Movimento
Antimperialista
A
colloquio con Bahar dopo la sua liberazione
Dopo
il pagamento di una cauzione di 10.000 euro richiesta dallo Stato
spagnolo, Bahar Kimyongür - che era stato arrestato il 17 giugno - è
stato rilasciato ed è rientrato a casa a Bruxelles sabato 22 giugno.
Lo abbiamo sentito e ci ha spiegato qual'è la situazione
attuale.
Bahar. "Siamo in attesa di venire a conoscenza delle motivazioni per cui lo Stato turco richiede la mia estradizione. Che sembrano essere le stesse del 2006 dove infine fui assolto. Per cui questa storia sembra veramente una presa in giro perché nessun tribunale mi può giudicare due volte per lo stesso presunto reato. Ora nel giro di due mesi ci sarà il processo in Spagna a cui dovrò essere assolutamente presente pena l'arresto automatico in qualsiasi luogo mi trovo."
AG: Come avete vissuto questi giorni in Spagna tu e la tua famiglia?
Bahar: "In maniera dolorosa perché eravamo in vacanza con i figli di tre e quattro anni. Ma mia moglie e i piccoli hanno reagito con grande dignità nell'attesa della mia liberazione. Comparire davanti all'Udienza Nazionale spagnola è stata un esperienza significativa perché ho dovuto deporre davanti ad un organismo estremamente politico di cui tutti conosciamo il ruolo e la storia".
AG: Vedi un legame della tua vicenda con la situazione turca?
Bahar: "Certo. Erdogan continua a sostenere che i "responsabili dei disordini sono terroristi e comunque gente che vive all'estero". Quello che non possono sopportare è il nostro continuo impegno di denuncia verso la politica estera turca in particolar modo per come sta agendo contro il popolo siriano".
AG: Del movimento in Turchia che giudizio dai?
Bahar: "Assolutamente positivo. E' un movimento largo, ma che comprende anche le forze di avanguardia. E' un movimento, ci tengo a sottolinearlo, totalmente diverso per qualità e prospettive da quelli delle cosiddette rivolte arabe. Tutt'altro".
AG: Cosa pensi si possa fare in questo momento e per la tua situazione in particolar modo?
Bahar: "Continuare a denunciare i crimini dell'imperialismo e a lottare ognuno nel proprio paese contro l'imperialismo di casa propria. Questo è l'aiuto migliore. Vorrei anche dire che sono rimasto molto colpito dalla grande solidarietà espressa nei miei confronti".
Ringraziamo Bahar per questa chiacchierata. Ribadiamo la nostra vicinanza a lui, alla sua famiglia e ai suoi compagni, la nostra solidarietà alla ribellione del popolo turco contro Erdogan e ai resistenti siriani che cercano di opporsi alla brutale aggressione imperialista.
Bahar. "Siamo in attesa di venire a conoscenza delle motivazioni per cui lo Stato turco richiede la mia estradizione. Che sembrano essere le stesse del 2006 dove infine fui assolto. Per cui questa storia sembra veramente una presa in giro perché nessun tribunale mi può giudicare due volte per lo stesso presunto reato. Ora nel giro di due mesi ci sarà il processo in Spagna a cui dovrò essere assolutamente presente pena l'arresto automatico in qualsiasi luogo mi trovo."
AG: Come avete vissuto questi giorni in Spagna tu e la tua famiglia?
Bahar: "In maniera dolorosa perché eravamo in vacanza con i figli di tre e quattro anni. Ma mia moglie e i piccoli hanno reagito con grande dignità nell'attesa della mia liberazione. Comparire davanti all'Udienza Nazionale spagnola è stata un esperienza significativa perché ho dovuto deporre davanti ad un organismo estremamente politico di cui tutti conosciamo il ruolo e la storia".
AG: Vedi un legame della tua vicenda con la situazione turca?
Bahar: "Certo. Erdogan continua a sostenere che i "responsabili dei disordini sono terroristi e comunque gente che vive all'estero". Quello che non possono sopportare è il nostro continuo impegno di denuncia verso la politica estera turca in particolar modo per come sta agendo contro il popolo siriano".
AG: Del movimento in Turchia che giudizio dai?
Bahar: "Assolutamente positivo. E' un movimento largo, ma che comprende anche le forze di avanguardia. E' un movimento, ci tengo a sottolinearlo, totalmente diverso per qualità e prospettive da quelli delle cosiddette rivolte arabe. Tutt'altro".
AG: Cosa pensi si possa fare in questo momento e per la tua situazione in particolar modo?
Bahar: "Continuare a denunciare i crimini dell'imperialismo e a lottare ognuno nel proprio paese contro l'imperialismo di casa propria. Questo è l'aiuto migliore. Vorrei anche dire che sono rimasto molto colpito dalla grande solidarietà espressa nei miei confronti".
Ringraziamo Bahar per questa chiacchierata. Ribadiamo la nostra vicinanza a lui, alla sua famiglia e ai suoi compagni, la nostra solidarietà alla ribellione del popolo turco contro Erdogan e ai resistenti siriani che cercano di opporsi alla brutale aggressione imperialista.
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Foto da internet inserite da autore blog corrente
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