Una ventina di anni fa ci raccontavano
la favola della globalizzazione, ci dicevano che era necessario liberalizzare
l’economia, che i servizi in mano ai privati sarebbero stati più efficienti e
meno cari di quelli pubblici.
In molti ci hanno creduto e hanno votato
governi che favorivano la liberalizzazione economica, le privatizzazioni, le
industrie multinazionali e naturalmente le grandi banche che avevano il compito
di raccogliere i risparmi della famiglie per investirli nei “nuovi
mercati”.
La globalizzazione però non ha portato
benessere, ma al contrario la crisi economica più grave degli ultimi cento
anni.
Le fabbriche sono fallite, è aumentata
la disoccupazione, sono stati tagliati i salari e le pensioni. Anche le banche sono andate in crisi, ma
sono stati colpiti solo i risparmi delle famiglie, mentre i banchieri sono
stati salvati dai soldi pubblici.
I servizi privatizzati si sono
dimostrati più cari e meno efficienti di quelli pubblici.
I ricchi sono diventati sempre più
ricchi e i poveri sempre più poveri.
Oggi il sogno di un “mercato globale” si è trasformato nell’incubo di
uno “scontro globale” di tutti contro tutti. La crisi
si è trasformata in guerra, in una cintura di fuoco che ha circondato l’Europa,
dalla Libia, alla Siria, all’Iraq, all’Ucraina.
È sempre più difficile sostenere che la
globalizzazione, le liberalizzazioni, le privatizzazioni portino dei benefici.
È più facile dire “lo vuole l’Europa”
oppure “siamo costretti a farlo dai Trattati che abbiamo firmato”.
Da un paio d’anni rappresentanti delle
multinazionali europee e nordamericane, assieme agli euro-oligarchi della
Commissione Europea e a quelli del governo USA, stanno discutendo il testo
del Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti (TTIP).
Lo fanno in gran segreto: quasi nessuno
può accedere al testo del TTIP e quelli a cui è permesso farlo (pochi
parlamentari europei) sono obbligati e non rivelarne i contenuti.
Il motivo di questo segreto è presto
detto: il TTIP è un trattato che difende solo gli interessi delle grandi
multinazionali, che ad esempio potranno produrre e distribuire molti dei generi
alimentari che oggi sono protetti dalla denominazione d’origine, potranno
distruggere i piccoli produttori con politiche di dumping (cioè vendendo
sottoprezzo), potranno ottenere risarcimenti enormi dagli Stati che tentassero
di limitare i loro profitti (ad esempio con le scritte dissuasive sui pacchetti
di sigarette), potranno perfino ottenere risarcimenti nel caso di modifiche non
gradite alle leggi sul lavoro.
Il TTIP arricchirà le multinazionali e
porterà alla miseria chi vive del proprio lavoro
Per questo è necessario mobilitarsi
contro questo trattato.
Sabato 7 maggio manifestazione nazionale
contro il TTIP a Roma.
Ross@ – Eurostop Padova
Tratto da :
Movimento Politico Anticapitalista
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