“Il capitalismo finanziario e' responsabile dell'insicurezza sociale ed
ecologica delle popolazioni” asserisce Jean Ziegler, ex Relatore speciale
dell’ONU sui diritti alla alimentazione. Lo scrittore svizzero e' uno dei
critici lucidi della globalismo, nel corso di un'intervista concessa a Ipar
Dieter Hintermeier di Junge Welthe, sostiene che non tutto e' nero in questo
quadro presente in cui sopravviviamo con maggiori stenti e paure. J.Ziegler
percepisce e segnala la moltiplicazione di fronti di resistenza, e reti
critiche ed
attive contro l'imperio autoritario dell'economia monopolizzata. Sotto la
superficie dell'ovvieta' esiste e resistono forze critiche, che attingono ad
altre visioni ed anno trafitto la “fine della storia”. Qui ci soffermiamo
particolarmente sulle considerazioni di J. Ziegler riguardanti la NATO, Cuba e
il Venezuela. L'intervento della NATO nel conflitto dell'Ucrania e' parte della
politica di “accerchiamento della Russia” e costituisce una aggressione per
quel paese.
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha generosamento elargito ben 4,5
miliardi di dollari alla Giunta golpista di Kiev: finanziamento avente una
prevalente e squisita motivazione “politica”, non certo economica. “Bisogna
dissolvere la NATO. Oggi non serve piu' e si limita a essere uno strumento
delle grandi imprese nord-americane. Vi ricordo che il Patto di Varsavia venne
ugualmente sciolto. L'Occidente dovrebbe seguire questo esempio, dopotutto la
Russia fa parte del continente europeo. Le sanzioni e le provocazioni contro
questo paese devono finire” dice con forza l'ex deputato svizzero.
La Russia, con la Cina e Cuba difendono il legittimo presidente venezuelano
Maduro, mentre l'Occidente lo avversa con chiaro risentimento camuffato, sul
punto di tracimare in colpi bassi intinti di llegalita' e ferocia contro la
popolazione civile. Questa, in una unione “civico-militar” con le forze armate,
ha scelto di seguire l'esempio di Simon Bolivar, precorrendo i sentieri della
battaglia antimperialista e anticolonialista, che oggi passa attraverso la
sovranita' popolare e l'antiberismo.
Jean Ziegler coglie la similitudine con il Cile del 1973, dove il
presidente Salvador Allende venne assassinato. Dopo una preventiva campagna di
sabotaggi pianificati dalla CIA, puntuali arrivarono le sanzioni economiche
imposte dagli Stati Uniti, culminati con uno sciopero generale dei camionisti
che mise in ginocchio il paese. “tutto questo e' avvenuto sotto l'egida di Richard
Nixon e del suo consigliere Henry Kissinger” chiarisce Ziegler. “Perche'?
Semplicemente per permettere alle grandi imprese USA di recuperare il rame
cileno che Allende aveva preso (nazionalizzato)”. Una situazione simile si sta
inscenando in Venezuela.
L'offensiva della Casa Bianca per imporre il ritorno di qualche tipo di
“neo-pinochetismo” ha investito ora anche Cuba, colpevole di esistere e di
permanere come l'invitto “bastione socialista” sul contenente americano. La
clava di Trump e' calata con forza contro l'isola che oggi e' teatro di un
fiorente turismo internazionale, e che ha aperto ad alcune forme di proprieta'
privata. J. Ziegler si dichiara favorevole alla possibilita' che i “cubani
possano formare piccole imprese..ma la gente riconosce il valore di quel che
hanno positivamente realizzato. “Penso, per esempio, all'eccellente servizio
sanitario, alla riforma agraria e all'abolizione delle leggi razziste,
immediatamente dopo la vittoria di 60 anni fa” manifesta l'ex relatore dell'ONU
sui diritti alimentari.
Sulle nuove formazioni politiche e movimenti che agitano l'Europa a
versione unica di Bruxelles, demonizzati come “pernicioso populismo”, l'ex
deputato socialista svizzero originario di Ginevra fa una lettura differente.
“La rivolta si rinfocola dappertuttto, anche all'esterno della sinistra
organizzata.. assistiamo a una moltiplicazione dei fronti di resistenza in
tutti gli aspetti della vita. Un nuovo soggetto storico sta emergendo e include
milioni di donne e uomini appartenenti a popoli, culture, classi sociali
animate da una stessa idea ”io sono l'altro, l'altro è me”.
Sotto la superficie, nelle pieghe nascoste in cui e' relegata e silenziata
la critica pratica delle forze agenti, Jean Ziegler evidenzia che “non cisono
comitati centrali ne' linee di partito.. La societa' civile internazionale e'
composta da innumerevoli fronti di resistenza attivi in tutti i continenti, nei
punti piu' sorprendenti, contro l'ordine mondiale cannibale..si tratta di
movimenti sociali molto diversi: Via Campesina e' una federazioneinternazionale
che rappresenta piu' di 120 milioni di affittuari, giornalieri agricoli,
piccoli proprietari e assegnatari; i movimenti femministi che lottano contro la
discriminazione e la violenza ai danni delle donne e giovani..Greenpeace, i cui
membri tentano di evitare i pericoli per la natura e la bio-diversita'...o il
movimento di studenti « Fridays for Future » in lotta contro il cambiamento
climatico. Esistono migliaia di movimenti sociali, anticapitalisti, grandi e
piccoli, locali e internazionali. Insieme formano un tutto in lotta contro la
barbarie capitalista”.
Source
Jean Ziegler, nato nel 1934 à Thoune, in Svizzera, con il nome di Hans Ziegler. E' uno dei principali critici contemporaneiI della mondializzazione. E' professore emerito di sociologia, Relatore speciale dell'ONU sui diritti all'alimentazione. Ha scritto numerosi libri. Giovanissimo, stringe un'amicizia con Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir, tra altri, incontro' Che Guevara a Ginevra.
Jean Ziegler, Le capitalisme expliqué à ma petite-fille (en espérant
qu’elle en verra la fin), éd. Seuil, 2018
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