venerdì 11 aprile 2014

La Nato, 65 anni dopo - Le operazioni militari su vasta scala della NATO (galleria fotografica)



Rick Rozoff, Stop Nato | rickrozoff.wordpress.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare


Quando gli Stati uniti reclutarono i loro alleati militari europei occidentali e canadesi per creare l'Organizzazione del trattato nord atlantico nel 1949, fu con lo scopo di perpetuare la presenza militare americana sul continente europeo e introdurre per la prima volta le armi nucleari in Europa.

Attualmente, 65 anni dopo, il Pentagono continua a mantenere basi aeree, navali e truppe in Gran Bretagna, Spagna, Portogallo, Germania, Italia, Norvegia, Grecia, Turchia e in altri stati membri della Nato. Per di più, in conseguenza degli ultimi quindici anni di espansione, l'Alleanza atlantica ha acquisito il diretto controllo di nuove basi in Kosovo, Bulgaria, Romania, Polonia, Lituania, Estonia, Ungheria e Repubblica ceca. Queste strutture militari permettono l'utilizzo permanente di basi aeree in Ungheria, Bulgaria, Romania, Lituania, Estonia e Polonia, per le quali negli ultimi dieci anni gli Stati uniti hanno speso milioni di dollari per il loro ammodernamento ed ampliamento.

Washington, che per prima schierò le bombe nucleari in Europa nel 1949, subito dopo la fondazione della Nato e prima che l'Unione sovietica avesse sviluppato la sua bomba atomica, ancora oggi mantiene le bombe nucleari B61 nelle basi aeree di Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi, Olanda e Turchia, secondo le disposizioni di quello che viene alternativamente chiamato il burden sharing (condivisione degli oneri) della Nato o l'accordo di condivisione nucleare. Le bombe nucleari tattiche in questione sono statunitensi, ma, in base agli accordi Nato, devono essere portate a destinazione dalle forze aeree delle rispettive nazioni ospitanti.

Con l'annuncio da parte di Washington del cosiddetto Approccio adattativo graduale europeo (European Phased Adaptive Approach) per il sistema di missili intercettori nel 2009 e con la sua successiva approvazione da parte della Nato, l'Alleanza atlantica è diventata il meccanismo che fa capo al Pentagono per la diffusione e la copertura dello scudo missilistico "figlio delle Guerre stellari" su tutta l'Europa (ad eccezione di Russia e Bielorussia), sui mari confinanti con il continente, nonché l'elemento costitutivo di un Programma globale (e spaziale) di missili intercettori.

Gli stati membri della Nato spendono complessivamente oltre mille miliardi di dollari l'anno in armi e forze militari.
 
Quando la Turchia invase Cipro del Nord, nel 1974, l'Organizzazione del trattato nord atlantico non agì per impedirlo, né criticò questo atto di aggressione perché la Turchia era membro della Nato mentre Cipro no. Quaranta anni dopo, quando il popolo della Crimea ha votato in massa per lasciare l'Ucraina post-golpe e associarsi alla Federazione russa, un processo del tutto pacifico, la Nato come risposta ha suonato minacciosi tamburi di guerra in relazione a quanto disposto dall'articolo 5, in materia di "difesa collettiva", vale a dire sforzi militari concertati. Nel linguaggio comune, la guerra.

Con la sconfitta di AKEL al governo di Cipro lo scorso anno e con la formazione di un governo filo-Nato, che ha subito dato ai suoi sostenitori statunitensi e occidentali quello che avevano chiesto (cioè di unirsi al programma Nato del Partenariato per la pace, utilizzato per preparare le 12 nazioni dell'Europa orientale che la Nato ha assorbito come membri a pieno titolo nel decennio 1999-2009), ora tutte le 39 nazioni europee (42 includendo i paesi del Caucaso meridionale ed escludendo i mini o micro-stati di Andorra, Liechtenstein, Monaco, San Marino e Città del Vaticano) sono membri a piano titolo della Nato o aderenti ad uno o più dei suoi programmi di partenariato militare: il Partenariato per la Pace, la Carta dell'Adriatico, la categoria di Paesi aspiranti, Piano d'azione di partenariato individuale, Piano d'azione per l'adesione, Programmi nazionali annuali, ecc.

Con altri programmi di partenariato - il Dialogo Mediterraneo (in Nord Africa e Medio Oriente), l'Iniziativa di cooperazione di Istanbul (nel Golfo Persico), la nuova Partners di tutto il mondo (Afghanistan, Australia, Iraq, Giappone, Mongolia, Nuova Zelanda, Pakistan e Corea del Sud per cominciare) e i singoli accordi in continua evoluzione con le nazioni dell'America Latina (ad oggi Colombia ed El Salvador) - i membri e partner della Nato costituiscono ormai più di 70 nazioni, oltre un terzo dei paesi del mondo, in ogni continente abitato.

Inoltre, negli ultimi anni la Nato ha cercato di stabilire partnership con i 10 paesi dell'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN), i 54 dell'Unione africana, l'India, la Cina e altre nazioni di tutto il mondo. La Nato, insomma, in epoca di post-guerra fredda si è trasformata nel più grande e primo nella storia blocco militare globale al mondo. Un blocco che negli ultimi quindici anni ha intrapreso guerre a pieno titolo in tre continenti - Europa (Jugoslavia nel 1999), Asia (Afghanistan fino ai giorni nostri) e Africa (Libia nel 2011) - e che ha successivamente inglobato le nazioni sconfitte e conquistate, o i loro frammenti, nella sua rete internazionale di collaborazioni militari.

Come per molti lavoratori negli Stati uniti e negli altri paesi, i 65 anni dovrebbero essere l'età del pensionamento obbligatorio per questa pericolosa minaccia, la più pericolosa di tutte, alla pace mondiale.
Le operazioni militari su vasta scala della NATO (galleria fotografica)
Il Trattato del Nord Atlantico fu siglato 65 anni fa, il 4 aprile 1949


Itar-Tass | en.itar-tass.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare


La Nato è un'alleanza militare che ha come scopo la difesa collettiva. La Nato conduce operazioni militari di due tipi: quelle per il mantenimento della pace (peacekeeping) e quelle per l'applicazione della pace (peace enforcing). La differenza è che le azioni di mantenimento della pace sono realizzate con il comune accordo delle parti coinvolte. Il presupposto per l'ingerenza con operazioni di "peace enforcing" è una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. In realtà, tali operazioni si sono svolte senza l'approvazione dell'Onu: nel 1995, le forze della Nato sono intervenute nel conflitto in Bosnia-Erzegovina, senza l'approvazione dell'Onu, né è stato sanzionato dalle Nazioni unite il bombardamento Nato della Jugoslavia nel 1999. Di seguito, in questa galleria fotografica di ITAR-TASS, le operazioni militari su larga scala più conosciute della Nato
Prima operazione della Nato in Bosnia-Erzegovina nel 1994-1995.

Foto 1 - Cittadini si nascondono dietro un peacekeeper a Sarajevo.
Foto 2 - La Nato bombarda un arsenale serbo a Pale, nei pressi di Sarajevo il 30 Agosto 1995.
Operazione "Allied Force" in Jugoslavia, 1999

Foto 3 - La Nato dirige la missione di peacekeeping Kfor in Kosovo, 14 luglio 1999
Foto 4 - Operazione "Allied Force" in Jugoslavia, 1999
Foto 5 - Centrale elettrica in fiamme a Belgrado, 24 marzo 1999
Foto 6 - Ponte sul Danubio distrutto dai bombardamenti della Nato a Novi Sad
Foto 7 - Ponte sul Danubio distrutto dai bombardamenti della Nato a Novi Sad
Foto 8 - Conseguenze dei bombardamenti Nato sulla città di Surdulica, Jugoslavia
Foto 9 - Conseguenze dei bombardamenti Nato sulla città di Aleksinac
Foto 10 - Serbatoio carburante di un aereo da combattimento della Nato nel villaggio di Aleksandrovac, 80 km da Belgrado

 
Operazione "Active Endeavour" nel Mar Mediterraneo, 2001

Foto 11 - Operazione "Active Endeavour" nel Mediterraneo, 2001
Foto 12 - Operazione "Active Endeavour" nel Mediterraneo, 2001
Foto 13 - Operazione "Active Endeavour" nel Mediterraneo, 2001
La Nato guida la missione di sicurezza internazionale Isaf, in Afghanistan, nel 2003.

Foto 14 - Studenti fermano un camion della Nato durante una protesta contro l'ingresso delle truppe
Foto 15 - Rastrellamento dei soldati Nato in un villaggio
Foto 16 - Soldati della Nato sparano colpi di mortaio nella provincia di Kunar, Afghanistan
Foto 17 - Soldato della Nato perquisisce un bambino nel villaggio di Host, Afghanistan
Missione Nato di addestramento militare in Iraq, iniziata nel 2005.

Foto 18 - Addestramento di una recluta irachena
Foto 19 - Istruttore Nato addestra reclute irachene
La Nato partecipa dal 2008 alle operazioni sulle coste del Corno africano.

Foto 20 - Soldato della Nato perquisisce un lavoratore a Gibuti
Foto 21 - Le navi militari Nato "Hamburg" e "Köln" lasciano una base in Germania nel 2011
La Nato conduce l'operazione "Unified Protector" in Libia.

Foto 22 - Soldato della Nato controlla l'equipaggiamento di un caccia in una base in Sicilia nel 2011
Foto 23 - Jet da combattimento della Nato decolla dalla portaerei francese Charles de Gaulle
Foto 24 - Bombardamenti durante "Unified Protector"
Foto 25 - Funerali di massa delle vittime degli attacchi aerei della Nato
Foto 26 - Rovine in seguito ai bombardamenti Nato
                              

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