giovedì 22 ottobre 2020

EVENTO DEL KKE A LARISSA - GRECIA :L'esempio di Cuba nel campo della salute del popolo mostra che può esistere un'altra via/El ejemplo de Cuba en el campo de la salud del pueblo muestra que puede haber otro camino

 


L'esempio di Cuba nel campo della salute del popolo mostra che può esistere un'altra via

L'organizzazione del KKE di Larissa ha organizzato il 17/10/2020 un evento sul tema "Cuba: la rivoluzione nella salute del popolo e la sua dimensione internazionalista". L'evento, guidato dall'ambasciatore cubano Zelmys María Domínguez Cortina, si è svolto a sostegno della richiesta di consegnare il premio Nobel per la pace alla brigata medica "Henry Reeve", come minimo omaggio agli eroici medici cubani, discendenti della rivoluzione socialista.

L'evento è stato introdotto da Elisaios Vagenas, membro del CC del KKE e capo del Dipartimento delle Relazioni Internazionali del CC del KKE, che ha dichiarato:

"Cari compagni e compagne:

Questo evento del Partito, nonostante le difficili condizioni, cerca di far luce su questioni cruciali riguardanti la salute del popolo, attraverso l'esempio dei successi della Rivoluzione cubana. Questo perché i lavoratori devono poter contare su tutte le conoscenze che li aiutino ogni giorno, ogni ora, in ogni momento ad affrontare questo sistema di sfruttamento, di oppressione, di decadimento del sistema sanitario pubblico e della vita umana a favore dei profitti di pochi, dei monopoli.

Non lo "affronteremo dopo", come suggeriscono alcuni apologeti della via capitalista, che si sforzano invano di umanizzarlo. Bisogna affrontare ora il virus pricipale e fondamentale: il capitalismo! Consideriamo che il miglior modo di farlo è utilizzare l'esempio del contributo della Rivoluzione cubana nel campo della sanità pubblica.

La pandemia ha mostrato il volto più abominevole del capitalismo, con milioni di persone senza sicurezza sociale in tutto il mondo, con i sistemi di sanità pubblica in stato di smantellamento, con mancanza di medici, infermieri e instrastrutture adeguate, incluso nei paesi capitalisti più forti, che sono orgogliosi dei loro arsenali nucleari e dei loro aerei da guerra supersonici, mentre lasciano milioni di cittadini alla mercé della pandemia. La pandemia ha messo in luce l'orrenda essenza di questo sistema che insegna ai nostri figli nelle scuole che è presumibilmente "una via a senso unico" e "la fine della storia". Questa realtà ripugnante è il profitto capitalista che è al di sopra di tutto, è quello che promuove i conflitti e gli antagonismi anche sui farmaci e i vaccini che possono salvare milioni di vite.

All'estremo opposto di questa orribile situazione si trova Cuba, un paese che da anni subisce le azioni intraprese contro di essa dagli USA e dall'UE, così come la calunnia e la menzogna dei mezzi di comunicazione borghesi, un paese e un popolo che hanno adottato un cammino di sviluppo differente e per questa decisione soffrono da molti anni un blocco economico e commerciale dalla potenza economica e politico-militare più forte del pianeta, gli USA, l'imperialismo statunitense.

Con il suo alto livello di servizi sanitari pubblici e gratuiti, così come la sua assistenza medica internazionalista in decine di paesi e migliaia di medici cubani, sia durante che prima della pandemia, Cuba, l'"isola della Rivoluzione", ha guadagnato il rispetto di milioni di lavoratori in tutto il mondo, è diventata un esempio tangibile di solidarietà e "isola di umanità" nell'oceano della barbarie capitalista. Non è un caso che il KKE abbia sostenuto incondizionatamente la richiesta di consegna del Premio Nobel per la Pace al Contingente Internazionale di Medici Specializzati in Situazioni di Disastro e Gravi Epidemie "Henry Reeve" di Cuba per la sua lunga tradizione di contributo volontario, solidale e disinteressato che ha mostrato offrendo il suo prezioso aiuto in casi di disastri e gravi epidemie a oltre 3.5 milioni di persone in tutto il mondo.

Cari amici e compagni:

Permettetemi di concludere questo breve intervento con un riferimento al grande rivoluzionario, Che Guevara, dato che la settimana scorsa, il 9 ottobre, è stato il 53° anniversario del suo atroce assassinio.

Come molti di voi già sanno, egli studiò medicina e nel 1960, ossia un anno dopo la Rivoluzione Cubana, rivolse un discorso agli studenti della Facoltà di Medicina de L'Avana. A un certo punto disse che qualche mese prima, a L'Avana, alcuni studenti appena laureati in medicina non volevano andare a lavorare nei campi e chiedevano anche un pagamento extra per farlo.

Il Che, che in quel discorso aveva affermato che tutti "siamo figli del nostro ambiente", sottolineò che "dal punto di vista del passato", ossia la situazione prima della Rivoluzione, questo era "più che logico", perché le famiglie di tutti loro avevano pagato per i loro studi e loro stessi cercavano un riconoscimento. Il riconoscimento - come ben sappiamo - nel quadro del capitalismo è dominato dall'idea che si misura in denaro, secondo la "dimensione del portafoglio".

E il Che si chiese in quel discorso, cosa sarebbe successo se i laureati non avessero pagato gli studi, se fossero stati figli di operai e contadini? Rispose che allora sì, sicuramente "sarebbero andati subito e con grande entusiasmo ad assistere i loro fratelli. Chiederebbero incarichi di maggiore responsabilità e più lavoro per dimostrare che tutti gli anni di studio non sono stati vani". E aggiunse che: "Questo avverrà tra 6-7 anni, quando si diplomeranno i nuovi studenti, i figli della classe operaia e dei contadini".

Oggi, cari compagni, la Rivoluzione ha assicurato l'istruzione e l'assistenza sanitaria gratuita a tutto il popolo cubano, dimostrando a tutti i popoli che può esserci un altro modo in cui le attuali necessità contemporanee non siano una merce. Dove i lavoratori del lavoro intellettuale e dell'alta specializzazione scientifica non separeranno l'interesse individuale o di gruppo dall'interesse sociale, non reclameranno la maggior parte del prodotto sociale totale e la società lotterà in modo che a predominare sia un'attitudine differente nei confronti del lavoro, per arrivare al punto in cui il denaro e i profitti finiranno nella "pattumiera" della storia e al suo posto ci sarà un più alto livello di organizzazione della società, il socialismo-comunismo".


CP of Greece, El ejemplo de Cuba en el campo de la salud del pueblo muestra que puede haber otro camino

La Organización Partidaria del KKE en Larisa celebro el 17/10/2020 un evento con tema "Cuba: La revolución en la salud del pueblo y su dimensión internacionalista". El acto, dirigido por la Embajadora de Cuba, Zelmys María Domínguez Cortina, se realizó en apoyo a la solicitud de entrega del Premio Nobel de la Paz a la brigada médica "Henry Reeve", como mínimo homenaje a los heroicos médicos cubanos, descendientes de revolución socialista.

El evento fue precedido por Elisaios Vagenas, miembro del Comité Central del KKE y jefe del Departamento de Relaciones Internacionales del Comité Central del KKE, quien declaró:

“Estimados amigos y camaradas:

Este evento del Partido, a pesar de las condiciones difíciles, busca arrojar luz sobre temas cruciales con respecto a la Salud del pueblo, a través del ejemplo de los logros de la Revolución cubana. Esto es porque los trabajadores deben contar con todos los datos que les ayudarán cada día, cada hora, en cada momento a confrontar este sistema de explotación, de opresión, de descrédito del sistema de salud público y de la vida humana a favor de los beneficios de unos pocos, de los monopolios.

Así que no “lo confrontaremos luego”, como sugieren algunos apologistas de la vía capitalista, que se esfuerzan en vano de humanizarlo. ¡Hay que confrontar ya el virus principal y básico, el capitalismo! Consideramos que la mejor manera de hacerlo es utilizar el ejemplo de la contribución de la Revolución cubana en el campo de la Salud pública.

La pandemia ha mostrado la cara más abominable del capitalismo, con millones de personas sin seguridad social en todo el mundo, con los sistemas de salud públicos en estado de desmantelamiento, con falta de médicos, enfermeros e infraestructura adecuada, incluso en los países capitalistas más poderosos, que están orgullosos de sus arsenales nucleares y sus aviones de combate supersónicos, mientras que dejan a millones de ciudadanos a la merced de la pandemia. La pandemia ha destacado la esencia horrorosa de este sistema que enseña a nuestros hijos en las escuelas que es supuestamente “una vía de sentido único” y “el fin de la Historia”. Y esta realidad repugnante es que el beneficio capitalista está por encima de todo, es lo que impulsa los conflictos y los antagonismos incluso por medicamentos y vacunas que pueden salvar a millones de vidas.

En el otro extremo de esta horrible situación se encontró Cuba, un país que desde hace años sufre las acciones que toman en su contra EE.UU y la UE, así como la calumnia y la burla de los medios de comunicación burgueses, un país y un pueblo que han optado por un camino de desarrollo diferente y por esta decisión sufren desde hace muchos años un bloqueo económico y comercial por la potencia económica y político-militar más poderosa en el planeta, EE.UU, el imperialismo norteamericano.

Con su alto nivel de servicios de Salud públicos y gratuitos, así como con su asistencia médica internacionalista en decenas de países, miles de médicos cubanos, tanto durante la pandemia, como antes, Cuba, la “isla de la Revolución”, ha ganado el respeto de millones de trabajadores en todo el mundo, se ha convertido en un ejemplo tangible de solidaridad e “isla de humanidad” en el océano de la barbarie capitalista hoy día. No es casualidad que el KKE ha apoyado con todo modo la solicitud de entrega del Premio Nobel de la Paz al Contingente Internacional de Médicos Especializados en Situaciones de Desastre y Graves Epidemias “Henry Reeve” de Cuba por su larga tradición de contribución voluntaria, solidaridad y desinterés que ha mostrado ofreciendo su ayuda valiosa en casos de desastres y graves epidemias a más de 3,5 millones de personas en todo el mundo.

 

Estimados amigos y camaradas:

Permítanme concluir esta breve intervención con una referencia al gran revolucionario, Che Guevara, que la semana pasada, el 9 de octubre, fue el 53o aniversario de su asesinato atroz.

Como muchos de ustedes ya saben, él también estudió Medicina y en 1960, es decir un año después de la Revolución Cubana, dio un discurso a estudiantes de la Facultad de Medicina de La Habana. Allí, en algún momento dijo que hace unos meses, en la Habana, algunos estudiantes que acabaron de graduarse en Medicina no querían ir a trabajar al campo y además para hacerlo exigían un pago extra.

El Che, que en aquel discurso había afirmado que todos “somos hijos de nuestro entorno”, destacó que “desde el punto de vista del pasado”, es decir la situación antes de la Revolución, esto fue “más que lógico”, porque las familias de todos ellos habían pagado por sus estudios, y ellos mismos buscaban reconocimiento. El reconocimiento -como sabemos muy bien- en el marco del capitalismo está dominado por la idea de que se mide en dinero, según el “tamaño de la billetera”.

Y el Che se preguntó en este discurso ¿qué hubiera pasado si los graduados no hubieran pagado por sus estudios, si hubieran sido hijos de obreros y campesinos? Respondió que entonces sí, seguro que “irían de inmediato y con mucha ilusión a atender a sus hermanos. Pedirían los puestos de mayor responsabilidad y más trabajo para demostrar que todos los años de estudios no fueron en vano”. Y añadió que: “Esto sucederá en 6-7 años, cuando se gradúen los nuevos estudiantes, los hijos de la clase obrera y del campesinado”.

Hoy, estimados camaradas, la Revolución ha asegurado la Educación y la Salud gratuitas para todo el pueblo de Cuba demostrando a todos los pueblos que puede haber otra vía donde las necesidades actuales contemporáneas no serán una mercancía. Donde los trabajadores de trabajo intelectual y de alta especialización científica no separarán el interés individual o grupal del interés social, no reclamarán mayor parte del producto social total, y la sociedad luchará para predominar una actitud diferente hacia el trabajo, para llegar al punto en que el dinero y las ganancias acabarán en el “basurero” de la historia y en su lugar habrá un nivel superior de organización de la sociedad, el socialismo-comunismo.”

 TRATTO DA


 https://www.resistenze.org/sito/re00.htm