martedì 29 dicembre 2015

MUSICA&RIBELLIONE : Red ,Johnny e la loro GANG + una chiaccherata in altri tempi tra compagni di altri tempi.

Formazione dei Gang agli Albori

Con il gruppo musicale Gang dei fratelli Sandro e Marino Severini, tra fine anni ’80  e inizio’90 , abbiamo fatto un pezzo di strada insieme, erano amici, e si condivideva gli stessi ideali marxisti, per un periodo furono di casa in Alta Maremma Toscana, hanno suonato più volte  a Piombino, Massa Marittima, Monterotondo M.mo,... Come associazione Italia Nicaragua alta Maremma,  fino al  1990 siamo stati seguito del gruppo in molti concerti, per diffondere materiale di controinformazione, vendere gadget , libri, dischi,  magliette autoprodotte,...una forma di autofinanziamento allora molto in uso, dopo il 1990 il banchetto informativo passò  nelle mani del Centro di solidarietà internazionalista Follonica-Piombino……un passo doloroso, obbligato dal momento che il 1990 fu un anno fatale per il Nicaragua e la sua  rivoluzione sandinista guidata  da Daniel Ortega, Humberto Ortega e Tomas Borge, (ma anche dai teologi Ernesto Cardenal, Miguel D'Escoto, Fernando Cardenal ),  nelle elezioni il Fronte sandinista FSLN fu sconfitto dalla coalizione UNO,
1987 secondo album dei Gang
guidata dalla leader di destra Violeta Chomorro , la UNO non era altro che  una  rappresentanza politica liberista anticomunista, inventata e organizzata dalla intelligence  USA di Ronald Reagan,…  mai, va dimenticato che  l’impero USA  per tutti gli anni ’80 scatenò una crudele guerra di bassa intensità contro il governo rivoluzionario FSLN  (era la prima volta che si  vedeva il marxismo prendere  il potere  andando a braccetto con la comunità  cristiana  di base conosciuta come  teologia della liberazione, in quegli anni in espansione nell' America Latina), gli USA, investirono milioni di dollari per abbattere quella rivoluzione, per loro pericolosamente differente, addestrò  e armò i mercenari Contras guidati e addestrati da consulenti militari USA, in questa guerra morirono più di 50.000 nicaraguensi senza contare i feriti e le migliaia  di invalidi permanenti … mentre scrivo queste dolorose righe sul passato nicaraguense ripenso alla recente guerra di bassa intensità e economica  che ultimamente ha dovuto subire il governo Bolivariano del Venezuela, ...logicamente alla regia di tali crimini troviamo sempre  lo stesso mostro stelle a strisce, .... e come allora anche  in questa situazione  fu inventata  e finanziata  un’altra coalizione fascista chiamata MUD.
I Gang da buoni militanti comunisti all’ inizio della loro carriera musicale (metà ’80) sulla scia dei CLASH, erano molto impegnati sulle tematiche internazionaliste  del momento Nicaragua, Salvador, Sudafrica, Irlanda del nord, Palestina….. inizialmente i loro  brani erano in inglese, anche lo stile ritmico ricordava la memorabile punk band The Clash di Joe Strummer , ma tenevano un’impronta stilistica del cantautore rosso loro amico Billy Bragg  ( Marino e Sandro me  lo presentarono a Reggio Emila  alla festa dell'unita del 1990, nell'occasione mi concesse un'intervista nel suo camerino, che era una roulotte.

La chiacchierata/ intervista con i Gang  fu realizzata in parte nella sede di Democrazia Proletaria di Piombino via Mazzini 2  (la sede nel 1986 fu concessa ai militanti comunisti internazionalisti) in parte a casa mia, in parte a casa loro, in parte per via epistolare che ancora conservo, altre info captate furono scritte strada facendo dal momento che spesso eravamo insieme,  nel 1992 decisi di mettere tutto nero su bianco, ...e si!! ne è passata di acqua sotto i ponti......... Buona lettura !

Piombino 22/12/2015



Video " Brano CUBA SI Yankees NO"

 Gang : La Banda di Filottrano

Ogni nostra azione è un grido
Di guerra conto l’imperialismo…
purchè il nostro grido di guerra
giunga ad un orecchio che lo accolga
e purchè in altra mano si tenda ad
impugnar le nostre armi

Ernesto “Che” Guevara
(il credo dei Gang)

Mentre nella società italiana si defila la sconfitta del movimento del ’77 e nell’ottobre ’80 davanti i cancelli della Fiat-Mirafiori, il PCI, i sindacati confederali  e l’intera sinistra istituzionale celebrano il funerale della classe operaia, sulla scena musicale sbordano gruppi che cercano di alimentare valori sociali, incitano a non abbassare la guardia, rilanciano la solidarietà internazionalista. Alcuni lo fanno con convinzione e sincerità.
“The Gang sono una band di “Comunisti”  (così si definiscono) che non cercano avanguardie né originalità. Gli spiriti guida sono Jhonny Guitar (Sandro) e “Red” ( Marino), attraverso chitarre sguaiate e un modo barricadero di tenere il palco, tentano di comunicare, stimolare, rompere le gabbie dell’indifferenza e portare la fraternità internazionalista all’attenzione di tutti quelli che ancora non hanno ceduto ai miti del conformismo.
I fratelli Severini (Jhonny e Red), provengono dall’estrema periferia del rock, Filottrano in provincia di Ancona. Una borgata di case con 300 abitanti, quasi tutti parenti, una specie di tribù (come la definisce Red), gente rientrata da lunghe emigrazioni in Sudamerica, che vive ancora di duro lavoro.
I ragazzi di Filottrano crescono sotto gli influssi della cultura latinoamericana, il loro bagaglio musicale gronda dei suoni e dei sentimenti  di  popolazioni oppresse  da 500 anni, crescono negli infuocati ’60, anni del movimento radicale USA e del ‘68 Europeo; sono poco più che bambini ma sono sotto il tiro della musica dei CCR  (Creedence clear water Revival),
Animals”, “Doors”, “vanilla Fudge”, Led ZeppelinHendrix”…. arrivano  (in ritardo come al solito) i primi beats, hippies italiani, indossano camice a fiori, pantaloni a zampa di elefante, si fanno allungare i capelli.
La prima ondata de gruppi rock è improntata su modelli anglo-americani, fra questi ci sono ”le Ombre” di Lucio Mazzoni, che abita vicino a jhonny e Red, sarà Mazzoni a mettere la chitarra nelle mani dei Severini.
Nei ’70, Marino, Sandro e gli amici formano le prime bands, si ispirano al “Banco del mutuo soccorso o alla PFM (Pemiata Forneria Marconi); Marino  entra nella spirale dello sballo a tutti i costi, fa uso di hashish, marijuana, alcool, frequenta il liceo e approfondisce la sua idea di comunismo con l’aiuto dell’insegnate di filosofia.
Poi va in giro per l’Italia in autostop , partecipa a concerti e raduni (Umbria jazz, Parco Lambro, Ravenna…….).
Nel 1977 nella piccola frazione marchigiana nasce un collettivo di “Indiani Metropolitani”. I due fratelli ne fanno subito parte. Filottrano diviene un punto di riferimento culturale alternativo dove vengono organizzate  mostre, concerti, incontri, etc…., momenti di aggregazione per denunciare l’egoismo e il malessere della società  che li circonda.
Il collettivo subisce intimidazioni dai carabinieri, l’aggressione dai ”Fasci”, e l’isolamento da parte della sinistra parlamentare ( impossibile a  credere quanti giovani ha distrutto la sinistra istituzionale).
La tribù si disgrega, piovono denunce, perquisizioni e qualche arresto. A Firenze Red e Jhonny sono picchiati da poliziotti in borghese e tenuti in stato di fermo per diverse ore. E’ il momento del terrorismo, lo stato vede ovunque tiratori scelti che attentano al suo cuore “Tra il ’77 e l’81 migliaia di militanti furono arrestati, migliaia di case perquisite, giornali e riviste distrutti, sequestrati, redazioni mandate in esilio, case editrici rovinate e messe fuori legge…(1)
Le radio libere che si sottraevano al controllo istituzionale e diffondevano la voce del dissenso, furono costrette al silenzio. Iniziava “l’epoca della colonizzazione mentale e della volgarità…… l’ignoranza prendeva il potere nel mondo della cultura, e la cultura veniva irrisa, incarcerata, esiliata. (2). Marino come tanti giovani compagni di quel periodo, accusa l’angoscia della sconfitta e scivola nell’alcool e nella droga, Sandro si stringe al fratello, lo invoglia a ricominciare a suonare. Ripartono con il rock ‘n roll e rhythm blues, dopo un viaggio a Londra nel 1979, dove scoprono la vitalità del punk (in fase declinante), decidono di suonare nei “Ranxerox”. Cantano in italiano e partecipano al  festival del rock made in Italy al teatro Spero di Roma.
Nell’80 si staccano dai “Ranxerox” per formare un gruppo che intenda esprimere i sogni e le speranze dei senza storia. Cercano elementi vicini alle loro idee, li trovano a Macerata, sono Buster (Pino) e Bum Bum (Pete), prendono forma i “Paper’s Gang” (dal soprannome della famiglia Severini, detta “Paporè).
La terra marchigiana sforna bands vicine all’ultima subcultura, con il mito della acido-velocità stile coast west Usa  o ispirati  dall’area  inglese stile“ Crass”, Conflict,… nascono i “Cani” di Pesaro, “Reig” di Macerata,  “Black rebels”, “Rivolta dell’odio” di Ancona…Al contrario  i “Paper’s gang” puntano ad un sound di ricerca nella tradizione popolare del rock per unirlo ai ritmi “Neri” e ripropongono così  il linguaggio universale delle minoranze emarginate come strumento di denuncia.
I “Paper’s gang”diventano “Gang”. Il primo disco è vicino.
Nella strada intanto i figli del sottoproletariato affondano nell’alcool nell’eroina. La violenza con frequenza esplode sulle curve e fuori degli stadi ma è una violenza tollerata, in realtà è un sofisticato modello di controllo della ribellione urbana. Nel vuoto degli ’80 numerosi club di tifosi diventano centri di aggregazione negativa, sedi in cui veicola tra i giovanissimi tutta una miscela di pseudovalori militar-agonistici, che hanno una certa contiguità  con la mitologia nazi-fascista. Anche per questo, essi appaiono in molti casi riserva di reclutamento e centri di addestramento del nuovo squadrismo (la caccia al nero nell’ultimo giorno di carnevale a Firenze nel ’90, è un sintomo preciso)
Con l'abbandono delle ideologie, negli ’80 si afferma prepotentemente la centralità dell’impresa che con i suoi modelli culturali e stili di vita (segnati dalla competizione e dalla rapacità), incrementano nuove silenziose povertà altre sopraffazioni del più deboli.
E’ il trionfo della società dell’apparenza, della mercificazione assurda e totale, tutto è condizionato da mafie clientelari e la gente è parte di un gioco alla morte sociale che non li riguarda. I lavoratori, demoralizzati, abbandonati a se stessi, interiorizzata la sconfitta, si dimostrano recettivi verso ogni tendenza ideologica, anche la più reazionaria, che si affermi nei settori piccolo-borghesi della società moderna.       “ ……..La demoralizzazione è stata incoraggiata da un vero e proprio disarmo culturale e politico, come è avvenuto dalla metà dei ’70 in poi, che ha fatto smarrire al movimento operaio il sentimento e le ragioni della sua alterità e del suo antagonismo all’ordine esistente delle cose, la coscienza della solidarietà di classe oltre le barriere nazionali, l’aspirazione ad un mondo in cui l’eguaglianza fra gli uomini si esprima  innanzitutto col rifiuto di ogni sfruttamento e di ogni oppressione(3).
Riguardo ai traditori degli ’80 (CGIL, UIL, CISL), si può leggere  un documento di dimissioni di 200 lavoratori  di una nota acciaeria Toscana, diffuso nelle portinerie delle fabbriche, dalla stampa nazionale e locale: “…….”questo sindacato non sta dalla parte dei lavoratori ma agisce sopra la volontà e i desideri di chiarezza e di lotta dei lavoratori. Questo sindacato è totalmente assente dalla difesa dell’ambiente, dei luoghi di lavoro, dalla salvaguardia dell’integrità fisica dei lavoratori. Questo sindacato tradisce giorno dopo giorno la dignità e la storia del movimento operaio. Questo sindacato è divenuto un trampolino di lancio per carriere amministrative, un impiego a vita, un potere decentrato dell’azienda.
Noi diciamo no!all’arroganza di questo sindacato verticistico. Noi diciamo no! Ai giochi clientelari di questo sindacato addomesticato! Noi diciamo no! Alla vigliaccheria mondana e allo spettacolo dell’intrallazzo di questo sindacato inerme ….(4).
I “Gang” sono consapevoli di essere figli di un proletariato sconfitto ma non sono disposti ad arrendersi, anzi, dentro la crisi del “Politico” decidono di fare politica con un’arma storica , il rock.
L’urlo di rivolta di Red e Johnny è preciso: “……Siamo ribelli che vivono nelle colonie dell’Impero yankee, che ammettono comunque di essere colonizzati culturalmente, ma accettano la sfida e vivono in prima linea. E’ importante costruire un ponte….culturale tra una generazione in galera o pentita o prostituitasi al post moderno come Massarini e un’altra che tenta di rispondere a questi anni difficili da vivere nel capitalismo che si trasforma (5)
Il gruppo  viaggia su ritmi rock incalzanti, vibra di potenze trascinanti e guerrigliere, è un pulsare continuo di black music, riferimenti Sudamericani con derivazioni reggae, ska, radici punk, nulla è concesso all’elettronica o alla dance.
Red, chitarra alla mano si trasforma in un vero animale da palcoscenico. I pugni chiusi alzati contro il cielo sono al centro di ogni concerto e fanno identificare schiere di ragazzi verso un mondo da conquistare; Red cerca di essere  la risposta Italiana a “Joe Strummer”,  al grande” Bruce Springsteen”o meglio ancora del carismatico Linton Kwesi Johson, ma non come imitatore ma bensì  come loro, un portavoce  della rabbia di tutti gli oppressi.


REDS”  SOLO REDS

“ ….Quando mangio sento la tua fame
Quando mi copro sento il tuo freddo
Quando mi lamento
Mi duole la tua pelle torturata
E le tue ossa rotte. Sono con te solidarietà…..

Da Solidarity

REDS” è il disco più maturo dei “Gang”, con un linguaggio meno metropolitano, arricchito di sonorità tradizionali folk, è il più vicino al cuore, dove si percepisce il tentativo di abbandonare certi slogans che danno una visione delle cose troppo precipitata; c ‘è la volontà di inviare un messaggio nuovo, capace di penetrare nel personale, di combattere il “cinismo degli ’80 ormai radicato in tutti gli strati sociali e che si mescola alla rassegnazione e alla rinuncia.”

Il lavoro vinilico è dedicato a Mauro Rostagno La  prima per contrastare la diffusa criminalizzazione del ’68 La seconda per ricordare Mauro Rostagno come combattente Marxista/ libertario e confermare l’attuale parola d’ordine dei “Gang” : Sapersi calare in nuovi territori senza tuttavia rinnegare e tradire ciò che si è stati=rossi!”
Mauro Rostagno è  uno dei protagonisti della  “Bufera del ’68; un fronte di lotta accomunato dal desiderio di una società più giusta.
Compagno di sogni, di Renato Curcio, Mara Cagol, … diventa uno dei leaders di “lotta continua” e lo rimane fino alla prima metà dei ‘ 70, non si adatta poi al clima qualunquista di molti ex militanti, (“passati dallo spettacolo della contestazione al proscenio/ schiuma  del dissenso mondano) (7)  cerca nuove forme di resistenza e  affronta anche il problema  della droga in forte espansione..
verso la fine dei ’70, infatti , a Milano Rostagno,” tenta un esperimento”, fonda un centro di “recupero” per tossicodipendenti” che nella pratica è una comunità autogestita senza altri fini se non quello di uscire dalla dipendenza della droga:”il Macondo”(8) .Esaurito l’”effetto Macondo” grazie anche all’intervento  del solito apparato repressivo di Stato, ha una crisi esistenziale e diventa” Sw. Anand Sanatano” della comunità degli “arancioni  Bhagwan Shree Rajneesh”, non si nasconde però nel misticismo, parte per la Sicilia e insieme ad altri fonda la comunità “Saman” ,ancora una volta si schiera accanto agli ultimi  ai disperati torna a combattere contro la droga, in aggiunta diventa un  giornalista d’assalto di una tv locale sicula la RTC, denuncia con forza le collusioni tra mafia e politica locale, con metodi profondamente opposti a Muccioli (e la sua struttura di Stato), si accosta a tutti coloro che hanno bisogno di aiuto e solidarietà.
Paga con la vita  la sua passione per il sociale e il suo coraggio per la verità. I killers di “cosa nostra” lo uccidono in un agguato nel settembre 1988.
I temi affrontati dal militante “trentino” si ritrovano nei solchi  di “Reds”, terzo capitolo del progetto  “Gang”. Il disco viene dopo due autoproduzioni ed è realizzato  con la major CGD.
La band marchigiana rimane completamente padrona del proprio lavoro. La CGD si occupa della promozione e diffusione, cosa che non garantiscono le etichette indipendenti, “…ma indipendenti da che cosa? Cosa significa? E’ una cazzata la storia che il margine di creatività sia maggiore che con una major. E’ piuttosto vero il contrario….posso fare tranquillamente dei nomi : Materiali Sonori, I.R.A., supporti fonografici. Nessuna di queste etichette ha rispettato i “Gang”. Le indipendenti spesso e volentieri non pagano, non producono, non promuovono. Stampano il disco e lo buttano nel calderone…. Parlano bene solo dei loro gruppo e si vantano di volere il bene del rock italiano…. Dopo dieci anni la barca sta affondando, giornalisti specializzati che fanno i produttori senza accorgersi che la batteria è fuori tempo, critici che fanno gli imprenditori discografici, etichette indipendenti in tutto uguali alle major, anche negli intrallazzi e mafioserie…..Ci sono  eccezioni naturalmente. Non parlo solo per spirito di polemica, la mia vuole essere anche una critica alle istituzioni di sinistra che si sono mosse in modo vergognoso, lasciando tutto il fenomeno delle grandi valenze culturali in mano a mercanti squallidi”(9).
Il fatto che i “Gang” preferiscono la CGD al circuito militante, crea una frattura tra la schiera dei sostenitori della band; i “puristi” che abitano nelle “Riserve “marginali non accettano la commistione tra business e libertà, tra marketing e ribellione,si sentono traditi ricordando il brano che concludeva il disco “Barricada”:

“….volevano imbavagliarci con un contratto
ma non è questa la fine di ogni band
ribelle?
in questa partita la posta in gioco non è
gloria e soldi”
ditelo agli amici
The Gang non è in vendita…..”


I  fans, meno miopi e ritrosi contro l’insieme sociale, dopo avere ascoltato “Reds” comprendono subito che il gruppo non è stato messo al guinzaglio (almeno per questa volta); il 33 è meno duro e esplicito dei precedenti ma ugualmente polemico nella denuncia terzomondista.. Inoltre tecnicamente è il migliore lavoro. Non è una di quelle oscenità abituali prodotte dai “”Denovo” o CCCP del post passaggio alla  Virgin.
Oltre il sostegno di una casa discografica di grande esperienza, Johnny e Red  hanno avuto un produttore di eccezione, Paul Roland, un musicista che pur avendo un idioma musicale diverso, li ha sostenuti e aiutati a limare molte ingenuità del sound iniziale, a trovare preziose armonie nei suoni e negli arrangiamenti, risultato: uno sposalizio prefetto tra folk italiano-irlandese e l’essenzialità del rock.
Severini sono alla continua ricerca di nuove esperienze capaci di arricchire la personalità della formazione, frugano nell’humus culturale della canzone popolare, nelle storie di strada, in tutte le forme ritmiche della musica di confine; questa volta “ esplorando la scena folk italiana abbiamo incontrato musicisti che non fanno revival, ma cercano di rivitalizzare questa tradizione; persone come il maestro Ambrogio Sparagna e la sua orchestra di organetti, Bosio big ban, David Castiglia e il suo gruppo , o l’arpa celtica di Aurora Barbatelli…….(10).
La scelta di addentrarsi negli itinerari folk è per “ dare voce agli umori dei suoni periferici, più vicini ai nostri ritmi, alla nostra vita, alla nostra cultura, alla nostra memoria storica….. Non si tratta di revival, non c’è nessuna nostalgia o paternalismo. Il nostro lavoro vuole risultare privo di prospettiva storica,  perché  cerca di esistere non di sopravvivere, vuole attaccare affermando con dignità il proprio passato guadagnando una fetta di presente che non sia sconfitta, sepolta, soffocata. Cerchiamo così un’affermazione, un segnale, una traccia, che siamo ancora vivi e combattivi, per niente arresi…..(11). I” Gang “ nelle loro numerose esibizioni live continuano ad avere connotati e identità rock “ inteso come musica popolare internazionalista, come linguaggio senza frontiere e luogo privilegiato d’incontro, confronto, crescita. Rock…. Non più relegato  alla fase adolescenziale  di subcultura che può facilmente essere svuotata dei suoi contenuti eversivi e ridotta a pura merce  dalla industria giovanile….un rock per niente interclassista, che anzi rivendichi la sua organicità di classe, come poteva esserlo ad esempio la musica di Woody Guthrie, e contribuisca magari anche solo in minima parte ad una nuova battaglia culturale…. Rock come espressione di un nuovo protagonismo sociale” (12)
Con “Reds” l’agit-prop della band marchigiana ha raggiunto una pregevole capacità professionale e comunicativa. Le confluenze e le metamorfosi espressive attinte a sorgenti dissimili, hanno ormai cancellato l’immagine di simil-Clash che stampa specializzata e fanzines avevano affibbiato loro. Sulla storia di apparire come bravi “Scopiazzatori” del punk-ensemble inglese, Red  afferma”  “I Gang” come manovali del rock sono fieri di aver ricevuto un’eredità importante come quella lasciata da Strummer-Jones; ma sono altresì concordi con quello che affermavano gli “Area” anni fa; “Se gli dei se ne vanno gli arrabbiati restano”.
Il fatto di valutare un’artista in base alla sua originalità discende dall’enorme fogna di ignoranza che domina in Italia rispetto ai paesi con patrimonio intellettuale avanzato.
Il concetto di originalità, riguarda una serie di concezioni dell’arte completamente diverse: non esiste e non è mai esistito in qualsiasi forma di espressione della cultura del “Basso”, mentre esiste in un periodo ben preciso della cultura piccolo borghese (dai primi del ‘900 in poi)(13)
Collocando i “Gang” nel “basso” è ovvio non aspettarsi singolarità o stravaganze. Red: “posso suonare tutte cover di un’altra formazione, ma nell’istante in cui le vivo insieme ad un pubblico, la canzone vive in maniera diversa e quindi c’è qualcosa di nuovo. Per rendere più chiare le idee mi esprimo con le parole del critic Carl Belz : “il rock non esprime tanto una creatività individuale, quanto un contesto culturale e collettivo attraverso un linguaggio unificato collettivamente e messo a disposizione dei singoli che sappiano servirsene senza violarlo” e continuando con” Portelli” il valore di originalità abitualmente associato all’idea di opera d’arte viene sostituito nel rock da un valore di conferma, riconoscibilità, citazioni. Basate sull’uso creativo di materiali stilistici dati e questa sostituzione non è effetto di incapacità, ma una scelta che deriva da un sistema di valori che serve a soddisfare altri bisogni”
Questa precisazione sull’originalità l’ho voluta fare perché sappiamo quanto essa è cara agli addetti ai lavoro, alla critica italiana e in genere al pubblico, da costoro ammaestrato e guidato, spero  che questa riflessione serva a mettere in luce o individuare il metodo, le convinzioni, il lavoro del gruppo. Alla concezione dell’arte per l’arte rispondiamo con una frase di Mao-Tse-Tung :”in una società divisa in classi, l’arte sta al servizio dell’una o dell’altra e mai al di sopra”(14)
Dopo “tribe’s union” e “Barricada” …dove i Gang lanciano la sfida e chiedendo di tenere duro e alzare il tiro, in “Reds” c’è l’invito a scendere in nuovi campi di battaglia, con” nuovi abiti” e con una coscienza più matura e rilassata, capace di bandire l’ingenuità del passato “oggi il sistema in Italia è quello che sappiamo, quindi dobbiamo essere delle talpe, scavare delle tane dove lavorare per costruirci spazi vitali, per dirla come Mohamed Alì  bisogna “volteggiare come una farfalla e pungere come un’ape”(15) .Con una maggiore identità musicale, “Reds” si prepara ad affrontare tematiche emergenti ed attuali come il massiccio arrivo degli immigrati dal sud del mondo, “Emigration song”, il dissesto ecologico “Giant steal Water….”, la disperazione “Shadows”, la droga “No drug”, l’amore “I went up the river”.
Tra i primi microsolchi dell’album troviamo “Forever adnd ever” (Per sempre)
                                      
                       
Sono il naufrago che le acque
Hanno spinto
Sulla spiaggia della sconfitta
Dove la calda sabbia accarezza
I pensieri e consola dal dubbio
La mia compagna ideologia
Non ce l’ha fatta
È affogata nella tempesta
..

Forever and ever” è un brano con toni spagnoleggianti, un accenno al passato, una dedica “alla generazione 68/77, quando ormai la generazione non ha più senso, nei 60/70 noi tutti siamo stati sconfitti in larga parte, quello che rimane è il mantenimento di alcune riserve che il potere ci lascia, sono quelle dell’immaginario,e dell’utopia” (16). E’ difficile cancellare dalla memoria della gente quegli anni turbolenti. Dove il sociale e la solidarietà internazionalista ,sovente si tinsero di rosso – sangue.
Sotto gli slogans “Stop the war in Vietnam” o “Primero la lucha, y la conscienza despues”, “i rivoli di mille rabbie e insoddisfazioni trovarono il modo di confluire in un unico grande fiume, un fiume che ruppe gli argini di una società istituzionalmente arcaica. E che non trovando - almeno in questo paese-  fasce sociali capaci di una qualsiasi mediazione dilagò in ogni direzione (17) . Alla insubordinazione libertaria, alla voglia di lottare insieme per il cambiamento, lo stato italiano risponde con una Polizia che gradualmente assume la fisionomia di una falange macedone, come il quinto battaglione di Padova; arrivano le bombe e  stragi dei padroni, la prima grande repressione, “ in soli tre mesi, dall’ottobre ’69 al gennaio ’70, vengono denunciate oltre tredicimila persone: braccianti, operai, dipendenti comunali, vigili urbani. Una gigantesca rete repressiva copre tutto il paese, imprigiona nelle sue maglie uomini e donne, giovani ed anziani, lavoratori, sindacalisti, studenti,. La polizia sequestra opere di Marx e Lenin, Trockij, Che Guevara, Mao e perfino Diderot(18).
La polizia si macchia di crimini assurdi, come l’assassinio dell’anarchico Pinelli, gettato da una finestra della questura di Milano, dopo essere stato torturato, “lo si può dedurre dalla perizia compiuta dai periti nominati dal tribunale durante il processo”Calabresi-Lotta Continua”(19)
Riportare la pace sociale è compito del PCI, “una volta spenti gli ardori rivoluzionari, una volta minimizzata l’ideologia accoppata l’utopia, in nome del pragmatismo capitalistico, il PCI è inutile quanto ridicolo doppione di altri partiti della borghesia. Il PCI è venuto da lontano. Insomma, ha fatto una gran bella camminata per inventare il girotondo o il dietro-front”(20)
Frenata la spinta sovversiva del ’77, ghettizzate le successive frange culturali, bisogna attendere il 1985 per ritrovare piccoli fermenti radicali.. Germoglia e muore  il movimento degli studenti ’85, divampa in notevoli dimensioni di massa ma si dissolve per l’esiguità delle avanguardie, ibernate intrappolate dalla FGCI, un focolaio di rivolta rimane acceso e divampa di nuovo  a fine ’89 proprio con  il nome“La Pantera”.
Nella seconda metà degli ’80 si delineano schieramenti ambientalisti che si rafforzano dopo il disastro di Chernobyl; manifestazioni, sit in, convegni e proliferazione dell’informazione ecologista, mostrano il dramma del pianeta, depredato, inquinato ovunque dall’egoismo del profitto e dalle trufferie  della politica.
Giants steal Water from the river” è il brano con cui Jhonny e Red si calano nella battaglia ecologica, “oggi importantissima se si è capaci di estenderla, non lasciarne gestione ad una mentalità semplicemente riformista e in definitiva razionalizzante di un sistema mostruoso (21)

Giants steal water from the river”
(L’acqua dei fiumi la rubano i giganti)

Nel tempo in cui
I sette giganti
Rubavano l’acqua
dei fiumi
il sole andò dall’uomo
che aveva perso la speranza
mescolando soldi e lacrime gli disse
le tue tre sorelle
acqua aria e terra
stanno morendo
se non le salverai
dal massacro dei giganti
una pioggia di fuoco
cadrà sulla tua gente e solo
quando le lune saranno una sola
costruirai il villaggio della felicità

L’uomo lasciò
Il suo rifugio
E andò nel regno
Dell’acciaio e del cemento
Non aveva armi
Così il sole
Mando in suo aiuto
Il vento e la pietra
I giganti lo aspettavano
alle porte della città
Con un ricatto nucleare
Ma quando la paura
Entrò nel suo  cuore
Il vento lo spinse avanti
E l’uomo lancio la pietra gridando

quando le lune saranno una sola
costruirai il villaggio della felicità

il gigante più grande
crollo a terra
e gli altri fuggirono
le città dell’acciaio
si sciolsero al sole.
Così fini il potere
Dei giganti sulla materia
E sul popolo degli uomini
Da allora
Le lune furono una sola
E vegliò perché i giganti
Non tornassero sulla terra
Il lavoro degli uomini
Non servì più a creare
Potere guerra e morte
Ma il villaggio della felicità (22)

Giants steal water…..è “una canzone ispirata ad una raccolta di poesie per bambini sull’ecologia; e qui ritorna l’importanza di puntare ad una nuova qualità della vita, dove non solo l’acqua, l’aria e le terra siano ripuliti, ma soprattutto l’uomo in generale “(23).
Ovunque nel pianeta necessita una presa di coscienza : dalla distruzione dell’Amazzonia,,
all’inquinamento delle Alpi, dalla Polinesia alla Valle del Bormida  (Acna-Cengio), da Bophal alla Farmaplant  (Montedison- Massa), dalle scorie radioattive, all’inquinamento dei mari, dalla morte dei fiumi fino al buco nell’ozono…. C’è un unico grande colpevole ed è il profitto con  tutto il sistema che ruota intorno a lui ,”almeno una delle osservazioni di Marx è veritiera; ogni minuto consacrato al modo di produzione capitalista, ogni pensiero che contribuisce al sistema industriale, rafforza sempre di più un potere che è nemico della natura, della cultura, e della vita” (24)
Occorre concepire in altro modo l’idea del “profitto”. Usando tanta fantasia  è possibile immaginare che “il profitto”può essere  reale solo se corrisponde ad un giovamento planetario e che il suo sviluppo e crescita non sia a danno di uno contro l’altro, dimenticando l’altro e la natura.
Il profitto così come impostato oggi è un crimine continuo contro l’umanità e per giunta spesso e volentieri impunito. “ Solo adesso cominciamo a capire la nostra sopravvivenza. In uno sguardo lungo sul futuro, è affidato tutto un sistema delicatissimo di salvaguardie. C’è  una cultura nuova che purtroppo ancora non esce dalle aule dell’università, ma dalla quale saremo investiti nei prossimi dieci –quindici anni. Farà impallidire tutta una serie di luoghi comuni. Sistemi di salvaguardia dell’ambiente e dell’uomo saranno la nostra realtà e non il sogno di belle anime con la tessera della “lega per l’ambiente”,di ”Italia Nostra”, del“WWF”,…. E’ venuto il momento di un’azione radicale e il dispiego di un grande impegno sociale al quale le forze politiche dovranno dare risposte concrete. Un’attivazione di democrazia vissuta come controllo dei cittadini. Insomma una vera partecipazione democratica di tutti alle scelte fondamentali della comunità…La salvezza e il futuro stanno nella riscoperta del lavoro collettivo su temi di aggregazione sociale (ambiente, pace, droga, handicap, razzismo, disoccupazione,..), che è la novità di questi anni, di far politica in altre sedi, che non sono luoghi usuali dei partiti ma punti d’incontro dell’associazionismo. La nostra speranza è questa. Tanto più se i centri di associazione saranno capaci di agire come vere stanze dove i cittadini si muovono nel senso della solidarietà collettiva e del bene comune”(25). Dunque, tutto sta nel cambiamento di “pelle” e ritrovare quelle idee di fratellanza che negli anni ’80,  i popoli cosiddetti “avanzati “sembrano abbiano dimenticato a discapito di un cinismo dilagante.
La stessa “Solidarietà”la troviamo come merce spettacolo. Certi megaconcerti rock come quelli organizzati dall’associazione Amnesty  international (forte con i deboli-debole con i forti), hanno biglietti che costano anche 40.000 lire, sono situazioni spesso usate da faccendieri discografici per  promuovere nuove produzioni o rilanciare artisti in fase declinante (vedi Claudio Baglioni, a cui è stato cercato di costruire un minimo d’impegno sociale retroattivo); è giusto combattere per i diritti umani, quando poi, si lasciano fuori dagli stadi centinaia di giovani che non hanno la possibilità economica di partecipare alla manifestazione? I mass-media innalzano al cielo le rock stars ( Sting)  che tutto insieme diventano “salvatori dell’ Amazzonia, salvatori del ”pianeta” , padre Savio Corinaldesi missionario sbarcato nel ’68 in mezzo all’indios della foresta Amazzonica  afferma :”Sting ha agitato le acque forse più di noi missionari, ma non lo condivido …  .il dibattito va affrontato in modo più serio e profondo, difendere gli indios e salvare le foreste non deve essere uno slogan ad effetto . Ciò  che è importante è che gli indios e tutti i popoli assoggettati del mondo intero abbiano il diritto e la possibilità di avere una propria identità, libertà di parola e giudizio, un proprio cammino da percorrere e non essere ancora schiavizzati dal profitto transnazionale……anche il benessere degli italiani e un benessere succhiato alle popolazioni del terzo mondo, quanti sarebbero gli italiani disposti a ridurre  il loro benessere?
Tutti insieme i newtyork del pianeta accendono i riflettori sull’Amazzonia e a colpi di pubblicità si contendono l’incontro tra papa Woityla e il capo di una tribù Amazzonica, nel contempo la foresta brucia, gli indios  vengono sterminati anche con il contributo della banca vaticana, peraltro compromessa in analoghe situazioni in Sudafrica, la solidarietà del governo italiano non è meno ipocrita; il genocidio nel Salvador sotto Duarte e Cristiani per esempio  si è compiuto e si compie anche con il sostegno economico delle banche e multinazionali italiane, una guerra alla cui base c’è l’ingiustizia sociale, 70.000 morti, massacro feroce  di sacerdoti gesuiti, suore, assassino di monsignor Romero……perché sostenitori e diffusori della chiesa di base detta “teologia della liberazione”.
Nel  brano “solidarity  “ i”Gang” illustrano situazioni drammatiche che affliggono la nostra epoca.

Solidarity”
(Solidarietà)

Dalle miniere del Sudafrica
Dalle fabbriche dell’Irlanda
Ci stanno chiamando
Gli indios d’America
Stanno chiedendo il nostro aiuto


.Quando mangio sento la tua fame
Quando mi copro sento il tuo freddo
Quando mi lamento
Mi duole la tua pelle torturata
E le tue ossa rotte. Sono con te
Solidarietà

Popolo delle carceri speciali
Popolo torturato
Il nostro pugno spezzerà
La mascella di ogni dittatore
Nell’unione troveremo la forza

.Quando mangio sento la tua fame
Quando………

Appoggiamo ogni insurrezione
L’impero sta crollando
Diamogli il colpo di grazia
Brian Wilson non può correre ma
Mi ha insegnato che se è necessario sognare
È possibile vincere



Quando mangio sento la tua fame
Quando………(26)

Marino, in diversi brani da lui  scritti si sofferma sul carcere, un’esperienza che in gioventù ha conosciuto sulla propria pelle “Song of the  prisioner” in “Barricada” , parla di vicende di famiglia vissuta dietro le sbarre di terre lontane, “Solidarity” accenna invece alle carceri speciali nelle quali e rinchiusa buona parte dell’insofferenza della sua generazione.
Dietro l’emergenza del terrorismo, lo stato italiano ha infatti introdotto nella legislazione penale una serie di nuove normative in stile “Sacra inquisizione” ed è riuscito ad annientare ogni forma di opposizione sociale. Per andare in galera basta una semplice imputazione “concorso morale”, “apologia di reato”, istigazione a delinquere”, “partecipazione ad associazione sovversiva” o la semplice delazione del pentito, al quale viene riconosciuta piena credibilità.
La rappresaglia istituzionale inaugura il regime “duro”:
I più elementari diritti umani dell’uomo vengono calpestati e le carceri speciali divengono sempre più lager in sintonia con le carceri speciali degli Stati Uniti dove vengono detenuti
il più delle volte ingiustamente e illegalmente gli “oppositori politici “ magari con l’unica colpa  per essere “comunisti”  o attivisti libertari di movimenti dei  nativi o dei neri-ispanici.

Dopo  oltre 15 anni dall’applicazione delle “Legge Reale”  (1975) , una legge che da la licenza di uccidere alle forze dell’ordine, si contano 625 vittime tra morti e feriti; la “Kossiga”’79-’80 completa il disegno ; la vita dei prigionieri politici, quelli che hanno sfidato lo Stato con le armi o sbattuti dentro solo per “, reati di opinione”, “favoreggiamento”,…diventa particolarmente rigida “”isolamento assoluto, un’ora d’aria al giorno, nessun colloquio col difensore, niente libri, radio, televisione, niente pacchi viveri o vestiario oltre quello che si indossa, limitazione della corrispondenza……perquisizioni personali ad ogni uscita o entrata dalla cella (per aria, doccia, etc) mediante denudamento forzato e umilianti perquisizioni nell’ano e nella vagina, immediato intervento con la massima violenza da parte di guardie carcerarie e carabinieri al minimo segno di insubordinazione…..ulteriori restrizioni delle condizioni di vita si hanno nei braccetti di massimo isolamento dei cinque super penitenziari di Torino, Foggia, Spoleto, Ariano, Nuoro . Qui  vige il principio di murare vivo il detenuto, mediante il più totale isolamento e la progressiva spersonalizzazione ….24 ore su 24 luce elettrica accesa, divisa del carcere, acqua erogata dall’esterno, per fumare una sigaretta richiederla e farsela accendere dalla guardia….(27)
Per poter uscire da quella gabbia ti offrono di collaborare con la giustizia, devi gettare la dignità , tradire le tue idee e i tuoi compagni, fai il pentito, sputi fuori qualche nome che ti viene in testa e se hai fortuna ti danno un’altra identità, il passaporto e un altro paese dove vivere……..come barbone.
Anche se ormai è stata dichiarata la fine dell’emergenza terrorismo, leggi e carceri speciali persistono; i “braccetti della morte “ hanno cambiato nome, oggi si chiamano “sezioni blu”,
angolo verde”….  continuano a perseguire su una linea  rigorosa. Lo Stato autoritario nega la parola, quello democratico la concede per toglierla subito dopo, quando questa mette in luce le menzogne delle idee dominanti  . “Ci sono poche speranze di giustizia quando il malfattore ha il potere di condannare il giudice” (28)
Il viaggio dei Gang” attraverso i ritmi e l’essenzialità  di “Reds” prosegue con un’altra canzone arrabbiata o barricadiera come qualcuno la vuole chiamare “My news generals” (I nuovi generali) :

la nuova alba è sorta
è sorto il nuovo sole
l’ho visto negli occhi dei bambini
di una nuova rivoluzione
sono l’inizio sono la storia
sono il presente sono il passato
e il futuro che
si muove nelle loro vene
sono i nuovi generali

Questi sono i “Bambini  della vittoria,” le insorgenze rivoluzionarie diffuse ovunque c’è miseria e repressione.
Marino e Sandro ci ricordano le manifestazioni antiapartheid del Sudafrica con forte presenza giovanile, i ragazzi di Bogside, il quartiere popolare di Derry nell’Irlanda del nord, i “Cochorros” tempra della rivoluzione nicaraguese; i piccoli generali palestinesi protagonisti della“’Intifada”…
I ragazzi dell’OLP di Arafat  e non solo, con dignità e orgoglio affrontano con le pietre una delle macchine militari più sofisticate  e crudeli dell’umanità, quotidianamente lasciano i loro corpi inermi sull’asfalto con il grido di libertà represso i gola (migliaia sono gli arrestati, seviziati,torturati e spesso uccisi dall’esercito sionista, sostenuto dalle squadracce assassine dei coloni, ai quali peraltro è assicurata l’impunità assoluta); più di tremila sono i deportati ammassati nel campo di concentramento “Ansar 3”, un luogo paragonabile ad “ Aushwitz” “ quel che accade nello Stato di Israele tra reduci e gli eredi dei campi di concentramento nazisti, e il popolo Palestinese oppresso, è sintomatico : non c è automatismo tra esperienza vissuta e comportamento successivo, quando si aderisce ai valori della società borghese e a principi autoritari….(29)
I piccoli David Palestinesi dal giorno 8 dicembre 1987 con la loro tenacia  dimostrano al mondo che non è possibile svendere i contenuti e gli obbiettivi della “Rivolta dei sassi”,
le loro mani nude continueranno a sfidare “Golia Israele” finchè non saranno liberi di giocare,studiare, correre nelle strade libere da filo spinato e carri armati ( nei territori occupati le autorità israeliane hanno la possibilità di arrestare per 6 mesi senza prove né processo rinnovabili all’infinito, chiudono sistematicamente scuole, università, ospedali, e perfino i campi sportivi perché ritenuti centri di aggregazione sovversiva).
Nei processi rivoluzionari la spinta propulsiva dei giovani è indispensabile, in merito il “CHE” Guevara in un messaggio rivolto agli algerini nel 1963 afferma “ dobbiamo contare sulla partecipazione sicura dei giovani a tutti gli impegni di lotta: altrimenti la rivoluzione si burocratizzerà e perderà la sua forza, mentre la sua potenza e la sua profondità diminuiranno a poco a poco fino a svanire, il che, per una rivoluzione equivale alla morte “(30)
I solchi di “reds” sprigionano tematiche che affliggono la modernità, sviluppano una critica al colonialismo economico, approfondiscono la ricerca di libertà di situazioni che stanno emergendo dal terzo e quarto mondo, si un quarto mondo che vive nel ventre dell’opulento primo. Nell’ascoltare il disco, o nel vedere la forza di un concerto dei “Gang”ritorna in mente
Bruce Springsteen quando afferma “abbiamo imparato più in tre minuti di disco che da tutti gli anni di scuola”
Il rock non è cultura del dissenso. E’ un contenitore di comunicazione e aggregazione in grado di schierarsi a fianco di chi lotta e diffonderne la causa, se si è giunti alla liberazione di Nelson Mandela, leader nero dell’ANC Sudafrica dopo quasi trenta anni di carcere segregativo, buona parte del merito spetta agli artisti che attraverso il rock o altre forme sono riusciti a rompere il muro della omertà sull’apartheid, e ad edificare un fronte unitario che ha costretto in governi europei e nordamericani a prendere posizione  (magari di sola facciata) contro il regime di Pretoria e obbligarlo ad aprire il dialogo con i movimenti di colore. Mandela, dopo la sua liberazione ha detto  “questo mio rilascio è solo un piccolo gradino e non ha nessun significato fino a quando il nostro popolo non sarà libero”.
 Billy Bragg, amico dei Gang, cantautore della “Work class”  inglese  ha senza ombra di dubbio ragione quando afferma. “Il rock non potrà cambiare il mondo ma è un veicolo di messaggi importanti, che da alla gente argomenti su cui discutere e quindi accelerare forme personali di crescita di coscienza,….. per andare a spezzare le catene del dolore, i legami della malvagità, dare la libertà a chi non la ha; fare incontrare l’amore con la storia. L’amore dell’uomo per gli altri uomini, senza guardare il colore della loro pelle o della loro religione…..imparare  a pensare e vivere tra mille difficoltà, ma nella pace e nel rispetto delle differenze.(31)


- 1) “La pantera e il rizoma”di Bifo  A/traverso 1990 pag. 8
- 2)“      “              “        “             “        “               pag. 27
- 3)“Bandiera rossa”  n. 3 aprile ’90   pag.     22
- 4)“Una centrale al veleno” Tracce Ed  1989     pag. 88
- 5)“Da intervista di M. Cerboneschi a Marino Severini dei Gang.
- 7)“Tracce” n. 6 inverno 83, pag. 3
- 8)“solidarietà” n. 4 anno I , ago-sett. 1989, pag. 7
- 9)“velvet” n. 13 ottobre 1989 , intervista ai “Gang” di Massimo Cotto pag. 48/49
-10)“ Rockerilla” maggio 1989, intervista “Gang” Alba Solaro  pag. 25
-11)“                         “                  “                  “ Op.Cit.          
-12)“                         “                  “                 “  Op. Cit             
-13)“ da intervista di M. Cerboneschi ai “Gang” per rivista “Tracce” settembre 1990
-14)           “               “           “            op.cit         “               -15)             “         “                              op.cit
-16)“          “               “           “             op.cit.         “               - 17) supplemento del “manifesto”  n. 22 , 1988 , R. Curcio   pag. 18
- 18)“Le bombe dei padroni” edizioni la Fiaccola
- 19)“      “            “      “             “         op.cit
- 20)“Fotografia, ul mirino in più per i padroni”  di  B.A. Olivo ,Tracce Edizioni pag.  7
- 21)“ Rockerilla”  giugno 1989  Alba Solaro pag. 26
- 22)“brano tratto da album vinilico “Reds”  CGD 1989
- 23)“Rockerilla”  giugno 1989  Alba Solaro pag. 26
- 24)“”l’appello costante del nazionalismo”  Fredy Perlman, L’Affranchi 1990 pag. 69
- 25)“ Gianni Mattioli in “la terra dell’argento” Tracce edizioni 1990 pag. 9/10
- 26)“brano  da album vinilico “Reds”CGD 1989, ispirato a “solidarietà” di Nina Diaz
- 27Tracce” primavera – estate ’86,  art. comitato per la pace di Imperia pag. 30/34
-28 ) “Uccidere non è assassinare” di Edward Sexby , L’Affranchi  1990
-29)“Sicilia libertaria” n. 70 ottobre ’89 pag.1
-30)“ Che Guevara” di J.J. Natttiez,  Sansoni  editore 1971
-31) intervista di M.Cerboneschi a Billy Bragg  a Reggio Emilia 1990


Una chiacchierata tra compagni
Botta e risposta tra Maurizio (Sandino) e Marino (red)

Maurizio con  Marino e Sandro dei i Gang si sono sentiti e incontrati molte volte, durante concerti nelle piazze, nelle feste dell’Unità ,nei festival rock, in manifestazioni e iniziative militanti, così come nelle rispettive abitazioni a Filottrano o a Piombino.
Nel periodo che va dal ’87 al ’92 i “Gang” molte volte si sono resi disponibili ha partecipare "aggratis" a iniziative umanitarie  in  territorio  Maremmano, situazioni organizzate  appunto da  militanti del centro di “Solidarietà internazionalista di Follonica/Piombino" o Centro di documentazione multimediale Lev Tolstoj, mirate a sostenere una volta l’associazione Palestinese Al Ard, un’altra  la causa de Seringueros dell’ Amazzonia (il cui leader sindacale Chico Mendes era stato ucciso dai latifondisti perché si opponeva alla distruzione della foresta) , un’altra per finanziare un libro che solo il titolo"La rivolta Situazionista"smosse tutte le forze dell'ordine del Grossetano……..durante  i numerosi incontri, prima o dopo i concerti c’era il tempo per scambi di opinioni su tematiche internazionaliste e di politica in generale, Marino culturalmente preparato era sempre disponibile a parlare e un giorno nel '92 poi decisi di mettere nero su bianco le nostre chiaccherate., però all'orizzonte stavano arrivando ' i 60 giorni di dura lotta dei lavoratori metalmeccanici piombinesi e come tuta blu mi ritrovai in in trincea a combattere contro le nuove strategie industriali tralasciando interessi programmati.

MAURIZIO : Cosa è significato per voi e le vostre idee  dopo il crollo del muro di Berlino e i successivi fatti  di Piazza Tien An Men in Cina?

THE GANG : E’ stata la conferma ad una critica costruttiva fatta dalla Primavera di Praga in poi…..E’ stata la conferma che rivoluzione oggi non significa presa del Palazzo d’inverno ma una prassi molecolare che tocca le piccole cose perchè cambiando radicalmente queste attraverso nuove lotte in nuovi e più piccoli campi di battaglia è possibile cambiare il mondo.
Essere comunisti oggi significa riconoscere dignità e pari importanza alle componenti sociali e culturali orizzontali al verticismo della”classe”; significa riconoscere importanza alla necessità di avere un rapporto dialettico con nuove istanze di cambiamento che non sono protette da verità tascabili, da bandiere ideologiche ammuffite, come per esempio l’enorme carica positiva della “Teologia della liberazione” che ci viene dal Sud America ma anche dal nostro Sud, dai contenuti nuovi delle nuove lotte soprattutto metropolitane che rivendicano spazi di aggregazione come quelle dei Centri Sociali autogestiti, dal movimento ecologico in generale, dalla ricchezza che richiede un confronto e una crescita comune con il sud del mondo, con i nuovi immigrati,…..
Tutte tematiche che trovano una sinistra istituzionale in ritardo e con la volontà politica di non farsene interprete. Rivoluzione è continuo movimento, continua autocritica perché solo così è possibile superare gli ostacoli del potere e dei suoi cani da guardia e erigere barricate per difendere i territori conquistati e non semplicemente battere la ritirata.
Le nostre influenze sono state comunque sempre del tipo eretico a quelle istituzionali, vedi: “Sandinismo”,”black panters”, “Verdi tedeschi”, “Che Guevara”, “Anarcosindacalismo”…

MAURIZIO  :Nei vostri testi si toccano  tematiche come la droga, l’ambiente, l’immigrazione, l’internazionalismo,….nelle vostre interviste parlate sempre di una società  multietnica,
la ritenete un passaggio obbligatorio per il cambiamento?

THE GANG : Vediamo la società multietnica una conseguenza inevitabile del nuovo capitalismo, caratteristica di un conflitto sempre più acuto tra Nord e Sud del mondo.
L’importante è sviluppare in questo una cultura della solidarietà, antidoto efficace alle…. Piccolo borghesi del razzismo e fascismo vecchi e nuovi (Vedi leghe), perché è proprio la cultura della difesa estrema del proprio recinto di casa, del proprio status quo che crea ignoranza , fascismo e diversità, quindi criminalizzazione e repressione.
A far le spese in questo contesto è sempre il più debole, il meno garantito, il più isolato, il più solo. Dobbiamo stringerci in un cordone che possa farci sentire più forti e in grado di farci valere.
L’importante è alzare il tiro perché  tutti hanno il diritto di andare dove vogliono, di fissare nuove radici in ogni parte del mondo, c’è il dovere di aiutare chi è in difficoltà (non solo economiche) e allora in questo incontro ravvicinato ci sarà ricchezza morale – culturale e capacità di vivere insieme   senza più lo spettro piccolo – borghese di voler asservire questa terra e la maggior parte degli uomini alle sue leggi economiche, morali, religiose culturali.
Il problema dell’immigrazione è quello che abbiamo ora in casa nostra ma non è l’unico, dall’altro lato occorre appoggiare anche ogni movimento di liberazione che combatte contro governi finanziati  dalle multinazionali occidentali  (Vedi Gardini in Amazzonia), ormai ogni problema, in qualsiasi parte del mondo deve essere anche il nostro, ci tocca e ci riguarda.
Amazzonia, Panama, Palestina, Bolivia, Cuba, Saharawi, dare battaglia ai narcotrafficanti, ect, ect. Dobbiamo essere presenti e prepararci ad esserlo, non dimentichiamo che c’è un sud in ogni nord e un nord in ogni sud, anche qua in casa nostra, in questa Italia definita settima potenza mondiale, c’è una estesa realtà  pre – moderna, vedi sud – Italia con e le varie mafie, tutto questo è strutturale a questo sviluppo economico, alla ristrutturazione industriale e sociale passata con la complicità di tutte le forze politiche istituzionali o almeno di quelle cosiddette  storiche.
Ultima cosa, no all’integrazione, si al villaggio globale. Quello che è stato il rock’n’roll anni ’50 così dovrebbe esserlo oggi, parlo del metodo, delle capacità di contaminarsi e contaminare, non di essere strumento di integrazione o interclassista (Come lo è stato secondo alcuni) e questo sta già accadendo con ottimi risultati e no nel centro ma nella periferia…

MAURIZIO :Il rock, la musica in generale hanno dato un contributo importante per la liberazione di Nelson Mandela e detenuti politici sudafricani; per voi gruppo storicamente conosciuto per un forte impegno nel sociale quanto è difficile legare la musica alla politica?

THE GANG : Il nostro modo di fare politica con delle canzoni è fare si che queste possano essere “utili” a noi e alla nostra gente. Questo è il compito di tutti gli “artisti” irregolari e della musica popolare.
Il concetto di utilità è molto ampio perché può riguardare da un lato la controinformazione su fatti della nostra storia visto che a comunicarli sono  i media asserviti al potere (storia orale), ma soprattutto in anni come questi la cosa più utile è una battaglia culturale che rafforzi  e/o che contribuisca a  far crescere una forte identità antagonista ai valori dominanti, cultura della nuova età, dei nuovi esclusi dal banchetto del capitale, cultura dei nuovi ribelli, dei nuovi “combattenti”.
Una cultura in grado di rafforzare le proprie radici o meglio che attraverso la sua oralità contribuisca a prendere coscienza di quello che si è oggi e si era prima riallacciando un filo rosso o un fiume con le altre esperienze o movimenti di lotta  attraverso il baratro dagli anni del silenzio, della repressione della nuova socialdemocrazia.
Etica delle radici ma anche cultura capace di dotarsi di ali per saper adattare strumenti della tradizione a una realtà nuova, a nuovi bisogni, a nuove lotte capaci di essere fiancheggiatrici di nuove radicalità nel conflitto, che, ha si dei contorni nuovi e diversi ma esiste tuttora e domani ancor di più.
Il nostro compito è quello di agitatori, di dare un microfono a una realtà che nell’ultimo decennio ha vissuto gran parte in silenzio perché soffocata, dispersa, in fuga, ma la volontà di tornare a mordere esiste, Quello che è difficile è riuscire ad essere organici il più possibile, in questa nostra situazione vogliamo essere  “utili” il più  possibile con delle…. che sono solo canzoni.

MAURIZIO : I “Gang” in “Reds”  hanno cambiato molto il loro percorso espressivo rispetto ai lavori precedenti. Quali saranno  i territori musicali e non solo musicali che intendete esplorare in futuro?

THE GANG : “Niente ho meglio ben poco nel metodo, nel progetto, nelle intenzioni, nello scopo, nel bersaglio da colpire. Non è cambiata la coscienza dei limiti, il desiderio di migliorare consci che come diceva Malcom X che “solo il cardine che cigola ha bisogno di grasso” . Limiti nostro ma anche della realtà che ci circonda.
Lucidità, pragmatismo, strategia non Macchiavellistica ma dettata dall’esperienza, dalle tracce incontrate sulla pista polverosa , come diceva Mohamed Ali “volteggiare come una farfalla e pungere come un’ape”. Tutto questo resta lo stesso di sempre, la partenza, le radici, coscienza di chi si è, da dove si proviene, che tipo di sentiero ci spetta percorrere.
Quello che è cambiato è la forma che l’abbiamo ampliata approfittando di una maggiore conoscenza e di incontri importanti durante la strada. I dischi sono la testimonianza, la traccia di questo. Da “Tribes union” e l’unione degli stili, la fusione di stili delle tribù alla “Barricada” internazionale dove il rock o almeno i suoi principali elementi formali e sostanziali fanno i conti con le matrici, i luoghi culturali di provenienza, rivendicando un’identità ribelle nuova.
In “Reds” poi, c’è l’invito a volare verso nuovi campi di battaglia non quindi in un’oasi o verso isole felici (che non ci sono) ma ad un impegno dettato da nuove realtà in marcia. La prossima puntata è guardare al futuro che non è scritto (Come si diceva una volta), allora bisogna inventarselo nuovamente ,il cambiamento del presente e del futuro sta in un protagonismo nuovo, quello del sud del mondo,, perché è li il futuro è li che deve essere nostro.”
   

                   Maurizio Cerboneschi  "Sandino"

Rivellino Piombino 23 settembre 1989 Concerto Per i Seringueros di Chico Mendes

Concerto  per la Palestina alla  Lucciola Massa Marittima


         1989 Rivellino Piombino concerto di Solidarietà per i popoli nativi in Amazzonia


Primo maggio 1991, concerto CGIL CISL UIL, in piazza san Giovanni a Roma Marino legge un documento che successivamente gli chiuderà 
molte porte.

Foto  più recente   Daniele Biacchessi , Maurizio , Aldino a  Sandro e Marino a Monterotondo Marittimo (GR) il 23/04/2011

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