domenica 17 giugno 2012

L'IRI e l'impossibile indipendenza di un "sondaggio" a Cuba/El IRI y la independencia imposible de su “encuesta” en Cuba




L'IRI e l'impossibile indipendenza di un "sondaggio" a Cuba

17.06.2012 - Joseph Manzaneda Coordinatore di Cubainformación - http://lapupilainsomne.jovenclub.cu/
Come può un'organizzazione che lavora con i finanziamenti del governo degli Stati Uniti per un programma contro il Governo cubano realizzare, in un momento, anche un sondaggio "indipendente"?
Il 7 giugno scorso, il quotidiano El Pais titolava "Una stragrande maggioranza di cubani vuole un cambiamento politico sull'isola" (1). Il suo associato in Miami, El Nuevo Herald, introduceva la notizia con "La maggioranza dei cubani non beneficia delle riforme", sulla foto di una strada di L'Avana con un edificio in rovina (2).
Questi e altri grandi media internazionali, convertivano in notizia i risultati di una presunta inchiesta tra la popolazione di Cuba, per cui una percentuale significativa desidera un cambiamento del sistema politico nel suo paese e vede con scetticismo i cambiamenti economici sostenuti dal Governo dell'isola (3).
Ma, di che indagine si tratta?
E' il sondaggio che ogni anno pubblica l'International Republican Institute (IRI), un'organizzazione USA legata al Partito Repubblicano (4). Il presunto campionamento raccoglie il parere di 787 persone, vale a dire lo 0,007% della popolazione cubana. Non si specifica il metodo di selezione del campione, anche se alcune fonti suggeriscono che le persone sono state scelte proprio tra i gruppi della cosiddetta "dissidenza" cubana (5).
Il quotidiano El País rileva che l'International Republican Institute "riceve fondi dal Governo degli Stati Uniti" per poi assicurare che per eseguire l'inchiesta "è riuscito a eludere i divieti del regime comunista ai sondaggi indipendenti". La domanda sembra ovvia: come può un' organizzazione che lavora con i finanziamenti del governo degli Stati Uniti per un programma contro il governo cubano realizzare un sondaggio "indipendente"? Il partner commerciale del giornale del Grupo Prisa, El Nuevo Herald di Miami, era ancora più grezzo: descriveva l'IRI come "un'organizzazione no-profit che lavora per promuovere la libertà in tutto il mondo".
Ma cos'è l'International Republican Institute? E'stato fondato nel 1983 dal governo di Ronald Reagan (6). In quegli anni, diverse commissioni del Congresso degli Stati Uniti indagarono sulle attività apertamente criminali della CIA nel mondo. Il Governo ha poi deciso che parte del lavoro dell'Agenzia si effettuerà in modo più aperto e controllabile, attraverso il National Endowment for Democracy (NED), una presunta entità non-governativa ma dotata di un budget governativo miliardario (7).
L'International Republican Institute é, a sua volta, uno dei quattro maggiori enti beneficiari dei fondi dalla NED (8). Ma l'IRI anche accedere a milionarie partite dell'USAID (US Agency for International Development) e dello stesso Dipartimento di Stato, per programmi di sostegno a gruppi di opposizione ai governi contrari agli interessi degli Stati Uniti (9).
L'IRI è presieduta da John McCain, l'ultimo candidato repubblicano alla Casa Bianca e apertamente sostenitore dell'inasprimento del blocco contro Cuba (10).
A Cuba, l'IRI sostiene economicamente, forma politicamente e fornisce attrezzature a diversi gruppi della cosiddetta "dissidenza". Uno di essi, per esempio, il "Centro di Studi Socio Economici e Democratici" si dedica ad ottenere informazioni su imprese di paesi terzi a Cuba, con il chiaro intento di facilitare le pressioni e sanzioni degli Stati Uniti su potenziali investitori nell'isola (11).
Ma i suoi programmi sono divisi in molti gruppi. In un documento interno del 2008, intitolato "I settori del cambiamento a Cuba" l'IRI ha proposto un programma, di due anni, del valore di 750000 dollari, per gruppi di popolazione classificata come "non-tradizionali o marginali", con l'obiettivo di convertire in "opposizione politica" giovani tatuatori, graffittari, punk, rapper o venditori nel mercato nero (12). Questa strategia ha avuto un punto aggiunto d' immoralità, al menzionarsi esplicitamente nel documento, l'opportunità di sfruttare le condizioni di disagio economico e scontento sociale a Cuba dopo gli uragani Gustav e Ike.
L'IRI, come la NED e altre entità affini, ha stretti legami con le agenzie di intelligence statunitensi. In un altro dei suoi documenti interni, anche del 2008, si legge che uno degli obiettivi principali dei suoi programmi a Cuba è la raccolta d'informazioni da trasferire "alle agenzie del governo USA" (13). Nello stesso documento, si contempla la formazione della "dissidenza" cubana ai metodi di crittografia delle comunicazioni per Internet, utilizzando il modello utilizzato dall'opposizione in Siria. E in una delle sue relazioni trimestrali per il 2009, si legge che tra le priorità di raccolta delle informazioni, vi sono i programmi di sviluppo dell'informatica a Cuba, in particolare quelli volti a promuovere uno sviluppo indipendente dagli Stati Uniti in questo settore (14). Cioè, informazioni che possono consentire al governo degli Stati Uniti, oltre a possibili azioni di ciberguerra, stringere il blocco in materia di accesso a Internet sull'Isola.
In questo senso è cinico che, nei risultati della citata indagine dell'IRI si rimarchi il malcontento della popolazione cubana per la bassa connettività Internet (15). Tutti i principali media che informano su ciò danno ad intendere, in maniera scontata, che é il governo cubano il colpevole di questa situazione (16). Nessuno menziona che é il blocco degli Stati Uniti quello che limita la connessione a Internet a Cuba, che non può connettersi ai cavi in ​​fibra ottica che circondano tutta l'isola in quanto di proprietà di società statunitensi (17).
Per far giungere fondi e attrezzature alla cosiddetta "dissidenza" cubana, l'IRI utilizza, di solito, organizzazioni intermediarie di altri paesi, come Solidarietà Spagnola con Cuba, con sede a Saragozza, e Pontis, Slovacchia (18). Un documento interno indica che, nel 2008, l'IRI ha consegnato 615500 $ a Solidarietà Spagnola con Cuba, organizzazione di supporto, a sua volta, delle famose "Dame in Bianco" (19).
Questa triangolazione dei fondi è il modus operandi per occultare il finanziamento milionario della dissidenza da parte del governo degli Stati Uniti.
Inoltre, ricordiamo che l'International Republican Institute - secondo alcuni media una "organizzazione no-profit che lavora per promuovere la libertà in tutto il mondo" - è direttamente coinvolto nei recenti colpi di stato in America Latina: in Venezuela nel 2002, di Haiti nel 2004 e quello di Honduras, nel 2009, paesi dove finanzia da anni partiti politici, ONG, media e centri di studi legati alla destra politica (20).
Questi sono solo alcuni dei dati pubblici, noti, in merito all'IRI, l'ente autore della citata inchiesta a Cuba, i cui risultati sono stati trasformati in realtà informativa dai grandi media internazionali, senza la minima domanda sulla sua più che dubbia credibilità.

El IRI y la independencia imposible de su “encuesta” en Cuba
José Manzaneda*
¿Cómo es posible que una organización que trabaja con fondos del Gobierno de EEUU para un programa contra el Gobierno cubano realice, a la vez, un sondeo “independiente”?
El pasado 7 de junio, el diario El País titulaba “Una abrumadora mayoría de cubanos quiere cambio político en la isla” (1). Su periódico asociado en Miami, El Nuevo Herald, encabezaba su noticia con “Mayoría de cubanos no se beneficia de reformas”, sobre la foto de una calle de La Habana con un edificio en ruinas (2).
Éstos y otros grandes medios internacionales convertían en noticia los resultados de una supuesta encuesta entre la población de Cuba, según la cual un porcentaje importante desea un cambio de sistema político en su país y ve con escepticismo los cambios económicos que impulsa el Gobierno de la Isla (3).
Pero, ¿de qué encuesta se trata?
Es el sondeo que cada año publica el Instituto Republicano Internacional (IRI), una organización estadounidense vinculada al Partido Republicano (4). El supuesto muestreo recoge la opinión de 787 personas, es decir, de un 0,007 % de la población cubana. No se especifica el método de selección de la muestra, aunque algunas fuentes apuntan a que las personas fueron elegidas, precisamente, entre los grupos de la llamada “disidencia” cubana (5).
El diario El País señala que el Instituto Republicano Internacional “recibe fondos del Gobierno norteamericano”, para seguidamente, asegurar que para realizar la consulta “logró sortear las prohibiciones del régimen comunista a los sondeos independientes”. La pregunta parece obvia: ¿cómo es posible que una organización que trabaja con fondos del Gobierno de EEUU para un programa contra el Gobierno cubano realice, a la vez, un sondeo “independiente”? El socio comercial del diario del Grupo Prisa, El Nuevo Herald de Miami, era aún más burdo: describía al IRI como “una organización no lucrativa que trabaja para promover la libertad en todo el mundo”.
Pero, ¿qué es el Instituto Republicano Institucional? Fue fundado en 1983 por el Gobierno de Ronald Reagan (6). En esos años, varias comisiones del Congreso de EEUU investigaron las actuaciones abiertamente criminales de la CIA en el mundo. El Gobierno decidió entonces que parte del trabajo de la Agencia se realizara de una manera más abierta y fiscalizable, a través de la National Endowment for Democracy (NED), una supuesta entidad no gubernamental pero dotada con un presupuesto gubernamental multimillonario (7).
El Instituto Republicano Internacional es, a su vez, una de las cuatro principales entidades receptoras de fondos de dicha NED (8). Pero el IRI, además, accede a millonarias partidas de la USAID (la Agencia de EEUU para el Desarrollo Internacional) y del propio Departamento de Estado, para programas de apoyo a grupos opositores a los Gobiernos contrarios a los intereses de EEUU (9).
El IRI está presidido por John McCain, último candidato republicado a la Casa Blanca y abiertamente partidario del endurecimiento del bloqueo contra Cuba (10).
En Cuba, el IRI sostiene económicamente, forma políticamente y suministra equipos a diversos grupos de la llamada “disidencia”. Uno de ellos, por ejemplo, el “Centro de Estudios Socio Económicos y Democráticos”, se dedica a la obtención de información sobre negocios de terceros países en Cuba, con la intención evidente de facilitar las presiones y sanciones de EEUU a posibles inversores en la Isla (11).
Pero sus programas se reparten en numerosos colectivos. En un documento interno de 2008, titulado “Sectores de cambio en Cuba”, el IRI proponía un programa, a dos años, dotado con 750.000 dólares, destinado a grupos de población calificados como “no tradicionales o marginales”, con el objetivo de convertir en “oposición política” a jóvenes tatuadores, grafiteros, punkis, raperos o vendedores en el mercado negro (12). Esta estrategia tenía un punto añadido de inmoralidad, al mencionarse explícitamente, en el documento, la conveniencia de aprovechar las condiciones de penuria económica y descontento social en Cuba tras el paso de los huracanes Gustav e Ike.
El IRI, como la NED y otras entidades afines, tiene estrechos lazos con las agencias de inteligencia de EEUU. En otro de sus documentos internos, también de 2008, se lee que uno de los objetivos principales de sus programas en Cuba es la recolección de informaciones para ser trasladadas “a las agencias del gobierno norteamericano” (13). En el mismo documento, se contempla la formación de la “disidencia” cubana en métodos de cifrado de comunicaciones por Internet, empleando el modelo aplicado por la oposición en Siria. Y en uno de sus informes trimestrales del año 2009, se lee que, entre las prioridades de recogida de información, están los programas de desarrollo de la informática en Cuba, especialmente los dirigidos a promover un desarrollo independiente de EEUU en este sector (14). Es decir, información que puede permitir al Gobierno norteamericano, aparte de posibles acciones de ciberguerra, estrechar el bloqueo en materia de acceso a Internet en la Isla.
En este sentido, resulta cínico que, en los resultados de la citada encuesta del IRI, se remarque el descontento de la población cubana por la baja conectividad a Internet (15). Todos los grandes medios que informan sobre ello dan a entender, por descontado, que es el Gobierno cubano el culpable de esta situación (16). Ninguno menciona que es el bloqueo de EEUU el que limita la conexión a Internet en Cuba, que no puede conectarse a los cables de fibra óptica que rodean la Isla por ser propiedad de empresas norteamericanas (17).
Para hacer llegar fondos y equipos a la llamada “disidencia” cubana, el IRI utiliza, por lo general, organizaciones intermediarias de otros países, como Solidaridad Española con Cuba, con sede en Zaragoza, y Pontis, de Eslovaquia (18). Un documento interno muestra que, en 2008, el IRI entregó 615.500 dólares a la citada Solidaridad Española con Cuba, organización soporte, a su vez, de las conocidas Damas de Blanco (19).
Esta triangulación de fondos es el modus operandi habitual para ocultar el financiamiento millonario de la disidencia por parte del Gobierno de EEUU.
Además, recordemos que el Instituto Republicano Internacional –según algunos medios una “organización no lucrativa que trabaja para promover la libertad en todo el mundo”- está directamente implicado en recientes golpes de estado en América Latina: en el de Venezuela en 2002, el de Haití en 2004 y el de Honduras, en 2009, países donde financia desde hace años a partidos, ONGs, medios y centros de estudios vinculados a la derecha política (20).
Éstos son apenas algunos de los datos públicos, conocidos, sobre el IRI, la entidad autora de la citada encuesta en Cuba, cuyos resultados han sido convertidos en realidad informativa por los grandes medios internacionales, sin el más mínimo cuestionamiento de su más que dudosa credibilidad.


[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=rUMD9xbTvn8&list=UUtDIaNM2DNYn59qDGYx6gYw&index=1&feature=plcp]





Nessun commento:

Posta un commento