Associazioni e partiti di Piombino – Elba,
Follonica , Monterotondo M.Mo, Alta Maremma e Colline Metallifere Hanno ricordato
Italo Calvino a Castiglione della Pescaia (GR)
Il
19 settembre in occasione del 28 ° anniversario della morte di Italo Calvino
rappresentanti antifascisti e militanti internazionalisti dell’
Alta Maremma si sono recati presso il cimitero Comunale di Castiglione della
Pescaia (GR) per ricordare l’ultimo grande autore del ’900, il partigiano
“Santiago”della 2a divisione d’assalto “Garibaldi” Felice Cascione che
operava nelle Alpi Marittime. Calvino, cresciuto con un pensiero
Anarco-comunista, grazie all’esperienza partigiana, consolidò una già radicata
e profonda consapevolezza di se stesso e della realtà che lo circondava che
contribuì, insieme all’entusiasmo che lo accompagnava, a determinare la sua
formazione umana, politica e letteraria.
Anche
dopo la rottura con il PCI nell’agosto 1957 per i fatti d’Ungheria rimase
legato alla sinistra e in una lettera scrisse “…..non rinnego il passato, vorrei
rivolgere un saluto anche ai compagni più lontani dalle
mie posizioni che
rispetto come combattenti anziani e valorosi, al cui rispetto, nonostante le
opinioni diverse, tengo immensamente e a tutti; e a tutti i compagni
lavoratori, alla parte migliore del popolo italiano dei quali continuerò a
considerarmi il compagno.”Italo Calvino nacque a Santiago de Las Vegas all’Avana Cuba nel 1923 , paese che sempre ha tenuto nel cuore. Nel 1964 vi tornò per sposarsi all’Avana con argentina Esther Judit Singer detta” Chichita “e, in quell’occasione, fu invitato a far parte della giuria del Premio letterario Casa Las Americas. Lì conobbe e fece amicizia con il Comandante Ernesto Che Guevara, allora Ministro dell’industria cubana. Quando nel 1967 in Bolivia il” CHE” fu ucciso, per ricordarlo, gli dedicò la bellissima lettera : *“Qualsiasi cosa cerchi di scrivere…….”,che in Italia fu diffusa solo nel 1998. Sempre nel 1964 si attivò per
Nel 1995,
nel decennale della sua morte, la figlia Giovanna Calvino fu contattata dalle
autorità cubane al fine di inaugurare, nel 1996, una grande lapide-ricordo
nella casa natale di Italo Calvino, nel Giardino Botanico di Santiago de las
Vegas, alla periferia dell'Avana. In tale occasione a Cuba sorse il comitato
"Pro-Fondazione-Calvino". Tale istituzione nel 1996 dette vita al
Premio Letterario Biennale Cubano Italo Calvino, riservato a
A
ricordare Italo Calvino con un omaggio floreale erano presenti
esponenti in rappresentanza di :
PRC
Piombino-isola D’Elba, , PCL Follonica, ANPI
Monterotondo Mmo.- Montieri, Comune di Monterotondo M.mo (gr) ,CSIAM
(centro solidarietà internazionalista Alta Maremma), C.lo Bolivariano
alta Maremma “Alessio Martelli”, Amici di Cuba gruppo “Italo
Calvino”Piombino Val di Cornia, Coordinamento alta Maremma per la libertà dei
cinque eroi Cubani.
Si
ringraziano tutti i partecipanti, un grazie particolare al Sindaco di
Monterotondo M.mo (GR) che è stato
parte attiva dell’iniziativa .
Nei
prossimi anni gli organizzatori cercheranno di ampliare la presenza
a questa
importante ricorrenza, che oltre a rendere omaggio ad un grande letterato del ‘900,
è anche un modo per salvare la nostra memoria storica.
Si ringrazia il Granma internacional curato da Gioia Minuti e anche Gianfranco Ginestri con cui speriamo di collaborare per il 2014
Qualsiasi
cosa cerchi di scrivere *
di Italo Calvino
Pensando a
Che Guevara
Lettera scritta da Calvino nel 1967 quando ha avuto notizia della morte di Ernesto Che Guevara, in Italia il documento è apparso solo nel 1998
Qualsiasi cosa io cerchi di scrivere per esprimere la
mia ammirazione per Ernesto Che Guevara, per come visse e per come morì, mi
pare fuori tono. Sento la sua risata che mi risponde, piena d'ironia e di
commiserazione. Io sono qui, seduto nel mio studio, tra i miei libri, nella
finta pace e finta prosperità dell'Europa, dedico un breve intervallo del mio
lavoro a scrivere, senza alcun rischio, d'un uomo che ha voluto assumersi tutti
i rischi, che non ha accettato la finzione d'una pace provvisoria, un uomo che
chiedeva a sè e agli altri il massimo spirito di sacrificio, convinto che ogni
risparmio di sacrifici oggi si pagherà domani con una somma di sacrifici ancor
maggiori.
Guevara è per noi questo richiamo alla gravità assoluta di tutto ciò che riguarda la rivoluzione e l'avvenire del mondo, questa critica radicale a ogni gesto che serva soltanto a mettere a posto le nostre coscienze.
In questo senso egli resterà al centro delle nostre discussioni e dei nostri pensieri, così ieri da vivo come oggi da morto. E' una presenza che non chiede a noi né consensi superficiali né atti di omaggio formali; essi equivarrebbero a misconoscere, a minimizzare l'estremo rigore della sua lezione. La "linea del Che" esige molto dagli uomini; esige molto sia come metodo di lotta sia come prospettiva della società che deve nascere dalla lotta. Di fronte a tanta coerenza e coraggio nel portare alle ultime conseguenze un pensiero e una vita, mostriamoci innanzitutto modesti e sinceri, coscienti di quello che la "linea del Che" vuol dire -una trasformazione radicale non solo della società ma della "natura umana", a cominciare da noi stessi- e coscienti di che cosa ci separa dal metterla in pratica.
La discussione di Guevara con tutti quelli che lo avvicinarono, la lunga discussione che per la sua non lunga vita (discussione-azione, discussione senz'abbandonare mai il fucile), non sarà interrotta dalla morte, continuerà ad allargarsi. Anche per un interlocutore occasionale e sconosciuto (come potevo esser io, in un gruppo d'invitati, un pomeriggio del 1964, nel suo ufficio del Ministero dell'Industria) il suo incontro non poteva restare un episodio marginale. Le discussioni che contano sono quelle che continuano poi silenziosamente, nel pensiero. Nella mia mente la discussione col Che è continuata per tutti questi anni, e più il tempo passava più lui aveva ragione.
Anche adesso, morendo nel mettere in moto una lotta che non si fermerà, egli continua ad avere sempre ragione.
* ottobre 1967
Guevara è per noi questo richiamo alla gravità assoluta di tutto ciò che riguarda la rivoluzione e l'avvenire del mondo, questa critica radicale a ogni gesto che serva soltanto a mettere a posto le nostre coscienze.
In questo senso egli resterà al centro delle nostre discussioni e dei nostri pensieri, così ieri da vivo come oggi da morto. E' una presenza che non chiede a noi né consensi superficiali né atti di omaggio formali; essi equivarrebbero a misconoscere, a minimizzare l'estremo rigore della sua lezione. La "linea del Che" esige molto dagli uomini; esige molto sia come metodo di lotta sia come prospettiva della società che deve nascere dalla lotta. Di fronte a tanta coerenza e coraggio nel portare alle ultime conseguenze un pensiero e una vita, mostriamoci innanzitutto modesti e sinceri, coscienti di quello che la "linea del Che" vuol dire -una trasformazione radicale non solo della società ma della "natura umana", a cominciare da noi stessi- e coscienti di che cosa ci separa dal metterla in pratica.
La discussione di Guevara con tutti quelli che lo avvicinarono, la lunga discussione che per la sua non lunga vita (discussione-azione, discussione senz'abbandonare mai il fucile), non sarà interrotta dalla morte, continuerà ad allargarsi. Anche per un interlocutore occasionale e sconosciuto (come potevo esser io, in un gruppo d'invitati, un pomeriggio del 1964, nel suo ufficio del Ministero dell'Industria) il suo incontro non poteva restare un episodio marginale. Le discussioni che contano sono quelle che continuano poi silenziosamente, nel pensiero. Nella mia mente la discussione col Che è continuata per tutti questi anni, e più il tempo passava più lui aveva ragione.
Anche adesso, morendo nel mettere in moto una lotta che non si fermerà, egli continua ad avere sempre ragione.
* ottobre 1967
inizio commemorazione 19 settembre 2013 Cimitero Castiglion della Pescaia-Gr
Rappresentanza Prc Federazione Piombino-Isola- D'elba
Rappresentanza PCL Follonica colline metallifere
Sempre e comunque antifascisti
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