lunedì 30 gennaio 2012

L'impunità del "dissidente" Villar Mendoza /La impunidad del “disidente” Villar Mendoza



L'impunità del "dissidente" Villar Mendoza
29.01.12 - Jorge Angel Hernandez Perez Tratto da Ogun guerrero

La recente campagna scatenata intorno alla morte del cittadino cubano Wilmar Villar Mendoza mette sul tappeto un punto che sembra mimetizzarsi nel violento rigore dei dibattiti e scontri mediatici. Mi riferisco alla sua, virtualmente concessa, impunità di commettere crimini per il semplice fatto di considerarsi un prigioniero politico. Le stesse fonti della sfrenata propaganda alla mercenaria opposizione, evitano la contraddizione tra la data del certificato medico che dà certezza della sua aggressione alla moglie, nel luglio 2011, e il suo presunto ingresso nell'organizzazione che lo sedusse, agosto 2011. E' una strategia già usata in precedenza con Orlando Zapata Tamayo, anch'egli ingannato, che è stato captato per la dissidenza da parte di attivisti meno disposti a rischiare la loro vita per la causa che sostengono di difendere. Questo proselitismo demagogico è stato la vera pietra miliare che ha di fatto soppresso la vita del prigioniero.
La necessità di trovare elementi di attacco in relazione alla condotta cubana con i prigionieri, che ha liberato quelli sempre nominati dalla lista dei 'dissidenti' e concesso l'indulto ad altri per cause comuni, ha fatto sì che, in una frenesia degna del più rabbioso maccartismo, organizzazioni e politici si pronunciassero sul fatto senza rispettare le più essenziali regole del diritto e le relazioni internazionali. Sono queste violazioni che, tuttavia, vagano impunemente dalle agenzie di notizie grazie all'abuso dell'informazione che si permette loro di fare. Nei codici a cui rispondono per le loro posizioni, atteggiamenti di questo tipo possono essere oggetto di azione penale. Vi é quindi una cospirazione da 'guerra fredda' che ancora a Cuba viene imposta.
Ma la norma della dissidenza cerca a tutti i costi di sedurre il criminale con l'impunità. Tu puoi commettere un reato grave a Cuba e dichiararti, una volta in carcere, oppositore, perché la tua storia sia considerata - da parte della ben finanziata dissidenza, dentro e soprattutto all'esterno del paese - una manipolazione delle fonti ufficiali cubane. E, inoltre, che i tuoi crimini siano sottostimati e trasformati in una sorta di patrimonio intangibile della dissidenza. I monopoli dell'informazione e i suoi replicatori non confermeranno i dati, e neppure considereranno affidabile qualcosa proveniente da chi non sostiene il loro perfetto terrorismo mediatico, i loro modelli di valutazione e di squalifica. Basti per comprovarlo che appena hanno preso in considerazione le informazioni documentate sulla situazione nella città orientale di Contramestre durante la sepoltura del Villar, né hanno considerate valide, credibili, sia l'editoriale del quotidiano Granma che le Dichiarazioni del Ministero degli Esteri di Cuba. Né sono state ritenute affidabili le diagnosi mediche, naturalmente.
Ciò di cui hanno bisogno, in sostanza, è sedurre il delinquente, pervertire sempre più il sotto-proletariato, perché agisca nell'ambito della propaganda sporca come esempio di una crudeltà che, in fin dei conti, non riescono a dimostrare. Tuttavia, il criminale comune ha bisogno di un lungo processo di coscientizzazione per diventare un dissidente politico, ciò che anche rimane occultato, anche se appare immediatamente agli occhi nelle sintesi di coloro che, ponendo la loro vita al sicuro, invitano gente plebea a suicidarsi

La impunidad del “disidente” Villar Mendoza
enero 2012 by  blog http://ogunguerrero.wordpress.com/  
Jorge Ángel Hernández

La reciente campaña desatada alrededor de la muerte del ciudadano cubano Wilmar Villar Mendoza pone sobre el tapete político un punto que parece camuflarse en el violento rigor de los debates y los enfrentamientos mediáticos. Me refiero a su, virtualmente concedida, impunidad para cometer delitos por el simple hecho de considerarse un prisionero político. Las propias fuentes de desenfreno propagandístico de la mercenaria oposición, obvian la contradicción entre la fecha del Certificado Médico que da constancia de su agresión a su esposa, en Julio de 2011, y su presunto ingreso en la Organización que lo sedujo, agosto de 2011. Es una estrategia usada antes con el también embaucado Orlando Zapata Tamayo, quien fue captado para la disidencia por activistas menos dispuestos a arriesgar su vida por la causa que dicen defender. Esta demagogia proselitista fue la verdadera piedra de toque que dio al traste con la vida del recluso.
La necesidad de hallar elementos de ataque a la conducta cubana con los presos, que liberó a aquellos siempre nombrados de la lista y concedió indultos a otros por causas comunes, hizo que, en un desenfreno digno del más enconado macartismo, Organizaciones y políticos se pronunciaran por el hecho sin respetar las más esenciales normas del derecho y las relaciones internacionales. Son estas violaciones que, sin embargo, se pasean impunemente por las agencias de noticias gracias al abuso de la información que se les permite hacer. En los códigos a los cuales responden por sus cargos, actitudes de este tipo pueden ser objeto de criminalización. Hay pues un contubernio con la Guerra Fría que aún a Cuba se le impone.
Pero la norma de la disidencia busca a toda costa seducir al delincuente con la impunidad. Puede usted cometer un delito grave en Cuba y declararse, una vez en prisión, opositor, para que su historial sea considerado una manipulación de las fuentes oficialistas cubanas por parte de la bien financiada disidencia, en el interior y, sobre todo, fuera del país. Y, por demás, para que sus delitos sean desestimados y reconvertidos en una especie de patrimonio intangible de la disidencia. Los monopolios de la información y sus replicadores no confirmarán los datos y, tampoco, considerarán fiable nada que provenga de quien no secunde su acendrado terrorismo mediático, sus patrones de evaluación y descalificación. Baste comprobar que apenas tomaron en cuenta informaciones documentales acerca de la situación en el poblado oriental de Contramestre durante el entierro de Villar, ni consideraron válidos —creíbles— tanto el editorial del Diario Granma como las Declaraciones del Ministerio de Relaciones Internacionales de Cuba. Tampoco considerarán fiables los diagnósticos médicos, por supuesto.
Lo que necesitan, en esencia, es seducir al delincuente, o sea, pervertir cada vez más al lumpen-proletario, para que actúe en los ámbitos de la propaganda negra como ejemplo de una crueldad que, a fin de cuentas, no logran demostrar. Sin embargo, el delincuente común necesita un largo proceso de concientización para convertirse en disidente político, algo que también queda obviado, a pesar de que surge a la vista de inmediato, en los sumarios de aquellos que, poniendo su vida a buen resguardo, instan a gente llana a suicidarse.

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