venerdì 3 febbraio 2012

Lettera aperta a Piero Fassino, sindaco di Torino: “lei sa che in Colombia…?Carta abierta al alcalde de Turín (Italia),.....



Lettera aperta a Piero Fassino, sindaco di Torino: “lei sa che in Colombia…?
Scritto il 24 gen 2012
Condivido pienamente il contenuto della seguente lettera che gli amici dell’Associazione Nazionale Nuova Colombia hanno inviato al sindaco di Torino Piero Fassino invitandolo ad informarsi meglio meglio sulla realta’ colombiana prima di parlare di “sistema pluralista e rispettoso delle diverse opinioni. Recentemente il sindaco Fassino ha ricevuto a Torino il vice presidente colombiano Garzón. (AM)
LETTERA APERTA AL SINDACO DI TORINO PIERO FASSINOL’Associazione nazionale Nuova Colombia, che da anni denuncia all’opinione pubblica italiana le sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime oligarchico ai danni del popolo colombiano, e che si batte instancabilmente affinché si giunga ad una soluzione politica e pacifica del conflitto sociale e armato che insanguina la Colombia da oltre sessant’anni, apprendendo dagli organismi di stampa che lo scorso 14 gennaio Lei ha ricevuto il Vicepresidente della Colombia, Angelino Garzón, al Palazzo Civico di Torino, intende metterla a conoscenza di alcuni dati che evidentemente ignora.
Forse non sa che la Colombia è stata e continua ad essere il paese più pericoloso al mondo dove svolgere attività sindacale. Dopo solo un anno dall’insediamento di Juan Manuel Santos alla Presidenza della Repubblica (Agosto 2010), sono stati assassinati impunemente 28 sindacalisti, 36 difensori dei diritti umani e 18 dirigenti agrari; parimenti, non si contano le intimidazioni e le minacce subite dall’opposizione politica, sindacale e sociale al governo. Nei soli primi tre mesi dell’amministrazione Santos, secondo quanto denunciato anche dal Polo Democratico Alternativo, sono 50 gli oppositori politici trucidati dal terrorismo di Stato.
Il Vicepresidente Angelino Garzón, al pari di tutto l’esecutivo di cui fa parte, conosce molto bene queste cifre agghiaccianti, che a seconda del contesto e degli interlocutori di turno cerca di occultare o minimizzare; costui è altresì consapevole che, durante il precedente governo guidato da Alvaro Uribe (che come premio per la sua “buona condotta”, lo nominò nel 2009 Rappresentante Permanente della Colombia all’Organizzazione Internazionale del Lavoro a Ginevra), sono oltre 570 i sindacalisti caduti sotto il piombo statale.
Il ruolo diplomatico di personaggi come Garzón è quello di tentare, ricorrendo alla menzogna e a pittoreschi voli pindarici, di ripulire l’immagine di un regime che ha le mani intrise di sangue. Se Lei nutrisse qualche dubbio su quanto stiamo affermando, Le ricordiamo che il terrorismo di Stato in Colombia ha partorito migliaia di casi di “falsi positivi”, eufemismo coniato dal presidente Juan Manuel Santos, quand’era ministro della Difesa di Uribe, per sminuire semanticamente l’atrocità e la gravità degli omicidi extragiudiziari di giovani disoccupati e disagiati colombiani per mano dei militari, i quali prima li attiravano con false promesse di lavoro, poi li ammazzavano a sangue freddo ed infine li vestivano con uniformi per presentarli come “guerriglieri abbattuti in combattimento”. Senza contare i 5,2 milioni di sfollati interni, cacciati dalle proprie terre con la violenza militare/paramilitare per svuotare intere regioni appetite dalle multinazionali e dai latifondisti.
Se avesse fatto una semplice e banale ricerca su internet in merito al corpo diplomatico colombiano, avrebbe visto che nel 2006 l’ex console colombiano a Milano, Jorge Noguera, è stato richiamato in patria ed arrestato: quando ricopriva la carica di Direttore della polizia politica DAS, direttamente agli ordini del presidente della Repubblica, passava liste di difensori umani, sindacalisti e oppositori politici ai gruppi paramilitari della costa atlantica affinché questi macellai provvedessero ad eliminarli. L’ex ambasciatore a Roma, Sabalt Pretelt de la Vega, è stato inabilitato a ricoprire incarichi pubblici per 12 anni, poiché coinvolto nella compravendita di voti tra congressisti finalizzata a garantire la fraudolenta rielezione dell’ex presidente Uribe.
Qualora non lo sapesse, le ricordiamo che Uribe viene indicato, in un rapporto desecretato della DEA statunitense, al n°82 in una lista dei 104 più pericolosi narcotrafficanti al mondo.
Diversi europarlamentari, di svariati gruppi e paesi, hanno più volte espresso una ferma condanna ad un regime che gode del primato delle violazioni dei diritti umani, tanto che anche le Nazioni Unite hanno dovuto riconoscere a più riprese le responsabilità dirette di organismi statali nella creazione-gestione dei gruppi paramilitari.
Le recenti indagini della Corte Suprema di Giustizia colombiana, su sollecitudine delle associazioni di difesa dei diritti umani, hanno fatto emergere un quadro dantesco: migliaia di corpi seppelliti in fosse comuni, di cui la più grande, con oltre 2000 cadaveri, è stata rinvenuta a pochi passi da una base militare.
Lo Stato colombiano rappresentato dal Vicepresidente Garzón, che Lei ha tanto lodato e incensato, non è una “democrazia di vecchia data”, un “sistema pluralista e rispettoso delle diverse opinioni”, e men che meno uno “Stato di diritto”. E’ uno Stato terrorista, che ha storicamente impiegato la violenza per schiacciare qualsiasi opposizione e dissenso, e che è diretto da un regime oligarchico antidemocratico e antipopolare.
Torino, medaglia d’oro al valore militare per la sua lotta contro l’oppressore nazifascista, non può e non deve stipulare alcun gemellaggio con autorità colombiane, né tantomeno alcun accordo commerciale con un regime paramilitare e mafioso; sarebbe un oltraggio verso quegli uomini e donne che, al pari di coloro che oggi resistono al regime fascista colombiano, hanno generosamente sacrificato la loro vita per la pace con giustizia sociale.
La difesa dei diritti umani, intesi come diritti sociali, politici, economici e culturali di un popolo, dev’essere un fatto concreto e coerente; non è concepibile pensarla solo come un “buon proposito”, scritto freddamente su qualche foglio e pronunciato per riempirsene la bocca.
Pertanto, chiediamo che non venga nemmeno presa in considerazione una eventuale collaborazione con un regime criminale e terrorista come quello colombiano.
Qualunque operazione politica, economica o diplomatica fatta per stringere rapporti con il regime di Bogotá e le sue articolazioni istituzionali, sarà considerata dal popolo colombiano come una spregevole dimostrazione di indolenza nei suoi confronti, una vergognosa collaborazione con i responsabili della carneficina che subisce quotidianamente e una manifestazione di indecenza politica ed etica.

Associazione nazionale Nuova Colombia


Carta abierta al alcalde de Turín (Italia), Piero Fassino: ¡Ninguna colaboración con el Estado terrorista de Colombia

Por Asociación nacional Nueva Colombia
La Asociación nacional Nueva Colombia, que desde hace años viene denunciando a la opinión pública italiana la violación sistemática de los derechos humanos perpetrada por el régimen oligárquico contra del pueblo colombiano, y que lucha incansablemente en aras de una solución política al conflicto social y armado que ensangrienta a Colombia desde hace más de sesenta años, al haberse enterado por la prensa que usted recibió, el pasado 14 de enero en la alcaldía de Turín, al vicepresidente de Colombia, Angelino Garzón, desea que usted tome en cuenta algunos datos que evidentemente desconoce.
Tal vez usted no sepa que Colombia ha sido y sigue siendo el país más peligroso del mundo para el sindicalismo. En un año de presidencia de Juan Manuel Santos 28 sindicalistas, 36 defensores de los derechos humanos y 18 líderes campesinos han sido asesinados con total impunidad. De la misma manera son incalculables las intimidaciones y amenazas contra cualquier forma de oposición política, sindical y social al gobierno. Sólo en los primeros tres meses del gobierno de Santos, según lo ha denunciado también el Polo Democrático Alternativo, son 50 los opositores políticos masacrados por el terrorismo de Estado.El vicepresidente Angelino Garzón, al igual que todo el gobierno al que pertenece, conoce muy bien esas cifras escalofriantes que trata de ocultar o minimizar de acuerdo al contexto y a los interlocutores de turno. También sabe que durante el gobierno anterior, encabezado por Álvaro Uribe (quien en 2009 lo recompensó por su “buena conducta” nombrandolo Representante Permanente de Colombia ante la Organización Internacional del Trabajo en Ginebra), más de 570 sindicalistas han caído bajo el plomo del Estado.
El papel diplomático de funcionarios como Garzón es el de recurrir a las mentiras y saltos pindáricos para limpiar la imagen de un régimen que tiene las manos ensangrentadas. Si usted albergara alguna duda acerca de lo que estamos diciendo, le recordamos que el terrorismo de Estado en Colombia ha parido miles de casos de “falsos positivos”, eufemismo acuñado por Juan Manuel Santos cuando era ministro de la Guerra de Uribe, con el propósito de minimizar semánticamente las atrocidades y las criminales ejecuciones extrajudiciales de jóvenes desempleados y marginales a manos de militares colombianos. Los miembros del ejército los cautivaban primero con falsas promesas de trabajo, para luego asesinarlos a sangre fría y ponerles uniformes para presentarlos como “guerrilleros abatidos en combate”. Sin contar los 5,2 millones de desplazados internos, expulsados de sus tierras por la violencia militar/paramilitar para vaciar regiones enteras codiciadas por las transnacionales y los latifundistas.
Si usted hubiera hecho una simple búsqueda en internet acerca del cuerpo diplomático colombiano en Italia, se habría enterado que en 2006 el ex cónsul de Colombia en Milán, Jorge Noguera, fue enjuiciado y tuvo que regresar e su país, donde finalmente fue detenido; cuando se desempeñaba como Director de la policía política DAS, aparato que depende directamente del Presidente de la República, entregó listas de defensores de los derechos humanos, sindicalistas y opositores políticos, a los paramilitares de la costa norte de Colombia para que estos carniceros los eliminaran físicamente. El ex embajador en Roma, Sabalt Pretelt de la Vega, fue inhabilitado por 12 años para ejercer cargos públicos por estar involucrado en la compra de votos en el Congreso para garantizar la fraudulenta reelección del ex presidente Uribe.
Tal vez usted no esté enterado de que el nombre de Álvaro Uribe se encuentra en un informe desclasificado de la DEA estadounidense, donde aparece como el número 82 de una lista de los 104 narcotraficantes más peligrosos del mundo.
Varios diputados del Parlamento europeo, de distintos grupos y países, han rechazado contundentemente en repetidas ocasiones a un régimen que tiene el récord de violaciones a los derechos humanos; es tan así que incluso las Naciones Unidas han tenido que reconocer varias veces la responsabilidad directa de los aparatos del Estado en la creación y manejo de los grupos paramilitares.
Investigaciones recientes realizadas por la Corte Suprema de Justicia colombiana, gracias a la solicitud de las asociaciones defensoras de derechos humanos, han sacado a flote una situación dantesca: miles de cuerpos enterrados en fosas comunes, la más grande de las cuales, con más de 2000 cadáveres, fue encontrada cerca de una base militar.
El Estado representado por el vicepresidente Garzón, que usted tanto elogió y alabó, no es una “democracia de larga data”, un “sistema pluralista respetuoso de las diferentes opiniones”, y mucho menos un “estado de derecho”. Es un estado terrorista, que históricamente ha recurrido a la violencia para aplastar cualquier forma de oposición y descontento, y que está encabezado por un régimen oligárquico antidemocrático y antipopular.
Turín, ciudad ‘medalla de oro al valor militar’ por su lucha contra el opresor nazi-fascista, no puede ni debe estrechar ‘hermanamiento’ alguno con las autoridades colombianas, y menos aún suscribir acuerdos comerciales con un régimen paramilitar y mafioso; sería un insulto a los hombres y mujeres que, al igual que los que hoy en día resisten contra el régimen fascista de Colombia, entregaron generosamente sus vidas por la paz con justicia social.
La defensa de los derechos humanos, entendidos como derechos sociales, políticos, económicos y culturales de un pueblo, debe ser un hecho concreto y coherente, y no puede concebirse bajo ninguna circunstancia como mera “buena voluntad”, escrita en un papel y fríamente pronunciada en tal o cual discurso oficial.
Por lo tanto, le pedimos que se descarte siquiera la posibilidad de cualquier colaboración con un régimen criminal y terrorista como el colombiano.
Cualquier operación política, económica o diplomática desplegada para estrechar relaciones con el régimen de Bogotá y sus articulaciones institucionales, será percibida por el pueblo colombiano como una muestra de indolencia en su contra, una vergonzosa colaboración con los responsables de la carnicería que sufre a diario y una manifestación de indecencia política y ética.
Asociación nacional Nueva Colombia
Turín, 21 de enero 2012

immagine manifesto inserita da autore Blog tratta da internet

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