venerdì 24 febbraio 2012

Senza sicurezza Renè l’antiterrorista cubano in libertà vigilata,.... Il Coordinamento per i Cinque alta Maremma Toscana è membro del Comitato Italiano giustizia per i Cinque.


Il Coordinamento per i Cinque alta Maremma Toscana è membro del Comitato Italiano giustizia per i Cinque.

Il coordinamento per la libertà dei dei cinque eroi cubani alta Maremma Toscana, che da Piombino, Follonica si spinge fino e oltre le colline metallifere informa che adesso è membro del Comitato Italiano Giustizia per i Cinque e parteciperà alle più importanti manifestazioni , inoltre come accade già da anni continuerà a diffondere l' informazione giusta sui 5 eroi alle varie feste di zona, il 25 aprile a Montieri (GR), il 1° magggio alla Leccia (Castelnuovo val di Cecina -Pi ) alla 16a Festa internazionalista dal 19 al 22 luglio alla pinetina di Riotorto alle feste di Liberazione. Piombino e Castelnuovo v.di Cecina.

Questa è stata la gradita risposta inviata da Haidi Giuliani Presidente del Comitato italiano giustizia per i cinque alla richiesta di adesione al comitato nazionale da parte del coordinamento per la libertà dei cinque alta Maremma.

che bella questa richiesta di adesione!!
Penso che dovremmo subito:
per prima cosa rispondere accettando la richiesta e ringraziando;
in seguito comunicare l'adesione dei compagni toscani a tutti i circoli e le associazioni filocubane nella speranza che altri vogliano seguire l' esempio.
Credo che il nostro Comitato potrà lavorare meglio e con maggiore efficacia se potrà contare su una rete di compagni attivi in ogni regione."

Ringrazio Franco per la bella notizia

Haidi

Senza sicurezza Renè l’antiterrorista cubano in libertà vigilata
Roberto Hernández

L’avvocato statunitense Phill Horowitz ha di nuovo rivelato i suoi timori per la sicurezza e la salute del suo rappresentato, l’antiterrorista René González, che vive in libertà vigilta dopo aver scontato 13 anni d’ingiusta reclusione.
Durante un’intervista diffusa dal programma cubano radio-televisivo Tavola Rotonda Informativa, Horowitz ha assicurato che hanno chiesto il suo ritorno Cuba perchè negli Stati Uniti non può nemmeno ricevere un’adeguata assistenza sanitaria.
Dato che non può avere un’assicurazione sulla salute, dovrebbe pagare di tasca sua, ha detto l’avvocato, vincolato dal 1998 al caso di René e dei suoi compatrioti Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Antonio Guerrero e Fernando González.
Vedo di frequente René, e so che non può ricevere nemmeno un’adeguata assistenza dentistica, dopo un’urgenza presentata”, ha detto, senza scendere in dettagli.
Horowitz ha affermato che non può rivelare dove vive René, per la sua sicurezza, per proteggerlo di fronte al pericolo che corre dalla sua liberazione, in libertà vigilata, lo scorso 7 ottobre.
Non è per mancanza di fiducia... ho fiducia in tutti a L’Avana, ma è per la sua sicurezza”, ha sottolineato, e riferendosi alla prossima azione per sollecitare il ritorno di René a Cuba, l’avvocato ha insistito che non esiste un calendario per farlo, perchè dipende esclusivamente dalla giudice.
Si è dimostrato ottimista però, parlando di una soluzione favorevole, dato il buon comportamento dell’antiterrorista, uno dei Cinque, come sono conosciuti nel mondo intero, nelle campagne per la loro scarcerazione.
I 13 anni in prigione sono stati davvero molto duri e i quattro mesi separato dalla moglie e dalle figlie, dalla famiglia e dalla Patria, sono insultanti”, ha dichiarato, segnalando che le Corti non possono ignorare che è un cittadino cubano separato a forza dalla sua famiglia.
René, ha ricordato, non può compiere quello che fa qualsiasi ex detenuto in libertà vigilata: dormire nel suo letto e vivere con la sua famiglia per reinserirsi nella società. Mi spiace molto non poter dire quanto tempo durerà questa situazione e cosa risponderà la giudice”, ha aggiunto.
René voleva tornare per partecipare alla Maratona de l’Avana”, ha commentato parlando dello stato fisico del patriota cubano che correva in carcere e ancora oggi lo fa.
(Traduzione Granma Int.)

Libertà per i Cinque, già!
I cubani residenti in Haiti chiedono al Papa d’intercedere per i Cinque
I cubani residenti in Haiti hanno consegnato nella sede della Nunziatura di Port au Prince una lettera indirizzata al Papa Benedetto XVI, con cui gli chiedono d’intercedere, negli Stati Uniti per la libertà dei Cinque antiterroristi cubani, ingiustamente condannati in questo paese e reclusi da più di 13 anni.
La lettera firmata dai membri dell’Associazione dei cubani residenti e discendenti, in Haiti (ACRDH), e da haitiani amici di Cuba, è stata consegnata alla massima rappresentazione della Chiesa cattolica in questo paese dei Caraibi. Inoltre denuncia i 50 anni di crudele blocco imposto contro Cuba dai successivi governi degli Stati Uniti, e chiede a Sua Santità la mediazione per far sì che il governo di Washington ordini l’immediata liberazione di Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, Fernando González, Ramón Labañino e René González, “perchè possano tornare nella Patria che li ha visti nascere”.
Questa azione fa parte delle iniziative che si organizzano ogni mese in Haiti per diffondere la verità sul caso dei Cinque, in appoggio alla lotta per la loro definitiva liberazione. La lettera è stata inviata anche alle emittenti radiofoniche e ai media della stampa di Haiti per la divulgazione tra l’opinione pubblica. (Traduzione Granma Int.)

Fanno un appello ai giuristi per lavorare per il ritorno dei Cinque cubani

L'Avana, 22 feb (Prensa Latina) Il presidente del Parlamento cubano, Ricardo Alarcon, ha fatto un appello ai membri dell'Unione Nazionale dei Giuristi di Cuba (UNJC) ad intensificare gli sforzi per un rapido ritorno all'isola dei Cinque cubani incarcerati negli Stati Uniti.
Intervenendo nella chiusura del VII Congresso dell'UNJC nel Palazzo delle Convenzioni della capitale, Alarcon ha affermato che i Cinque starebbero già a Cuba se tutti i giuristi fossero capaci di cooperare con spirito e volontà.
Antonio Guerrero, Fernando Gonzalez, Ramon Labañino, Renè Gonzalez e Gerardo Hernandez sono stati condannati ad esagerate pene per informare su piani di azioni violente contro Cuba forgiati da gruppi terroristi situati in territorio nordamericano.
Se vogliamo compiere il nostro dovere in questo momento
-ha detto Alarcon ai delegati - dobbiamo essere capaci di lavorare duramente in questo senso nel nostro azionare quotidiano senza nessuna retorica.
Dobbiamo utilizzare le chiamate nuove tecnologie dell'informazione, principalmente per arrivare al popolo statunitense, suggerì il presidente dell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare di Cuba.
Previamente in una dichiarazione, gli esperti ripudiarono la violazione dei principi basilari ed elementari della giustizia nel processo dei Cinque, come la violazione del dovuto processo legale, ed il diritto ad un giudizio giusto con una giuria imparziale, il quale fu animato per le pressioni dell'amministrazione nordamericana.
Washington trasformò questo caso semplice in una vendetta politica, sfumata per l'occultamento e tergiversazione dell'evidenza, sottolinea il testo.
Criticarono il pagamento di stipendi e donazioni ai mezzi di comunicazione di Miami affinché pubblicassero bugie e fallacie sui Cinque chiamandoli “spie” col proposito di creare un clima avverso ed ostile verso gli accusati, per avere poi influenza decisivamente sul verdetto del giurato e la sentenza della giudice.
L'UNJC chiamò giudici, avvocati ed ad organizzazioni di giuristi in maniera generale a denunciare questa ingiustizia coperta dal silenzio dei grandi monopoli dell'informazione che occultano la verità sul caso.
Ig/joe

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