parte.
Voglio capire, cercare di vederci chiaro. A quello che mi hanno
riferito, questa gente dell'ASL commette delle atrocità.
P.P
:
"Chi
le ha detto ciò?"
S.C
: Ho intervistato molte persone a Homs.
P.P
: "Io
anche, ho pubblicato dei video dei quartieri alauiti dove le persone
mi dicevano che l'esercito siriano libero commetteva delle atrocità,
che erano attaccati, che non potevano andare a scuola..."
S.C
: Non ci crede...?
P.P
: "Bfff...io
voglio crederci; Pff...diciamo che li ho pubblicati perchè volevo
mostrare le due parti..."
S.C
: Ho intervistato anche dei sunniti che hanno - come gli alauiti e i
cristiani - orrore dell'ASL e altre bande affiliate. Non vogliono
sentirne parlare. Quando ora l'ascolto appellarsi ad un intervento, e
percepisco la sua empatia verso l'ASL, che lei descrive come persone
educate, ineccepibili, ho i brividi. E' grave schierarsi con loro,
come lei sta facendo!
P.P
: "Io
non sono schierato"
S.C
: De facto, si...fa appello ad un intervento ( in sostegno all'ASL)
P.P
: "...Sia
i politici in prigione, che i combattenti dell'esercito siriano
libero sul territorio, tutti mi hanno detto: senza intervento
straniero il regime vincerà, non abbiamo i mezzi militari che ha il
regime" [10]
S.C
: Ma non tocca a lei belga, dire, a nome dei Siriani, che
l'intervento militare è la soluzione!
P.P
: "Mi
sono posto questa domanda. Fino ad ora, ho sempre difeso i principi
del diritto internazionale della non-ingerenza, dell'intervento. [11]
Se Bachar el-Assad, per mantenere la sua autorità, ha bisogno di
torturare ogni giorno decine di persone nelle tante prigioni del
paese, io ritengo che la sua autorità non è legittima e non posso
chiudere gli occhi sulla cosa..."
S.C
: In questo momento lei è diventato in qualche modo uno dei
portavoce dell'ASL. Lei è di parte. Lei non è credibile. Bisogna
chiedere ai Siriani, che sicuramente non sono d' accordo con lei,
cosa ne pensano!? Sanno bene che il sistema attuale non è perfetto,
ma preferiscono tenerselo piuttosto che vedere vincere la
ribellione...
P.P
:
"Io
parlo a nome dei Siriani, queste persone che mi hanno aiutato nelle
prigioni, che sono martirizzate dal regime, compresi i cristiani e
gli alauiti, mi hanno detto: non ci devi nulla, ma testimonia quello
che hai visto, chiedi un' intervento."
S.C
:
Non è perchè quelle persone l'hanno aiutata che deve diventare il
loro portavoce. Lei sta dicendo le stesse cose che Sofia Amara [12] e
i suoi compagni - entrati illegalmente e senza essere passati dalla
prigione- dicono dopo ogni visita nei campi dell'ASL. Bisogna saper
vedere che da entrambi le parti ci sono problemi...
P.P
:
"L'esercito
siriano libero all'inizio non chiedeva un intervento"
S.C
: A partire da novembre 2011, l'ASL ha chiesto degli attacchi aerei,
un corridoio come in Libia.
P.P
:
"Hanno
capito [l'ASL] velocemente che non potevano combattere con dei
kalachnikovs un apparato così ben organizzato"
S.C
:
L'ASL è un'invenzione esterna. Questo lei lo sa. Lei è confuso. Lei
ha visto cose atroci. Ma ci sono cose atroci da entrambi le parti.
P.P
: "Mi
sta facendo un processo alle intenzioni."
S.C
: Il mio obiettivo non è quello di coprire l'ASL.
P.P
: "L'importanza
della mia testimonianza. Durante i tre viaggi in Siria, ogni volta
sono andato da un campo all'altro; ho contatti con entrambi le parti.
Ho una visione più equilibrata di Manon Loiseau che è stata solo
con l'esercito siriano libero."
S.C
: Voglio ritornare sul fatto che ci sono atrocità da una parte come
dall'altra. Come può chiedere un intervento militare per aiutare
"una
parte"
[13]?
P.P
: "Di
quale parte sta parlando? Non ci sono una o due parti; in Siria ci
sono 4 parti: ci sono i manifestanti pacifici..."
S.C
: I manifestanti pacifici sono contro l'ASL e sostengono il governo
Assad; sono contro la "parte"
dell'ASL. Ci sono quindi da una parte quelli che vogliono una
soluzione pacifica e chiedono una soluzione politica attraverso una
negoziazione. E dall'altra parte l'opposizione violenta dell'ASL e di
altri gruppi armati che chiedono l'intervento esterno. In questo
senso io dico che ci sono due campi.
P.P
: "...Il
regime non vuole negoziare. Neppure l'esercito siriano libero e il
CNS lo volevano......."
_ (...)
S.C
:
Non riesco ancora a capire come lei possa spiegare un intervento
militare in sostegno all'ASL, quando L'ASL e l'intervento fanno paura
a gran parte della popolazione siriana?
P.P
:
"L'esercito
siriano libero, non l'avevo mai avvicinato; per capire l'esercito
siriano libero ed il suo comportamento mi basavo su informazioni che
mi giungevano da fonti che non intervistavo direttamente. L'esercito
siriano libero, l'ho incontrato direttamente questa volta, ho passato
molto tempo con l'esercito siriano libero."
S.C
: Ne è tornato "adepto"
...l'hanno sedotta.
P.P
:
"Lei
mi fa un processo alle intenzioni. Non mi hanno sedotto. Mi sono reso
conto che non ero di fronte ad una banda di guerriglieri come si
potevano vedere in Libia tra i ranghi di Bengasi. Tra di loro ho
incontrato dei cristiani, degli alauiti."
S.C
: La sua unica obiezione di fronte a chi rifiuta l'intervento armato
consiste nel dire che in Siria non è la stessa cosa che in Libia.
Lei ha affermato che "non
ci sono interessi geostrategici in Siria, al contrario che in Libia";
che in Siria sarebbe "un
vero intervento umanitario".
Ciò mi sembra un'assurdità, considerando proprio la sua posizione
geostrategica. Lei ha anche affermato che Israele e gli Stati Uniti
non vogliono che il regime cambi. Ora, Israele e i suoi alleati
occidentali hanno interesse a far cadere il governo di Assad
piuttosto che a mantenerlo, contrariamente a quello che lei ha
affermato. Se ci sarà un intervento in Siria sarà una macelleria
peggio che in Libia, sarà un nuovo paese distrutto, e poi
arrivederci.
P.P
: "Ho
l'impressione, ascoltandola, di leggere i commenti fatti su Facebook
(...) A proposito della Siria e della sua posizione strategica, credo
di aver dimostrato con argomenti concreti e fattuali, che Israele,
gli Stati Uniti e l'Europa sono preoccupati per quello che sta
avvenendo e non vogliono la destabilizzazione del regime..."
S.C
: Questi paesi hanno fatto di tutto per destabilizzare la Siria e
poter intervenire militarmente. [Il veto della Russia e della Cina lo
hanno fortunatamente impedito, evitando il peggio al popolo siriano]
P.P
: "Israele,
è uno Stato che ha una pace reale grazie a Bachar el-Assad; ho
incontrato dei Palestinesi, nelle prigioni di Assad che mi hanno
detto che erano perfettamente consapevoli del sostegno che Bachar
el-Assad dava ad Israele. Che in effetti, fa di tutto per avere degli
ottimi rapporti..."
S.C
:
E' il discorso fatto dall'ASL; Sofia Amara lo ha riproposto negli
stessi termini durante i suoi incontri... [14]
P.P
: "Era
la mia analisi e ne ho trovato conferma dai Palestinesi..."
S.C
: Come se la Siria avesse i mezzi di combattere militarmente Israele
!?
P.
P
:
"I
Palestinesi che rimangono fedeli a Bachar el-Assad si rendono
perfettamente conto che in realtà egli conduce una politica del
tutto a favore d'Israele."
S.C
: E' perché la Siria tiene testa a Israele, rifiutando ogni
compromesso contrariamente all'Egitto, alla Giordania, al Qatar,
ecc...che le potenze che gli sono alleate attaccano il governo
siriano con tale ferocia.
P.P
: "Ricondurre
tutto al mio cambiamento d'opinione, so benissimo che i miei
detrattori ci giocano e cercheranno di moltiplicare [qui non capisco
e glielo dico ma lui continua imperturbabile...] Ci sono altri
elementi e non solo la questione della tortura. E' vero che questo è
emotivamente dominante e sul grande pubblico, la mia testimonianza,
ha dovuto avere un grand'effetto, ma ci sono altri elementi; (...) Ho
potuto appurare questi elementi. Ad esempio quello che mi è stato
detto verso la fine del pomeriggio del 15 a Damasco dove ho
incontrato dei rappresentanti dell'esercito siriano libero. Sono
presenti nella capitale, cosa che ignoravo completamente."
S.C
: Quando lei ha detto, mi ricollego all'appello dell'ASL, "per
un intervento militare in Siria, anche se il paese dovesse
sprofondare nella guerra civile"
è carico di conseguenze!
P.P
: "Non
dica che l'ho detto, perché non sarebbe vero... che mi mobilito per
l'esercito siriano libero. Non ho incontrato solo membri dell'ASL che
hanno chiesto l'intervento. Ho incontrato dei semplici cittadini che
non erano in prigione, ed anche dei prigionieri politici che non sono
membri dell'ASL, ed anche loro chiedono un intervento." [15]
S.C
: Che potrebbe voler dire un individuo non ha significato. L'ASL si.
P.P
: "Numerosi
gruppi, non solo l'ASL. Non è il caso di far sembrare Pierre
Piccinin come il portavoce dell'ASL, che chiede un intervento a nome
dell'ASL. No no (...)"
S.C
:
Lei è adesso impegnato a parlare a nome di quelli che dice aver
"lasciato
dietro di lei".
Ma la gran maggioranza dei Siriani che si oppone alle azioni violente
dell'ASL e a qualsiasi intervento esterno nel loro paese, non possono
che ribellarsi nel sentirla chiedere un intervento per aiutare l'ASL
a vincere?
P.P
: "Le
dirò qualcosa che la scioccherà ancora di più. Io sono convinto
che - cosa già successa in passato - stiamo vivendo un conflitto
piuttosto manicheo. Da una parte abbiamo un regime dittatoriale
spregevole che da 40 anni martirizza la Siria, e dall'altra parte ci
sono persone che sicuramente neppure loro sono degli angeli. Lei ha
ragione a dire che ci sono stati degli abusi: io non ne ho visti ma
dei rapporti degli ispettori ONU pubblicati l'altro ieri hanno
mostrato che ci sono stati degli abusi da parte dell'esercito siriano
libero. Lei sa che la resistenza francese ho commesso degli abusi
[16], ma non credo che l'esercito siriano libero disponga di prigioni
dove si torturano persone incatenate"
S.C
: Loro eliminano, torturano...
P.P
: "Non
credo, non l'ho visto, non posso testimoniarne. Penso che siamo
all'interno di un conflitto piuttosto manicheo, diversamente dalla
Libia, dove c'erano dei clan da una parte, dei clan dall'altra. In
Siria credo che esista una parte, sto per dire qualcosa che la farà
veramente arrabbiare, da una parte c'è il bene e dall'altra il
male."
S.C
: Siamo al delirio...lei sta delirando.
P.P
: "Sapevo
che non l'avrebbe accettato ma io credo...I cristiani, che conosco
molto bene in Siria, ho incontrato il patriarca (...) [non scriviamo
il loro nomi per proteggerli], dei preti, dei cristiani. Io credo che
i cristiani in Siria commettano un errore. Penso che debbano
negoziare con delle autorità esistenti; devono negoziare con il CNS,
con l'esercito siriano libero, che in questo momento è parzialmente
controllato dal CNS, che si è chiaramente smarcato dal regime
(...)."
S.C
:
Non sono solo i cristiani che hanno molta paura dell'ASL, ma anche i
sunniti ...
P.P
: "Che
sostengano la parte di El Assad è comprensibile. Ma che siano così
radicali(...) Nei loro discorsi si posizionano chiaramente in favore
del regime auto-proponendosi bersagli della rivoluzione. Perchè lei
ha ragione, io non sto santificando l'esercito siriano libero, io non
credo che l'esercito siriano libero commetta delle atrocità; o
quantomeno non sistematicamente. Ci sono delle sbavature, questa è
la guerra, ci sono sempre delle sbavature...se non ce ne fossero
sarebbe la prima volta. Ma l'esercito siriano libero cerca di
comportarsi come un esercito civilizzato, -se vuole capire cosa
intendo - che rispetta le regole della guerra, che cerca di (?).
All'inizio erano delle bande di disertori..."
S.C
:
I disertori sono molto pochi.
P.P
: "Molto
pochi in effetti, non molti disertori, militari; hanno cercato di
costituire [ASL] e si costituiscono in un esercito strutturato nel
rispetto delle regole di guerra. Questo almeno bisogna dirlo.
Probabilmente sono le bande salafite responsabili delle atrocità."
S.C
: Non è perché lei ha incontrato il comando dell'ASL, i suoi
ufficiali educati, eleganti e "rasati
di fresco"
come ha detto e ripetuto, che può trarre simili conclusioni?
P.P
: "Ci
sono degli abusi. Non dico che siano tutti angeli. Non stavo
santificando l'esercito libero siriano. E' chiaro che se l'esercito
siriano libero aiutato da un appoggio straniero riuscisse a
sconfiggere l'esercito siriano regolare, si potrebbero avere delle
vendette e ci sarebbe una situazione da guerra civile. E' per questo
motivo che, e per gli alauiti questo è certo, se i cristiani
persistono nel loro discorso di sostegno al regime, se non si
smarcano in tempo, anche loro diventeranno bersagli dei
rivoluzionari..."
(...)
Piccinin
e i suoi contatti con l'ASL
Se
in un primo momento Piccinin ha presentato l'ASL come civilizzato,
incapace di tagliare teste, ha comunque qui ammesso che, se giungesse
al potere, potrebbe abbandonarsi a massacri contro le minoranze, che
per sopravvivere non avrebbero altro ripiego che unirsi al suo
diktat. Ora, questa spaventosa prospettiva, che distruggerebbe la
Siria, sacrificherebbe delle vite e minerebbe la sua popolazione per
generazioni, non sembrava spaventarlo. Quello che sembrava
prioritario era di convincere il suo pubblico che l'ASL è
un'alternativa credibile e che gli attacchi aerei per consolidarne le
posizioni, sono la soluzione.
Ancora,
parlando del fatto che l'opposizione dell'ASL ha gettato la Siria nel
fuoco e nel sangue, Piccinin si è premurato nelle sue risposte, come
nei suoi scritti, salvo smentita, di scagionare l'ASL, e di
presentarla sotto un'aspetto positivo; facendo una distinzione tra il
comportamento dei "salafiti"
- che sarebbero secondo lui quelli che commettono gli abusi- e la
condotta dell'ASL.
Ci
siamo chiesti: è caduto, come altre persone che avevano incontrato
l'ASL prima di lui, nella trappola dell'attaccamento relazionale,
diventato incapace di distacco e di capire che, la buona accoglienza
a lui riservata, non era motivata dall'amore ma da necessità di
propaganda?
L'incontro
con l'ASL sarebbe la chiave del suo "ravvedimento"
Se
Piccinin nei suoi primi resoconti parlava molto di quella che
chiamava "ribellione
cittadina",
rimaneva stranamente silenzioso sull'"esercito
libero"
che era invece l'oggetto centrale di tutti i reportages. Il fascino
provato da di Pierre Piccinin per la ribellione armata dov'era
all'inizio?
Durante
la guerra che ha insanguinato la Libia e distrutto questo paese, egli
ha dimostrato a più riprese di essere capace di introdursi nei
gruppi ribelli e di raggiungere il fronte [17]. Sarebbe stato
l'ultimo ad entrare nel "cuore"
dell'ASL?
Dalla
Libia alla Siria, l'interesse di Piccinin si è apparentemente
focalizzato sui gruppi di ribelli armati - appoggiati dall'esterno -
con i quali amava essere fotografato e che d'altra parte descriveva
con empatia. [18].
Piccinin
dice di aver incontrato per caso l'"esercito
libero"
a Talbiseh, località vicina al Libano. Noi pensiamo che forse non si
recava alla cieca nei luoghi dove l'ASL e i suoi gruppi affiliati
erano presenti. In Libano, l'ASL ha agenti il cui compito è di
accompagnare gli stranieri nei campi della ribellione in Siria. Cosa
non sarebbero capaci di fare per farli passare nei bastioni della
ribellione e ottenere un ritorno positivo? La cosa non ha prezzo. La
propaganda è il ganglio della guerra e l'ASL sa bene come usarla. Al
suo arrivo a Damasco, Piccinin ha incontrato dei responsabili
dell'ASL. Cosa che farebbe pensare che era atteso e che seguiva un
itinerario ben definito. Homs, Talbisseh - dove dice di aver
incontrato il comando militare dell'ASL - Rastan, Hama. Arrestato
prima di entrare a Tal Kalakh, località nelle mani dei ribelli,
doveva proseguire per Qusseir - retroguardia dell'ASL e delle sue
unità di assassini secondo dei testimoni - e a Idlid. A cosa doveva
quindi servire la "cartografia" dell'opposizione armata che
stava per redigere?
Il
desiderio di Piccinin non era forse quello di presentare gli
"oppositori",
con i quali intrecciava dei contatti ad ogni viaggio, come fossero
cittadini pacifici, privi di qualsiasi legame con l'ASL, quando
invece facevano obiettivamente parte del tutto? Quando i servizi
siriani hanno trovato sulla chiavetta USB delle fotografie di
Piccinin con dei combattenti dell'ASL non hanno forse avuto ragione
di pensare che lui non andava in modo casuale da un'unità all'altra
dell'ASL?
Chi
vuole muoversi legalmente in Siria, per raggiungere in incognito le
zone in rivolta contro il governo di el-Assad, ha interesse a
"coprirsi"
per non sollevare sospetti sulle sue vere intenzioni. Detto ciò, ben
lungi da noi immaginare che Piccinin lavorasse per un qualche
servizio. Che sia ben chiaro.
Contrariamente
a quello che suggeriscono Armin Arefi e Christophe Ayad [19], noi
riteniamo che M. Piccinin non abbia in nessun modo "servito"
le autorità siriane, che del resto non aveva mai risparmiate. Il
fatto di aver messo in causa la disinformazione dei media occidentali
su quello che succedeva in Siria, non faceva di lui, come affermano i
due giornalisti per meglio umiliarlo, un "sostegno
al governo di el-Assad".
Riteniamo invece che i suoi scritti siano piuttosto "serviti"
agli agenti che lavorano, in seno ai diversi poteri, per far
sprofondare la Siria nel caos e che, contrariamente a un lettore
qualsiasi, sanno estrapolare dalle informazioni sensibili raccolte
sul territorio da un giornalista o un analista politico ciò che c'è
di utile in termini militari.
E'
proprio la sua denuncia sulla disinformazione anti-Assad che era
valsa a Piccinin la simpatia di tante persone esacerbate dalla
manipolazione mediatica e politica che circonda la Siria. Oggi,
questa simpatia non è più possibile, a causa del suo chiaro appello
ad una mostruosità: l'entrata in guerra contro un paese sovrano, in
sostegno a bande di assassini a quanto pare legate all'ASL, di cui
nasconde gli abusi.
In
conclusione è opportuno notare questa cosa. Quando Piccinin ha
proclamato a
urbi et orbi
il suo sostegno ad un intervento militare, non è stata una completa
sorpresa per molti dei nostri lettori che, da diversi mesi, ci
dicevano di provare un certo disagio nel leggere i suoi articoli. Due
cose in particolare li colpivano.
In
primo luogo, il fatto che non si dilungasse sulle manifestazioni
massicce, quelle veramente pacifiche, in favore del governo Assad,
che da un anno, all'interno della Siria, frenano la volontà delle
potenze occidentali e dei suoi alleati d'intervenire militarmente in
appoggio alla ribellione armata.
E
in secondo luogo, il fatto che non sembrasse emotivamente coinvolto
dagli abusi perpetuati dai gruppi di ribelli. Abbiamo quindi cessato
di pubblicare gli articoli di Piccinin.
Noi
pensiamo che, se Piccinin vuole, come dice, aiutare i Siriani che ha
"lasciato
dietro di lui",
non dovrebbe appellarsi alla mostruosità di un intervento militare
in appoggio agli squadroni della morte dell'ASL, che hanno già fatto
scorrere tante lacrime e sangue.
I
Siriani che vivono nel terrore di essere rapiti, di vedere i loro
figli e le loro figlie sgozzati dalle bande dell'ASL, non è di
Bachar el-Assad e del suo contingente difensivo che hanno paura, come
afferma Piccinin. Quello che temono sopra ogni cosa è un intervento
che distruggerà il loro Stato, la loro nazione - che metterà al suo
posto, come in Iraq e in Libia, dei seviziatori ancor più terribili.
E' questo ciò che fa male. Piccinin si è ben guardato dal dirci chi
farà questa guerra "umanitaria".
I bombardieri del Pentagono? E quando aggiunge, per rassicurarci, che
questo intervento militare non si farà perché nessuno lo vuole,
forse dimentica che l'intervento straniero in Siria è già effettivo
dall'inizio della destabilizzazione, da 16 mesi, per mano della
ribellione finanziata e armata dal Qatar, dalll'Arabia Saudita e
dalle potenze occidentali?
I
popoli non vogliono la guerra perché ne temono a giusto titolo le
terribili conseguenze. E il popolo siriano non fa eccezione. Motivo
per cui, di fronte al dilagare della propaganda occidentale, sono
oggi infinitamente riconoscenti alla Cina e alla Russia che, ben
informati sulla situazione in Siria, forniscono una informazione
onesta [20] e rifiutano di autorizzare il ricorso alla forza e di
cedere alle pressioni di funesti partigiani dell'ingerenza
"umanitaria".
Silvia
Cattori
Traduzione
per www.comedonchisciotte.org
a cura di ARMORIQUE (06.07.2012):
Testo
originale in francese (10.06.2012):
[1]
"Ho
incontrato l'esercito di liberazione che è molto più organizzato di
quanto pensassi (...) Con dei computers, dei posti di comando, degli
ufficiali appena sbarbati, delle bandiere a tre stelle."
Vedere:
"Pierre Piccinin racconta l'orrore delle prigioni siriane"
di Christophe Lamfalussy, La
libre Belgique,
24 maggio 2012
http://www.lalibre.be/actu/international/article/739660/pierre-piccinin-raconte-l-horreur-des-prisons-syriennes.html
[2]
"Penso
che attualmente, c'è comunque una parte della popolazione - un tempo
avrei detto minoritaria, penso di essermi sbagliato, bisogna sapere,
soprattutto in casi come questo, riconoscere i propri errori -, c'è
una parte della popolazione che sta combattendo in Siria per provare
a cambiare ciò."
Vedere:
"Siria, un Belga testimonia: "Quello che ho visto, è
l'inferno in Terra" " di Julien Vlassenbroek e Françoise
Wallemacq, rtbf.be,
24 maggio 2012
http://www.rtbf.be/info/monde/detail
syrie-un-belge-temoigne-ce-que-j-ai-vu-c-est-l-enfer-sur-terre
?id=7775010
[3]
Vedere:
http://anniebannie.net/2012/05/24/le-chemin-de-damas-de-pierre-piccinin/
[4]
Dalla sua creazione nel luglio 2011, l'ASL è stata erroneamente
presentata come un esercito composto essenzialmente da soldati che
avevano disertato l'esercito siriano regolare. Le sue unità si
abbandonano ad atrocità contro i partigiani del regime e i suoi
contingenti di difesa: rapimenti, decapitazioni, mutilazioni,
esecuzioni sommarie. In gennaio l'ASL dichiarava di avere 40.000
combattenti. Cifra improbabile.
[5]
Vedere l'articolo citato in nota (2)
[6]
Messaggio postato su Facebook
il 24 maggio, vedi nota (3)
[7]
Vedere:
http://jmoadab.wordpress.com/2012/05/29/interview-de-pierre-piccinin-apres-ses-6-jours-de-detention-en-syrie/
[8]
Come, noi ci chiediamo, Piccinin poteva ignorare la presenza a Homs
dell'ASL - all'epoca l'oggetto preferito dei "reporters
di guerra",
- e le mostruosità che le attribuiscono i testimoni? Gli ufficiali
con la barba appena fatta di questa supposta "armata
libera",
che sembrano aver impressionato Piccinin, non avrebbero certo
riconosciuto che gli assassini di Al-Farouk, un'unità che tende agli
stessi obiettivi, faceva parte dell'insieme.
[9]
Che sia ben chiaro: non mettiamo sullo stesso piano le atrocità e
gli attentati contro i civili perpetuati dai gruppi affiliati all'ASL
e i morti causati dalla lotta delle forze regolari che li combattono.
[10]
Un po' stupita, mi dicevo che Piccinin non poteva ignorare che l'ASL
era in possesso da tempo di armamenti pesanti e molto sofisticati,
capaci di distruggere i carri armati.
[11]
A nostra conoscenza, non ha mai detto pubblicamente che si opponeva
ad un intervento.
[12]
I reportages di mera propaganda di Sofia Amara sono stati diffusi da
Arte, e ritrasmessi da numerose emittenti televisive.
[13]
Hussein, un sunnita membro della brigata Farouq, un'unità dell'ASL,
ha raccontato (Der
Spiegel
del 26 marzo) di aver sgozzato a Homs dei soldati caduti nelle mani
dell'ASL nell'ottobre 2011.
[14]
Io mi chiedo come poteva ignorare che i ribelli sunniti dell'ASL,
sostenuti dai Fratelli musulmani nel mondo, finanziati e armati ad
esempio dal Qatar, non considerano più Israele un nemico e che fanno
ormai fronte comune con Israele, e le potenze della NATO, contro le
forze di resistenza sciite/alauite in Libano, in Iran e in Siria?
[15]
Dopo verifica, dobbiamo in verità dire che M Piccini non ha fatto il
nome dell'ASL nel messaggio della sua pagina Facebook: "mi
unisco al "loro" appello per un intervento militare in
Siria (...)".
Il
4 giugno tuttavia, su LCP dirà esplicitamente. "Sia
l'esercito siriano libero che i prigionieri politici che ho
incontrato in prigione attendono questo intervento"
Vedere:
http://www.lcp.fr/emissions/ca-vous-regard-le-debat/vod/136195-syrie-la-guerre-est-elle-la-bonne-solution
[16]
Paragonare la resistenza contro l'occupazione tedesca con gli
attacchi fatti in Siria dagli oppositori armati da una coalizione
esterna è scioccante!
[17]
"A
Bengasi"
scrive nel suo blog, "
in agosto ho avuto la possibilità di assistere ad una riunione di
diplomatici stranieri e di membri del CNT. Era subito prima l'assalto
a Tripoli".
Ed ancora:
"Sono
riuscito, grazie a qualche conoscenza, ad ottenere una camera
all'hotel Tibesti, il grand-hotel di Bengasi dove si trova la sede
della missione dell'Unione europea e dove soggiornano tutti i
giornalisti. Ma, quando si esce da Bengasi sulle tracce dei ribelli,
è molto difficile superare i check-points che sbarrano regolarmente
la strada che conduce al fronte. Si poteva arrivare fino a Brega,
grazie ad un'autorizzazione o un lasciapassare-stampa (...) E' così
che sono riuscito a continuare verso la zona di guerra (con i
militari), a bordo dei loro pick-up, superando tutti i check-points,
fino al fronte".
[18]
A proposito dei ribelli libici, che vedevamo commettere atti di
barbarie inqualificabili Piccinin scriveva sul suo blog: "Non
vedo nessun segnale di ostilità, e non posso che dire del bene di
queste persone. Sono persone generose, che condividono tutto quello
che hanno, delle persone simpatiche".
[19]
Vedere:
"Il
ricercatore belga, i cui scritti servivano al regime..." di
Armin Arefi, Le
Point.fr,
5 giugno 2012.
"Le
disavventure di "Tintin" nel paese di Bachar", di
Christophe Ayad, Le
Monde,
6 giugno 2012.
[20]
Russia
Today (RT)
è considerato oggi tra i nuovi media, un'alternativa alla
disinformazione. Un recente rapporto di Nielsen indica che RT
è diventato nel 2011 il canale d'informazione straniero più seguito
nei primi cinque mercati negli Stati Uniti. RT
ha superato France
24, Euronews, Deutsche Welle, al Jazeera,
ecc.
Immagini inserite tratte da Internet
www.resistenze.org