giovedì 22 ottobre 2020

EVENTO DEL KKE A LARISSA - GRECIA :L'esempio di Cuba nel campo della salute del popolo mostra che può esistere un'altra via/El ejemplo de Cuba en el campo de la salud del pueblo muestra que puede haber otro camino

 


L'esempio di Cuba nel campo della salute del popolo mostra che può esistere un'altra via

L'organizzazione del KKE di Larissa ha organizzato il 17/10/2020 un evento sul tema "Cuba: la rivoluzione nella salute del popolo e la sua dimensione internazionalista". L'evento, guidato dall'ambasciatore cubano Zelmys María Domínguez Cortina, si è svolto a sostegno della richiesta di consegnare il premio Nobel per la pace alla brigata medica "Henry Reeve", come minimo omaggio agli eroici medici cubani, discendenti della rivoluzione socialista.

L'evento è stato introdotto da Elisaios Vagenas, membro del CC del KKE e capo del Dipartimento delle Relazioni Internazionali del CC del KKE, che ha dichiarato:

"Cari compagni e compagne:

Questo evento del Partito, nonostante le difficili condizioni, cerca di far luce su questioni cruciali riguardanti la salute del popolo, attraverso l'esempio dei successi della Rivoluzione cubana. Questo perché i lavoratori devono poter contare su tutte le conoscenze che li aiutino ogni giorno, ogni ora, in ogni momento ad affrontare questo sistema di sfruttamento, di oppressione, di decadimento del sistema sanitario pubblico e della vita umana a favore dei profitti di pochi, dei monopoli.

Non lo "affronteremo dopo", come suggeriscono alcuni apologeti della via capitalista, che si sforzano invano di umanizzarlo. Bisogna affrontare ora il virus pricipale e fondamentale: il capitalismo! Consideriamo che il miglior modo di farlo è utilizzare l'esempio del contributo della Rivoluzione cubana nel campo della sanità pubblica.

La pandemia ha mostrato il volto più abominevole del capitalismo, con milioni di persone senza sicurezza sociale in tutto il mondo, con i sistemi di sanità pubblica in stato di smantellamento, con mancanza di medici, infermieri e instrastrutture adeguate, incluso nei paesi capitalisti più forti, che sono orgogliosi dei loro arsenali nucleari e dei loro aerei da guerra supersonici, mentre lasciano milioni di cittadini alla mercé della pandemia. La pandemia ha messo in luce l'orrenda essenza di questo sistema che insegna ai nostri figli nelle scuole che è presumibilmente "una via a senso unico" e "la fine della storia". Questa realtà ripugnante è il profitto capitalista che è al di sopra di tutto, è quello che promuove i conflitti e gli antagonismi anche sui farmaci e i vaccini che possono salvare milioni di vite.

All'estremo opposto di questa orribile situazione si trova Cuba, un paese che da anni subisce le azioni intraprese contro di essa dagli USA e dall'UE, così come la calunnia e la menzogna dei mezzi di comunicazione borghesi, un paese e un popolo che hanno adottato un cammino di sviluppo differente e per questa decisione soffrono da molti anni un blocco economico e commerciale dalla potenza economica e politico-militare più forte del pianeta, gli USA, l'imperialismo statunitense.

Con il suo alto livello di servizi sanitari pubblici e gratuiti, così come la sua assistenza medica internazionalista in decine di paesi e migliaia di medici cubani, sia durante che prima della pandemia, Cuba, l'"isola della Rivoluzione", ha guadagnato il rispetto di milioni di lavoratori in tutto il mondo, è diventata un esempio tangibile di solidarietà e "isola di umanità" nell'oceano della barbarie capitalista. Non è un caso che il KKE abbia sostenuto incondizionatamente la richiesta di consegna del Premio Nobel per la Pace al Contingente Internazionale di Medici Specializzati in Situazioni di Disastro e Gravi Epidemie "Henry Reeve" di Cuba per la sua lunga tradizione di contributo volontario, solidale e disinteressato che ha mostrato offrendo il suo prezioso aiuto in casi di disastri e gravi epidemie a oltre 3.5 milioni di persone in tutto il mondo.

Cari amici e compagni:

Permettetemi di concludere questo breve intervento con un riferimento al grande rivoluzionario, Che Guevara, dato che la settimana scorsa, il 9 ottobre, è stato il 53° anniversario del suo atroce assassinio.

Come molti di voi già sanno, egli studiò medicina e nel 1960, ossia un anno dopo la Rivoluzione Cubana, rivolse un discorso agli studenti della Facoltà di Medicina de L'Avana. A un certo punto disse che qualche mese prima, a L'Avana, alcuni studenti appena laureati in medicina non volevano andare a lavorare nei campi e chiedevano anche un pagamento extra per farlo.

Il Che, che in quel discorso aveva affermato che tutti "siamo figli del nostro ambiente", sottolineò che "dal punto di vista del passato", ossia la situazione prima della Rivoluzione, questo era "più che logico", perché le famiglie di tutti loro avevano pagato per i loro studi e loro stessi cercavano un riconoscimento. Il riconoscimento - come ben sappiamo - nel quadro del capitalismo è dominato dall'idea che si misura in denaro, secondo la "dimensione del portafoglio".

E il Che si chiese in quel discorso, cosa sarebbe successo se i laureati non avessero pagato gli studi, se fossero stati figli di operai e contadini? Rispose che allora sì, sicuramente "sarebbero andati subito e con grande entusiasmo ad assistere i loro fratelli. Chiederebbero incarichi di maggiore responsabilità e più lavoro per dimostrare che tutti gli anni di studio non sono stati vani". E aggiunse che: "Questo avverrà tra 6-7 anni, quando si diplomeranno i nuovi studenti, i figli della classe operaia e dei contadini".

Oggi, cari compagni, la Rivoluzione ha assicurato l'istruzione e l'assistenza sanitaria gratuita a tutto il popolo cubano, dimostrando a tutti i popoli che può esserci un altro modo in cui le attuali necessità contemporanee non siano una merce. Dove i lavoratori del lavoro intellettuale e dell'alta specializzazione scientifica non separeranno l'interesse individuale o di gruppo dall'interesse sociale, non reclameranno la maggior parte del prodotto sociale totale e la società lotterà in modo che a predominare sia un'attitudine differente nei confronti del lavoro, per arrivare al punto in cui il denaro e i profitti finiranno nella "pattumiera" della storia e al suo posto ci sarà un più alto livello di organizzazione della società, il socialismo-comunismo".


CP of Greece, El ejemplo de Cuba en el campo de la salud del pueblo muestra que puede haber otro camino

La Organización Partidaria del KKE en Larisa celebro el 17/10/2020 un evento con tema "Cuba: La revolución en la salud del pueblo y su dimensión internacionalista". El acto, dirigido por la Embajadora de Cuba, Zelmys María Domínguez Cortina, se realizó en apoyo a la solicitud de entrega del Premio Nobel de la Paz a la brigada médica "Henry Reeve", como mínimo homenaje a los heroicos médicos cubanos, descendientes de revolución socialista.

El evento fue precedido por Elisaios Vagenas, miembro del Comité Central del KKE y jefe del Departamento de Relaciones Internacionales del Comité Central del KKE, quien declaró:

“Estimados amigos y camaradas:

Este evento del Partido, a pesar de las condiciones difíciles, busca arrojar luz sobre temas cruciales con respecto a la Salud del pueblo, a través del ejemplo de los logros de la Revolución cubana. Esto es porque los trabajadores deben contar con todos los datos que les ayudarán cada día, cada hora, en cada momento a confrontar este sistema de explotación, de opresión, de descrédito del sistema de salud público y de la vida humana a favor de los beneficios de unos pocos, de los monopolios.

Así que no “lo confrontaremos luego”, como sugieren algunos apologistas de la vía capitalista, que se esfuerzan en vano de humanizarlo. ¡Hay que confrontar ya el virus principal y básico, el capitalismo! Consideramos que la mejor manera de hacerlo es utilizar el ejemplo de la contribución de la Revolución cubana en el campo de la Salud pública.

La pandemia ha mostrado la cara más abominable del capitalismo, con millones de personas sin seguridad social en todo el mundo, con los sistemas de salud públicos en estado de desmantelamiento, con falta de médicos, enfermeros e infraestructura adecuada, incluso en los países capitalistas más poderosos, que están orgullosos de sus arsenales nucleares y sus aviones de combate supersónicos, mientras que dejan a millones de ciudadanos a la merced de la pandemia. La pandemia ha destacado la esencia horrorosa de este sistema que enseña a nuestros hijos en las escuelas que es supuestamente “una vía de sentido único” y “el fin de la Historia”. Y esta realidad repugnante es que el beneficio capitalista está por encima de todo, es lo que impulsa los conflictos y los antagonismos incluso por medicamentos y vacunas que pueden salvar a millones de vidas.

En el otro extremo de esta horrible situación se encontró Cuba, un país que desde hace años sufre las acciones que toman en su contra EE.UU y la UE, así como la calumnia y la burla de los medios de comunicación burgueses, un país y un pueblo que han optado por un camino de desarrollo diferente y por esta decisión sufren desde hace muchos años un bloqueo económico y comercial por la potencia económica y político-militar más poderosa en el planeta, EE.UU, el imperialismo norteamericano.

Con su alto nivel de servicios de Salud públicos y gratuitos, así como con su asistencia médica internacionalista en decenas de países, miles de médicos cubanos, tanto durante la pandemia, como antes, Cuba, la “isla de la Revolución”, ha ganado el respeto de millones de trabajadores en todo el mundo, se ha convertido en un ejemplo tangible de solidaridad e “isla de humanidad” en el océano de la barbarie capitalista hoy día. No es casualidad que el KKE ha apoyado con todo modo la solicitud de entrega del Premio Nobel de la Paz al Contingente Internacional de Médicos Especializados en Situaciones de Desastre y Graves Epidemias “Henry Reeve” de Cuba por su larga tradición de contribución voluntaria, solidaridad y desinterés que ha mostrado ofreciendo su ayuda valiosa en casos de desastres y graves epidemias a más de 3,5 millones de personas en todo el mundo.

 

Estimados amigos y camaradas:

Permítanme concluir esta breve intervención con una referencia al gran revolucionario, Che Guevara, que la semana pasada, el 9 de octubre, fue el 53o aniversario de su asesinato atroz.

Como muchos de ustedes ya saben, él también estudió Medicina y en 1960, es decir un año después de la Revolución Cubana, dio un discurso a estudiantes de la Facultad de Medicina de La Habana. Allí, en algún momento dijo que hace unos meses, en la Habana, algunos estudiantes que acabaron de graduarse en Medicina no querían ir a trabajar al campo y además para hacerlo exigían un pago extra.

El Che, que en aquel discurso había afirmado que todos “somos hijos de nuestro entorno”, destacó que “desde el punto de vista del pasado”, es decir la situación antes de la Revolución, esto fue “más que lógico”, porque las familias de todos ellos habían pagado por sus estudios, y ellos mismos buscaban reconocimiento. El reconocimiento -como sabemos muy bien- en el marco del capitalismo está dominado por la idea de que se mide en dinero, según el “tamaño de la billetera”.

Y el Che se preguntó en este discurso ¿qué hubiera pasado si los graduados no hubieran pagado por sus estudios, si hubieran sido hijos de obreros y campesinos? Respondió que entonces sí, seguro que “irían de inmediato y con mucha ilusión a atender a sus hermanos. Pedirían los puestos de mayor responsabilidad y más trabajo para demostrar que todos los años de estudios no fueron en vano”. Y añadió que: “Esto sucederá en 6-7 años, cuando se gradúen los nuevos estudiantes, los hijos de la clase obrera y del campesinado”.

Hoy, estimados camaradas, la Revolución ha asegurado la Educación y la Salud gratuitas para todo el pueblo de Cuba demostrando a todos los pueblos que puede haber otra vía donde las necesidades actuales contemporáneas no serán una mercancía. Donde los trabajadores de trabajo intelectual y de alta especialización científica no separarán el interés individual o grupal del interés social, no reclamarán mayor parte del producto social total, y la sociedad luchará para predominar una actitud diferente hacia el trabajo, para llegar al punto en que el dinero y las ganancias acabarán en el “basurero” de la historia y en su lugar habrá un nivel superior de organización de la sociedad, el socialismo-comunismo.”

 TRATTO DA


 https://www.resistenze.org/sito/re00.htm

venerdì 29 maggio 2020

TRIBUNALE INGLESE RINVIA AL 22 GIUGNO LA DECISIONE SULLE 31 TONNELLATE D' ORO DEL VENEZUELA CUSTODITE NEL BANK OF ENGLAND....(CHE PERO' DA BUON SERVITORE USA LE HA BLOCCATE DA TEMPO.)


Tribunale inglese ha rinviato al 22 giugno l'udienza per decidere sulle 31 tonnellate d'oro -del valore di 1 miliardo e 700 milioni di dollari- richiesti dal Banco Centrale del Venezuela (BCV) dopo la reiterata negativa del Banco d'Inghilterra a restituire i lingotti d'oro. Qesti sono presenti nei suoi forzieri a titolo di “custodia”.
Il Venezuela ne chiede la restituzione dall'ottobre del 2018, quando le sue riserve ammontavano a 31 tonnellate, ma il Banco d'Inghilterra si barrica dietro argomentazioni di tipo “politico” -non riconosce la “legittimita'” del governo bolivariano-per rifiutare la restituzione di quel che non gli appartiene.

Le autorita' del paese sudamericano hanno concordato con l'ONU un programma che prevede l'utilizzazione parziale (1 miliardo) della somma illecitamente trattenuta, per l'acquisto di medicine, attrezzature mediche e alimenti per poter affrontare la pandemia in condizione adeguata.

“«Siamo d'accordo con il Programa delle Nazioni Unite (PNUD) che siano loro a ricevere direttamente i fondi -dice Calixto Ortega, presidente del BCV- Sono le Nazioni Unite a coinvolgersi ufficialmente, con la loro neutralita' e indipendenza, pertanto non vi e' pericolo di nessuna trama oscura”.

Il presidente della banca centrale ha sottolineato con fervore “Continueremo a batterci per la restituzione dell'oro ..speriamo di ottenere giustizia e salvare la vita dei venezuelani durante questa pandemia”.
La vicepresidenta del paese caraibico Delcy Rodríguez, si e' detta soddisfatta per la continuazione del processo, evidenziando che “l'oro e' un patrimonio del Paese, non dell'organizzazione criminale diretta dal deputato golpista Juan Guaidó...”

Quest'ultimo non ha mai partecipato ad un'elezione presidenziale, ma e' stato designato da Donald Trump ad occupare fittiziamente la prima carica. Ma Trump non ha titoli per designare le autorita' della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ne' il Bank of England puo' stornare riserve auree a vantaggio di una fazione piu' convienente ai suoi interessi.

Tratto da http://selvasorg.blogspot.com/

martedì 21 aprile 2020

Il popolo cubano è oggetto del blocco più lungo e crudele della storia moderna


MANIFESTO: i cittadini e i popoli del mondo chiedono l’eliminazione del blocco imposto a Cuba dagli Stati Uniti

In questi momenti in cui tutti viviamo sotto la minaccia del CORONAVIRUS, sentiamo la necessità di unirci per garantire il valore supremo della vita. Non possiamo rimanere in silenzio quando un popolo è privato ad opera di altri delle condizioni necessarie per garantire la vita.
Era nascosto e sepolto, ma ora salta in primo piano alla coscienza mondiale l'ingiustizia dell'embargo imposto dagli Stati Uniti a Cuba e la illimitata solidarietà del popolo cubano oltre ogni confine.
Da sessant’anni Cuba vive sotto il peso di un embargo (blocco) imposto dagli Stati Uniti.
La geografia e la storia, e la vicinanza tesse tra i due paesi legami politici, economici e sociali senza per questo che Cuba diventasse mai territorio degli Stati Uniti. E lo mostrò, consapevole della sua sovranità, quando decise di difendere il suo territorio proprio contro gli Stati Uniti attraverso un processo rivoluzionario che illuminò e permeò la coscienza di tanti altri popoli della Terra, specialmente in America Latina.
A partire dall'ottobre del 1960, dopo il Trionfo della Rivoluzione, Cuba subì un blocco che nel 1962 fu quasi totale. Della sua gravità è segno evidente il fatto che il 73% delle esportazioni cubane erano verso gli Stati Uniti e il 70% delle importazioni provenivano da essi.
Successivamente, gli Stati Uniti hanno presero provvedimenti contro la Rivoluzione: l'invasione mercenaria dell'aprile 1961, il congelamento di tutti i beni dell'Isola negli Stati Uniti, il divieto di transazioni commerciali e di esportazione, sanzioni a imprese straniere che effettuano transazioni con proprietà americane nazionalizzate da Cuba, divieto di entrare negli Stati Uniti per le navi che toccano il porto cubano, revoca di qualsiasi tentativo di avvicinamento e nuove restrizioni da parte di Donald Trump nel 2017, azioni legali contro compagnie con attività commerciali a Cuba, divieto di viaggiare a Cuba, divieto di accesso ai medicinali e tecnologie sanitarie, ritiro del personale diplomatico, ecc.
Le perdite e i danni subiti ammontano, secondo calcoli ufficiali, a oltre 922 miliardi di dollari. L'embargo – classificato come il più lungo e crudele nella storia moderna – è stato affrontato dalla maggioranza dei cubani sottoposti a un’aggressione che viola i diritti umani.
L’obiettivo del blocco
La logica alla base del blocco fu ben spiegata il 6 aprile del 1960 da Lester D. Mallory, Vice Segretario di Stato aggiunto per gli Affari Interamericani, in un memorandum segreto del Dipartimento di Stato declassificato nel 1991, incluso a pagina 885 del Volume VI del Rapporto del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti dal 1958 al 1960 che, in parole povere, dice:
“La maggior parte dei cubani sostiene Castro... l'unico modo prevedibile per sottrargli il sostegno è attraverso il disincanto e lo scontento che deriverebbero da disordini materiali e difficoltà... tutti i mezzi possibili devono essere rapidamente usati per indebolire la vita economica di Cuba... Una linea di azione che, essendo la più efficace e discreta possibile, realizzerà i maggiori progressi privando Cuba di denaro e forniture, riducendo le sue risorse finanziarie e i salari reali e causando fame, disperazione e conseguente rovesciamento del governo”.
Una dichiarazione raffinata e crudele per il suo duplice obiettivo di provocare fame e miseria al popolo cubano e di scaricare le cause delle sue sventure sull’inefficienza del governo cubano e non sulle "sanzioni" di Washington, e che rivela l'eccezionale eroismo della Rivoluzione e l'arroganza dell'immorale dominio nordamericano.
Le Nazioni Unite e i leader mondiali condannano il blocco
Le Nazioni Unite, con la speranza di non ricadere mai più nella follia di una nuova guerra, nel 1945 approvò: “Scopo delle Nazioni Unite è promuovere relazioni amichevoli tra le nazioni basate sul principio della parità dei diritti e dell'autodeterminazione dei popoli, e di prendere le misure appropriate per rafforzare la pace universale” (Carta delle Nazioni Unite, Cap. I, Art. 1).
“L'Organizzazione si basa sul principio dell'uguaglianza sovrana di tutti i suoi membri”(Carta idelle Nazioni Unite, Cap. 1 articolo 2).
In questo senso, e sulla base dei suoi principi di uguaglianza sovrana degli Stati, nel non intervento e ingerenza negli affari interni, le Nazioni Unite si sono pronunciate 23 volte con un voto schiacciante contro il blocco, con il seguente risultato nel 2019: su 193 paesi, 187 contro il blocco; 2 a favore (Stati Uniti e Israele) e 2 astensioni.
Alla stessa stregua, capi religiosi come Papa Giovanni Paolo II, lo hanno condannato due volte; il patriarca ortodosso Bartolomeo lo ha definito un "errore storico" e altri leader anche degli stessi Stati Uniti hanno espresso opposizione contro di esso.
Di fronte a questa situazione, noi che promuoviamo questo Manifesto, chiediamo ai cittadini di tutto il mondo di firmarlo sollecitando la revoca del blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti a Cuba.
Come fare
Per supportarlo, inviare nome, cognome e nazionalità via e-mail all’indirizzo: camunamdi@gmail.com o tramite whatsapp al numero 0034 618268963;
* Sarà creato un registro aggiornato delle persone che supportano l’appello, ovviamente nel rispetto della riservatezza, dall'editoriale Nueva Utopía in collaborazione con l'ONG Camunamdi. (CIVG/GM- Granma Int




  
Tratto :

domenica 19 aprile 2020

Come e' la guerra contro il Venezuela?


Il governo degli Stati Uniti rivendica apertamente il diritto ad aggredire il Venezuela. Tuttavia, tale finalità confessa, non rivela tutti i dettagli dell'aggressione, alcuni dei quali si pubblicano a contagocce nei bollettini militari. Ed altri...non saranno più classificati come segreti negli anni che verranno.
Com'e' la gestazione dell'assedio contro il Venezuela? Il Maggiore Generale Pascualino Angiolillo Fernández, da tempo sistematizza l'insieme delle teorie e dottrine di guerra non convenzionale che il governo degli Stati Uniti conduce in forma semplice o come combinazione, provvisoria o permanente, per giustificare le aggressioni contro il nostro paese. Riveliamo dunque le 10 teorie di guerra non convenzionale che stanno applicando contro la nazione venezuelana.

1-   La Teoria della Intelligenza Strategica per la Politica Estera

nordamericana, sviluppata nel testo dallo stesso nome dal teorico e agente della CIA Sherman Kent, nel 1949. Questa teoria fomenta l'uso di armi non convenzionali nelle guerre future, sottolineando due cose: “debilitare la volontaà e la capacità di resistenza del nemico e consolidare la propria volontà e capacità per vincere”

2.- La Teoría degli Stati Cattivi, Fuorilegge o Canaglia

Cerca la demonizzazione dei governi “ostili”, etichettandoli come regimi autoritari, inclini al caos, violatori dei diritti umani, che minacciano la pace mondiale, propiziano il terrorismo o producono armi di distruzione massiva. E' stato il filosofo nordamericano John Rawls, che nella sua “Teoría della Giustizia”, stabilì i postulati di questa tesi, poi propagandata da Reagan, e che Bush banalizzo' nel 2002 con il concetto di Asse del Male per designare all'Iraq, Irán e Corea del Nord.

3.- La Teoría della Legìttima Difesa

Gli Stati Uniti hanno convertito questa dottrina in una giustificazione per i suoi interventi militari, specialmente dopo gli attacchi dell'11 di settembre, con l'accusa ad Al Qaeda e al regime afgano di essere responsabili di quell'attentato, e cosi' scatenare l'operazione Libertà  Duratura.

Ma che cosa succede quando si tratta di “meri sospetti”?

Il governo nordamericano ridefinì il concetto e passò ad adottare la dottrina della “Guerra Preventiva”, per attaccare prima di essere “attaccato”, anche se la minaccia fosse falsa, come poi accadde con le famose armi di distruzione di massa, mai rinvenute in Iraq.

A questo proposito, il 9 gennaio del 2015 l'ex presidente Obama firmò un Decreto Esecutivo di emergenza, in cui catalogò il Venezuela come una “minaccia inusuale e straordinaria per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”

4.- La dottrina della “Guerra giusta”

Nasce nei tempi medioevali dell'egemonismo ecclesiastico europeo. Era come sciacquarsi la faccia e cambiar l'apparenza delle aggressioni piu' ingiuste. Con questa teoria, gli imperi sono soliti giustificare le guerre e i modi di eseguirle.

Nel 1977, nel contesto della Guerra del Vietnam, Michael Walzer pubblicó il libro “Guerre giuste e ingiuste”, in cui forniva mezzi morali e giuridici per rinnovare la categoria, e dotare i suoi adepti piu' capacita' di giustificazione

5.- La Teoría della “Responsabilità  di Proteggere”

Conosciuta con la sigla R2P, e' un altro espediente giuridico del sistema internazionale, diventato come un sotterfugio per la legittimazione del diritto di ingerenza delle potenze militari. Giustificato con l'argomento di voler impedire una sofferenza maggiore della popolazione d'altri territori.

Teoricamente solo il Consiglio di Sicurezza e' autorizzato a farne uso, quando si tratta di situazioni (reali...non "sensazioni") di genocidio, pulizia razziale, crimini di guerra o crimini di lesa umanità.

La Libia, attaccata nel 2011 con il pretesto di proteggere la popolazione, al costo di piu' di 50 mila morti, e la Siria investita da bombardamenti “umanitari” sulla popolazione civile, sono esempi di questa dottrina.

6.- Teoría del “Potere Duro, Morbido e Intelligente”

Secondo il teorico fondamentale Joseph Nye, il potere duro può essere assimilato a una “spinta”, associato all'uso della forza e al denaro: applica sanzioni, blocchi e boicottaggi per strangolare e generare danni alla popolazione del paese-obiettivo.

Invece il potere morbido, può essere assimilato ad “attrazione” o alla “cooptazione” attraverso risorse intangibili come le istituzioni, le idee, i valori, la cultura e la diplomazia. Nye chiarisce che “Non e' necessariamente torcere le menti che torcere il braccio”. Ricordate Obama?

Tuttavia gli Stati Uniti cerca di conservare la supremazia riguardo i suoi obiettivi, servendosi del Potere Intelligente, inteso come “abilità per combinare le risorse del potere duro e il potere morbido in strategie efficaci”

7.- La Teoria del “Caos costruttivo”

Disegnato dal consigliere in politica estera degli Stati Uniti Zbigniew Brzezinski, sostiene la necessità  di incoraggiare ed appoggiare conflitti violenti, crisi economiche e/o sociali interne all'obiettivo, incorporando varianti perturbative, con il fine di stimolare la dissidia e la caduta di un governo, o come ripiego, favorire la frammentazione di quel territorio, allo scopo di istallare “governi alleati” negli spazi geografici sorti dalle azioni secessioniste.

8.- La Teoría dello “Stato fallito”

Questa dottrina si prefigge di far perdere il prestigio e la frammentazione istituzionale del paese-obiettivo, la sua diffamazione, onde spezzarne l'appoggio popolare e innescare cosi' un'esplosione sociale. Nel 2015 il vicepresidente nordamericano Joe Biden, catalogó il Venezuela como uno Stato Fallito, incapace di mantenere l'ordine  interno, e come uno Stato Fuorilegge, diventato un pericolo per i suoi vicini.

9.- Teoría delle Ninfee

Nella “Décima Conferenza dei Ministri della Difesa delle Americhe”, realizzata nell'ottobre del 2012, in Uruguay, la delegazione degli Stati Uniti, partecipo' mostrando una particolare preoccupazione (tra virgolette) per i “disastri naturali, protezione della natura e la biodiversita'”. In quel contesto sottoposero all'attenzione la necessita' istallare “Basi avanzate di osservazione rapida per le catastrofi naturali” nello spazio sudamericano e caraibico, di gran rilevanza geostrategica. Queste strutture d'intervento sono denominate “ninfee”, come quelle piante acquatiche da cui la rana salta verso la sua preda.

Ricordate la tragedia di Vargas del lontano 15 dicembre del 1999?

Gli Stati Uniti offrì “aiuti” al governo venezuelano, per far fronte alla tragedia da una portaerei militare USA. Hugo Chávez si oppose.

10.- Teoría della “Guerra Ibrida”

Adottata dall'Esercito USA, venne sviluppata dal marine Frank Hoffman, e' concepita per intervenire nelle grandi città' o in terreni complessi.

“Puo' essere condotta dagli Stati, cosi' come da una varietà di forze non statali. Includono una varietà di modalità di guerra differenti, incluso le capacià' convenzionali, tattiche e formazioni irregolari, azioni terroriste, come la coercizione, la violenza indiscriminata e i disordini criminali”.

“Le guerre non convenzionali sono come un cancro, non se ne vedono i sintomi fino a quando e' gia' in grado avanzato, sembrano non essere tali perche' non ci sono soldati, carri armati ne' aerei, però e' l'espressione piu' avanzata della lotta di classe.

Molte volte l'aggressione militare non arriva a concretizzarsi. Con differenti metodi di far pressione contro i governi, si puo' cedere sovranita' e farli vacillare di fronte alle mete del capitalismo, al libero mercato e all'egemonia dei gruppi transnazionali.


Fonti Consultate

Arantxa Tirado. Venezuela: crisis humanitaria y responsabilidad de proteger

Ana Cristina Bracho – La Responsabilidad de Proteger: ¿salvar de la asfixia estrangulando?.

Angela María Arbeláez Herrera – La noción de la guerra justa. Algunos planteamientos actuales.

Daniel Añorve – Más allá del poder suave, del poder duro y del poder inteligente: la resiliencia ecológica y humana como fundamentos del poder.

Germán Gorráiz López – La estrategia kentiana de EEUU en América Latina.

John Sebastián Zapata Callejas – La teoría del Estado Fallido: entre aproximaciones y disensos.

Juan E. Romero J. – Venezuela y la tesis del caos constructivo.

Juan E. Romero J. – Venezuela: ¿un Estado Forajido?.

Andrew Korybko – GUERRAS HÍBRIDAS De las revoluciones de colores a los golpes.

Pascualino Angiolillo Fernández – Teorías de guerra que se están aplicando contra Venezuela

Pascualino Angiolillo Fernández – Una teoría Bolivariana para la emancipación y la Integración latinoamericana y caribeña

*Tatuy Tv: Juan Lenzo, Rukleman Palacios, María Alejandra Reyes. Narración: Karen Torres

Tratto da :
http://selvasorg.blogspot.com/2020/04/le-10-teorie-per-laggressione.html