giovedì 17 maggio 2012

La Gioventù Comunista a Cuba - La Juventud Comunista en Cuba



La Gioventù Comunista a Cuba

di Sergio Hernandez, Collettivi dei Giovani Comunisti
10/05/2012
Cuba è per tutti un modello da seguire, un esempio di cosa può essere fatto contro l'imperialismo e soprattutto una lezione di sacrificio, dignità, solidarietà e molti altri valori che definiscono la società cubana, raccolti in un'isola dell'Atlantico dove abitano più di undici milioni di persone.
Si tratta di un esempio di lotta quotidiana e sacrificio, sia dal popolo cubano che del governo, di fronte alle molte avversità incontrate sul cammino dal 1° gennaio 1959, quando la Rivoluzione cubana provocò la caduta del dittatore cubano Fulgencio Batista e giunse al potere il leader dell'Esercito Ribelle, Fidel Castro Ruz.
Dobbiamo tener conto, quando si parla di Cuba, che l'isola subisce un blocco imposto dagli Stati Uniti dal 1960, oltre all'approvazione da parte del Congresso degli Stati Uniti, della legge Helms-Burton nel 1996, e la legge Torricelli, realizzata da George Bush (padre) nel 1992, di cui la prima afferma che qualsiasi società non statunitense che fa affari con Cuba può essere sottoposta ad azioni legali, e che ai dirigenti della società può esser vietato l'ingresso negli Stati Uniti mentre la seconda ha l'obiettivo fondamentale d'isolare completamente Cuba dal contesto economico internazionale e far collassare la sua economia.
Questo non significa solo che l'isola vede limitato il suo commercio con la maggior parte delle potenze mondiali, ma che inoltre vede impedito in gran misura il suo sviluppo tecnologico, come l'accesso a Internet, che riceve attraverso satellite, pagando a prezzo d'oro tale connessione, che è inoltre molto più lenta rispetto alla connessione tramite rete ottica sottomarina controllata dagli Stati Uniti, a cui non ha accesso.
Alcuni studi stimano che l'ammontare delle perdite materiali causate dal blocco a Cuba equivale alla somma di un miliardo di dollari, senza tener conto dei costi umani, come la mancanza di medicine, che causano morti per varie malattie che non possono esser curate.
Parliamo delle avversità, alcune delle quali risalgono alla fase precedente al trionfo della Rivoluzione, altre sono emerse dopo il crollo dell'Unione Sovietica nel 1991, la cui distribuzione nelle esportazioni a Cuba è stata: 48% di petrolio e suoi derivati, 17,3% in macchinari e attrezzature tecniche, il 9,8% in prodotti manifatturieri e pezzi di ricambio, 8,1% in alimenti e materie prime e del 16,8% in altre transazioni.
La caduta dell'URSS ebbe un grande impatto nell'isola, portando ad una crisi economica causata dalla perdita di mercati e legami economici che erano stati forgiati in seno al Consiglio per la Mutua Assistenza Economica (Comecon), che sommato al blocco imperialista, ha portato Cuba ad una nuova fase, denominata periodo speciale, che non è altro che un concetto politico-economico che esprime la volontà di combattere la crisi economica con lo sforzo e l'energia propria del paese, per affrontare le difficili circostanze e trovare delle alternative soluzioni efficaci, senza tradire il socialismo per il quale tanto si era combattuto.
E' obbligatorio, però, sottolineare il grande sviluppo raggiunto nella sanità e l'istruzione, ai quali la popolazione ha diritto e accesso completamente gratuito, nonostante le avversità, ha raccolto frutti come la Misión Milagro, progetto umanitario che mira ad aiutare le persone a basso reddito in modo che possano essere curate dai vari problemi agli occhi, guidato da Cuba e Venezuela, servendo più di 15 milioni di latinoamericani completamente in modo gratuito e restituendo la vista a molti pazienti, oltre all'alfabetizzazione completa della popolazione durante i 50 anni
Da notare anche l'importanza della sicurezza a Cuba, dove il tasso di criminalità è tra i più bassi, al quale va aggiunto che il traffico di droga sull'isola è vietato e perseguito.i
Ma lo scopo di questo articolo non è manifestare tutte le ingiustizie effettuate contro l'isola, ma analizzare il ruolo fondamentale della Gioventù Comunista a Cuba

La Gioventù Comunista di Cuba

Va osservato, in via d'introduzione, che attualmente la UJC (Unione della Gioventù Comunista di Cuba), ha più di 600.000 giovani affiliati, di età compresa tra i 15 e i 30 anni.
L'Unione della Gioventù Comunista è stata fondata il 4 aprile 1962, su suggerimento di Fidel Castro. È il risultato di un processo di unificazione delle varie organizzazioni giovanili esistenti fino ad allora, gli eredi più immediati dell'Associazione dei Giovani Ribelli.
Lo scopo della UJC non è altro che l'unione dei giovani cubani, la loro mobilitazione intorno alla Rivoluzione socialista e contribuire alla loro educazione.
La sua missione è quella di difendere i valori umani e la lotta antimperialista e internazionalista che ha contraddistinto la Rivoluzione cubana.
Per i giovani cubani, esser rivoluzionari e giovani comunisti adesso come nel futuro significa capire e mettere in pratica il pensiero del Che, che ha detto:
Il Giovane Comunista deve praticare l'internazionalismo proletario e sentirlo come cosa propria e ricordarsi e ricordarci, Giovani Comunisti e aspiranti comunisti qui a Cuba, che siamo un esempio reale e tangibile per tutta la nostra America. E ancor più che per la nostra America, per gli altri paesi del mondo che lottano anche in altri continenti per la loro libertà, contro il colonialismo, contro il neocolonialismo, contro l'imperialismo, contro tutte le forme di oppressione dei sistemi ingiusti.
I giovani comunisti devono essere l'avanguardia della gioventù cubana. Devono essere un esempio vivente, lo specchio dove si guardano i compagni che non fanno parte della Gioventù Comunista, essere l'esempio dove si possono rivedere gli uomini e le donne di età più avanzata, che hanno perso un certo entusiasmo giovanile e la fiducia nella vita.
Cuba deve ora affrontare una nuova fase, nella quale i giovani hanno molto da dire. Si cerca di promuovere il lavoro, si permette il plurimpiego e si favorisce l'impiego cooperativista e per conto proprio.
Sono cambiamenti che piacciono di più o meno, ma che si adattano alle circostanze e necessità attuali dell'isola, sono modifiche necessarie, propiziate dall'attuale panorama economico dell'isola, che mirano a rafforzare il mercato interno e aumentare i redditi della popolazione, sempre seguendo un modello socialista, l'attuazione a poco a poco di questi cambiamenti, ci permette di valutare, interrompere e modificare le misure adottate, se necessario.
Qui svolge un ruolo importante la gioventù, abituata ad avere i bisogni primari soddisfatti, essendo quindi più riluttanti a svolgere lavori meno felici, come il lavoro nei campi o col bestiame, ma essenziali in questo momento per il futuro economico dell'isola.
La Gioventù Comunista di Cuba ha l'obiettivo primario di passare nelle file del Partito Comunista, ha nelle sue mani il ruolo cruciale di rafforzare la rivoluzione, di perpetuare il modello socialista nell'isola, avanzando verso il Comunismo e senza sottomettersi al blocco e all'imperialismo.
Non dubitiamo, neanche per un momento, che i giovani cubani sapranno affrontare le nuove sfide che emergono, pertanto, possiamo solo dire, come sempre, Cuba è e sarà un esempio di dignità.

VIVA CUBA LIBERA E SOCIALISTA!

La Juventud Comunista en Cuba


Enviado por Sergio Hernández de los Colectivos de Jóvenes Comunistas.
Cuba es para todos un modelo a seguir, un ejemplo de que se puede hacer frente al imperialismo y sobre todo una
lección de sacrificio, dignidad, solidaridad y de tantos otros valores que definen a la sociedad cubana, recogidos en
una isla del Atlántico donde habitan algo más de once millones de personas.
Es un ejemplo de lucha diaria y sacrificio, tanto por parte del pueblo cubano como del gobierno, haciendo frente a
las muchas adversidades que se han ido encontrando en el camino desde el 1 de Enero 1959, cuando la Revolución
cubana provocase la caída del dictador Fulgencio Batista Zaldívar, y llegase al poder el líder del Ejército Rebelde,
Fidel Castro Ruz.
Debemos tener en cuenta, a la hora de hablar sobre Cuba, que la isla sufre un bloqueo impuesto por parte de EEUU
desde 1960, además de la aprobación, por parte del Congreso de los Estados Unidos, de la ley Helms-Burton,
en 1996, y la Ley Torricelli, aplicada por George Bush (padre) en 1992, de las cuales la primera establece que
cualquier compañía no norteamericana que tenga tratos con Cuba puede ser sometida a represalias legales, y
que los dirigentes de la compañía pueden ver prohibida su entrada a los Estados Unidos, y la segunda tiene como
objetivo fundamental aislar totalmente a Cuba del entorno económico internacional y hacer colapsar su economía.
Esto no significa sólo que la isla ve restringido su comercio con la mayoría de las potencias mundiales, sino que
además ve imposibilitado su desarrollo tecnológico en gran medida, como el acceso a internet, el cual recibe a través
de satélite, pagando a precio de oro dicha conexión, que es además notablemente más lenta que la conexión a través
de la malla óptica submarina que controla EEUU, a la cual no tiene acceso.
Algunos estudios estiman que el monto de las pérdidas materiales ocasionadas a Cuba por el bloqueo asciende a la
suma de un billón de dólares, sin tener en cuenta los costos humanos, como la falta de medicamentos, ocasionando
muertos por distintas enfermedades que no pudieron recibir tratamiento.
Hablamos de adversidades, algunas de ellas dadas desde la etapa anterior al triunfo de la Revolución, otras surgieron
tras la desaparición de la Unión Soviética en 1991, cuya distribución en la exportación a Cuba era: el 48% en petróleo
y derivados del mismo, el 17,3% en maquinaria y equipamiento técnico, el 9,8% en productos manufacturados y
piezas de repuesto, el 8,1% en alimentos y materias primas y el 16,8% en otras transacciones.
La caída de la URSS fue de vital importancia para la isla, ya que propició una crisis económica producida por la
pérdida de los mercados y de los vínculos económicos que se habían forjado dentro del Consejo de Ayuda Mutua
Económica (CAME), que sumado al bloqueo imperialista, propició en Cuba una nueva etapa llamada período
especial, el cual no es más que un concepto político-económico que expresa la disposición para combatir la crisis
económica con el esfuerzo y energía propios del país, para afrontar las difíciles circunstancias y hallar alternativas
eficaces de solución, sin traicionar el socialismo por el que tanto se había luchado.
Es obligatorio, no obstante, recalcar el gran desarrollo logrado en salud y educación, a los cuales la población
tiene derecho y acceso totalmente gratuito, a pesar de las adversidades, recogiendo frutos como la Misión Milagro,
proyecto humanitario que tiene como propósito ayudar a personas con bajos recursos para que puedan ser operadas de
distintos problemas oculares, liderado por Cuba y Venezuela, atendiendo a más de 15 millones de latinoamericanos
de forma totalmente gratuita y devolviendo la vista a buen número de pacientes, además de la alfabetización completa
de la población durante 50 años.
Cabe destacar también la importancia de la seguridad en Cuba, donde el índice de criminalidad es de los más, a lo
que hay que sumar que el narcotráfico en la isla está prohibido y perseguido
Pero el propósito de éste artículo no es manifestar todas las injusticias llevadas a cabo contra la isla, sino analizar el
papel fundamental que ha tenido la Juventud Comunista en Cuba.

La Juventud Comunista en  Cuba
Cabe destacar, a modo de introducción, que en la actualidad la UJC (Unión de Juventudes Comunista de Cuba),
cuenta con más de 600.000 jóvenes afiliados, de edades comprendidas entre 15 y 30 años.
La Unión de Jóvenes Comunistas se fundó el 4 de Abril de 1962 a sugerencia de Fidel Castro. Fue el resultado de un
proceso de unificación de las distintas organizaciones juveniles existentes hasta ese momento, siendo su antecedente
más inmediato la Asociación de Jóvenes Rebeldes.
El objetivo de la UJC no es otro que la unión de los jóvenes cubanos, su movilización en torno a la Revolución
socialista y contribuir a su educación.
Su misión es la defensa de los valores humanos y la lucha antiimperialista e internacionalista que ha distinguido a la
Revolución cubana.
Para los jóvenes cubanos, ser revolucionario y joven comunista en estos tiempos y en el futuro, significa comprender
y practicar el pensamiento del Che, quien decía:
El Joven Comunista debe practicar el internacionalismo proletario y sentirlo como cosa propia y acordarse y
acordarnos nosotros, Jóvenes Comunistas y aspirantes a comunistas aquí en Cuba, que somos un ejemplo real
y palpable para toda Nuestra América. Y más aún que para Nuestra América, para otros países del mundo que
luchan también en otros continentes por su libertad, contra el colonialismo, contra el neocolonialismo, contra el
imperialismo, contra todas las formas de opresión de los sistemas injustos.
Los jóvenes comunistas han de ser vanguardia de la juventud cubana. Deben de ser el ejemplo vivo, el espejo donde
se miren los compañeros que no pertenezcan a las Juventudes Comunistas, ser el ejemplo donde se puedan ver
reflejados los hombres y mujeres de edad más avanzada, que han perdido cierto entusiasmo juvenil y fe en la vida.
Cuba afronta ahora una nueva etapa, en la que la juventud tiene mucho que decir. Se intenta promocionar el trabajo,
se permite el pluriempleo y se impulsa el empleo cooperativista y por cuenta propia.
Son cambios que gustarán más o menos, pero que se adaptan a las circunstancias y exigencias actuales de la isla, son
cambios necesarios, propiciados por el actual panorama económico de la isla, en los cuales se intenta fortalecer el
mercado interno y aumentar los ingresos de la población, siempre siguiendo un modelo socialista, implementando
dichos cambios paulatinamente, lo que permite evaluar, frenar y ajustar las medidas tomadas cuando sea necesario.
Ahí es donde juega un papel muy importante la juventud, acostumbrada a tener las necesidades básicas cubiertas,
siendo por ello más reacia a realizar trabajos menos gustosos, como el trabajo en el campo o en la ganadería, pero
imprescindibles en estos momentos para el porvenir económico de la isla.
La juventud comunista de Cuba tiene el objetivo primordial de pasar a las filas del Partido Comunista, tiene en sus
manos el papel fundamental de fortalecer la revolución, de perpetuar el modelo socialista en la Isla, avanzando hacia
el comunismo y plantando cara al bloqueo y al imperialismo.
No dudamos, ni por un instante, que los jóvenes cubanos sabrán afrontar los nuevos retos que vayan surgiendo, por
tanto, solo nos queda decir, como siempre, Cuba
es y será ejemplo de DIGNIDAD.

¡VIVA CUBA LIBRE Y SOCIALISTA!



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