Formazione dei Gang agli Albori |
1987 secondo album dei Gang |
I Gang da buoni militanti comunisti all’ inizio della loro
carriera musicale (metà ’80) sulla scia dei CLASH, erano molto impegnati sulle tematiche
internazionaliste del momento Nicaragua,
Salvador, Sudafrica, Irlanda del nord, Palestina….. inizialmente i loro brani erano in inglese, anche lo stile ritmico ricordava la memorabile punk band The Clash di Joe Strummer , ma tenevano un’impronta stilistica del cantautore rosso loro amico Billy Bragg ( Marino e Sandro me lo presentarono a Reggio Emila alla festa dell'unita del 1990, nell'occasione mi concesse un'intervista nel suo camerino, che era una roulotte.
La chiacchierata/ intervista con i Gang fu realizzata in parte nella sede di Democrazia Proletaria di Piombino via Mazzini 2 (la sede nel 1986 fu concessa ai militanti comunisti internazionalisti) in parte a casa mia, in parte a casa loro, in parte per via epistolare che ancora conservo, altre info captate furono scritte strada facendo dal momento che spesso eravamo insieme, nel 1992 decisi di mettere tutto nero su bianco, ...e si!! ne è passata di acqua sotto i ponti......... Buona lettura !
Piombino 22/12/2015
Video " Brano CUBA SI Yankees NO"
Gang : La
Banda di Filottrano
“Ogni
nostra azione è un grido
Di guerra conto l’imperialismo…
purchè il nostro grido di guerra
giunga ad un orecchio che lo accolga
e purchè in altra mano si tenda ad
impugnar le nostre armi”
Ernesto
“Che” Guevara
(il credo
dei Gang)
Mentre
nella società italiana si defila la sconfitta del movimento del ’77 e
nell’ottobre ’80 davanti i cancelli della Fiat-Mirafiori, il PCI, i sindacati
confederali e l’intera sinistra
istituzionale celebrano il funerale della classe operaia, sulla scena musicale
sbordano gruppi che cercano di alimentare valori sociali, incitano a non
abbassare la guardia, rilanciano la solidarietà internazionalista. Alcuni lo
fanno con convinzione e sincerità.
“The Gang” sono una band di “Comunisti” (così si definiscono) che non cercano
avanguardie né originalità. Gli spiriti guida sono Jhonny
Guitar (Sandro) e “Red” ( Marino), attraverso chitarre sguaiate e un modo barricadero di tenere il
palco, tentano di comunicare, stimolare, rompere le gabbie dell’indifferenza e
portare la fraternità internazionalista all’attenzione di tutti quelli che
ancora non hanno ceduto ai miti del conformismo.
I
fratelli Severini (Jhonny e Red), provengono dall’estrema
periferia del rock, Filottrano in provincia di Ancona. Una borgata di case con
300 abitanti, quasi tutti parenti, una specie di tribù (come la definisce Red),
gente rientrata da lunghe emigrazioni in Sudamerica, che vive ancora di duro
lavoro.
I ragazzi
di Filottrano crescono sotto gli influssi della cultura latinoamericana, il
loro bagaglio musicale gronda dei suoni e dei sentimenti di popolazioni oppresse da 500 anni, crescono negli infuocati ’60,
anni del movimento radicale USA e del ‘68 Europeo; sono poco più che bambini ma
sono sotto il tiro della musica dei CCR (Creedence clear water Revival),
“Animals”, “Doors”, “vanilla Fudge”, Led
Zeppelin” “Hendrix”…. arrivano (in ritardo
come al solito) i primi beats, hippies italiani, indossano camice a fiori,
pantaloni a zampa di elefante, si fanno allungare i capelli.
La prima
ondata de gruppi rock è improntata su modelli anglo-americani, fra questi ci
sono ”le Ombre” di Lucio Mazzoni, che abita vicino a jhonny e
Red, sarà Mazzoni a mettere la chitarra nelle mani dei Severini.
Nei ’70, Marino,
Sandro e gli amici formano le prime bands, si ispirano al “Banco del
mutuo soccorso” o alla PFM (Pemiata Forneria Marconi);
Marino entra nella spirale dello sballo
a tutti i costi, fa uso di hashish, marijuana, alcool, frequenta il liceo e
approfondisce la sua idea di comunismo con l’aiuto dell’insegnate di filosofia.
Poi va in
giro per l’Italia in autostop , partecipa a concerti e raduni (Umbria jazz,
Parco Lambro, Ravenna…….).
Nel
1977 nella piccola frazione marchigiana
nasce un collettivo di “Indiani Metropolitani”. I due
fratelli ne fanno subito parte. Filottrano diviene un punto di riferimento
culturale alternativo dove vengono organizzate
mostre, concerti, incontri, etc…., momenti di aggregazione per
denunciare l’egoismo e il malessere della società che li circonda.
Il
collettivo subisce intimidazioni dai carabinieri, l’aggressione dai ”Fasci”, e
l’isolamento da parte
della sinistra parlamentare ( impossibile a
credere quanti giovani ha distrutto la sinistra istituzionale).
La tribù
si disgrega, piovono denunce, perquisizioni e qualche arresto. A Firenze Red e
Jhonny sono picchiati da poliziotti in borghese e tenuti in stato di
fermo per diverse ore. E’ il momento del terrorismo, lo stato vede ovunque
tiratori scelti che attentano al suo cuore “Tra
il ’77 e l’81 migliaia di militanti furono arrestati, migliaia di case
perquisite, giornali e riviste distrutti, sequestrati, redazioni mandate in
esilio, case editrici rovinate e messe fuori legge…(1)
Le radio
libere che si sottraevano al controllo istituzionale e diffondevano la voce del
dissenso, furono costrette al silenzio. Iniziava “l’epoca della colonizzazione mentale e della volgarità…… l’ignoranza
prendeva il potere nel mondo della cultura, e la cultura veniva irrisa,
incarcerata, esiliata. (2). Marino come
tanti giovani compagni di quel periodo, accusa l’angoscia della sconfitta e
scivola nell’alcool e nella droga, Sandro si
stringe al fratello, lo invoglia a ricominciare a suonare. Ripartono con il
rock ‘n roll e rhythm blues, dopo un viaggio a Londra nel 1979, dove scoprono
la vitalità del punk (in fase declinante), decidono di suonare nei “Ranxerox”.
Cantano in italiano e partecipano al
festival del rock made in Italy al teatro Spero di Roma.
Nell’80
si staccano dai “Ranxerox” per formare un gruppo che intenda esprimere i sogni
e le speranze dei senza storia. Cercano elementi vicini alle loro idee, li
trovano a Macerata, sono Buster (Pino) e Bum Bum (Pete),
prendono forma i “Paper’s Gang” (dal soprannome della famiglia Severini,
detta “Paporè).
La terra
marchigiana sforna bands vicine all’ultima subcultura, con il mito della
acido-velocità stile coast west Usa o
ispirati dall’area inglese stile“ Crass”, Conflict,…
nascono i “Cani” di Pesaro, “Reig” di
Macerata, “Black
rebels”, “Rivolta dell’odio” di Ancona…Al contrario i “Paper’s gang” puntano
ad un sound di ricerca nella tradizione popolare del rock per unirlo ai ritmi “Neri” e
ripropongono così il linguaggio
universale delle minoranze emarginate come strumento di denuncia.
I “Paper’s
gang”diventano “Gang”. Il primo disco è vicino.
Nella
strada intanto i figli del sottoproletariato affondano nell’alcool nell’eroina.
La violenza con frequenza esplode sulle curve e fuori degli stadi ma è una
violenza tollerata, in realtà è un sofisticato modello di controllo della
ribellione urbana. Nel vuoto degli ’80 numerosi club di tifosi diventano centri
di aggregazione negativa, sedi in cui veicola tra i giovanissimi tutta una
miscela di pseudovalori militar-agonistici, che hanno una certa contiguità con la mitologia nazi-fascista. Anche per
questo, essi appaiono in molti casi riserva di reclutamento e centri di
addestramento del nuovo squadrismo (la caccia al nero
nell’ultimo giorno di carnevale a Firenze nel ’90, è un sintomo preciso)
Con l'abbandono delle ideologie, negli ’80 si afferma prepotentemente la centralità
dell’impresa che con i suoi modelli culturali e stili di vita (segnati dalla
competizione e dalla rapacità), incrementano nuove silenziose povertà altre
sopraffazioni del più deboli.
E’ il
trionfo della società dell’apparenza, della mercificazione assurda e totale,
tutto è condizionato da mafie clientelari e la gente è parte di un gioco alla
morte sociale che non li riguarda. I lavoratori, demoralizzati, abbandonati a
se stessi, interiorizzata la sconfitta, si dimostrano recettivi verso ogni
tendenza ideologica, anche la più reazionaria, che si affermi nei settori
piccolo-borghesi della società moderna.
“ ……..La demoralizzazione è stata
incoraggiata da un vero e proprio disarmo culturale e politico, come è avvenuto
dalla metà dei ’70 in poi, che ha fatto smarrire al movimento operaio il
sentimento e le ragioni della sua alterità e del suo antagonismo all’ordine
esistente delle cose, la coscienza della solidarietà di classe oltre le barriere
nazionali, l’aspirazione ad un mondo in cui l’eguaglianza fra gli uomini si
esprima innanzitutto col rifiuto di ogni sfruttamento e di ogni oppressione(3).
Riguardo
ai traditori degli ’80 (CGIL, UIL, CISL), si può leggere un documento di dimissioni di 200
lavoratori di una nota acciaeria
Toscana, diffuso nelle portinerie delle fabbriche, dalla stampa nazionale e
locale: “…….”questo sindacato non sta
dalla parte dei lavoratori ma agisce sopra la volontà e i desideri di chiarezza
e di lotta dei lavoratori. Questo sindacato è totalmente assente dalla difesa
dell’ambiente, dei luoghi di lavoro, dalla salvaguardia dell’integrità fisica
dei lavoratori. Questo sindacato tradisce giorno dopo giorno la dignità e la
storia del movimento operaio. Questo sindacato è divenuto un trampolino di
lancio per carriere amministrative, un impiego a vita, un potere decentrato
dell’azienda.
Noi diciamo no!all’arroganza di questo
sindacato verticistico. Noi diciamo no! Ai giochi clientelari di questo
sindacato addomesticato! Noi diciamo no! Alla vigliaccheria mondana e allo
spettacolo dell’intrallazzo di questo sindacato inerme ….(4).
I “Gang” sono
consapevoli di essere figli di un proletariato sconfitto ma non sono disposti
ad arrendersi, anzi, dentro la crisi del “Politico”
decidono di fare politica con un’arma storica , il rock.
L’urlo di
rivolta di Red e Johnny è preciso: “……Siamo ribelli che vivono nelle colonie dell’Impero yankee, che
ammettono comunque di essere colonizzati culturalmente, ma accettano la sfida e
vivono in prima linea. E’ importante costruire un ponte….culturale tra una
generazione in galera o pentita o prostituitasi al post moderno come Massarini
e un’altra che tenta di rispondere a questi anni difficili da vivere nel
capitalismo che si trasforma (5)
Il
gruppo viaggia su ritmi rock incalzanti,
vibra di potenze trascinanti e guerrigliere, è un pulsare continuo di black
music, riferimenti Sudamericani con derivazioni reggae, ska, radici punk, nulla
è concesso all’elettronica o alla dance.
Red,
chitarra alla mano si trasforma in un vero animale da palcoscenico. I pugni
chiusi alzati contro il cielo sono al centro di ogni concerto e fanno
identificare schiere di ragazzi verso un mondo da conquistare; Red cerca di
essere la risposta Italiana a “Joe
Strummer”, al grande” Bruce
Springsteen”o meglio ancora del carismatico Linton
Kwesi Johson, ma non come imitatore ma bensì
come loro, un portavoce della
rabbia di tutti gli oppressi.
“REDS”
SOLO REDS
“ ….Quando mangio sento la tua fame
Quando mi copro sento il tuo freddo
Quando mi lamento
Mi duole la tua pelle torturata
E le tue ossa rotte. Sono con te
solidarietà…..
Da Solidarity
“REDS” è il
disco più maturo dei “Gang”, con un linguaggio meno
metropolitano, arricchito di sonorità tradizionali folk, è il più vicino al
cuore, dove si percepisce il tentativo di abbandonare certi slogans che danno
una visione delle cose troppo precipitata; c ‘è la volontà di inviare un
messaggio nuovo, capace di penetrare nel personale, di combattere il “cinismo
degli ’80 ormai radicato in tutti gli strati sociali e che si mescola alla
rassegnazione e alla rinuncia.”
Il lavoro
vinilico è dedicato a Mauro Rostagno La prima per contrastare la diffusa
criminalizzazione del ’68 La seconda per ricordare Mauro
Rostagno come combattente Marxista/
libertario e confermare l’attuale parola d’ordine dei “Gang” : “Sapersi calare in nuovi territori senza
tuttavia rinnegare e tradire ciò che si è stati=rossi!”
Mauro
Rostagno è uno dei protagonisti
della “Bufera del
’68; un fronte di lotta accomunato dal desiderio di una società più
giusta.
Compagno
di sogni, di Renato Curcio, Mara Cagol, … diventa
uno dei leaders di “lotta continua” e lo
rimane fino alla prima metà dei ‘ 70, non si adatta poi al clima qualunquista
di molti ex militanti, (“passati dallo
spettacolo della contestazione al proscenio/ schiuma del dissenso mondano) (7) cerca nuove forme di resistenza e affronta anche il problema della droga in forte espansione..
“verso la fine dei ’70, infatti , a Milano Rostagno,” tenta un esperimento”, fonda un centro di “recupero” per
tossicodipendenti” che nella pratica è una comunità autogestita senza altri
fini se non quello di uscire dalla dipendenza della droga:”il Macondo”(8) .Esaurito
l’”effetto Macondo” grazie anche
all’intervento del solito apparato
repressivo di Stato, ha una crisi esistenziale e diventa” Sw. Anand
Sanatano” della comunità degli “arancioni Bhagwan Shree Rajneesh”, non si
nasconde però nel misticismo, parte per la Sicilia e insieme ad altri fonda la
comunità “Saman” ,ancora una volta si schiera accanto agli ultimi ai disperati torna a combattere contro la droga,
in aggiunta diventa un giornalista
d’assalto di una tv locale sicula la RTC, denuncia con forza le collusioni tra
mafia e politica locale, con metodi profondamente opposti a Muccioli (e la sua
struttura di Stato), si accosta a tutti coloro che hanno bisogno di aiuto e
solidarietà.
Paga con
la vita la sua passione per il sociale e
il suo coraggio per la verità. I killers di “cosa
nostra” lo uccidono in un agguato nel settembre 1988.
I temi
affrontati dal militante “trentino” si ritrovano nei solchi di “Reds”, terzo
capitolo del progetto “Gang”. Il
disco viene dopo due autoproduzioni ed è realizzato con la major CGD.
La band
marchigiana rimane completamente padrona del proprio lavoro. La CGD si occupa
della promozione e diffusione, cosa che non garantiscono le etichette
indipendenti, “…ma indipendenti da che
cosa? Cosa significa? E’ una cazzata la storia che il margine di creatività sia
maggiore che con una major. E’ piuttosto vero il contrario….posso fare
tranquillamente dei nomi : Materiali Sonori, I.R.A., supporti fonografici.
Nessuna di queste etichette ha rispettato i “Gang”. Le indipendenti spesso e
volentieri non pagano, non producono, non promuovono. Stampano il disco e lo
buttano nel calderone…. Parlano bene solo dei loro gruppo e si vantano di
volere il bene del rock italiano…. Dopo dieci anni la barca sta affondando,
giornalisti specializzati che fanno i produttori senza accorgersi che la
batteria è fuori tempo, critici che fanno gli imprenditori discografici,
etichette indipendenti in tutto uguali alle major, anche negli intrallazzi e
mafioserie…..Ci sono eccezioni
naturalmente. Non parlo solo per spirito di polemica, la mia vuole essere anche
una critica alle istituzioni di sinistra che si sono mosse in modo vergognoso,
lasciando tutto il fenomeno delle grandi valenze culturali in mano a mercanti
squallidi”(9).
Il fatto
che i “Gang” preferiscono la CGD al circuito militante, crea una frattura tra
la schiera dei sostenitori della band; i “puristi” che
abitano nelle “Riserve “marginali non accettano la commistione tra
business e libertà, tra marketing e ribellione,si sentono traditi ricordando
il brano che concludeva il disco “Barricada”:
“….volevano imbavagliarci con un contratto
ma non è questa la fine di ogni band
ribelle?
in questa partita la posta in gioco non è
“gloria e soldi”
ditelo agli amici
The Gang non è in vendita…..”
I fans, meno miopi e ritrosi contro l’insieme sociale, dopo avere ascoltato “Reds” comprendono subito che il gruppo non è stato messo al guinzaglio (almeno per questa volta); il 33 è meno duro e esplicito dei precedenti ma ugualmente polemico nella denuncia terzomondista.. Inoltre tecnicamente è il migliore lavoro. Non è una di quelle oscenità abituali prodotte dai “”Denovo” o CCCP del post passaggio alla Virgin.
Oltre il sostegno di una casa discografica di grande esperienza, Johnny e Red hanno avuto un produttore di eccezione, Paul Roland, un musicista che pur avendo un idioma musicale diverso, li ha sostenuti e aiutati a limare molte ingenuità del sound iniziale, a trovare preziose armonie nei suoni e negli arrangiamenti, risultato: uno sposalizio prefetto tra folk italiano-irlandese e l’essenzialità del rock.
I Severini sono alla continua ricerca di nuove esperienze capaci di arricchire la personalità della formazione, frugano nell’humus culturale della canzone popolare, nelle storie di strada, in tutte le forme ritmiche della musica di confine; questa volta “ esplorando la scena folk italiana abbiamo incontrato musicisti che non fanno revival, ma cercano di rivitalizzare questa tradizione; persone come il maestro Ambrogio Sparagna e la sua orchestra di organetti, Bosio big ban, David Castiglia e il suo gruppo , o l’arpa celtica di Aurora Barbatelli…….(10).
La scelta di addentrarsi negli itinerari folk è per “ dare voce agli umori dei suoni periferici, più vicini ai nostri ritmi, alla nostra vita, alla nostra cultura, alla nostra memoria storica….. Non si tratta di revival, non c’è nessuna nostalgia o paternalismo. Il nostro lavoro vuole risultare privo di prospettiva storica, perché cerca di esistere non di sopravvivere, vuole attaccare affermando con dignità il proprio passato guadagnando una fetta di presente che non sia sconfitta, sepolta, soffocata. Cerchiamo così un’affermazione, un segnale, una traccia, che siamo ancora vivi e combattivi, per niente arresi…..(11). I” Gang “ nelle loro numerose esibizioni live continuano ad avere connotati e identità rock “ inteso come musica popolare internazionalista, come linguaggio senza frontiere e luogo privilegiato d’incontro, confronto, crescita. Rock…. Non più relegato alla fase adolescenziale di subcultura che può facilmente essere svuotata dei suoi contenuti eversivi e ridotta a pura merce dalla industria giovanile….un rock per niente interclassista, che anzi rivendichi la sua organicità di classe, come poteva esserlo ad esempio la musica di Woody Guthrie, e contribuisca magari anche solo in minima parte ad una nuova battaglia culturale…. Rock come espressione di un nuovo protagonismo sociale” (12)
Con “Reds” l’agit-prop della band marchigiana ha raggiunto una pregevole capacità professionale e comunicativa. Le confluenze e le metamorfosi espressive attinte a sorgenti dissimili, hanno ormai cancellato l’immagine di simil-Clash che stampa specializzata e fanzines avevano affibbiato loro. Sulla storia di apparire come bravi “Scopiazzatori” del punk-ensemble inglese, Red afferma” “I Gang” come manovali del rock sono fieri di aver ricevuto un’eredità importante come quella lasciata da Strummer-Jones; ma sono altresì concordi con quello che affermavano gli “Area” anni fa; “Se gli dei se ne vanno gli arrabbiati restano”.
Il fatto di valutare un’artista in base alla sua originalità discende dall’enorme fogna di ignoranza che domina in Italia rispetto ai paesi con patrimonio intellettuale avanzato.
Il concetto di originalità, riguarda una serie di concezioni dell’arte completamente diverse: non esiste e non è mai esistito in qualsiasi forma di espressione della cultura del “Basso”, mentre esiste in un periodo ben preciso della cultura piccolo borghese (dai primi del ‘900 in poi)(13)
Collocando i “Gang” nel “basso” è ovvio non aspettarsi singolarità o stravaganze. Red: “posso suonare tutte cover di un’altra formazione, ma nell’istante in cui le vivo insieme ad un pubblico, la canzone vive in maniera diversa e quindi c’è qualcosa di nuovo. Per rendere più chiare le idee mi esprimo con le parole del critic Carl Belz : “il rock non esprime tanto una creatività individuale, quanto un contesto culturale e collettivo attraverso un linguaggio unificato collettivamente e messo a disposizione dei singoli che sappiano servirsene senza violarlo” e continuando con” Portelli” il valore di originalità abitualmente associato all’idea di opera d’arte viene sostituito nel rock da un valore di conferma, riconoscibilità, citazioni. Basate sull’uso creativo di materiali stilistici dati e questa sostituzione non è effetto di incapacità, ma una scelta che deriva da un sistema di valori che serve a soddisfare altri bisogni”
Questa precisazione sull’originalità l’ho voluta fare perché sappiamo quanto essa è cara agli addetti ai lavoro, alla critica italiana e in genere al pubblico, da costoro ammaestrato e guidato, spero che questa riflessione serva a mettere in luce o individuare il metodo, le convinzioni, il lavoro del gruppo. Alla concezione dell’arte per l’arte rispondiamo con una frase di Mao-Tse-Tung :”in una società divisa in classi, l’arte sta al servizio dell’una o dell’altra e mai al di sopra”(14)
Dopo “tribe’s union” e “Barricada” …dove i Gang lanciano la sfida e chiedendo di tenere duro e alzare il tiro, in “Reds” c’è l’invito a scendere in nuovi campi di battaglia, con” nuovi abiti” e con una coscienza più matura e rilassata, capace di bandire l’ingenuità del passato “oggi il sistema in Italia è quello che sappiamo, quindi dobbiamo essere delle talpe, scavare delle tane dove lavorare per costruirci spazi vitali, per dirla come Mohamed Alì bisogna “volteggiare come una farfalla e pungere come un’ape”(15) .Con una maggiore identità musicale, “Reds” si prepara ad affrontare tematiche emergenti ed attuali come il massiccio arrivo degli immigrati dal sud del mondo, “Emigration song”, il dissesto ecologico “Giant steal Water….”, la disperazione “Shadows”, la droga “No drug”, l’amore “I went up the river”.
Tra i primi microsolchi dell’album troviamo “Forever adnd ever” (Per sempre)
Sono il naufrago che le acque
Hanno spinto
Sulla spiaggia della sconfitta
Dove la calda sabbia accarezza
I pensieri e consola dal dubbio
La mia compagna ideologia
Non ce l’ha fatta
È affogata nella tempesta
…..
“Forever and ever” è un brano con toni
spagnoleggianti, un accenno al passato, una dedica “alla generazione 68/77, quando ormai la generazione non ha più senso,
nei 60/70 noi tutti siamo stati sconfitti in larga parte, quello che rimane è
il mantenimento di alcune riserve che il potere ci lascia, sono quelle
dell’immaginario,e dell’utopia” (16). E’
difficile cancellare dalla memoria della gente quegli anni turbolenti. Dove il
sociale e la solidarietà internazionalista ,sovente si tinsero di rosso –
sangue.
Sotto gli
slogans “Stop the war in Vietnam” o “Primero la
lucha, y la conscienza despues”, “i rivoli di mille rabbie e insoddisfazioni trovarono il modo di
confluire in un unico grande fiume, un fiume che ruppe gli argini di una
società istituzionalmente arcaica. E che non trovando - almeno in questo
paese- fasce sociali capaci di una
qualsiasi mediazione dilagò in ogni direzione (17) . Alla
insubordinazione libertaria, alla voglia di lottare insieme per il cambiamento,
lo stato italiano risponde con una Polizia che gradualmente assume la
fisionomia di una falange macedone, come il quinto battaglione di Padova;
arrivano le bombe e stragi dei padroni,
la prima grande repressione, “ in
soli tre mesi, dall’ottobre ’69 al gennaio ’70, vengono denunciate oltre
tredicimila persone: braccianti, operai, dipendenti comunali, vigili urbani.
Una gigantesca rete repressiva copre tutto il paese, imprigiona nelle sue
maglie uomini e donne, giovani ed anziani, lavoratori, sindacalisti, studenti,.
La polizia sequestra opere di Marx e Lenin, Trockij, Che Guevara, Mao e perfino
Diderot”(18).
La
polizia si macchia di crimini assurdi, come l’assassinio dell’anarchico
Pinelli, gettato da una finestra della questura di Milano, dopo essere
stato torturato, “lo si può dedurre dalla
perizia compiuta dai periti nominati dal tribunale durante il
processo”Calabresi-Lotta Continua”(19)
Riportare
la pace sociale è compito del PCI, “una
volta spenti gli ardori rivoluzionari, una volta minimizzata l’ideologia
accoppata l’utopia, in nome del pragmatismo capitalistico, il PCI è inutile
quanto ridicolo doppione di altri partiti della borghesia. Il PCI è venuto da
lontano. Insomma, ha fatto una gran bella camminata per inventare il girotondo
o il dietro-front”(20)
Frenata
la spinta sovversiva del ’77, ghettizzate le successive frange culturali,
bisogna attendere il 1985 per ritrovare piccoli fermenti radicali.. Germoglia e
muore il movimento degli studenti ’85,
divampa in notevoli dimensioni di massa ma si dissolve per l’esiguità delle
avanguardie, ibernate intrappolate dalla FGCI, un focolaio di rivolta rimane
acceso e divampa di nuovo a fine ’89
proprio con il nome“La Pantera”.
Nella
seconda metà degli ’80 si delineano schieramenti ambientalisti che si
rafforzano dopo il disastro di Chernobyl; manifestazioni, sit in, convegni e
proliferazione dell’informazione ecologista, mostrano il dramma del pianeta,
depredato, inquinato ovunque dall’egoismo del profitto e dalle trufferie della politica.
“Giants steal Water from the river” è il
brano con cui Jhonny e Red si calano nella battaglia ecologica, “oggi importantissima se si è capaci di
estenderla, non lasciarne gestione ad una mentalità semplicemente riformista e
in definitiva razionalizzante di un sistema mostruoso (21)
“Giants steal water from the river”
(L’acqua
dei fiumi la rubano i giganti)
“Nel tempo in cui
I sette giganti
Rubavano l’acqua
dei fiumi
il sole andò dall’uomo
che aveva perso la speranza
mescolando soldi e lacrime gli disse
le tue tre sorelle
acqua aria e terra
stanno morendo
se non le salverai
dal massacro dei giganti
una pioggia di fuoco
cadrà sulla tua gente e solo
quando le lune saranno una sola
costruirai il villaggio della felicità
L’uomo lasciò
Il suo rifugio
E andò nel regno
Dell’acciaio e del cemento
Non aveva armi
Così il sole
Mando in suo aiuto
Il vento e la pietra
I giganti lo aspettavano
alle porte della città
Con un ricatto nucleare
Ma quando la paura
Entrò nel suo
cuore
Il vento lo spinse avanti
E l’uomo lancio la pietra gridando
quando le lune saranno una sola
costruirai il villaggio della felicità
il gigante più grande
crollo a terra
e gli altri fuggirono
le città dell’acciaio
si sciolsero al sole.
Così fini il potere
Dei giganti sulla materia
E sul popolo degli uomini
Da allora
Le lune furono una sola
E vegliò perché i giganti
Non tornassero sulla terra
Il lavoro degli uomini
Non servì più a creare
Potere guerra e morte
Ma il villaggio della felicità (22)
“Giants steal water…..è “una canzone ispirata ad una raccolta di poesie per bambini
sull’ecologia; e qui ritorna l’importanza di puntare ad una nuova qualità della
vita, dove non solo l’acqua, l’aria e le terra siano ripuliti, ma soprattutto
l’uomo in generale “(23).
Ovunque
nel pianeta necessita una presa di coscienza : dalla distruzione dell’Amazzonia,,
all’inquinamento
delle Alpi, dalla Polinesia alla Valle del
Bormida (Acna-Cengio), da Bophal alla Farmaplant (Montedison- Massa), dalle
scorie radioattive, all’inquinamento dei mari, dalla morte dei fiumi fino al
buco nell’ozono…. C’è un unico grande colpevole ed è il profitto con tutto il sistema che ruota intorno a lui ,”almeno una delle osservazioni di Marx è
veritiera; ogni minuto consacrato al modo di produzione capitalista, ogni
pensiero che contribuisce al sistema industriale, rafforza sempre di più un
potere che è nemico della natura, della cultura, e della vita” (24)
Occorre concepire
in altro modo l’idea del “profitto”. Usando
tanta fantasia è possibile immaginare
che “il profitto”può essere reale solo
se corrisponde ad un giovamento planetario e che il suo sviluppo e crescita non
sia a danno di uno contro l’altro, dimenticando l’altro e la natura.
Il
profitto così come impostato oggi è un crimine continuo contro l’umanità e per
giunta spesso e volentieri impunito. “ Solo
adesso cominciamo a capire la nostra sopravvivenza. In uno sguardo lungo sul
futuro, è affidato tutto un sistema delicatissimo di salvaguardie. C’è una cultura nuova che purtroppo ancora non
esce dalle aule dell’università, ma dalla quale saremo investiti nei prossimi
dieci –quindici anni. Farà impallidire tutta una serie di luoghi comuni.
Sistemi di salvaguardia dell’ambiente e dell’uomo saranno la nostra realtà e
non il sogno di belle anime con la tessera della “lega per l’ambiente”,di
”Italia Nostra”, del“WWF”,…. E’ venuto il momento di un’azione radicale e il
dispiego di un grande impegno sociale al quale le forze politiche dovranno dare
risposte concrete. Un’attivazione di democrazia vissuta come controllo dei
cittadini. Insomma una vera partecipazione democratica di tutti alle scelte
fondamentali della comunità…La salvezza e il futuro stanno nella riscoperta del
lavoro collettivo su temi di aggregazione sociale (ambiente, pace, droga,
handicap, razzismo, disoccupazione,..), che è la novità di questi anni, di far
politica in altre sedi, che non sono luoghi usuali dei partiti ma punti
d’incontro dell’associazionismo. La nostra speranza è questa. Tanto più se i
centri di associazione saranno capaci di agire come vere stanze dove i
cittadini si muovono nel senso della solidarietà collettiva e del bene comune”(25). Dunque, tutto sta nel
cambiamento di “pelle” e ritrovare quelle idee di fratellanza che negli anni
’80, i popoli cosiddetti “avanzati
“sembrano abbiano dimenticato a discapito di un cinismo dilagante.
La stessa
“Solidarietà”la troviamo come merce spettacolo. Certi
megaconcerti rock come quelli organizzati dall’associazione Amnesty international (forte
con i deboli-debole con i forti), hanno biglietti che costano anche 40.000
lire, sono situazioni spesso usate da faccendieri discografici per promuovere nuove produzioni o rilanciare
artisti in fase declinante (vedi Claudio Baglioni, a cui
è stato cercato di costruire un minimo d’impegno sociale retroattivo); è giusto
combattere per i diritti umani, quando poi, si lasciano fuori dagli stadi
centinaia di giovani che non hanno la possibilità economica di partecipare alla
manifestazione? I mass-media innalzano al cielo le rock stars ( Sting) che tutto insieme diventano “salvatori dell’
Amazzonia, salvatori del ”pianeta” , padre Savio
Corinaldesi missionario sbarcato nel ’68 in mezzo all’indios della foresta
Amazzonica afferma :”Sting ha agitato le acque forse più di noi
missionari, ma non lo condivido … .il
dibattito va affrontato in modo più serio e profondo, difendere gli indios e
salvare le foreste non deve essere uno slogan ad effetto . Ciò che è importante è che gli indios e tutti i
popoli assoggettati del mondo intero abbiano il diritto e la possibilità di
avere una propria identità, libertà di parola e giudizio, un proprio cammino da
percorrere e non essere ancora schiavizzati dal profitto transnazionale……anche
il benessere degli italiani e un benessere succhiato alle popolazioni del terzo
mondo, quanti sarebbero gli italiani disposti a ridurre il loro benessere?
Tutti
insieme i newtyork del pianeta accendono i riflettori sull’Amazzonia e a colpi di
pubblicità si contendono l’incontro tra papa Woityla e il capo di una tribù
Amazzonica, nel contempo la foresta brucia, gli indios vengono sterminati anche con il contributo
della banca vaticana, peraltro compromessa in analoghe situazioni in Sudafrica,
la solidarietà del governo italiano non è meno ipocrita; il genocidio nel
Salvador sotto Duarte e Cristiani per esempio
si è compiuto e si compie anche con il sostegno economico delle banche e
multinazionali italiane, una guerra alla cui base c’è l’ingiustizia sociale,
70.000 morti, massacro feroce di sacerdoti
gesuiti, suore, assassino di monsignor Romero……perché
sostenitori e diffusori della chiesa di base detta “teologia della
liberazione”.
Nel brano “solidarity “ i”Gang” illustrano situazioni drammatiche
che affliggono la nostra epoca.
“Solidarity”
(Solidarietà)
Dalle miniere del Sudafrica
Dalle fabbriche dell’Irlanda
Ci stanno chiamando
Gli indios d’America
Stanno chiedendo il nostro aiuto
.Quando mangio sento la tua fame
Quando mi copro sento il tuo freddo
Quando mi lamento
Mi duole la tua pelle torturata
E le tue ossa rotte. Sono con te
Solidarietà
Popolo delle carceri speciali
Popolo torturato
Il nostro pugno spezzerà
La mascella di ogni dittatore
Nell’unione troveremo la forza
.Quando mangio sento la tua fame
Quando………
Appoggiamo ogni insurrezione
L’impero sta crollando
Diamogli il colpo di grazia
Brian Wilson non può correre ma
Mi ha insegnato che se è necessario sognare
È possibile vincere
Quando mangio sento la tua fame
Quando………(26)
Marino, in
diversi brani da lui scritti si sofferma
sul carcere, un’esperienza che in gioventù ha conosciuto sulla propria pelle “Song of
the prisioner” in “Barricada” , parla
di vicende di famiglia vissuta dietro le sbarre di terre lontane, “Solidarity” accenna
invece alle carceri speciali nelle quali e rinchiusa buona parte
dell’insofferenza della sua generazione.
Dietro
l’emergenza del terrorismo, lo stato italiano ha infatti introdotto nella
legislazione penale una serie di nuove normative in stile “Sacra
inquisizione” ed è riuscito ad annientare ogni forma di opposizione sociale.
Per andare in galera basta una semplice imputazione “concorso
morale”, “apologia di reato”, istigazione a delinquere”, “partecipazione ad
associazione sovversiva” o la semplice delazione del pentito, al quale viene
riconosciuta piena credibilità.
La
rappresaglia istituzionale inaugura il regime “duro”:
I più
elementari diritti umani dell’uomo vengono calpestati e le carceri speciali
divengono sempre più lager in sintonia con le carceri speciali degli Stati
Uniti dove vengono detenuti
il più
delle volte ingiustamente e illegalmente gli “oppositori
politici “ magari con l’unica colpa per
essere “comunisti” o attivisti libertari
di movimenti dei nativi o dei
neri-ispanici.
Dopo oltre 15 anni dall’applicazione delle “Legge
Reale” (1975) , una legge che da
la licenza di uccidere alle forze dell’ordine, si contano 625 vittime tra morti
e feriti; la “Kossiga”’79-’80 completa il disegno ; la vita dei
prigionieri politici, quelli che hanno sfidato lo Stato con le armi o sbattuti
dentro solo per “, reati di opinione”, “favoreggiamento”,…diventa
particolarmente rigida “”isolamento
assoluto, un’ora d’aria al giorno, nessun colloquio col difensore, niente
libri, radio, televisione, niente pacchi viveri o vestiario oltre quello che si
indossa, limitazione della corrispondenza……perquisizioni personali ad ogni
uscita o entrata dalla cella (per aria, doccia, etc) mediante denudamento
forzato e umilianti perquisizioni nell’ano e nella vagina, immediato intervento
con la massima violenza da parte di guardie carcerarie e carabinieri al minimo
segno di insubordinazione…..ulteriori restrizioni delle condizioni di vita si
hanno nei braccetti di massimo isolamento dei cinque super penitenziari di
Torino, Foggia, Spoleto, Ariano, Nuoro . Qui
vige il principio di murare vivo il detenuto, mediante il più totale
isolamento e la progressiva spersonalizzazione ….24 ore su 24 luce elettrica
accesa, divisa del carcere, acqua erogata dall’esterno, per fumare una
sigaretta richiederla e farsela accendere dalla guardia….(27)
Per poter
uscire da quella gabbia ti offrono di collaborare con la giustizia, devi
gettare la dignità , tradire le tue idee e i tuoi compagni, fai il pentito,
sputi fuori qualche nome che ti viene in testa e se hai fortuna ti danno
un’altra identità, il passaporto e un altro paese dove vivere……..come barbone.
Anche se
ormai è stata dichiarata la fine dell’emergenza terrorismo, leggi e carceri
speciali persistono; i “braccetti della morte “ hanno
cambiato nome, oggi si chiamano “sezioni blu”,
angolo
verde”…. continuano a perseguire
su una linea rigorosa. Lo Stato
autoritario nega la parola, quello democratico la concede per toglierla subito
dopo, quando questa mette in luce le menzogne delle idee dominanti . “Ci
sono poche speranze di giustizia quando il malfattore ha il potere di
condannare il giudice” (28)
Il
viaggio dei Gang” attraverso i ritmi e l’essenzialità di “Reds” prosegue con un’altra canzone
arrabbiata o barricadiera come qualcuno la vuole chiamare “My news
generals” (I nuovi generali) :
la nuova alba è sorta
è sorto il nuovo sole
l’ho visto negli occhi dei bambini
di una nuova rivoluzione
sono l’inizio sono la storia
sono il presente sono il passato
e il futuro che
si muove nelle loro vene
sono i nuovi generali
Questi
sono i “Bambini della vittoria,” le
insorgenze rivoluzionarie diffuse ovunque c’è miseria e repressione.
Marino e Sandro ci
ricordano le manifestazioni antiapartheid del Sudafrica con forte
presenza giovanile, i ragazzi di Bogside, il
quartiere popolare di Derry nell’Irlanda del nord, i “Cochorros” tempra
della rivoluzione nicaraguese; i piccoli generali palestinesi protagonisti
della“’Intifada”…
I ragazzi
dell’OLP di Arafat e non solo, con
dignità e orgoglio affrontano con le pietre una delle macchine militari più
sofisticate e crudeli dell’umanità,
quotidianamente lasciano i loro corpi inermi sull’asfalto con il grido di
libertà represso i gola (migliaia sono gli arrestati, seviziati,torturati e
spesso uccisi dall’esercito sionista, sostenuto dalle squadracce assassine dei
coloni, ai quali peraltro è assicurata l’impunità assoluta); più di tremila
sono i deportati ammassati nel campo di concentramento “Ansar 3”, un
luogo paragonabile ad “ Aushwitz” “ quel che accade nello Stato di Israele tra reduci e gli eredi dei campi
di concentramento nazisti, e il popolo Palestinese oppresso, è sintomatico :
non c è automatismo tra esperienza vissuta e comportamento successivo, quando
si aderisce ai valori della società borghese e a principi autoritari….(29)
I piccoli David Palestinesi dal giorno 8 dicembre
1987 con la loro tenacia
dimostrano al mondo che non è possibile svendere i contenuti e gli
obbiettivi della “Rivolta dei sassi”,
le loro
mani nude continueranno a sfidare “Golia Israele” finchè
non saranno liberi di giocare,studiare, correre nelle strade libere da filo
spinato e carri armati ( nei territori occupati le autorità israeliane hanno la
possibilità di arrestare per 6 mesi senza prove né processo rinnovabili
all’infinito, chiudono sistematicamente scuole, università, ospedali, e perfino
i campi sportivi perché ritenuti centri di aggregazione sovversiva).
Nei
processi rivoluzionari la spinta propulsiva dei giovani è indispensabile, in
merito il “CHE” Guevara in un messaggio rivolto agli
algerini nel 1963 afferma “ dobbiamo
contare sulla partecipazione sicura dei giovani a tutti gli impegni di lotta:
altrimenti la rivoluzione si burocratizzerà e perderà la sua forza, mentre la
sua potenza e la sua profondità diminuiranno a poco a poco fino a svanire, il
che, per una rivoluzione equivale alla morte “(30)
I solchi
di “reds” sprigionano tematiche che affliggono la modernità, sviluppano
una critica al colonialismo economico, approfondiscono la ricerca di libertà di
situazioni che stanno emergendo dal terzo e quarto mondo, si un quarto mondo
che vive nel ventre dell’opulento primo. Nell’ascoltare il disco, o nel vedere
la forza di un concerto dei “Gang”ritorna
in mente
Bruce
Springsteen quando afferma “abbiamo
imparato più in tre minuti di disco che da tutti gli anni di scuola”
Il rock
non è cultura del dissenso. E’ un contenitore di comunicazione e aggregazione
in grado di schierarsi a fianco di chi lotta e diffonderne la causa, se si è
giunti alla liberazione di Nelson Mandela, leader nero dell’ANC Sudafrica dopo
quasi trenta anni di carcere segregativo, buona parte del merito spetta agli
artisti che attraverso il rock o altre forme sono riusciti a rompere il muro
della omertà sull’apartheid, e ad edificare un fronte unitario che ha costretto
in governi europei e nordamericani a prendere posizione (magari di sola facciata) contro il regime di
Pretoria e obbligarlo ad aprire il dialogo con i movimenti di colore. Mandela, dopo la
sua liberazione ha detto “questo mio rilascio è solo un piccolo
gradino e non ha nessun significato fino a quando il nostro popolo non sarà
libero”.
Billy Bragg, amico dei Gang, cantautore della
“Work class” inglese ha senza ombra di dubbio ragione quando
afferma. “Il rock non potrà cambiare il
mondo ma è un veicolo di messaggi importanti, che da alla gente argomenti su
cui discutere e quindi accelerare forme personali di crescita di coscienza,…..
per andare a spezzare le catene del dolore, i legami della malvagità, dare la
libertà a chi non la ha; fare incontrare l’amore con la storia. L’amore
dell’uomo per gli altri uomini, senza guardare il colore della loro pelle o
della loro religione…..imparare a
pensare e vivere tra mille difficoltà, ma nella pace e nel rispetto delle
differenze.(31)
- 1) “La
pantera e il rizoma”di Bifo A/traverso 1990 pag. 8
- 2)“ “ “ “ “ “ pag. 27
- 3)“Bandiera
rossa” n. 3 aprile ’90 pag. 22
- 4)“Una
centrale al veleno” Tracce
Ed 1989 pag. 88
- 5)“Da intervista di M. Cerboneschi a
Marino Severini dei Gang.
- 7)“Tracce” n.
6 inverno 83, pag. 3
- 8)“solidarietà”
n. 4 anno I , ago-sett. 1989, pag. 7
- 9)“velvet”
n. 13 ottobre 1989 , intervista ai “Gang” di Massimo Cotto pag. 48/49
-10)“ Rockerilla”
maggio 1989, intervista “Gang” Alba Solaro
pag. 25
-11)“
“ “ “ Op.Cit.
-12)“
“ “ “ Op. Cit
-13)“ da intervista di M. Cerboneschi
ai “Gang” per rivista “Tracce” settembre 1990
-14)“ “ “ “ op.cit “ -15) “ “ op.cit
-16)“ “ “ “ op.cit. “ - 17)
supplemento del “manifesto”
n. 22 , 1988 , R. Curcio pag. 18
- 18)“Le bombe dei padroni” edizioni la
Fiaccola
- 19)“ “ “ “ “ op.cit
- 20)“Fotografia, ul mirino in più per
i padroni” di B.A. Olivo ,Tracce Edizioni pag. 7
- 21)“ Rockerilla” giugno 1989
Alba Solaro pag. 26
- 22)“brano
tratto da album vinilico “Reds” CGD 1989
- 23)“Rockerilla” giugno 1989
Alba Solaro pag. 26
- 24)“”l’appello
costante del nazionalismo” Fredy
Perlman, L’Affranchi 1990 pag. 69
- 25)“ Gianni
Mattioli in “la terra dell’argento” Tracce edizioni 1990 pag. 9/10
- 26)“brano da album vinilico “Reds”CGD 1989, ispirato a
“solidarietà” di Nina Diaz
- 27) Tracce”
primavera – estate ’86, art. comitato
per la pace di Imperia pag. 30/34
-28 ) “Uccidere
non è assassinare” di Edward Sexby , L’Affranchi 1990
-29)“Sicilia
libertaria” n. 70 ottobre ’89 pag.1
-30)“ Che
Guevara” di J.J. Natttiez, Sansoni editore 1971
-31) intervista
di M.Cerboneschi a Billy Bragg a Reggio
Emilia 1990
Una
chiacchierata tra compagni
Botta e risposta tra Maurizio (Sandino) e
Marino (red)
Maurizio con Marino e Sandro dei i
Gang si sono sentiti e incontrati molte volte, durante concerti nelle piazze,
nelle feste dell’Unità ,nei festival rock, in manifestazioni e iniziative
militanti, così come nelle rispettive abitazioni a Filottrano o a Piombino.
Nel
periodo che va dal ’87 al ’92 i “Gang” molte volte si sono resi disponibili ha partecipare "aggratis" a iniziative umanitarie in territorio
Maremmano, situazioni organizzate
appunto da militanti del
centro di “Solidarietà internazionalista di Follonica/Piombino" o Centro di documentazione multimediale Lev Tolstoj, mirate
a sostenere una volta l’associazione Palestinese Al Ard, un’altra la causa de Seringueros
dell’ Amazzonia (il cui leader sindacale Chico Mendes era
stato ucciso dai latifondisti perché si opponeva alla distruzione della
foresta) , un’altra per finanziare un libro che solo il titolo"La rivolta Situazionista"smosse tutte le forze dell'ordine del Grossetano……..durante i
numerosi incontri, prima o dopo i concerti c’era il tempo per scambi di opinioni su tematiche internazionaliste e di politica in generale, Marino culturalmente preparato era sempre disponibile a
parlare e un giorno nel '92 poi decisi di mettere nero su bianco le nostre chiaccherate., però all'orizzonte stavano arrivando ' i 60 giorni di dura lotta dei lavoratori metalmeccanici piombinesi e come tuta blu mi ritrovai in in trincea a combattere contro le nuove strategie industriali tralasciando interessi programmati.
MAURIZIO : Cosa è
significato per voi e le vostre idee dopo il
crollo del muro di Berlino e i successivi fatti di Piazza Tien An Men in Cina?
THE GANG
: E’ stata la conferma ad una critica
costruttiva fatta dalla Primavera di Praga in poi…..E’ stata la conferma che rivoluzione
oggi non significa presa del Palazzo d’inverno ma una prassi molecolare che
tocca le piccole cose perchè cambiando radicalmente queste attraverso nuove
lotte in nuovi e più piccoli campi di battaglia è possibile cambiare il mondo.
Essere comunisti oggi significa riconoscere
dignità e pari importanza alle componenti sociali e culturali orizzontali al
verticismo della”classe”; significa riconoscere importanza alla necessità di
avere un rapporto dialettico con nuove istanze di cambiamento che non sono
protette da verità tascabili, da bandiere ideologiche ammuffite, come per
esempio l’enorme carica positiva della “Teologia della liberazione” che ci viene dal Sud America ma anche
dal nostro Sud, dai contenuti nuovi delle nuove lotte soprattutto metropolitane
che rivendicano spazi di aggregazione come quelle dei Centri Sociali
autogestiti, dal movimento ecologico in generale, dalla ricchezza che richiede
un confronto e una crescita comune con il sud del mondo, con i nuovi
immigrati,…..
Tutte tematiche che trovano una sinistra
istituzionale in ritardo e con la volontà politica di non farsene interprete.
Rivoluzione è continuo movimento, continua autocritica perché solo così è
possibile superare gli ostacoli del potere e dei suoi cani da guardia e erigere
barricate per difendere i territori conquistati e non semplicemente battere la
ritirata.
Le nostre influenze sono state comunque
sempre del tipo eretico a quelle istituzionali, vedi: “Sandinismo”,”black panters”, “Verdi tedeschi”, “Che Guevara”, “Anarcosindacalismo”…
MAURIZIO :Nei vostri testi si toccano tematiche come la droga, l’ambiente,
l’immigrazione, l’internazionalismo,….nelle vostre interviste parlate sempre di
una società multietnica,
la
ritenete un passaggio obbligatorio per il cambiamento?
THE GANG : Vediamo la società multietnica una
conseguenza inevitabile del nuovo capitalismo, caratteristica di un conflitto
sempre più acuto tra Nord e Sud del mondo.
L’importante è sviluppare in questo una
cultura della solidarietà, antidoto efficace alle…. Piccolo borghesi del
razzismo e fascismo vecchi e nuovi (Vedi leghe), perché è proprio la cultura
della difesa estrema del proprio recinto di casa, del proprio status quo che
crea ignoranza , fascismo e diversità, quindi criminalizzazione e repressione.
A far le spese in questo contesto è sempre il
più debole, il meno garantito, il più isolato, il più solo. Dobbiamo stringerci
in un cordone che possa farci sentire più forti e in grado di farci valere.
L’importante è alzare il tiro perché tutti hanno il diritto di andare dove
vogliono, di fissare nuove radici in ogni parte del mondo, c’è il dovere di
aiutare chi è in difficoltà (non solo economiche) e allora in questo incontro
ravvicinato ci sarà ricchezza morale – culturale e capacità di vivere insieme senza
più lo spettro piccolo – borghese di voler asservire questa terra e la maggior
parte degli uomini alle sue leggi economiche, morali, religiose culturali.
Il problema dell’immigrazione è quello che
abbiamo ora in casa nostra ma non è l’unico, dall’altro lato occorre appoggiare
anche ogni movimento di liberazione che combatte contro governi finanziati dalle multinazionali occidentali (Vedi Gardini in Amazzonia), ormai ogni problema,
in qualsiasi parte del mondo deve essere anche il nostro, ci tocca e ci
riguarda.
Amazzonia, Panama, Palestina, Bolivia, Cuba,
Saharawi, dare battaglia ai narcotrafficanti, ect, ect. Dobbiamo essere
presenti e prepararci ad esserlo, non dimentichiamo che c’è un sud in ogni nord
e un nord in ogni sud, anche qua in casa nostra, in questa Italia definita
settima potenza mondiale, c’è una estesa realtà
pre – moderna, vedi sud – Italia con e le varie mafie, tutto questo è
strutturale a questo sviluppo economico, alla ristrutturazione industriale e
sociale passata con la complicità di tutte le forze politiche istituzionali o
almeno di quelle cosiddette storiche.
Ultima cosa, no all’integrazione, si al
villaggio globale. Quello che è stato il rock’n’roll anni ’50 così dovrebbe
esserlo oggi, parlo del metodo, delle capacità di contaminarsi e contaminare,
non di essere strumento di integrazione o interclassista (Come lo è stato
secondo alcuni) e questo sta già accadendo con ottimi risultati e no nel centro
ma nella periferia…
MAURIZIO :Il rock,
la musica in generale hanno dato un contributo importante per la liberazione di
Nelson Mandela e detenuti politici sudafricani; per voi gruppo storicamente
conosciuto per un forte impegno nel sociale quanto è difficile legare la musica
alla politica?
THE GANG : Il nostro modo di fare politica con delle
canzoni è fare si che queste possano essere “utili” a noi e alla nostra gente.
Questo è il compito di tutti gli “artisti” irregolari e della musica popolare.
Il concetto di utilità è molto ampio perché
può riguardare da un lato la controinformazione su fatti della nostra storia
visto che a comunicarli sono i media
asserviti al potere (storia orale), ma soprattutto in anni come questi la cosa
più utile è una battaglia culturale che rafforzi e/o che contribuisca a far crescere una forte identità antagonista
ai valori dominanti, cultura della nuova età, dei nuovi esclusi dal banchetto
del capitale, cultura dei nuovi ribelli, dei nuovi “combattenti”.
Una cultura in grado di rafforzare le proprie
radici o meglio che attraverso la sua oralità contribuisca a prendere coscienza
di quello che si è oggi e si era prima riallacciando un filo rosso o un fiume
con le altre esperienze o movimenti di lotta
attraverso il baratro dagli anni del silenzio, della repressione della
nuova socialdemocrazia.
Etica delle radici ma anche cultura capace di
dotarsi di ali per saper adattare strumenti della tradizione a una realtà
nuova, a nuovi bisogni, a nuove lotte capaci di essere fiancheggiatrici di
nuove radicalità nel conflitto, che, ha si dei contorni nuovi e diversi ma
esiste tuttora e domani ancor di più.
Il nostro compito è quello di agitatori, di
dare un microfono a una realtà che nell’ultimo decennio ha vissuto gran parte
in silenzio perché soffocata, dispersa, in fuga, ma la volontà di tornare a
mordere esiste, Quello che è difficile è riuscire ad essere organici il più
possibile, in questa nostra situazione vogliamo essere “utili” il più possibile con delle…. che sono solo canzoni.
MAURIZIO : I
“Gang” in “Reds” hanno cambiato molto il
loro percorso espressivo rispetto ai lavori precedenti. Quali saranno i territori musicali e non solo musicali che
intendete esplorare in futuro?
THE GANG : “Niente ho meglio ben
poco nel metodo, nel progetto, nelle intenzioni, nello scopo, nel bersaglio da
colpire. Non è cambiata la coscienza dei limiti, il desiderio di migliorare
consci che come diceva Malcom X che “solo il cardine che cigola ha bisogno di grasso”
. Limiti nostro ma anche della realtà che ci circonda.
Lucidità, pragmatismo, strategia non
Macchiavellistica ma dettata dall’esperienza, dalle tracce incontrate sulla
pista polverosa , come diceva Mohamed Ali “volteggiare come una farfalla e
pungere come un’ape”. Tutto questo resta lo stesso di sempre, la partenza, le
radici, coscienza di chi si è, da dove si proviene, che tipo di sentiero ci
spetta percorrere.
Quello che è cambiato è la forma che
l’abbiamo ampliata approfittando di una maggiore conoscenza e di incontri
importanti durante la strada. I dischi sono la testimonianza, la traccia di
questo. Da “Tribes union” e l’unione degli stili, la fusione di stili delle
tribù alla “Barricada” internazionale dove il rock o almeno i suoi principali
elementi formali e sostanziali fanno i conti con le matrici, i luoghi culturali
di provenienza, rivendicando un’identità ribelle nuova.
In “Reds” poi, c’è l’invito a volare verso
nuovi campi di battaglia non quindi in un’oasi o verso isole felici (che non ci
sono) ma ad un impegno dettato da nuove realtà in marcia. La prossima puntata è
guardare al futuro che non è scritto (Come si diceva una volta), allora bisogna
inventarselo nuovamente ,il cambiamento del presente e del futuro sta in un
protagonismo nuovo, quello del sud del mondo,, perché è li il futuro è li che
deve essere nostro.”
Maurizio Cerboneschi "Sandino"
Concerto per la Palestina alla Lucciola Massa Marittima |
1989 Rivellino Piombino concerto di Solidarietà per i popoli nativi in Amazzonia
Primo maggio 1991, concerto CGIL CISL UIL, in piazza san Giovanni a Roma Marino legge un documento che successivamente gli chiuderà molte porte. Foto più recente Daniele Biacchessi , Maurizio , Aldino a Sandro e Marino a Monterotondo Marittimo (GR) il 23/04/2011 Condividi post |