giovedì 20 dicembre 2018

Intervista ad Aleida Guevara, figlia del Che



Daniela Trollio *


Anche quest'anno Aleida Guevara sta facendo un tour per l'Italia del Nord, per portare le ragioni di Cuba contro il più spietato e lungo blocco economico - quello statunitense -  mai imposto ad un paese.  

Abbiamo partecipato ad uno di questi incontri - organizzato dall'Associazione di Amicizia  Italia-Cuba di Cinisello Balsamo il 6 dicembre 2018,  dove erano presenti circa un centinaio di persone -  e abbiamo potuto farle alcune domande, le cui risposte vogliamo condividere con tutti.

D. Cosa è cambiato a Cuba dopo che Fidel se n'è andato?

R. Abbiamo cambiato il presidente - e Fidel non lo era già più - ma tutto continua come prima.

D. Avete un nuovo presidente, avete fatto il Congresso: qui in Italia c'è un dibattito perché la nuova Costituzione cubana ora permette la proprietà privata; qualcuno dice che Cuba sta lasciando la strada verso il socialismo. Lei che ne pensa?

R. La proprietà privata esistente a Cuba è piccola. Nella Costituzione precedente tale proprietà non era permessa quindi abbiamo dovuto cambiare qualcosa per permetterla, perché stavamo violando la legge principale del Paese. Stiamo parlando di un certo tipo di proprietà privata, ad esempio di un parrucchiere o una panetteria, di un piccolo ristorante che non può avere più di un certo numero di tavoli, di una persona che affitta un appartamento. Parliamo quindi  di questo tipo di proprietà, non di proprietà dei grandi mezzi di comunicazione, di mezzi di produzione, né di hotel: niente di tutto questo cambierà. La proprietà resta dello Stato socialista.

Il fatto è che, in un determinato momento di crisi mondiale, lo Stato cubano si rende conto che ci sono più di cinquecentomila persone che lavorano, ricevono un salario ma che non producono e nessuno Stato può sostenere questa situazione; ma uno Stato socialista non può lasciare cinquecentomila persone senza lavoro. Quindi, in quel momento, si è deciso di permettere che questi compagni potessero lavorare per conto proprio; ma questo, anche se lo si permetteva ad un numero importante di lavoratori, stava influendo sulla legge più importante del paese perché non era previsto nella Costituzione. Per questo c'è stato questo cambiamento, perché potessero farlo senza problemi.

D. Dopo l'Argentina e il Brasile, con le destre che vanno al potere, che problemi ha Cuba con questi paesi? Già i medici che lavoravano in Brasile hanno dovuto tornare. Altre cose?

R. Dal punto di vista economico naturalmente ci sono problemi, perché noi avevamo con la presidente Dilma (Roussef) una magnifica relazione, non con lei direttamente ma con industriali brasiliani. Ora alcuni di loro dovranno ritirarsi  a causa delle pressioni che subiranno. Non sappiamo come funzionerà questo tipo di interscambio, perché loro hanno investito capitali, ad esempio nel porto di Mariel, dove lavorano varie imprese brasiliane. E' difficile che si ritirino senza recuperare i loro capitali. Davvero, non sappiamo come agiranno ma quello che per noi è chiaro è che chi ha investimenti a Cuba sa che i profitti sono diretti al popolo e che la nostra legge va rispettata. Quindi questo è un problema di chi vuole andarsene, ma l'investimento resta. Non so, dal punto di vista economico non sappiamo cosa decideranno ma in generale noi abbiamo relazioni con imprese indipendenti, alcune statali ma non tutte. Quindi ci possono essere comunque rapporti che proseguono, ma al momento non è stata presa alcuna decisione.

D. Cuba e l'Europa: come sono i rapporti?

R. L'Unione Europea ha sempre voluto discutere dei diritti umani a Cuba e di molte altre cose ma ora abbiamo buoni rapporti, non con la Comunità come istituzione, neanche con gli Stati in quanti tali, ma con società come la Melià, che è una società turistica spagnola che a Cuba ha 11 hotels. Abbiamo con loro una relazione da molto tempo, da prima che la Comunità Europea pensasse di fare qualcosa loro c'erano già.

Io immagino che resteranno a Cuba perché, se prima hanno subito pressioni e sono rimasti, ora continueranno a farlo perché hanno molti più hotel di prima, no?! Dipende dalle imprese europee, da come metteranno in discussione il problema del blocco, perché è evidente che il blocco colpisce. In questo momento, bisogna considerare che Obama ha imposto sanzioni finanziarie straordinarie alle imprese europee che commerciavano con Cuba: alcune hanno resistito, altre no. Dipende dagli europei, noi siamo sempre qui.

D. Altra domanda: Cuba è un riferimento per tutti comunisti, i rivoluzionari del mondo. Il Partito Comunista non ha mai pensato di fare una "specie" di Internazionale? Perché?

R. Noi partecipiamo a tutti gli eventi internazionali come Partito, andiamo a vari congressi di diversi partiti di varie parti del mondo  e in questo ci comportiamo come qualsiasi Partito Comunista. Ora, non crediamo di dover fare qualcosa di "internazionale". Abbiamo partecipato al Foro di San Paolo che si è svolto all'Avana, e che è stato molto, molto positivo; facciamo congressi e abbiamo scambi con diverse entità politiche, non solo comuniste ma anche di sinistra in generale e finora abbiamo sempre lavorato abbastanza unitariamente. Non credo sia necessario fare "qualcosa" di così definito come un'Internazionale. Semplicemente quello che stiamo facendo è da una parte aiutare, dall'altra imparare e così cresciamo tutti.

D. Ultima domanda: perché gli strati popolari, gli strati più poveri, in America Latina ma non solo - anche qui - votano per le destre? Errori delle sinistre?

R. Questo ha a che vedere con il non riconoscimento della sinistra, perché tu puoi esistere come partito, avere brillanti intellettuali che siano capaci di parlare, di discutere, ma se il popolo non"tocca" l'impegno, l'unica cosa in cui finisce per credere è … la religione. Il popolo ha bisogno di "toccare con mano"; sto parlando ad esempio di salute, dove il medico parla di quello che io sto vivendo… altrimenti è molto difficile per la gente credere. Se chiudono una fabbrica, dov'è il partito comunista, dov'è la gente di sinistra? Deve stare là, appoggiare i lavoratori, resistendo fino all'ultimo con i lavoratori. Se tu non vedi questo, se non lo "tocchi", questo partito non esiste per te.

E c'è anche una campagna straordinaria contro i partiti  di sinistra e a volte un piccolo errore si trasforma in un errore immenso perché la stampa lo presenta così e la gente, normalmente, crede nella propria stampa, anche se generalmente è molto male informata. E l'informazione con cui viviamo fa sì che la gente non abbia coscienza politica.

*) Intervista e traduzione di Daniela Trollio, Centro di Iniziativa Proletaria "G.Tagarelli" - Via Magenta 88, Sesto San Giovanni, Milano






domenica 16 dicembre 2018

Tradizioni,Religione e Folklore di #Cuba : Quello che si deve sapere su l’importante figura di San Lazaro



Tutto il mondo si ricorda quello successe il 17  dicembre del 2014,… i presidenti di Cuba, Raúl Castro, e degli Stati Uniti, Barack Obama, annunciarono il ristabilimento di relazioni diplomatiche tra i due paesi.

Per larga parte del popolo cubano quella data rimarrà impressa nella storia e nella mente,...  e aldilà dei negativi eventi successivi, il 17 dicembre rimane pur sempre una data importante, infatti è il giorno in cui si celebra San Lazaro, (detto anche Babalu Ayè) il santo dei poveri dei meno favoriti. Durante questa ricorrenza centinaia di persone dall’ Avana e paesi confinanti si ritrovano in pellegrinaggi fino al suo santuario.
San Lazaro ha il suo  santuario ubicato nel paesino  Rincon nel municipio di Boyeros , 17 Chilometri a sud dell'Avana. È un complesso architettonico dove esiste anche un ospedale dermatológico che in passato funzionava come lebbrosario guidato da suore cattoliche .
Questa forse è la maggiore celebrazione religiosa che si realizza nell'isola caraibica , si potrebbe dire che per il suo impeto travolgente supera quella della Virgen de la Caridad del Cobre, patrona indiscussa dei cubani, che, viene celebrata il giorno 8 di settembre a pochi chilometri da Santiago di Cuba.
I pellegrini arrivano al santuario di San Lazaro in modi differenti, alcuni si mobilitano regolarmente con autobus altri con forme autonome di trasporto, esistono però quelli che si avventurano a camminare i 17 Km che portano al santuario, attraversando la” fredda” notte di dicembre, in compagnia di amici e familiari. Il tutto con l’ intenzione di mostrare, offrire al santo il proprio sacrificio, la propria sofferenza .
C’è da dire che esistono anche casi più estremi, sono quelli dove per mantenere la promessa molte volte si passa dalla fede al fanatismo, infatti si incontrano fedeli con una catena bloccata alla caviglia che trascina una pietra o un pezzo di metallo pesante per rendere più difficoltoso il camminare per ore, quando giungono al santuario sono distrutti per l'elevato sforzo fisico.
Si può arrivare a casi estremi dove il percorso viene fatto strisciando, o con le ginocchia … chi attua questa forma per mantenere il voto promesso, il più delle volte arriva in cattivo stato di salute, ..stanco, disidratato dal sudore, con piaghe nella pelle per lo sfregamento continuato sul selciato della strada.


A questa celebrazione sono presenti numerose persone con limitazioni fisiche come zoppi, ciechi, gobbi, etc. Queste giungono con l'intenzione di chiedere elemosine e condividere nella notte il molto o il poco. Molti vestono con il tessuto dei sacchi di iuta. Altri vestono di colore violetto come l'abbigliamento di San Lazaro, portando rami di girasoli che poi lasciano ai piedi del santo. Durante la notte della celebrazione si fuma in maniera straordinaria, inalando il fumo per poi esalarlo di fronte all'immagine del santo come un atto di esorcismo. Inoltre si beve  rum o aguardiente accompagnati da qualche dolce.
Nei quartieri più popolari e umili, le persone nere, mulatte e bianche unite dalle stesse credenze e con differenze di età, si riuniscono in locali o case con  tamburi e percussioni varie, intonando ritmi legati alle religioni originali dell’Africa ritmi che fanno muovere e ballare intensamente ….. Va detto che queste sedute religiose sempre più frequenti (non solo sull’indirizzo africano), ultimamente evidenziano una rivitilizzazione della fede popolare nell'isola,







giovedì 6 dicembre 2018

Confessioni di un mercenario contro il Venezuela / Las confesiones de García Palomo y la agenda mercenaria contra #Venezuela



“Il mondo sosterrebbe le Forze Armate in Venezuela se decidessero di proteggere la loro gente e ripristinare la democrazia eliminando un dittatore”, scrisse il senatore Marco Rubio il 9 febbraio 2018. Otto giorni prima, l’ex-segretario del dipartimento di Stato, Rex Tillerson, suggerì all’Università di Austin, in Texas, che l’esercito venezuelano prendesse in mano la situazione nel Paese. “Nella storia del Venezuela e, di fatto, di altri Paesi dell’America Latina, è spesso l’esercito a occuparsene, quando le cose vanno molto male e quando i capi militari capiscono che non possono più servire il popolo, s’incaricano della transizione pacifica”, aveva detto Tillerson il giorno prima di iniziare un tour in America Latina. Poi, ancora una volta, gli Stati Uniti negarono di conoscere un piano militare per rovesciare il Presidente Nicolás Maduro proprio nel contesto dello smantellamento della cellula armata di Óscar Pérez, ispirato da motivi politici e religiosi evangelici, e sostenuto dai portavoce anti-Chavez di Miami e Florida.
La richiesta per un nuovo colpo di Stato
Ancora una volta, Bloomberg pubblicava la storia dell’ex colonnello Oswaldo García Palomo, che affermava di chiedere il sostegno dei “governi amici” per un nuovo golpe contro il Presidente Maduro. Dopo l’omicidio fallito, Miraflores avvertì che García Palomo continuava coi piani insurrezionali dopo aver partecipato alla cosiddetta “Operazione Costituzione” e al tentativo di assassinare il presidente coi droni esplosivi d’agosto. “I nostri colleghi in Venezuela dovrebbero sapere che lavoriamo ogni giorno per unire le forze internazionali e nazionali ed eliminare il governo usando le armi in modo che il Paese non continui a sanguinare e morire”, disse l’ex- colonnello che mira al modo ideale per installare un consiglio di transizione con guida civile per chiamare le elezioni come Tillerson disse pubblicamente a febbraio. Su questo, Garcia Palomo riconosceva di avere contatti coi capi dell’opposizione e consultazioni sui prossimi piani. Secondo il rapporto firmato da Andy Rosati ed Ezra Fieser, l’ex-membro della Guardia Nazionale Bolivariana aveva deciso di alzare il proprio profilo per scuotere l’opinione pubblica su ciò che considera “banda criminale, non governo”. In un recente video, Garcia Palomo esortava le Forze Armate Nazionali Bolivariane ad “assumersi la responsabilità di propria famiglia, dio, legge, Paese e resto del mondo”, ripetendo la stessa diatriba politica religiosa con cui l’ex-pilota Oscar Perez era solito invocare il rovesciamento di Maduro. D’altra parte, l’ex-colonnello non negava di essere il collegamento dei gruppi dissidenti in Venezuela coi governi di Colombia e Stati Uniti, come denunciò ad agosto il presidente in una conferenza stampa sui collegamenti internazionali delle persone coinvolte nel fallito omicidio. L’ex-colonnello ammise di lavorare in modo che i “governi amici” aiutino i golpisti a realizzare i loro piani.
Cospirazioni vecchie e nuove con connessioni internazionali
Garcia Palomo riconosceva che la cosiddetta “Operazione Costituzione” è fallita perché il suo gruppo fu “infiltrato” dalle agenzie di sicurezza statali per impedire la rivolta militare. L’operazione consisteva nell’assediare Caracas, occupare importanti strutture militari e logistiche, come aeroporti, basi e ministeri, e catturare Maduro, insieme ai leader civili-militari di alto rango, da giudicare a livello internazionale alla vigilia delle elezioni presidenziali del 20 maggio. Secondo Bloomberg, dopo il fallito omicidio, il gruppo di Garcia Palomo si incontrò in Colombia con la cellula che cercò di assassinare il Presidente Maduro con due droni. Sebbene l’ex colonnello lo neghi, le indagini delle agenzie di sicurezza statali sostengono che anche lui ne fosse coinvolto. Dopo tale attentato, Maduro espresse in una conferenza stampa ad agosto che Garcia Palomo ancora “cerca di reclutare soldati per le sue avventure criminali e fasciste” viaggiando in diversi Paesi della regione. Secondo il rapporto, l’ex-colonnello persino attraversò il confine tra Colombia e Venezuela per partecipare alla prima delle operazioni, così come la famiglia lasciava il Paese con l’aiuto del governo dell’ex-presidente Juan Manuel Santos. Il ruolo della Colombia, insieme agli Stati Uniti, così come riconosciuto, è fin troppo evidente dato che García Palomo organizzò i suoi piani golpistici dal Paese vicino dopo essere diventato un latitante per la partecipazione all’attentato a Fort Paramacay, Valencia, realizzato da un gruppo di ex-soldati legati all’ex-capitano Juan Carlos Caguaripano e ad Óscar Pérez, ex-ispettore del Corpo investigativo scientifico, criminale e forense.
Florida, gruppi irregolari e denunce del Venezuela
Dalla fine delle Guarimbas nel 2017, è sempre più evidente la collocazione centrale delle cellule armate paramilitari ed irregolari che pretendono di essere l’avanguardia nel conflitto contro lo Stato venezuelano. Le dichiarazioni di García Palomo, insieme allo smantellamento del gruppo di Óscar Pérez, mostrano che tali cellule sono costituite da militari, poliziotti, delinquenti comuni e membri della cosiddetta “Resistenza”, proclamatasi fondamentalista in politica e religione similmente ad altre organizzazioni terroristiche nel mondo impiegate per attaccare gli Stati che si oppongono agli Stati Uniti. Pensate ai “ribelli” siriani o libici, prima di far parte dello SIIL. La costante richiesta di Marco Rubio del colpo di Stato militare, come il sostegno a tali piani della Casa Bianca, dimostra anche il ruolo fondamentale svolto dalla Florida come base finanziaria, politica e operativa di tali gruppi, noti per aver ricevuto soldi dai gruppi anti-chavisti in esilio per sviluppare le operazioni nel paese, specialmente dopo il clamoroso fallimento del colpo di Stato nel 2017. Il governo venezuelano ha ripetutamente affermato che tali gruppi hanno il sostegno da Colombia e Stati Uniti, come la protezione di Garcia Palomo mentre cerca altre adesioni ai piani per far deragliare la Costituzione del Venezuela. Tuttavia, di fronte all’ipotesi del nuovo mandato di Maduro, si sottolinea l’evidente cartellizzazione tra tali gruppi e le diverse frazioni antichaviste che aderiscono al pseudo-“ufficio di transizione” che dopo il colpo di Stato pretenderebbe nuove elezioni. Perciò, coll’elevazione del profilo pubblico di García Palomo dal media finanziario Bloomberg è più che evidente che cerchi di fare credere un imminente epilogo del nuovo tentativo di golpsita. Ciò che viene ripetuto non cessa di essere pericoloso nell’attuale contesto venezuelano, dove la via della forza sembra l’unica alternativa lasciata dai fattori sfavorevoli nel Paese divenuto uno Stato difficile da rioccupare dal 1998.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
Tratto da:
 Las confesiones de García Palomo y la agenda mercenaria contra Venezuela

"El mundo apoyaría a las Fuerzas Armadas en Venezuela si deciden proteger a su gente y restaurar la democracia eliminando a un dictador", escribió el senador Marco Rubio el 9 de febrero de 2018.
Ocho días antes, el ex secretario del Departamento de Estado, Rex Tillerson, había sugerido en la Universidad de Austin, Texas, que los militares venezolanos podrían hacerse cargo de la situación en el país.
"En la historia de Venezuela y, de hecho, en la historia de otros países de América Latina y América del Sur, muchas veces los militares son los que se encargan de eso. Cuando las cosas están muy mal y los líderes militares se dan cuenta de que ya no pueden servir al pueblo, ellos se encargan de una transición pacífica", afirmórelajado Tillerson un día antes de comenzar su gira por América Latina.
Luego, una vez más, Estados Unidos desmintió conocer la existencia de un plan militar para derrocar al presidente Nicolás Maduro justamente en el contexto de ladesarticulación de la célula armada de Óscar Pérez, inspirada en motivos políticos y religiosos evangélicos, y respaldadas por voceros antichavistas desde Miami y Florida.
El llamado a un nuevo golpe de Estado
Este martes, nuevamente, Bloomberg publicó un reportaje donde el ex coronel Oswaldo García Palomo afirma buscar el apoyo de "gobiernos amigos" para un nuevo plan golpista contra el presidente Maduro. Desde el fallido magnicidio, Miraflores había alertado que García Palomo continuaba con sus planes insurrecionales después de haber participado de la llamada "Operación Constitución" y el intento de asesinar al presidente con drones con explosivos en agosto de este año.
"Nuestros colegas en Venezuela deben saber que estamos trabajando todos los días para unir fuerzas internacionales y nacionales, y eliminar al gobierno mediante el uso de armas para que el país no siga sangrando y muriendo", dijo a Bloomberg este ex coronel que plantea como objetivo ideal de su grupo instalar una junta de transición con cabeza civil para eventualmente convocar a elecciones de la misma forma que en febrero Tillerson lo había marcado públicamente. Sobre esto, García Palomo reconoció tener contactos con líderes opositores y una línea de consulta sobre próximos planes.
Según el reportaje firmado por Andy Rosati y Ezra Fieser, el ex miembro de la Guardia Nacional Bolivariana decidió elevar su perfil para agitar la opinión pública ante lo que considera como "una banda criminal, no un gobierno". En un video reciente, García Palomo insta a los miembros de la Fuerza Armada Nacional Bolivariana a "asumir su responsabilidad su familia, dios, la ley, su país y el resto del mundo", repitiendo la misma diatriba política religiosa que el ex piloto Óscar Pérez utilizó para llamar al derrocamiento de Maduro.
Por otro lado, el ex coronel no negó que sea el enlace de los grupos disidentes en Venezuela con los gobiernos de Colombia y Estados Unidos, como denunció el presidente el pasado mes de agosto en una conferencia de prensa acerca de las conexiones internacionales de los involucrados con el fallido magnicidio. El propio ex coronel afirmó, incluso, que trabaja para que "gobiernos amigos" ayuden a los golpistas a concretar sus planes.
Viejas y nuevas conspiraciones con conexiones internacionales
García Palomo reconoció que la denominada "Operación Constitución" falló porque su grupo fue "infiltrado" por los organismos de seguridad del Estado que se anticiparon a la insurrección militar. Esta operación consistía en sitiar Caracas, apoderarse de instalaciones militares y logísticas claves, como aeropuertos, bases y ministerios públicos, y capturar a Maduro, junto con altos mandos del directorio cívico-militar, para que sean juzgados internacionalmente en las vísperas de las elecciones presidenciales del 20 de mayo.
Según un reportaje de Bloomberg, posterior al fallido magnicidio, el grupo de García Palomo incluso se reunió en Colombia con la célula que intentó asesinar al presidente Maduro con dos drones. Aunque el ex coronel lo niega, las investigaciones de los organismos de seguridad del Estado sostienen que también estuvo involucrado en este fallido plan.
Luego de este intento de asesinato, Maduro expresó en una conferencia de prensa en agosto que García Palomo aún estaba "tratando de reclutar soldados para sus aventuras criminales y fascistas" viajando por varios países de la región. De acuerdo al reportaje, el ex coronel, incluso, atravesó la frontera entre Colombia y Venezuela para participar en la primera de las operaciones, al igual que su familia que se fue del país con la ayuda del gobierno del ex presidente Juan Manuel Santos.
El papel de Colombia, junto con Estados Unidos, además de reconocido, es por demás evidente dado que García Palomo organizó gran parte de sus planes golpistas desde el país vecino luego de que se convirtiera en prófugo de la justicia por su participación en el ataque armado al Fuerte Paramacay, Valencia, realizado por un grupo de ex militares relacionados con el ex capitán Juan Carlos Caguaripano y Óscar Pérez, ex inspector del Cuerpo de Investigaciones Científicas, Penales y Criminalísticas.
La Florida, los grupos irregulares y las denuncias de Venezuela
Desde finales de las guarimbas en 2017, se hace cada vez más evidente la puesta en el centro de la escena de células armadas paramilitares e irregulares que pretenden asumir el papel de vanguardia en el conflicto contra el Estado venezolano. Las declaraciones de García Palomo, junto con la desarticulación del grupo de Óscar Pérez, muestran que estas células se encuentran integradas por militares, policías, delincuentes comunes y miembros de la denominada "Resistencia", entre los que se pregona un discurso fundamentalista en lo político y lo religioso de una forma similar a otras organizaciones terroristas a nivel mundial que son empleadas para atacar a Estados que adversan a Estados Unidos. Piense en los "rebeldes" sirios o libios, antes de formar parte del Daesh.
Los constantes llamados de Marco Rubio a un golpe militar, como el apoyo de estos planes por parte de la Casa Blanca, también evidencia el papel fundamentalque juega la Florida como base financiera, política y operativa de estos grupos, que según se sabe han recibido dinero de grupos de antichavistas en el exilio para desarrollar sus operaciones en el país, sobre todo desde el rotundo fracaso del golpe de color en 2017.
El gobierno venezolano en reiteradas oportunidades denunció además que estos grupos cuentan con el respaldo, principalmente, de Colombia y Estados Unidos, incluso, protegiendo a García Palomo para que continúe buscando mayores adhesiones a sus planes para descarrillar el hilo constitucional en Venezuela. Sin embargo, de cara a la asunción del nuevo mandato de Maduro, destaca la evidente cartelización que existe entre estos grupos y las distintas fracciones antichavistas en confluir en una mal llamada "Junta de Transición" que luego de un golpe convoque a nuevas elecciones.
Por eso, la elevación del perfil público de García Palomo en un medio financiero como Bloomberg es más que claro que busca proyectar la percepción de que se acerca un inminente desenlace devenido de un nuevo intento golpista. Lo que por manido y repetido no deja de ser peligroso en el actual contexto venezolano, donde la vía de la fuerza parece ser la única alternativa que le ha quedado a los factores adversos del país para hacerse de un Estado que se les hace difícil de reconquistar desde 1998

Tratto da: