lunedì 10 aprile 2017

Decreto Minniti: dietro la “sicurezza” ci sono le misure antioperaie


Il decreto legge n. 14, febbraio 2017, sulla sicurezza e il decoro urbano a firma del Ministro dell’Interno Minniti (PD), è in queste settimane fortemente criticato perché razzista e mirante a colpire in generale il disagio sociale. Esso ha però anche un carattere più squisitamente antioperaio, comprendendo in particolare misure repressive e di limitazione delle lotte e degli scioperi.
Si prevede infatti la sanzione amministrativa pecuniaria contro chi limita il libero accesso e fruizione delle infrastrutture ferroviarie, aeroportuali, e di trasporto pubblico, in violazione dei divieti di stazionamento o di occupazione di spazi (in sostanza i blocchi durante gli scioperi) con ordine di allontanamento entro 48 ore, e in caso di reiterazione, il divieto di accesso all’area interessata per un periodo da 6 mesi ai 2 anni.
Soprattutto si prevede la possibilità di arresto in "flagranza differita" (per i soli reati in cui l’arresto è obbligatorio) in caso di reati e violenze commessi alle persone o alle cose durante manifestazioni pubbliche riprese da telecamere o foto (l’identificazione deve avvenire entro 48 ore dal fatto, permettendo così un largo periodo di isolamento), e si rafforza la repressione contro l’occupazione di immobili.
Ancora una volta il governo e le istituzioni borghesi dietro il pretesto della lotta alla criminalità e al degrado, per il diritto alla sicurezza (che per primi negano) criminalizzano e colpiscono le lotte operaie e delle masse impoverite.
La sicurezza e il decoro delle nostre città non possono essere tutelate da chi ha fino ad oggi garantito solo miseria e massacro sociale, condizioni di vita penose per milioni di persone, degrado e malaffare, e in particolare ha assicurato l’impunità ai banditi antisociali. Costoro sono i rappresentanti di un sistema marcio e criminale, sempre più autore di furti antipopolari, guerre di rapina e corruzione dilagante.
Noi comunisti sosteniamo che solo nel socialismo le grandi masse potranno avere un’esistenza dignitosa e sicura, a partire dal diritto al lavoro.
Nell’immediato occorre una vasta agitazione per la difesa delle agibilità democratiche, del diritto di sciopero e di manifestazione.

Da Scintilla n. 79, aprile 2017

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