giovedì 8 maggio 2014

STATI UNITI : "La democrazia è morta"


Troppi americani amano vantarsi che gli Stati Uniti siano una democrazia. Questa idea viene accettata acriticamente e celebrata come prova di superiorità nel paese. Ogni attività ed evento pubblico è un'opportunità per ripetere e indulgere in questa falsa narrazione.

Le occasioni più disparate come le elezioni, le vacanze, la pubblicità, l'inizio dell'anno scolastico, gli eventi religiosi, sono tutti utilizzati per propagandare e creare la falsa credenza circa il grado di potere del cittadino medio di fronte al governo.

Naturalmente ogni prova dimostra che questa divulgata è, ed è sempre stata, una menzogna. I dizionari definiscono la democrazia come il governo che rappresenta i cittadini per mezzo di rappresentanti eletti, o come la regola della maggioranza, o come una società che offre uguali diritti a tutti. La storia di questo paese ha vissuto di rado fasi che si attaglino a queste descrizioni, ma nel recente passato l'idea che questo paese sia una democrazia è diventata apertamente farsesca.

Non disponiamo di nulla se non di vacui orpelli e scarseggia qualsiasi occasione di esercizio del potere da parte del popolo. Questo stato di cose è evidente a chiunque presti attenzione. Gli statunitensi non solo non ottengono ciò che vogliono dal sistema politico, in realtà ottengono l'opposto di quello che vogliono. Di recente il passo dello stato oligarchico ha accelerato, ma la dinamica è evidente da un bel po'.

Anche il mondo accademico ha preso nota e ha dato imprimatur ufficiale a un dibattito ignorato. I professori Martin Gilens della Princeton University e Benjamin Page della Northwestern University sono coautori dello studio
Testing Theories of American Politics: Elites, Interest Groups, and Average Citizens.

"I cittadini comuni non hanno praticamente alcuna influenza"

Anche se il loro lavoro non suggerisce l'uso della parola oligarchia, gli autori sono molto chiari circa i risultati. Il professor Gilens compendia così le conclusioni: "Direi che, contrariamente a ciò che per decenni le ricerche di scienze politiche porterebbero a credere, i cittadini comuni non hanno praticamente alcuna influenza su ciò che fa il governo negli Stati Uniti. Le élite economiche e i circoli soprattutto affaristici, hanno invece un notevole grado di influenza…."

Questo studio introducendosi appena nel
dibattito pubblico, rende evidente agli occhi di tutti il disprezzo della volontà popolare. Se così non fosse, il salario minimo sarebbe più alto, non ci sarebbero tagli ai programmi assistenziali e gli americani avrebbero un unico sistema sanitario.

Non esisterebbero accordi di libero scambio, come NAFTA o TPP, che costringono una corsa al ribasso per i lavoratori, distruggono interi ecosistemi e violano la sovranità nazionale e popolare.

Se questo paese fosse veramente democratico, la città di Detroit non avrebbe presentato istanza di bancarotta per il semplice motivo che gli elettori di Detroit e dello stato del Michigan avrebbero votato per abrogare la legge di emergenza che ha portato al fallimento.

Gli statunitensi non vogliono interventi sempre più frequenti all'estero, imposti da un presidente dopo l'altro. Ma questo è ciò che ottengono.

Vogliamo affrontare i problemi creati dall'uomo sui cambiamenti climatici. Non vogliamo la fratturazione idraulica o l'inquinamento o i terremoti conseguenti, ma è quello che abbiamo. Non vogliamo che i ricchi controllino il processo politico ma la Corte Suprema ha affermato più volte che il denaro spiana il dibattito. In poche parole, il denaro parla e chi non ha soldi non ha voce.

Se così non fosse, i lavoratori americani non sarebbero più poveri dei loro omologhi nel resto del mondo. I cosiddetti lavoratori della classe media in questo paese hanno avuto la distinzione di stare meglio che altrove. Ciò non è più con la stagnazione dei salari e la perdita dei posti di lavoro, in un paese che non pratica la redistribuzione del reddito per tener lontana la povertà.

In un paese democratico, Walmart con i suoi bassi salari non sarebbe il più grande datore di lavoro. La produzione che un tempo dominava il panorama economico impiegherebbe ancora la maggior parte della forza lavoro, con i suoi salari alti e gli altri benefici derivanti dalla sicurezza economica.

In una democrazia, il settore dei servizi finanziari che ha creato la crisi economica mondiale non sarebbe stato salvato. I lavoratori sarebbero stati salvati. Le società non otterrebbero agevolazioni fiscali e altri sussidi governativi. I lavoratori si. E se la classe media avesse avuto voce in capitolo, i grandi banchieri sarebbero da tempo dietro le sbarre.

Il mito della democrazia americana è solo uno dei tanti miti, particolarmente apprezzato per ignoranza e sospensione dell'incredulità. Questo non è un motivo per continuare con la confusione e l'illusione. La sola occasione in cui c'è democrazia è quando proclamiamo che non avendola, la invochiamo chiaramente, inequivocabilmente.

La chimera della democrazia veste panni sempre più lievi intanto che si riduce la qualità della vita. Gli Stati Uniti d'America non sono una nazione democratica se l'unico diritto che i cittadini hanno è di andare in un seggio ogni tot di anni. E' ora di smettere di feticcizzare ciò che chiaramente non funziona per la maggioranza delle persone e iniziare a parlare di qualcosa di nuovo.

Dopo tutto, la definizione di follia è fare la stessa cosa più e più volte, aspettandosi un risultato diverso. L'unico risultato che otteniamo [attraverso l'esercizio del voto] è il dominio delle elite e se questo è accettabile, allora le persone sono veramente folli.




Nero Agenda Report | mltoday.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Le immagini tratte da internet sono state inserite da amministratore Blog
 

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