mercoledì 20 giugno 2012

LEONARDO BOFF : A Rio+20 serve una nuova storia /Ausencia de un relato nuevo en la Río+20

 
A Rio+20 serve una nuova storia
Scritto il 19 giu 2012
di Leonardo Boff
visto su: A Sud
Il vuoto di base del documento ONU per Rio+20 sta nella assoluta assenza di una storia o di una cosmogonia nuove, che possano garantire la speranza del «futuro che vogliamo», slogan del grande incontro. Così com’è ora, si nega qualsiasi futuro promettente.
Per coloro che l’hanno formulato, il futuro dipende dall’economia, poco importa l’aggettivo che gli si aggiunga: sostenibile o verde. In particolare l’economia verde realizza il grande assalto all’ultima trincea della natura: trasformare in merce e mettere un prezzo a ciò che è comune, naturale, vitale e insostituibile per la vita, come l’acqua, la terra, la fertilità, i boschi, i geni, ecc. Ciò che appartiene alla vita è sacro e non può essere incluso nel mercato degli affari. Ma sta finendo, sotto questo imperativo categorico: appropriati di tutto, commercia tutto, specialmente la natura e i suoi beni e servizi.
Qui si vede il supremo egocentrismo e l’arroganza degli esseri umani, chiamato anche antropocentrismo. Questi vedono la Terra come se fosse un magazzino di risorse solo per loro, senza rendersi conto che non siamo gli unici ad abitare la Terra né, tanto meno, siamo i suoi proprietari; non ci sentiamo parte della natura, ma fuori e al di sopra di questa, come i suoi «padroni e signori». Dimentichiamo, tuttavia, che esiste tutta la comunità di vita visibile (5% della biosfera) e quadrilioni di quadrilioni di microorganismi invisibili (95%) che garantiscono la vitalità e la fecondità della Terra.
Tutti loro appartengono al condominio Terra e hanno il diritto di vivere e convivere con noi. Senza relazioni d’interdipendenza con loro, non potremmo neanche esistere. Il documento non tiene assolutamente conto di questo. Possiamo quindi dire che non c’è salvezza. Si apre un cammino verso l’abisso. Finché abbiamo tempo, è necessario evitarlo.
La nostra storia attuale, o cosmologia, è quella della conquista del mondo con l’obiettivo della crescita illimitata. Si caratterizza per essere meccanicista, determinista, atomizzata e riduzionista. Secondo questa storia, il 20% della popolazione mondiale controlla e consuma l’80% di tutte le risorse naturali, la metà delle grandi selve è stato distrutto, il 65% delle terre agricole coltivabili perse, da 27.000 a 100.000 specie di esseri viventi spariscono ogni anno (Wilson) e più di 1000 agenti chimici sintetici, la maggior parte tossici, vengono diffusi nella natura. Costruiamo armi di distruzione di massa, capaci di eliminare tutta la vita umana. L’effetto finale è lo squilibrio del sistema Terra che si manifesta con il riscaldamento globale. Con i gas già accumulati, nel 2035 arriveremo fatalmente a un incremento di 3–4° C, cosa che renderà la vita, così come la conosciamo, praticamente impossibile.
L’attuale crisi economico-finanziaria, che sta spingendo intere nazioni in condizioni di povertà, ci fa perdere la percezione del pericolo e ostacola qualsiasi cambiamento inevitabile di direzione.
In contrapposizione, c’è la storia, o la cosmologia, della cura e della responsabilità universale, potenzialmente salvatrice. Ha ottenuto la sua migliore espressione nella Carta della Terra. Mette la nostra realtà all’interno di cosmogenesi, quel processo evolutivo immenso, che è iniziato 13,7 miliardi di anni fa. L’universo si sta espandendo, auto-organizzando e auto-creando continuamente. In esso tutto è all’interno di una rete e nulla esiste al di fuori di questo rapporto. Quindi, tutti gli esseri sono interdipendenti e collaborano per garantire un equilibrio di tutti i fattori. La missione umana risiede nella cura e nel mantenere questa armonia sinfonica. Abbiamo bisogno di produrre non per l’accumulo e l’arricchimento privato, ma quanto è sufficiente e dignitoso per tutti, rispettando i limiti e i cicli della natura.
Dietro a tutti gli esseri opera l’Energia di fondo, che ha dato origine e sostiene l’universo permettendo nuove emergenze. La più spettacolare di queste è la Terra viva e gli esseri umani, la parte cosciente di essa, con la missione di curarla e di responsabilizzarsi per essa.
Questa nuova storia garantisce «il futuro che vogliamo». In caso contrario saremo fatalmente spinti al caos collettivo con conseguenze disastrose. Lei si rivela essere illuminante. Invece di fare affari con la natura ci mettiamo al centro di essa in profonda sintonia e sinergia, nel rispetto dei suoi limiti e alla ricerca del «buen vivir», cioè l’armonia con tutti e con la Madre Terra. La caratteristica di questa nuova cosmologia è la cura, piuttosto che la dominazione, il riconoscimento del valore intrinseco di ogni essere e non il semplice uso da parte dell’uomo, il rispetto per la vita e per i diritti della natura e non il suo sfruttamento e l’articolazione di giustizia ambientale con la giustizia sociale.
Questa storia è più in linea con i reali bisogni umani e con la logica dell’universo stesso. Se il documento Rio +20 la adottasse come sfondo, creerebbe l’opportunità di una civiltà globale in cui la cura, la cooperazione, l’amore, il rispetto, la gioia e la spiritualità sarebbero centrali. Tale opzione punterebbe non verso l’abisso, ma verso il futuro che vogliamo: un bio-civilizazzione della buona speranza.
Leonardo Boff, è autore con Mark Hathaway di O Tao da Libertação: a ecologia da transformação, Vozes 2012.

Ausencia de un relato nuevo en la Río+20
Leonardo Boff

El vacío básico del documento de la ONU para la Río 20 reside en una completa ausencia de un relato o de una cosmología nuevos que pudieran garantizar la esperanza del «futuro que queremos», lema del gran encuentro. Tal como está, niega cualquier futuro prometedor.
Para sus formuladores, el futuro depende de la economía, poco importa el adjetivo que se le agregue: sostenible o verde. Especialmente la economía verde realiza el gran asalto al último reducto de la naturaleza: transformar en mercancía y poner precio a aquello que es común, natural, vital e insustituible para la vida como el agua, los suelos, la fertilidad, las selvas, los genes etcétera. Lo que pertenece a la vida es sagrado y no puede ir al mercado de los negocios. Pero está yendo, bajo este imperativo categórico: aprópiate de todo, haz comercio con todo, especialmente con la naturaleza y con sus bienes y servicios.
He aquí el supremo egocentrismo y arrogancia de los seres humanos, llamado también antropocentrismo. Éstos ven a la Tierra como un almacén de recursos sólo para ellos, sin darse cuenta de que no somos los únicos que habitamos la Tierra ni somos sus propietarios; no nos sentimos parte de la naturaleza, sino fuera y por encima de ella como sus «dueños y señores». Olvidamos, sin embargo, que existe toda la comunidad de vida visible (5% de la biosfera) y cuatrillones de cuatrillones de microorganismos invisibles (95%) que garantizan la vitalidad y la fecundidad de la Tierra. Todos ellos pertenecen al condominio Tierra y tienen derecho a vivir y convivir con nosotros. Sin relaciones de interdependencia con ellos, ni siquiera podríamos existir. El documento no tiene en cuenta nada de esto. Podemos decir entonces que con él no hay salvación. Abre un camino hacia el abismo. Mientras tengamos tiempo, urge evitarlo.
Nuestro actual relato o cosmología es el de la conquista del mundo con vistas al crecimiento ilimitado. Se caracteriza por ser mecanicista, determinista, atomizada y reduccionista. Según ese relato, el 20% de la población mundial controla y consume el 80% de todos los recursos naturales, la mitad de las grandes selvas han sido destruidas, el 65% de las tierras agrícolas cultivables, perdidas, de 27,000 a 100,000 especies de seres vivos desaparecen cada año (Wilson) y más de 1000 agentes químicos sintéticos, la mayoría tóxicos, son lanzados a la naturaleza. Construimos armas de destrucción masiva, capaces de eliminar toda la vida humana. El efecto final es el desequilibrio del sistema-Tierra que se expresa por el calentamiento global. Con los gases ya acumulados, hacia 2035 llegaremos fatalmente a un incremento de 3-4° C, lo que hará la vida, tal como la conocemos, prácticamente imposible.
La actual crisis económico-financiera, que está sumergiendo a naciones enteras en la miseria, nos hace perder la percepción del peligro y conspira contra cualquier cambio necesario de rumbo.
En contraposición, surge el relato o la cosmología del cuidado y de la responsabilidad universal, potencialmente salvadora. Consiguió su mejor expresión en la Carta de la Tierra. Sitúa nuestra realidad dentro de la cosmogénesis, aquel inmenso proceso evolutivo que se inició hace 13.7 miles de millones de años. El universo está expandiéndose, auto-organizándose y auto-creándose continua mente. En él todo es relación en redes y nada existe fuera de esta relación. Por eso todos los seres son interdependientes y colaboran entre sí para garantizar el equilibrio de todos los factores. La misión humana reside en cuidar y mantener esa armonía sinfónica. Necesitamos producir no para la acumulación y el enriquecimiento privado sino lo suficiente y decente para todos, respetando los límites y los ciclos de la naturaleza.
Por detrás de todos los seres actúa la Energía de fondo que dio origen y sustenta el universo permitiendo nuevas emergencias. La más espectacular de ellas es la Tierra viva y los humanos, la porción consciente de ella, con la misión de cuidarla y de responsabilizarse por ella.
Este nuevo relato garantiza «el futuro que queremos». De lo contrario seremos empujados fatalmente a un caos colectivo con consecuencias funestas. Ella se revela inspiradora. En vez de hacer negocios con la naturaleza nos situamos en el seno de ella en profunda sintonía y sinergia, respetando sus límites y buscando el «vivir bien», que es la armonía con todos y con la Madre Tierra. La característica de esta nueva cosmología es el cuidado en lugar de la dominación, el reconocimiento del valor intrínseco de cada ser y no su mera utilización por el hombre, el respeto por toda la vida y por los derechos de la naturaleza y no su explotación, y la articulación de la justicia ecológica con la justicia social.
Este relato está más de acuerdo con las necesidades reales humanas y con la lógica del propio universo. Si el documento Río +20 la adoptase como telón de fondo, se crearía la oportunidad de una civilización planetaria en la cual el cuidado, la cooperación, el amor, el respeto, la alegría y la espiritualidad serían centrales. Tal opción apuntaría no hacia el abismo sino hacia el futuro que queremos: una biocivilización de la buena esperanza.
- Leonardo Boff es autor con Mark Hathaway de O Tao da Libertação: a ecologia da transformação, Vozes 2012.



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