Muos,
Niscemi resiste ai giochi di guerra
Manlio
Dinucci | Il manifesto
21/05/2013
La
Lockheed Martin - compagnia aerospaziale e di «sicurezza globale»
con 120mila dipendenti e vendite nette per 50 miliardi di dollari
annui - ha appena consegnato il secondo satellite Muos a Cape
Canaveral, da dove sarà lanciato a luglio. Il primo satellite è già
operativo dal 2012. L'intera costellazione di quattro satelliti di
questo nuovo sistema di comunicazioni della U.S. Navy sarà in orbita
entro il 2015. Intanto la General Dymanics - altro gigante
dell'industria bellica, con 90mila dipendenti e vendite annue per
oltre 30 miliardi di dollari - costruisce le quattro stazioni
terrestri del Muos: due in territorio Usa, in Virginia e nelle
Hawaii, una in Australia e una in Sicilia. Dotata ciascuna di tre
grandi parabole di 18 metri di diametro. La General Dynamics sta
fornendo alle forze Usa le prime radio portatili An/Prc-155: degli
smart phones per la guerra che, attraverso il Mobile User Objective
System ad altissima frequenza, trasmettono in modo criptato,
simultaneamente, voce, video e dati in streaming. Con il secondo
satellite, il sistema sarà utilizzabile da oltre 20mila degli
attuali terminali: successivamente essi saranno sostituiti con i
nuovi, che trasmettono una mole di dati 16 volte superiore.
Sottomarini e navi da guerra, cacciabombardieri e droni, veicoli
militari e reparti terrestri saranno così collegati a un'unica rete
di comando e comunicazioni, mentre sono in movimento, in qualsiasi
parte del mondo si trovino.
Gli
strateghi che hanno concepito questa macchina da guerra globale non
si sarebbero però mai aspettati che gli abitanti di una cittadina
siciliana, Niscemi, avrebbero osato resistere. Quando il progetto
Muos viene varato dalla Lockheed nel 2004, è il governo Berlusconi
che autorizza segretamente a installare in Sicilia una delle stazioni
terrestri. Viene scelta Sigonella, ma uno studio realizzato da una
società statunitense avverte che le fortissime emissioni
elettromagnetiche delle antenne possono far esplodere gli ordigni
presenti nella base. Viene quindi scelta Niscemi, dove c'è già un
centro Usa di trasmissioni radio navali con 41 antenne. Il nulla osta
viene dato, sempre segretamente, dal governo Prodi e, nel 2007, la
Regione Sicilia dà luce verde all'installazione. Non la danno però
gli abitanti e il Comune di Niscemi, consapevoli dei danni sanitari
delle emissioni elettromagnetiche. Nasce il movimento popolare No
Muos che si diffonde anche nei comuni limitrofi e, lo scorso marzo,
il nuovo presidente della Regione Rosario Crocetta revoca
definitivamente l'autorizzazione per il Muos di Niscemi.
Scatta
a questo punto la controffensiva. Le
immagini inserite da autore blog da internet
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