mercoledì 25 aprile 2012

Miami: l’uomo che ha ucciso 73 persone, libero e con un’intensa vita sociale /Sullivan, il capo degli "agenti segreti" di Obama, "lavorò" a Cuba, Ecuador e Angola/Sullivan, el jefe de los “agentes secretos” de Obama, “trabajó” en Cuba, Ecuador y Angola


La strana Miami: l’uomo che ha ucciso 73 persone, libero e con un’intensa vita sociale
24 aprile 2012 - da http://www.cubadebate.cu/
 traduzione di Vincenzo Basile
Posada Carriles al ristorante Versailles, in una “celebrazione patriottica”
Non ha rivelato pubblicamente di cosa hanno parlato, ma non ci si potrebbe aspettare niente di buono considerando il calibro dei partecipanti.
Una riunione a Miami del cosiddetto Partito del Popolo Cubano Ortodosso - il cui nome da solo offende il ricordo dell’organizzazione fondata da Eduardo Chibas - che è riuscita a radunare personaggi che alle loro spalle hanno una lunga storia d’aggressioni e terrorismo contro Cuba.
Grazie al camaleontico sistema giudiziario statunitense, troviamo terroristi liberi a Miami ed eroi antiterroristi condannati a lunghissime pene detentive nelle carceri degli Stati Uniti.
Posada Carriles con il Congressista David Rivera e Luis Conte Agüero, condannato per abuso sessuale e presentato come “Poeta dell’Ispanità”
Luis Posada Carriles non ha bisogno di presentazioni: documenti dell’FBI e della CIA.
lo vincolano all’assassinio di 73 persone che viaggiavano su un aereo civile cubano che esplose in volo.
Era lì, nella Sala degli Specchi del Ristorante Versailles, insieme agli amici di una vita e con altri più recenti, come il congressista repubblicano David Rivera, secondo cui qualunque azione contro Cuba è insufficiente. Ricordiamo, tra le ultime, il tentativo di proibire i viaggi degli emigrati cubani verso il loro paese, condannandoli a cinque anni di separazione familiare una volta giunti negli Stati Uniti.
Secondo il giornale La Voz de la Calle, l’atto è stato caratterizzato da “una profonda emozione patriottica”. Se non fosse per la comprovata attività cospirativa di Posada e dei suoi complici, si potrebbe pensare - a giudicare dalle foto - che l’emozione fosse in realtà dovuta al sontuoso banchetto finanziato dagli organizzatori.

Sullivan, il capo degli "agenti segreti" di Obama, "lavorò" a Cuba, Ecuador e Angola

25 aprile 2012 - Jean - Guy Allard www.granma.cubaweb.cu
Obama ha interesse nello sbarazzarsi urgentemente del capo del Secret Service (SS) che, si suppone, assicuri la sua protezione, Mark "Lucky" Sullivan - i cui agenti, al vertice di Cartagena, hanno dato la priorità alla ricerca di prostitute - prima che faccia altre sciocchezze.
Sullivan è lo stesso personaggio smascherato ed espulso dall'Ecuador nel 2009 come capo della CIA presso l'ambasciata statunitense a Quito. In precedenza si é distinto "cannibalizzando" il computer di Raul Reyes in Colombia; gestendo il reclutamento di "dissidenti" a L'Avana e per la consulenza, in Angola, al terrorista Jonas Savimbi.
Recentemente, altri tre agenti del SS hanno rinunciato al loro posto federale, e ad ora sono sei le dimissioni o licenziamenti per lo scandalo delle prostitute colombiane, ha annunciato lo stesso Sullivan, che ad oggi sopravvive allo scandalo.
Nel frattempo, una lavoratrice del sesso colombiana, identificata come Dania, ha dichiarato al New York Times che é stata maltrattata dai nord americani. Dania non esclude la presentazione di una querela contro l'amministrazione Obama.
Gli eventi si sono svolti a Cartagena de Indias due giorni prima l'arrivo di Obama e coinvolgono, probabilmente, minori.
Un comunicato emesso in precedenza da Sullivan ha annunciato che tre agenti sono stati licenziati, un supervisor si é ritirato, un altro è stato espulso, e ad un terzo agente "gli è stato consigliato di richiedere le dimissioni".
Sullivan, invece di dimettersi, ha preferito degradare i suoi "coraggiosi" agenti che hanno contrattato prostitute durante il VI Vertice delle Americhe.
Cannibalizzò il computer di Raul Reyes
Direttore della stazione CIA in Ecuador, Mark Sullivan, è stato espulso il 18 maggio 2009 dal paese andino. Nel suo bunker di Avenida Avigiras, a nord di Quito, lavorava sotto il fuorviante titolo di primo segretario dell'ambasciata degli Stati Uniti, dirigendo febbrilmente i numerosi agenti dei servizi segreti che si nascondono tra i 185 dipendenti USA dell'ambasciata gringa.
Pochi giorni prima era stato invitato a fare le valigie il suo collega Armando Astorga, "agente speciale anziano dell'ambasciata" un agente del Department di Homeland Security degli Stati Uniti (il Dipartimento di Sicurezza Interna) che coordina le sue azioni con la CIA.
Da parte sua, Sullivan dirigeva direttamente le attività di nientemeno che L'Unità di Investigazioni Speciali della Polizia (UIES), un organismo al più alto livello che aveva virtualmente accesso a tutte le attività di polizia nella nazione andina. Coordinava anche le azioni con il DAS (intelligence colombiana) contro le Forze Armate della Colombia, in costante comunicazione con Michael Steere, capo della stazione CIA in Venezuela.
Il vice ministro degli esteri dell'Ecuador Kintto Lucas segnalava, all'epoca, come "nei registri anagrafici del Dipartimento di Stato, non vi fosse alcun riferimento o menzione alla carriera di Mark Sullivan".
Sullivan e Steere hanno condotto l'operazione in cui si 'confezionarono' i migliaia di documenti apparsi nel famoso computer di Raul Reyes.
Consigliere dell'UNITA di Jonas Savimbi
In precedenza, Sullivan consigliò l'organizzazione Unione Nazionale per l'Indipendenza dell'Angola, meglio conosciuta sotto l'acronimo UNITA, il cui leader, Jonas Savimbi, ha ricevuto enormi quantità di armi e soldi dai suoi sponsor.
Sullivan rappresentava l'intelligence del suo paese ad Haiti nel 1991, quando il colpo di stato del 30 settembre - guidato dall'allora generale in capo delle Forze Armate, Raoul Cedras - depose presidente Jean-Bertrand Aristide, legittimamente eletto.
Allo stesso modo ha inoltre esercitato le sue attività di infiltrazione, corruzione e manipolazione in Ruanda, quando si verificarono quegli eventi agghiaccianti, successivamente in Etiopia, Eritrea e Congo.
A Cuba, è stato il primo segretario politico e agente della CIA nella Sezione di Interessi (SINA) - descritta come "stato maggiore congiunto della sovversione e menzogna" - dove ha sostituito il capo della stazione George Alexander Gryschuk (aias Hryschuk) nelle attività di spionaggio e sovversione che si svolgono nel quartier generale del Malecon de l'Avana.
In Ecuador, il livello di controllo dell'ambasciata sopra l'attività della polizia nel paese era in sé scandaloso. I funzionari dell'ambasciata degli Stati Uniti controllavano e inventariavano i beni e i meccanismi della logistica della polizia e della sua unità d'élite.
Smascherato in Ecuador, Sullivan é finito, dopo un tuffo in Cile, come capo della prestigioso guardia pretoriana di Obama, i cui agenti si distinguono più per i loro occhiali in stile Matrix e i vestiti da pompe funebri.
Per Ronald Kessler, un veterano del giornalismo e scrittore che ha avvertito il Washington Post di quanto accaduto in Colombia, quanto commesso dagli uomini di Sullivan è senza precedenti.
"Niente si avvicina a questo in termini di potenziale breccia della sicurezza che potrebbe esistere, l'imbarazzo che ha provocato e il fatto che gli agenti erano totalmente fuori linea rispetto a ciò che si aspettava da loro. Non vi è alcun confronto nella storia" ha detto in un'intervista a El Tiempo, di Bogotà.
Sullivan, el jefe de los “agentes secretos” de Obama, “trabajó” en Cuba, Ecuador y Angola
Jean Guy Allard 
Obama tiene interés en deshacerse urgentemente del director del Secret Service (SS) que supuestamente asegura su protección, Mark "Lucky" Sullivan, —cuyos agentes, en la Cumbre de Cartagena, priorizaron la búsqueda de prostitutas—, antes que haga otros disparates.
Sullivan es ese mismo personaje desenmascarado y expulsado de Ecuador en el 2009 por ser el jefe de la CIA en la embajada norteamericana en Quito. Anteriormente se distinguió "canibaleando" la computadora de Raúl Reyes en Colombia; manejando el reclutamiento de "disidentes" en La Habana y asesorando en Angola al terrorista Jonas Savimbi.
Recientemente, otros tres agentes del SS renunciaron a sus puestos federales, y hasta hoy suman seis las dimisiones o despidos por el escándalo relacionado con las prostitutas colombianas, anunció el propio Sullivan, quien sobrevive hasta ahora al escándalo.
Entretanto, una trabajadora sexual colombiana, identificada como Dania, declaró al diario The New York Times que fue maltratada por los norteamericanos. Dania no descarta presentar una demanda contra el Gobierno de Obama.
Los sucesos acontecieron en Cartagena de Indias dos días antes de que llegara Obama e implican posiblemente a menores de edad.
Un comunicado emitido anteriormente por Sullivan anunció que tres agentes fueron despedidos: un supervisor se retiró, otro jefecito fue expulsado, y un tercer agente "fue aconsejado para que solicitara la dimisión".
Sullivan, en vez de renunciar, prefirió rebajar de funciones a sus "valientes" agentes que contrataron prostitutas durante la VI Cumbre de las Américas.
CANIBALEÓ LA COMPUTADORA DE RAÚL REYES
Director de la estación CIA en Ecuador, Mark Sullivan fue expulsado el 18 de mayo del 2009 del país andino. En su bunker de la Avenida Avigiras, en el norte de Quito, trabajaba bajo el engañoso título de primer secretario de la embajada de Estados Unidos, dirigiendo febrilmente los numerosos agentes de inteligencia que se esconden entre los 185 empleados estadounidenses de la embajada gringa.
Pocos días antes, ya se había invitado a hacer las maletas a su colega Armando Astorga, "agente especial senior de la embajada", un agente del Department of Homeland Security de Estados Unidos (el Departamento de Seguridad Interna) que coordinaba sus acciones con la CIA.
Por su parte, Sullivan orientaba directamente las actividades de nada menos que la Unidad de Investigaciones Especiales de la Policía (UIES), un organismo del más alto nivel que tenía virtualmente acceso a todas las actividades policíacas en la nación andina. También coordinaba las acciones con el DAS (la inteligencia colombiana) y las Fuerzas Armadas de Colombia, en comunicación constante con Michael Steere, el jefe de la estación CIA en Venezuela.
El vicecanciller ecuatoriano Kintto Lucas señalaba entonces cómo "en los registros biográficos del Departamento de Estado, no existía referencia ni se mencionaba la trayectoria de Mark Sullivan".
Sullivan y Steere dirigieron la operación en la que se confeccionaron los miles de documentos aparecidos en el famoso ordenador de Raúl Reyes.
ASESOR DE LA UNITA DE JONAS SAVIMBI
Anteriormente, Sullivan asesoró a la organización Unión Nacional para la Independencia de Angola, mejor conocida bajo las siglas UNITA, cuyo jefe, Jonas Savimbi, recibió enormes cantidades de armamento y dinero de sus patrocinadores.
Sullivan representaba a la inteligencia de su país en Haití en 1991, cuando el golpe de Estado del 30 de septiembre —encabezado por el entonces general jefe de las Fuerzas Armadas, Raoul Cédras—, derrocó al presidente Jean-Bertrand Aristide, legítimamente electo.
También ejerció sus actividades de infiltración, soborno y manipulación de forma similar en Ruanda, cuando ocurrieron aquellos escalofriantes eventos, Etiopía, Eritrea y Congo, sucesivamente.
En Cuba, fue primer secretario político y oficial de la CIA en la Sección de Intereses Norteamericanos (SINA) —calificada de "estado mayor conjunto de la subversión y la mentira"— donde sustituyó al jefe de estación Alexander George Gryschuk (alias Hryschuk) en las actividades de espionaje y subversión que se desarrollan en el cuartel general del Malecón habanero.
En Ecuador, el nivel de control de la embajada sobre la actividad policíaca en el país era propiamente escandaloso. Funcionarios de la embajada USA controlaban e inventariaban los bienes y los mecanismos de logística de la policía y de su unidad de elite.
Desenmascarado en Ecuador, Sullivan terminó, después de un chapuzón en Chile, de jefe de la otrora prestigiosa guardia pretoriana de Obama, cuyos agentes se distinguen más bien por sus espejuelos al estilo Matrix y sus trajes de gerentes de funeraria.
Para Ronald Kessler, veterano periodista y escritor que alertó al Washington Post de lo ocurrido en Colombia, lo cometido por los hombres de Sullivan no tiene precedentes.
"Nada se le acerca a esto en términos de la potencial brecha de seguridad que pudo existir, la vergüenza que ha causado y el hecho de que los agentes estaban totalmente fuera de línea frente a lo que se espera de ellos. No hay comparación en la historia", declaró en entrevista con El Tiempo, de Bogotá.


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