giovedì 6 dicembre 2018

Confessioni di un mercenario contro il Venezuela / Las confesiones de García Palomo y la agenda mercenaria contra #Venezuela



“Il mondo sosterrebbe le Forze Armate in Venezuela se decidessero di proteggere la loro gente e ripristinare la democrazia eliminando un dittatore”, scrisse il senatore Marco Rubio il 9 febbraio 2018. Otto giorni prima, l’ex-segretario del dipartimento di Stato, Rex Tillerson, suggerì all’Università di Austin, in Texas, che l’esercito venezuelano prendesse in mano la situazione nel Paese. “Nella storia del Venezuela e, di fatto, di altri Paesi dell’America Latina, è spesso l’esercito a occuparsene, quando le cose vanno molto male e quando i capi militari capiscono che non possono più servire il popolo, s’incaricano della transizione pacifica”, aveva detto Tillerson il giorno prima di iniziare un tour in America Latina. Poi, ancora una volta, gli Stati Uniti negarono di conoscere un piano militare per rovesciare il Presidente Nicolás Maduro proprio nel contesto dello smantellamento della cellula armata di Óscar Pérez, ispirato da motivi politici e religiosi evangelici, e sostenuto dai portavoce anti-Chavez di Miami e Florida.
La richiesta per un nuovo colpo di Stato
Ancora una volta, Bloomberg pubblicava la storia dell’ex colonnello Oswaldo García Palomo, che affermava di chiedere il sostegno dei “governi amici” per un nuovo golpe contro il Presidente Maduro. Dopo l’omicidio fallito, Miraflores avvertì che García Palomo continuava coi piani insurrezionali dopo aver partecipato alla cosiddetta “Operazione Costituzione” e al tentativo di assassinare il presidente coi droni esplosivi d’agosto. “I nostri colleghi in Venezuela dovrebbero sapere che lavoriamo ogni giorno per unire le forze internazionali e nazionali ed eliminare il governo usando le armi in modo che il Paese non continui a sanguinare e morire”, disse l’ex- colonnello che mira al modo ideale per installare un consiglio di transizione con guida civile per chiamare le elezioni come Tillerson disse pubblicamente a febbraio. Su questo, Garcia Palomo riconosceva di avere contatti coi capi dell’opposizione e consultazioni sui prossimi piani. Secondo il rapporto firmato da Andy Rosati ed Ezra Fieser, l’ex-membro della Guardia Nazionale Bolivariana aveva deciso di alzare il proprio profilo per scuotere l’opinione pubblica su ciò che considera “banda criminale, non governo”. In un recente video, Garcia Palomo esortava le Forze Armate Nazionali Bolivariane ad “assumersi la responsabilità di propria famiglia, dio, legge, Paese e resto del mondo”, ripetendo la stessa diatriba politica religiosa con cui l’ex-pilota Oscar Perez era solito invocare il rovesciamento di Maduro. D’altra parte, l’ex-colonnello non negava di essere il collegamento dei gruppi dissidenti in Venezuela coi governi di Colombia e Stati Uniti, come denunciò ad agosto il presidente in una conferenza stampa sui collegamenti internazionali delle persone coinvolte nel fallito omicidio. L’ex-colonnello ammise di lavorare in modo che i “governi amici” aiutino i golpisti a realizzare i loro piani.
Cospirazioni vecchie e nuove con connessioni internazionali
Garcia Palomo riconosceva che la cosiddetta “Operazione Costituzione” è fallita perché il suo gruppo fu “infiltrato” dalle agenzie di sicurezza statali per impedire la rivolta militare. L’operazione consisteva nell’assediare Caracas, occupare importanti strutture militari e logistiche, come aeroporti, basi e ministeri, e catturare Maduro, insieme ai leader civili-militari di alto rango, da giudicare a livello internazionale alla vigilia delle elezioni presidenziali del 20 maggio. Secondo Bloomberg, dopo il fallito omicidio, il gruppo di Garcia Palomo si incontrò in Colombia con la cellula che cercò di assassinare il Presidente Maduro con due droni. Sebbene l’ex colonnello lo neghi, le indagini delle agenzie di sicurezza statali sostengono che anche lui ne fosse coinvolto. Dopo tale attentato, Maduro espresse in una conferenza stampa ad agosto che Garcia Palomo ancora “cerca di reclutare soldati per le sue avventure criminali e fasciste” viaggiando in diversi Paesi della regione. Secondo il rapporto, l’ex-colonnello persino attraversò il confine tra Colombia e Venezuela per partecipare alla prima delle operazioni, così come la famiglia lasciava il Paese con l’aiuto del governo dell’ex-presidente Juan Manuel Santos. Il ruolo della Colombia, insieme agli Stati Uniti, così come riconosciuto, è fin troppo evidente dato che García Palomo organizzò i suoi piani golpistici dal Paese vicino dopo essere diventato un latitante per la partecipazione all’attentato a Fort Paramacay, Valencia, realizzato da un gruppo di ex-soldati legati all’ex-capitano Juan Carlos Caguaripano e ad Óscar Pérez, ex-ispettore del Corpo investigativo scientifico, criminale e forense.
Florida, gruppi irregolari e denunce del Venezuela
Dalla fine delle Guarimbas nel 2017, è sempre più evidente la collocazione centrale delle cellule armate paramilitari ed irregolari che pretendono di essere l’avanguardia nel conflitto contro lo Stato venezuelano. Le dichiarazioni di García Palomo, insieme allo smantellamento del gruppo di Óscar Pérez, mostrano che tali cellule sono costituite da militari, poliziotti, delinquenti comuni e membri della cosiddetta “Resistenza”, proclamatasi fondamentalista in politica e religione similmente ad altre organizzazioni terroristiche nel mondo impiegate per attaccare gli Stati che si oppongono agli Stati Uniti. Pensate ai “ribelli” siriani o libici, prima di far parte dello SIIL. La costante richiesta di Marco Rubio del colpo di Stato militare, come il sostegno a tali piani della Casa Bianca, dimostra anche il ruolo fondamentale svolto dalla Florida come base finanziaria, politica e operativa di tali gruppi, noti per aver ricevuto soldi dai gruppi anti-chavisti in esilio per sviluppare le operazioni nel paese, specialmente dopo il clamoroso fallimento del colpo di Stato nel 2017. Il governo venezuelano ha ripetutamente affermato che tali gruppi hanno il sostegno da Colombia e Stati Uniti, come la protezione di Garcia Palomo mentre cerca altre adesioni ai piani per far deragliare la Costituzione del Venezuela. Tuttavia, di fronte all’ipotesi del nuovo mandato di Maduro, si sottolinea l’evidente cartellizzazione tra tali gruppi e le diverse frazioni antichaviste che aderiscono al pseudo-“ufficio di transizione” che dopo il colpo di Stato pretenderebbe nuove elezioni. Perciò, coll’elevazione del profilo pubblico di García Palomo dal media finanziario Bloomberg è più che evidente che cerchi di fare credere un imminente epilogo del nuovo tentativo di golpsita. Ciò che viene ripetuto non cessa di essere pericoloso nell’attuale contesto venezuelano, dove la via della forza sembra l’unica alternativa lasciata dai fattori sfavorevoli nel Paese divenuto uno Stato difficile da rioccupare dal 1998.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
Tratto da:
 Las confesiones de García Palomo y la agenda mercenaria contra Venezuela

"El mundo apoyaría a las Fuerzas Armadas en Venezuela si deciden proteger a su gente y restaurar la democracia eliminando a un dictador", escribió el senador Marco Rubio el 9 de febrero de 2018.
Ocho días antes, el ex secretario del Departamento de Estado, Rex Tillerson, había sugerido en la Universidad de Austin, Texas, que los militares venezolanos podrían hacerse cargo de la situación en el país.
"En la historia de Venezuela y, de hecho, en la historia de otros países de América Latina y América del Sur, muchas veces los militares son los que se encargan de eso. Cuando las cosas están muy mal y los líderes militares se dan cuenta de que ya no pueden servir al pueblo, ellos se encargan de una transición pacífica", afirmórelajado Tillerson un día antes de comenzar su gira por América Latina.
Luego, una vez más, Estados Unidos desmintió conocer la existencia de un plan militar para derrocar al presidente Nicolás Maduro justamente en el contexto de ladesarticulación de la célula armada de Óscar Pérez, inspirada en motivos políticos y religiosos evangélicos, y respaldadas por voceros antichavistas desde Miami y Florida.
El llamado a un nuevo golpe de Estado
Este martes, nuevamente, Bloomberg publicó un reportaje donde el ex coronel Oswaldo García Palomo afirma buscar el apoyo de "gobiernos amigos" para un nuevo plan golpista contra el presidente Maduro. Desde el fallido magnicidio, Miraflores había alertado que García Palomo continuaba con sus planes insurrecionales después de haber participado de la llamada "Operación Constitución" y el intento de asesinar al presidente con drones con explosivos en agosto de este año.
"Nuestros colegas en Venezuela deben saber que estamos trabajando todos los días para unir fuerzas internacionales y nacionales, y eliminar al gobierno mediante el uso de armas para que el país no siga sangrando y muriendo", dijo a Bloomberg este ex coronel que plantea como objetivo ideal de su grupo instalar una junta de transición con cabeza civil para eventualmente convocar a elecciones de la misma forma que en febrero Tillerson lo había marcado públicamente. Sobre esto, García Palomo reconoció tener contactos con líderes opositores y una línea de consulta sobre próximos planes.
Según el reportaje firmado por Andy Rosati y Ezra Fieser, el ex miembro de la Guardia Nacional Bolivariana decidió elevar su perfil para agitar la opinión pública ante lo que considera como "una banda criminal, no un gobierno". En un video reciente, García Palomo insta a los miembros de la Fuerza Armada Nacional Bolivariana a "asumir su responsabilidad su familia, dios, la ley, su país y el resto del mundo", repitiendo la misma diatriba política religiosa que el ex piloto Óscar Pérez utilizó para llamar al derrocamiento de Maduro.
Por otro lado, el ex coronel no negó que sea el enlace de los grupos disidentes en Venezuela con los gobiernos de Colombia y Estados Unidos, como denunció el presidente el pasado mes de agosto en una conferencia de prensa acerca de las conexiones internacionales de los involucrados con el fallido magnicidio. El propio ex coronel afirmó, incluso, que trabaja para que "gobiernos amigos" ayuden a los golpistas a concretar sus planes.
Viejas y nuevas conspiraciones con conexiones internacionales
García Palomo reconoció que la denominada "Operación Constitución" falló porque su grupo fue "infiltrado" por los organismos de seguridad del Estado que se anticiparon a la insurrección militar. Esta operación consistía en sitiar Caracas, apoderarse de instalaciones militares y logísticas claves, como aeropuertos, bases y ministerios públicos, y capturar a Maduro, junto con altos mandos del directorio cívico-militar, para que sean juzgados internacionalmente en las vísperas de las elecciones presidenciales del 20 de mayo.
Según un reportaje de Bloomberg, posterior al fallido magnicidio, el grupo de García Palomo incluso se reunió en Colombia con la célula que intentó asesinar al presidente Maduro con dos drones. Aunque el ex coronel lo niega, las investigaciones de los organismos de seguridad del Estado sostienen que también estuvo involucrado en este fallido plan.
Luego de este intento de asesinato, Maduro expresó en una conferencia de prensa en agosto que García Palomo aún estaba "tratando de reclutar soldados para sus aventuras criminales y fascistas" viajando por varios países de la región. De acuerdo al reportaje, el ex coronel, incluso, atravesó la frontera entre Colombia y Venezuela para participar en la primera de las operaciones, al igual que su familia que se fue del país con la ayuda del gobierno del ex presidente Juan Manuel Santos.
El papel de Colombia, junto con Estados Unidos, además de reconocido, es por demás evidente dado que García Palomo organizó gran parte de sus planes golpistas desde el país vecino luego de que se convirtiera en prófugo de la justicia por su participación en el ataque armado al Fuerte Paramacay, Valencia, realizado por un grupo de ex militares relacionados con el ex capitán Juan Carlos Caguaripano y Óscar Pérez, ex inspector del Cuerpo de Investigaciones Científicas, Penales y Criminalísticas.
La Florida, los grupos irregulares y las denuncias de Venezuela
Desde finales de las guarimbas en 2017, se hace cada vez más evidente la puesta en el centro de la escena de células armadas paramilitares e irregulares que pretenden asumir el papel de vanguardia en el conflicto contra el Estado venezolano. Las declaraciones de García Palomo, junto con la desarticulación del grupo de Óscar Pérez, muestran que estas células se encuentran integradas por militares, policías, delincuentes comunes y miembros de la denominada "Resistencia", entre los que se pregona un discurso fundamentalista en lo político y lo religioso de una forma similar a otras organizaciones terroristas a nivel mundial que son empleadas para atacar a Estados que adversan a Estados Unidos. Piense en los "rebeldes" sirios o libios, antes de formar parte del Daesh.
Los constantes llamados de Marco Rubio a un golpe militar, como el apoyo de estos planes por parte de la Casa Blanca, también evidencia el papel fundamentalque juega la Florida como base financiera, política y operativa de estos grupos, que según se sabe han recibido dinero de grupos de antichavistas en el exilio para desarrollar sus operaciones en el país, sobre todo desde el rotundo fracaso del golpe de color en 2017.
El gobierno venezolano en reiteradas oportunidades denunció además que estos grupos cuentan con el respaldo, principalmente, de Colombia y Estados Unidos, incluso, protegiendo a García Palomo para que continúe buscando mayores adhesiones a sus planes para descarrillar el hilo constitucional en Venezuela. Sin embargo, de cara a la asunción del nuevo mandato de Maduro, destaca la evidente cartelización que existe entre estos grupos y las distintas fracciones antichavistas en confluir en una mal llamada "Junta de Transición" que luego de un golpe convoque a nuevas elecciones.
Por eso, la elevación del perfil público de García Palomo en un medio financiero como Bloomberg es más que claro que busca proyectar la percepción de que se acerca un inminente desenlace devenido de un nuevo intento golpista. Lo que por manido y repetido no deja de ser peligroso en el actual contexto venezolano, donde la vía de la fuerza parece ser la única alternativa que le ha quedado a los factores adversos del país para hacerse de un Estado que se les hace difícil de reconquistar desde 1998

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