mercoledì 3 ottobre 2012

Provocazioni USA -Roger Noriega applica il piano: "avverte"Washington che Chavez si prepara a "ricorrere alla violenza"- Venezuela: la salute dei morti


Roger Noriega applica il piano: "avverte"Washington che Chavez si prepara a "ricorrere alla violenza"

JEAN-GUY ALLARD - http://www.contrainjerencia.com/ 3-10-2012

 
Conforme a quanto è stato descritto come un possibile piano di destabilizzazione della CIA gestito dall'ambasciata USA a Caracas, Roger Noriega, incaricato dell'America Latina al Dipartimento di Stato durante l'amministrazione Bush, ha proclamato, in un commento pubblicato dalla stampa dell'ultra destra di Miami, che il presidente Hugo Chavez intende disconoscere un esito sfavorevole nelle presidenziali di domenica prossima "mediante la violenza", ed esorta implicitamente il governo degli Stati Uniti ad intervenire.
"Se la violenza arriva a segnare le elezioni venezuelane, che si sappia che fu completamente premeditata ed eseguita da Chávez e dai suoi seguaci" si esprime Noriega in una colonna caratterizzata da una descrizione distorta del processo elettorale, false dichiarazioni e dal tono apertamente provocatorio. La comparsa di Noriega corrisponde a ciò che è stato descritto, dai media venezuelani, come un piano di destabilizzare progettato dalla CIA e gestito dall'ambasciata USA a Caracas.
Noriega, che in varie occasioni usò i problemi di salute del leader bolivariano per attaccarlo e persino predire la sua fine - affermava, un anno fa, che Chavez sarebbe morto "in meno di sei mesi" -, ha iniziato il suo discorso con un riferimento alla questione, dicendo poi, nella stessa frase, che il presidente e candidato socialista "sembra perdere terreno davanti al candidato dell'opposizione Henrique Capriles Radonski".
Esattamente il contrario di ciò che dimostrano tutti i sondaggi d'opinione. Noriega, amico personale dell'ex dittatore honduregno Roberto Micheletti che commise il monumentale errore di applaudire il golpe del 2002 in Venezuela, afferma che "il partito al governo sta prendendo misure drastiche per intimidire l'opposizione e per sbiancare i risultati della votazione 7 ottobre".
Come se fosse il suo unico argomento contro il leader venezuelano, riprende poi - per diversi paragrafi - il tema della malattia con una lista di speculazioni che lega con la tranquillità e il cinismo del gestore di operazioni sporche; come é stato per tutta la vita.
Il suo maggior argomento: le invenzioni della stampa franchista
Noriega, confermando il piano di destabilizzazione della CIA, utilizza come prova delle sue affermazioni la stampa franchista spagnola, in particolare il quotidiano franchista ABC, che nei giorni scorsi ha fabbricato un "complotto chavista", che ha poi commentato, in un'intervista, il candidato di destra Henrique Capriles Radonski , accreditando l'insieme di questo golpe mediatico, vera tela di menzogne ​​e calunnie.
Così si esprime Noriega, come se citando una menzogna si convertisse in verità: "Nella prima pagina del quotidiano spagnolo ABC di sabato 21 settembre si pubblicarono una serie di documenti trapelati che dettagliano i piani per dispiegare" 'commandos armati' per le strade il giorno in cui 19 milioni di venezuelani andranno alle urne".
 
L'ex funzionario di Bush sottolinea che l'autore del materiale, Emili Blasco, descrive le "Reti di Mobilitazione Immediata" (REMI) come copiate dalle "unità Basij iraniane  che abortirono la Rivoluzione Verde nel 2009".
Tutta la stampa progressista spagnolo e latino-americana ha denunciato la procedura utilizzata da ABC non solo come un prodotto di una totale mancanza di etica, ma come un'operazione macchiavellica nel processo elettorale venezuelano.
Si prevede che le REMI - che constano di equipaggi mobile composti da 5 e 7 membri - organizzeranno manifestazioni di strada di resistenza, s'incaricheranno del controllo territoriale e monitoreranno le attività dell'opposizione, afferma questo vecchio collaboratore delle agenzie USA di repressione e intelligence.
"Una di queste bande, conosciuta come La Piedrita, ha la sua sede vicino al palazzo presidenziale. Blasco ha citato un colonnello venezuelano che ha detto che 8000 fucili d'assalto russi sono stati distribuiti alle REMI a partire da giugno".
Attacca perfino a Jimmy Carter e Bill Richardson
Chavez sta inoltre adottando misure per garantire che la comunità internazionale "accetti la sua vittoria, non importa quale sia il risultato", commenta Noriega in un attacco di paranoia.
L'11 settembre, Carter ha descritto il sistema elettorale in Venezuela "come il migliore del mondo", ammette. "Carter poi ha proceduto a chiamare Chavez per telefono, con conseguente scambio di complimenti che è durato una quarantina di minuti. Secondo fonti interne al Palazzo di Miraflores, la squadra di Chavez confida che Carter dispiegherà una missione elettorale dell'ultima ora, benedicendo la vittoria di Chavez e ottenendo il tacito riconoscimento  dell'Amministrazione Obama".
In quanto all'ex membro del gabinetto di Clinton, Bill Richardson, "il capo dell'Organizzazione degli Stati Americani (OSA) ha chiesto l'autorizzazione al regime di Chavez, di poter condurre una missione elettorale. Richardson ha già dato il messaggio a Chavez che egli ha un grande affetto per il Venezuela ed è disposto a fare tutto ciò che può per legittimare le prossime elezioni".
"Carter e Richardson devono sapere che il deliberato ruolo che continuano  a giocare in questa situazione non può essere ignorato", conclude con tono autoritario Noriega prima di ripetere il suo invito all'ingerenza: "In quanto a Washington, se la violenza arriva a marcare le elezioni venezuelane, che si sappia che fu completamente premedita ed eseguita da Chávez e dai suoi seguaci".
Il testo di Noriega si pubblica all'inizio della ultima settimana del processo elettorale venezuelano; come ci si aspettava. Il funzionario che ha partecipato alla guerra sporca sviluppata dalla CIA in Nicaragua ed al colpo di stato ad Haiti che concluse, definitivamente, con il governo popolare del presidente Jean-Bertrand Aristide, è il solito portavoce del "governo occulto", degli Stati Uniti, costituito dai settori dell'ultra destra associati agli elementi più recalcitranti della cosiddetta comunità d'intelligence.


Roger Noriega aplica el plan: “advierte” Washington que Chávez se prepara a “recorrer a la violencia”

JEAN-GUY ALLARD http://www.contrainjerencia.com/

Conforme a lo que ha sido descrito como un posible plan desestabilizador de la CIA manejado por la embajada de EEUU en Caracas, Roger Noriega, encargado de América Latina en el Departamento de Estado durante la administración Bush, proclama en un comentario publicado por la prensa ultraderechista de Miami, que el presidente Hugo Chávez tiene la intención de desconocer un resultado adverso en las presidenciales del próximo domingo “mediante la violencia” e insta implícitamente el Gobierno de EEUU a intervenir.

“Si la violencia llega a marcar las elecciones venezolanas, que se sepa que fue completamente premeditada y ejecutada por Chávez y sus seguidores”, expresa Noriega en una columna caracterizada por una descripción distorsionada del proceso electoral, afirmaciones mentirosas, y el tono abiertamente provocador. La aparición de Noriega corresponde a lo que se ha sido descrito en los medias venezolanos como un plan desestabilizador diseñado por la CIA y manejado por la Embajada de EEUU en Caracas.

Noriega que en varias oportunidades uso los problemas de salud del líder bolivariano para atacarlo y hasta predecir su fin – afirmaba hace un año que Chávez moriría “en menos de seis meses” – empezó su perorata con una referencia al tema, afirmando luego, en una misma oración, que el presidente y candidato socialista “aparenta estar perdiendo terreno ante el candidato opositor Henrique Capriles Radonski”.

Exactamente lo contrario de lo que demuestran la totalidad de las encuestas de opinión. Noriega, un amigo personal del exdictador hondureño Roberto Micheletti que cometió el error garrafal de aplaudir al golpe de estado del 2002 en Venezuela, afirman que “el partido de gobierno está tomando medidas drásticas para intimidar a la oposición y para blanquear los resultados de la votación del 7 de octubre”.

Como si fuera su único argumento en contra del líder venezolano, retoma luego – a lo largo de varios párrafos – el tema de la enfermedad con una lista de especulaciones que amarra con la tranquilidad y el cinismo del gerente de operaciones sucias que fue toda la vida.

SU ARGUMENTO MAYOR: LOS INVENTOS DE LA PRENSA FRANQUISTA

Noriega, confirmando el plan CIA desestabilizador, utiliza como prueba de sus afirmaciones la prensa franquista española, notablemente el diario franquista ABC, que en los últimos día fabricó un “complot chavista” que comentó luego, en una entrevista, el candidato derechista Henrique Capriles Radonski, caucionando el conjunto de este golpe mediático, verdadera tela de falsedades y calumnias.

Así se expresa Noriega como si citar una mentira la convertía en verdad: “En la primera plana del periódico español ABC del sábado 21 de septiembre se publicaron una serie de documentos filtrados que detallan los planes para desplegar “comandos armados” en las calles el día en que 19 millones de venezolanos acudirán a las urnas”.

Subraya el exfuncionario de Bush, el autor del material, Emili Blasco, describe a las “Redes de Movilización Inmediata” (REMI) como copiadas de “las unidades Basij iraníes que abortaron la Revolución Verde en el 2009”.

Toda la prensa progressista española y latinoamericana ha denunciado el procedimiento utilizado por ABC como no solo producto de una falta total de ética sino como una operación maquiavélica de intervención en el proceso electoral venezolano.

Se espera que las REMI –que constan de equipos móviles conformados por entre 5 y 7 miembros– organizarán manifestaciones callejeras de resistencia, se encargarán del control territorial y supervisarán las actividades de la oposición, afirma este viejo colaborador de las agencias norteamericanas de represión y de inteligencia.

“Una de estas bandas, conocida como La Piedrita, tiene su sede muy cerca del palacio presidencial. Blasco citó a un coronel venezolano quien dijo que 8,000 fusiles de asalto rusos fueron distribuidos a las REMI comenzando en junio”.

ATACA HASTA A JIMMY CARTER Y BILL RICHARDSON

Chávez también está tomando medidas para garantizar que la comunidad internacional “acepte su victoria, sin importar cual sea el resultado”, comenta Noriega en un acceso de paranoia.

El 11 de septiembre, Carter describió al sistema electoral de Venezuela “como el mejor en el mundo”, reconoce. “Carter después procedió a llamar a Chávez por el teléfono, lo que resultó en un intercambio de elogios que duró cerca de cuarenta minutos. De acuerdo a fuentes dentro del Palacio de Miraflores, el equipo de Chávez confía en que Carter desplegará una misión electoral de última hora; bendiciendo la victoria de Chávez y obteniendo el reconocimiento tácito de la Administración Obama”.

En cuanto al ex miembro del gabinete de Clinton, Bill Richardson, “el jefe de la “Organización de Estados Americanos (OEA) ha pedido permiso al régimen de Chávez para que este pueda encabezar una misión electoral. Richardson ya ha pasado el mensaje a Chávez de que tiene un gran cariño por Venezuela y que está dispuesto a hacer lo que pueda para legitimar las próximas elecciones”.

“Carter y Richardson deben saber que el papel deliberado que continúan jugando en esta situación no se puede pasar por alto”, concluye con tono autoritario Noriega antes de repetir su invitación a la injerencia: “En cuanto a Washington, si la violencia llega a marcar las elecciones venezolanas, que se sepa que fue completamente premeditada y ejecutada por Chávez y sus seguidores”.

El texto de Noriega se publica al principio de la última semana del proceso electoral venezolano, como era previsto. El funcionario que participó a la guerra sucia desarrollada por la CIA en Nicaragua y al golpe de estado en Haití que terminó definitivamente con el gobierno popular del presidente Jean-Bertrand Aristide, es el acostumbrado vocero del “gobierno oculto” de Estados Unidos, constituido por los sectores ultraderechistas asociados a los elementos más recalcitrantes de la llamada comunidad de inteligencia.

Venezuela: la salute dei morti

da La Jornada di Luis Hernandez Navarro www.cubadebate.cu traduzione di Ida Garberi 3-10-2012

Nell’aprile del 2012, Walter Mercado, il più famoso astrologo latinoamericano, aveva predetto l’imminente morte di Hugo Chavez. Alla fine di maggio, il conosciuto giornalista statunitense Don Rhater, editore del canale via satellite HDNet, assicurò che il mandatario venezuelano soffriva di un aggressivo
cancro conosciuto come rabdomiosarcoma metastatico, e che era molto probabile che non arrivasse con vita alle elezioni presidenziali del Venezuela.
 A meno di una settimana dalla realizzazione dei comizi, il presidente Chavez è vivo, sano ed attivo. Senza dare segni di esaurimento, è stato protagonista di un’intensa campagna ed esercita compiti di governo. Viaggia, partecipa a vertici, prende la parola e dà ininterrottamente istruzioni. Non c’è nel suo viso né nella sua condotta nessun segno che i vaticini sul suo decesso diventino realtà.
Che le profezie di un ciarlatano professionale falliscono, è prevedibile. Che le filtrazioni divulgate da un giornalista serio, che presumibilmente verifica le sue fonti, risultino false, è qualcosa che succede. Ma non può essere casualità che davanti all’imminenza di un processo elettorale chiave si diffondano, in maniera simultanea e sistematica, predizioni di veggenti e relazioni confidenziali di professionisti della stampa e si organizzi una vera campagna di disinformazione sulla salute di Hugo Chavez. L’offensiva mediatica ha un’intenzione: tentare di demoralizzare i seguaci del presidente.
L’opposizione venezuelana ed i suoi alleati internazionali vollero fare della salute del mandatario venezuelano un elemento centrale della loro strategia elettorale. Prima, hanno assicurato che sarebbe morto, dopo dissero che era agonico e non avrebbe potuto presentarsi ai comizi; quindi affermarono che non poteva fare campagna; alla fine, dovettero inventare che il vecchio e malato Chavez era stato calpestato dalla gioventù e dall’energia di Henrique Capriles.
Niente di tutto ciò è successo. La scommessa oppositrice risultò un fallimento. Invece di scoraggiarsi, i simpatizzanti del mandatario si unirono intorno a lui ed occuparono le strade. Praticamente tutti i sondaggi vaticinano il suo trionfo questo 7 ottobre, con una differenza che fluttua tra 10 e 20 punti.
È il presidente un politico vecchio e sconfitto, come assicura l’opposizione? No, non lo è. Si tratta di accuse senza fondamento. Il mandatario ha 58 anni, la stessa età di Angela Merkel, un anno di più che Mariano Rajoy, due di meno di Vladimir Putin e sette meno di Dilma Rousseff. Basta vedere la dinamica della sua campagna, la convinzione dei suoi discorsi, la sua capacità di seduzione, l’utilizzo della sua narrativa, il tempo che passa in piedi ogni giorno, per rendersi conto che è un uomo vigoroso.
La forza di Hugo Chavez nella società venezuelana è travolgente. La sua candidatura è profondamente attecchita nella cultura politica emergente nella cittadinanza. In lei si incarna un progetto di trasformazione sociale condiviso da molti. Narratore eccezionale, ha costruito un racconto nazionale nel quale milioni di persone si riconoscono e si identificano. Ha reso visibili gli invisibili ed ha aperto loro spazi affinché si rendano protagonisti della loro stessa storia. Come dimostrano diversi studi di opinione, più del 60% della popolazione è ottimista verso il futuro del suo paese e con le previsioni sulla sua capacità di relazione personale, e più della metà dei venezuelani simpatizzano col socialismo.
Al contrario, la destra venezuelana non può dire il suo nome. Henrique Capriles, il candidato della più rancida borghesia venezuelana, deve presentarsi come un membro della classe media, mascherarsi da progressista e di essere capace di migliorare il modello “chavista”, mentre occulta il suo vero programma di governo. Non gli è stato facile. Esprimere idee che non sono le sue, ha generato problemi di comunicazione.
Capriles ha avuto il merito di condurre -fino ad ora – una campagna che è sfuggita alla polarizzazione di classe. Ha nascosto nell’armadio l’odio che l’oligarchia ha verso Chavez e si concentrò tentando di guadagnare il voto delle classi medie ed i settori scontenti del “chavismo”, denunciando le promesse incompiute della rivoluzione bolivariana. Tuttavia, la manovra politica non sembra avergli permesso di oltrepassare il soffitto storico dei voti dell’opposizione.
Il mandatario ha riconosciuto sbagli nella sua gestione. Meno di una settimana fa ha ammesso che c’è gente che potrebbe essere molesta per gli errori, come il deficit domiciliare, dell’infrastruttura, od a causa del disaccordo con i dirigenti, ma ha chiesto loro che la votazione non sia guidata dai risentimenti. “Il 7 ottobre -espresse – non sta in gioco se c’è stato un blackout o non andò via la luce, che se arrivò l’acqua o non arrivò, che se a me non hanno dato la mia casa, che io non ho ancora un impiego, o che se io sono arrabbiato con non so chi. No. Qui non ci stiamo giocando queste cose, ripeto loro, camerata: ci stiamo giocando la vita della patria, il futuro dei bambini e le bambine di tutto il Venezuela.”
Allo stesso modo in cui l’opposizione ed i suoi alleati internazionali avevano annunciato l’imminente morte di Hugo Chavez, solo per trovarsi poi -come nella citazione apocrifa di Don Juan Tenorio – con il mandatario che gode ottima salute, così, ora, hanno voluto creare l’impressione che i comizi hanno un risultato incerto e che Capriles potrebbe vincerli. Nulla permette di supporre che così andranno le cose.
Nei pochi giorni che mancano fino al 7 ottobre, il dibattito non è su chi vincerà, bensì con che percentuale trionferà Hugo Chavez. Il vero dubbio non è se l’opposizione rimonterà lo svantaggio che ha nella maggioranza dei sondaggi, bensì se accetterà la sua sconfitta od opterà per giocare il resto delle sue pedine scommettendo sulla destabilizzazione.
foto da internet inserite da l'autore
del blog siempreresistencia







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