13-15/02/2015
Chi governa Israele? Il Primo Ministro Benyamin
Netanyahu, naturalmente.
Sbagliato.
Chi veramente governa Israele è Sheldon Adelson, un ebreo americano di 81 anni,
re dei casinò, valutato come il decimo uomo più ricco del mondo, stimato
ultimamente attorno ai 37,2 miliardi di dollari. Ma chi è compreso in questo
conto?
Oltre ai suoi casinò a Las Vegas, in Pennsylvania, a Macao e Singapore, egli è
in grado di mettersi in tasca il Partito Repubblicano degli Stati Uniti e,
indirettamente, entrambe le camere del Congresso americano.
Ha in tasca anche Benyamin Netanyahu.
Il legame di Adelson con Israele è molto personale. Ad un certo momento si è
innamorato di una donna israeliana.
Miriam Farbstein è nata ad Haifa, ha frequentato un prestigioso liceo, ha fatto
il servizio militare presso l'Istituto israeliano di ricerca sulla guerra
batteriologica ed è una scienziata dalle mille attività. Dopo che uno dei suoi
figli è morto di overdose, si è votata alla crociata contro le droghe,
specialmente contro la cannabis.
Entrambi gli Adelson sono fanatici sostenitori di Israele. Non un qualunque
Israele, ma quello schierato a destra, suprematista, arrogante, violento,
espansionista, annessionista, rigido e colonialista.
In "Bibi" Netanyahu han trovato il loro uomo. Attraverso Netanyahu
sperano di dominare Israele come fosse un loro feudo.
Per assicurarsi questa opportunità, hanno fatto una cosa straordinaria: hanno
fondato un giornale israeliano, esclusivamente dedito alla promozione degli
interessi di Benyamin Netanyahu. Non del Likud, non di una politica in
particolare, ma degli interessi di Netanyahu personalmente.
Anni addietro ho inventato un vocabolo ebraico per i giornali che vengono
distribuiti gratuitamente:
"Hinamon" che si traduce più o meno come "gratissue"
(giornagratis - foglietti gratuiti), inteso in modo denigratorio. Ma non avevo
in mente allora un mostro come "Israel Hayom" (Israel Today): un
foglio con fondi illimitati, distribuito tutti i giorni gratis nelle strade e
nei centri commerciali in tutto il paese da centinaia, forse migliaia, di
giovani strilloni pagati.
Agli israeliani piace avere le cose gratis. Israel Today è oggi il quotidiano
con la più vasta distribuzione in Israele. Drena lettori ed investimenti
pubblicitari dal suo unico concorrente: Yedioth Ahronoth ("Latest
News"), che ha mantenuto questo titolo sino a quel momento.
Yedioth ha reagito furiosamente. E' divenuto un feroce nemico di Netanyahu.
Yossi Werter, opinionista del foglio di centrosinistra "Haaretz" (che
ha una diffusione di gran lunga inferiore) è anche convinto che le attuali
elezioni si riducono in una gara tra questi due giornali.
Questo è di gran lunga esagerato. Giudicando dal loro contenuto
politico-sociale, ben poco li differenzia. Entrambi sono super-patriottici,
bellicisti e di destra. Questa è la ricetta giornalistica per attrarre le masse
in tutto il mondo.
Yedioth è posseduto dalla famiglia Moses, un clan votato agli affari. L'attuale
terza generazione di editori è rappresentata da Arnon ("Noni") Moses,
il boss della raccolta pubblicitaria e di un grande impero economico basato
sulla carta. La carta serve i suoi interessi commerciali, ma non ha interessi
politici particolari.
Adelson è unico.
In Israele, scommettere è vietato dalla legge. Non abbiamo casinò e la polizia
fa retate nelle bische clandestine. Quando eravamo giovani ci veniva insegnato
che i magnati dei casinò sono persone malvagie, un po' come i trafficanti
d'armi. Prendono i soldi dalle tasche dei poveri e dei tossicodipendenti e li
portano alla disperazione ed al suicidio.
Vedi Dostoyevsky.
Gli israeliani leggono Israel Today (dopotutto è gratis), ma non
necessariamente ne apprezzano gli uomini e i metodi. Così alcuni deputati della
Knesset hanno ritenuto di presentare un disegno di legge che proibisce la
diffusione di tutti i giornali gratuiti.
Netanyahu ed il Partito Likud hanno fatto di tutto per opporsi al varo di
questa legge. Ma alla votazione preliminare (necessaria per i progetti di legge
dei singoli deputati) sono stati battuti in modo sorprendente. Anche i deputati
della coalizione di governo di Netanyahu hanno votato a favore. Le telecamere
hanno sorpreso lo stesso Netanyahu che letteralmente correva verso il suo
seggio per arrivare in tempo alla votazione.
Il voto è stato a favore della legge per 43 a 23. Quasi la metà dei deputati
del Likud erano assenti. Il ministro degli esteri Avigdor Lieberman e tutto il
suo partito hanno votato a favore. Così anche i ministri Ya'ir Lapid e Tzipi
Livni.
Dalla votazione preliminare all'adozione finale, il progetto di legge deve
transitare attraverso diversi stadi. C'è abbondanza di tempo per seppellirlo
nei lavori di commissione. Ma Netanyahu era furioso. Pochi giorni dopo il voto
ha revocato il mandato ai ministri Lapid e Livni, spaccando la coalizione di
governo e perdendo la maggioranza alla Knesset.
Perchè Netanyahu ha fatto una cosa così stupida a meno della metà dalla
scadenza del proprio mandato? C'è una sola spegazione logica: così gli è stato
ordinato da Adelson, per impedire l'approvazione di quella legge.
Se così è, Adelson è ora il nostro capo dell'ufficio legislativo. Forse è anche
il nostro capo del governo.
Il denaro gioca un ruolo sempre più grande in politica. La propaganda
elettorale è fatta in televisione, ed è molto costosa. Sia in Israele che negli
Stati Uniti, fondi legali ed illegali vengono riversati nelle campagne
elettorali, direttamente ed indirettamente. La corruzione è tollerata o
favorita dai Tribunali. Gli uomini più ricchi (eufemisticamente conosciuti in
America come "la ricchezza") possono così indebitamente esercitare la
loro influenza.
Nelle ultime elezioni presidenzaiali degli Stati Uniti, Adelson ha versato
fiumi di dollari nella contesa. Ha sostenuto prima Newt Gingrich, poi Mitt
Romney, con ingenti somme di denaro. Invano. Forse agli americani non piace
essere governati dai magnati dei casinò.
Per le prossime elezioni presidenziali americane, Adelson ha giocato
d'anticipo. Ha convocato al suo quartier generale nel suo casinò di Las Vegas
tutti i leader candidati repubblicani per assicurarsi ritualmente la loro
fedeltà, a lui come a Netanyahu. Nessuno ha osato disertare l'invito. Potrebbe
un senatore romano rifiutare la convocazione di Cesare?
In Israele, queste ritualità sono superflue. Gli Adelson - sia Miri che Sheldon
- sanno chi è il loro uomo.
Il Giornale Israel Today è, naturalmente, una grossa macchina di propaganda,
totalmente votata alla rielezione di Netanyahu. Il tutto abbastanza legalmente.
In una democrazia chi è che può andare a dire ad un giornale quale candidato
deve sostenere o meno? Siamo ancora in democrazia perdio...!
Sembra strano per una nazione consentire che uno straniero, che non ha mai
vissuto nel paese, abbia così enorme potere sul suo futuro, certamente oltre la
sua stessa esistenza.
Ecco invece dove il sionismo entra in gioco. Secondo il credo sionista, Israele
è lo stato di tutti gli ebrei. Ogni ebreo nel mondo appartiene ad Israele,
anche se temporaneamente risiede da un'altra parte. Pochi giorni fa, Netanyahu
ha pubblicamente affermato di rappresentare non solo lo stato di Israele, ma
anche l'intero "popolo ebraico". Senza bisogno di chiederglielo.
Di conseguenza, Adelson non sarebbe in realtà uno straniero. Sarebbe uno di
noi. Per vero, egli non ha diritto di voto in Israele, sebbene sua moglie
probabilmente lo può fare. Tuttavia molti, incluso se stesso, pensano che lui,
essendo ebreo, abbia buon diritto ad interferire nei nostri affari e dominare
le nostre vite.
Per esempio, la nomina del nostro ambasciatore negli Stati Uniti. Ron Derner è
un americano, nato a Miami, che ha militato nel Partito Repubblicano. Per
un'amministrazione democratica, la nomina ad ambasciatore dello Stato di
Israele di un americano che è un funzionario del Partito Repubblicano americano
può sembrare strano. Non così strano se Netanyahu agisce agli ordini di Sheldon
Adelson.
E' stato Adelson che ha preparato la pozione malefica che ha messo in pericolo
l'ancora di salvezza tesa ad Israele da Washington. Il suo tirapiedi, Derner,
ha indotto i deputati repubblicani al Congresso - tutti dipendenti dalla
generosità di Adelson o speranzosi di esserlo - ad invitare Netanyahu per
tenere davanti ad entrambe le camere un discorso anti-Obama.
Mentre veniva ordito questo intrigo, Derner ha incontrato John Kerry ma non gli
ha fatto menzione della venuta di Netanyahu. Neppure Netanyahu ha informato il
presidente Obama, che adirato, ha dichiarato di non voler incontrare il primo
ministro israeliano.
Dal punto di vista dei vitali interessi di Israele, è follia pura provocare il
Presidente degli Stati Uniti d'America, il quale controlla il flusso di armi
americane verso Israele, nonchè il potere di veto americano alle Nazioni Unite.
Ma dal punto di vista di Adelson, il quale desidera l'elezione di un presidente
repubblicano nel 2016, tutto ciò ha molto senso. Egli ha già minacciato di
voler investire somme illimitate di denaro per impedire la rielezione di ogni
senatore o deputato che sia stato assente al discorso di Netanyahu.
Ci stiamo avvicinando ad uno scontro aperto tra il governo di Israele ed il Presidente
degli Stati Uniti.
Qualcuno sta giocando alla roulette col nostro futuro?
(*) Uri Avnery è uno scrittore israeliano attivo nel movimento pacifista Gush
Shalom. Ha contribuito al libro edito da CounterPunch "The Politics of
Anti-Semitism"
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura
e
Documentazione Popolare
imagine tratta da internet
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