Tribunale inglese ha rinviato al 22
giugno l'udienza per decidere sulle 31 tonnellate d'oro -del valore di 1
miliardo e 700 milioni di dollari- richiesti dal Banco Centrale del Venezuela
(BCV) dopo la reiterata negativa del Banco d'Inghilterra a restituire i
lingotti d'oro. Qesti sono presenti nei suoi forzieri a titolo di “custodia”.
Il Venezuela ne chiede la restituzione dall'ottobre del 2018, quando le sue
riserve ammontavano a 31 tonnellate, ma il Banco d'Inghilterra si barrica
dietro argomentazioni di tipo “politico” -non riconosce la “legittimita'” del
governo bolivariano-per rifiutare la restituzione di quel che non gli
appartiene.
Le autorita' del paese sudamericano hanno concordato con l'ONU un programma
che prevede l'utilizzazione parziale (1 miliardo) della somma illecitamente
trattenuta, per l'acquisto di medicine, attrezzature mediche e alimenti per
poter affrontare la pandemia in condizione adeguata.
“«Siamo d'accordo con il Programa delle Nazioni Unite (PNUD) che siano loro
a ricevere direttamente i fondi -dice Calixto Ortega, presidente del BCV- Sono
le Nazioni Unite a coinvolgersi ufficialmente, con la loro neutralita' e
indipendenza, pertanto non vi e' pericolo di nessuna trama oscura”.
Il presidente della banca centrale ha sottolineato con fervore
“Continueremo a batterci per la restituzione dell'oro ..speriamo di ottenere
giustizia e salvare la vita dei venezuelani durante questa pandemia”.
La vicepresidenta del paese caraibico Delcy Rodríguez, si e' detta
soddisfatta per la continuazione del processo, evidenziando che “l'oro e' un
patrimonio del Paese, non dell'organizzazione criminale diretta dal deputato
golpista Juan Guaidó...”
Quest'ultimo non ha mai partecipato ad un'elezione presidenziale, ma e'
stato designato da Donald Trump ad occupare fittiziamente la prima carica. Ma
Trump non ha titoli per designare le autorita' della Repubblica Bolivariana del
Venezuela, ne' il Bank of England puo' stornare riserve auree a vantaggio di
una fazione piu' convienente ai suoi interessi.
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