lunedì 4 dicembre 2017

COMUNICATO PRC CONTRO IL GOLPE ELETTORALE IN HONDURAS: SOLIDARIETA’ AL POPOLO HONDUREGNO ED AI MEMBRI DELL’ALLEANZA D’OPPOSIZIONE CONTRO LA DITTATURA



L’Honduras vive dal 2009 un regime instaurato da un golpe di Stato appoggiato dagli Stati Uniti, contro il legittimo presidente costituzionale Mel Zelaya. Un regime da subito riconosciuto dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, spietatamente neo-liberale, oligarchico, corrotto e violento. L’Honduras non è un Paese qualsiasi del Centro America. Sin dai tempi della United Fruit, fino agli anni delle basi paramilitari della “contra” antisandinista nicaraguense, il Paese è sempre servito da piattaforma di sostegno alle violente politiche militariste degli Stati Uniti nella regione con la presenza di importanti basi militari di Washington.  
Dopo il primo governo golpista guidato da Roberto Micheletti (di origini bergamasche), i suoi degni successori sono stati Porfirio Lobo e l’attuale presidente Juan Orlando Hernández. Si sono moltiplicati gli omicidi di studenti, giornalisti, dirigenti sociali e politici (uno per tutti quello dell’ambientalista Berta Cáceres), la repressione, il carcere e le minacce verso chi protesta. Nelle recenti elezioni del 26 novembre scorso, il Tribunale Supremo Elettorale (TSE) nel suo primo bollettino aveva annunciato il chiaro vantaggio (del 5%), del candidato Salvador Nasralla, della “Alianza de Oposición contra la Dictadura” su Juan Orlando Hernandez candidato conservatore del Partido Nacional, partito di governo coinvolto nel golpe del 2009.   Col passare delle ore e dei giorni, nonostante il vantaggio di Nasralla, il TSE (controllato dal governo) non ha voluto emettere altri bollettini parziali mantenendo l’incertezza sul risultato e contribuendo così all’aggravarsi del clima di tensione.  A quasi una settimana dal voto, non esiste un risultato definitivo, mentre il TSE aggiudica al Presidente uscente un vantaggio di poco più dell’1%. Ma in questa settimana, ci sono state denunce nei mezzi di comunicazione internazionali e nelle reti sociali relative ai brogli avvenuti per favorire il candidato del Partido Nacional. Tra le altre, l’opposizione ha denunciato il “buco” informatica del TSE misteriosamente inservibile per diverse ore, oltre alla “sospensione” di più di 300.000 voti messi sotto osservazione dal tribunale.  Per questo, l’opposizione ha chiesto di ricontare i voti di diverse regioni, ma il Tribunale Elettorale si è rifiutato di farlo.  Viceversa, il governo ha risposto alla crescente domanda di trasparenza, e democrazia nel Paese, con lo “stato d’assedio”, il coprifuoco e la repressione violenta delle manifestazioni di piazza che, sino a questo momento, ha provocato 11 morti accertati, decine di feriti e centinaia di arresti. Cresce la repressione anche contro la stampa e i giornalisti non allineati. In linea con Washington, tace la missione dell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA) guidata dal golpista boliviano Jorge “Tuto” Quiroga. Da parte sua, la missione dell’Unione Europea ha chiesto di non dare altri risultati fino a ricontare tutti i voti alla presenza di tutti i partiti. 
                 
NO AL GOLPE ELETTORALE
IN HONDURAS !

NO ALLA DITTATURA !

RISPETTATE IL VOTO POPOLARE !

FUERA JOH !

BERTA VIVE !




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