La persistenza della violenza in
Nicaragua, le dilazioni nel Dialogo di Pace ed i condizionamenti dell’ ultima
ora nelle negoziazioni da parte della chiamata opposizione e la
"mediatrice" Conferenza Episcopale Nazionale (CEN), fanno sospettare che
è in sviluppo un piano golpista contro il governo Sandinista del presidente
Daniel Ortega in quella nazione centroamericana.
Dallo scatenamento dei fatti vandalici
in Nicaragua il 18 aprile passato che hanno causato morti e considerevoli danni
economici , poco o niente si è avanzati nella ricerca di una soluzione al
conflitto in un paese che , risalta per la sua prosperità e la sua vocazione
pacifica.
Analisti politici coincidono in che la
debole destra nazionale e vescovi della CEN sono perfino complici di un piano
coperto orchestrato negli Stati Uniti, in collusione con l'oligarchia, diretto
a detronizzare la Rivoluzione Sandinista.
Benché la CEN occupi la posizione di
"mediatrice" nel dialogo tra il governo ed i suoi avversari, e si sia
pronunciato per una via negoziata alla controversia, la cosa certa è che nella
pratica non sembra assumere quella condotta.
Gli avvenimenti, le condizioni dell’
ultima ora esposte all ‘esecutivo di Ortega e la sospensione mercoledì dei
negoziati tra le parti, mettono in discussione la CEN che secondo gli
osservatori sta cercando di trasformarsi in una forza politica di opposizione
del Nicaragua .
La CEN, in un comunicato, ha
condizionato la sua permanenza nel Dialogo di Pace con la presenza del
Segretario Generale dell'Organizzazione di Stati Americani (OEA), Luis Almagro,
poco dopo l’interruzione delle conversazioni, ha presentato un'agenda di quasi
40 punti che tra numerose domande, esige l'anticipo di comizi presidenziali, no
la rielezione, ed una riforma alla Costituzione.
Il cancelliere nicaraguense, Denis
Moncada, ha denunciato che la riferita agenda è il desegno di una rotta
mascherata per un Colpo di Stato, una rotta per cambiare il Governo di
Riconciliazione ed Unità Nazionale, al margine dell'ordinamento giuridico, e
violando la Costituzione e la democrazia che vige nel paese.
Continua Moncada ad avere ragione perché
più che sospetti ci sono chiare evidenze che il Nicaragua è oggi obiettivo di
un'altra operazione contro i processi progressisti nella Patria Grande, a
giudicare dallo stesso modus operandi applicato in varie nazioni di questo
emisfero.
Mentre il governo Sandinista e la
maggioranza del paese insiste nella pace, l'unità e la ricerca di un'uscita
negoziata alla violenza, la malconcia destra nicaraguense incoraggia ai gruppi
vandalici, Washington li finanzia, ed altri subdoli tentano di guadagnare tempo
per ottenere vantaggi politici.
Plan golpista contra Nicaragua
Sandinista
La persistencia de la violencia en
Nicaragua, las dilaciones en el Diálogo de Paz y los condicionamientos de
última hora en las negociaciones por parte de la llamada oposición y la
“mediadora” Conferencia Episcopal Nacional (CEN), hacen sospechar que está en
desarrollo un plan golpista contra el gobierno Sandinista del presidente Daniel
Ortega en esa nación centroamericana.
Desde el desencadenamiento de los hechos
vandálicos en Nicaragua el 18 de abril pasado, que han causado muertes y daños
económicos de consideración, poco o nada se ha avanzado en la búsqueda de una
solución al conflicto en un país que ha resaltado por su prosperidad y su
vocación pacífica.
Analistas políticos coinciden en que la
débil derecha nacional y obispos de la CEN son incluso cómplices de un plan
encubierto orquestado en Estados Unidos, en contubernio con la oligarquía,
dirigido a destronar a la Revolución Sandinista.
Aunque la CEN ocupe la posición de
“mediadora” en el diálogo entre el gobierno y sus contrincantes, y se haya
pronunciado por una vía negociada al diferendo, lo cierto es que en la práctica
no parece asumir esa conducta.
Los acontecimientos, específicamente
condiciones de última hora expuestas al ejecutivo de Ortega y la suspensión
este miércoles de las negociaciones entre las partes, ponen en tela de juicio a
la CEN, que según observadores puede estar apostando a convertirse en una
fuerza política de oposición en Nicaragua.
La CEN, en un comunicado, condicionó su
permanencia en el Diálogo de Paz a la presencia del Secretario General de la
Organización de Estados Americanos (OEA), Luis Almagro, poco después de
interrumpirse las conversaciones, y tras presentarse una agenda de casi 40
puntos que exige, entre numerosas demandas, el adelanto de comicios
presidenciales, la no reelección, y una reforma a la Constitución.
Precisamente, el canciller nicaragüense,
Denis Moncada, denunció que la referida agenda es el diseño de una ruta
camuflada para un Golpe de Estado, la ruta para cambiar el Gobierno de
Reconciliación y Unidad Nacional, al margen del ordenamiento jurídico, y
violando la Constitución y la democracia que rige en el país.
Y no deja de tener razón Moncada porque
más que sospechas hay claras evidencias de que Nicaragua es hoy blanco de otra
operación contra los procesos progresistas en la Patria Grande, a juzgar por el
mismo modus operandi aplicado en varias naciones de este hemisferio.
Mientras el gobierno Sandinista y la
mayoría del pueblo insiste en la paz, la unidad y la búsqueda de una salida
negociada a la violencia, la maltrecha derecha nicaragüense alienta a los
grupos vandálicos, Washington los financia, y otros ladinos tratan de ganar
tiempo para obtener réditos político
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