Il decreto legge n. 14, febbraio 2017, sulla sicurezza
e il decoro urbano a firma del Ministro dell’Interno Minniti (PD), è in queste
settimane fortemente criticato perché razzista e mirante a colpire in generale
il disagio sociale. Esso ha però anche un carattere più squisitamente
antioperaio, comprendendo in particolare misure repressive e di limitazione
delle lotte e degli scioperi.
Si prevede infatti la sanzione amministrativa
pecuniaria contro chi limita il libero accesso e fruizione delle infrastrutture
ferroviarie, aeroportuali, e di trasporto pubblico, in violazione dei divieti
di stazionamento o di occupazione di spazi (in sostanza i blocchi durante gli
scioperi) con ordine di allontanamento entro 48 ore, e in caso di reiterazione,
il divieto di accesso all’area interessata per un periodo da 6 mesi ai 2 anni.
Soprattutto si prevede la possibilità di arresto in
"flagranza differita" (per i soli reati in cui l’arresto è
obbligatorio) in caso di reati e violenze commessi alle persone o alle cose
durante manifestazioni pubbliche riprese da telecamere o foto
(l’identificazione deve avvenire entro 48 ore dal fatto, permettendo così un
largo periodo di isolamento), e si rafforza la repressione contro l’occupazione
di immobili.
Ancora una volta il governo e le istituzioni borghesi
dietro il pretesto della lotta alla criminalità e al degrado, per il diritto
alla sicurezza (che per primi negano) criminalizzano e colpiscono le lotte
operaie e delle masse impoverite.
La sicurezza e il decoro delle nostre città non
possono essere tutelate da chi ha fino ad oggi garantito solo miseria e
massacro sociale, condizioni di vita penose per milioni di persone, degrado e
malaffare, e in particolare ha assicurato l’impunità ai banditi antisociali.
Costoro sono i rappresentanti di un sistema marcio e criminale, sempre più
autore di furti antipopolari, guerre di rapina e corruzione dilagante.
Noi comunisti sosteniamo che solo nel socialismo le
grandi masse potranno avere un’esistenza dignitosa e sicura, a partire dal
diritto al lavoro.
Nell’immediato occorre una vasta agitazione per la
difesa delle agibilità democratiche, del diritto di sciopero e di
manifestazione.
Da Scintilla n. 79,
aprile 2017
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