mercoledì 8 febbraio 2012

La traduzione come frode: come si fabbrica il mito Yoani Sanchez?/La traducción como fraude: ¿Cómo se fabrica el mito Yoani Sánchez?



La traduzione come frode: come si fabbrica il mito Yoani Sanchez?
8.02.12 - Manuel Talens e Machetera (Tratto da Tlaxcala) La pupila insomne
Come previsto, Bloomberg e Reuters hanno sfumato la loro informazione sulla recente visita a Cuba della presidentessa brasiliana Dilma Rousseff con allusioni alla campagna di Yoani Sanchez su Twitter, in cui ha cercato di far pressione su Rousseff perché convinca il governo cubano a concedergli un visto d'uscita che le permetta di assistere ad un atto di propaganda a Salvador de Bahia (Brasile).
Nulla ci sorprende. Per iniziare, Sanchez ha l'egoistica sfacciataggine di insistere che tutto il mondo si occupi di lei quando, in parallelo, per oltre un decennio gli Stati Uniti hanno negato la concessione dei visti di entrata ai suoi compatrioti Olga Salanueva e Adriana Pérez O'Connor perché potessero visitare i loro mariti (René González e Gerardo Hernández, due dei Cinque Eroi cubani), che sono ingiustamente imprigionati. Ma che colpa ha lei se le basta scrivere un tweet perché i media accorrano sbavando e le diano lo stesso valore delle dichiarazioni di Rousseff contro il gulag di Guantanamo? In ultima analisi, queste cose formano parte di un piano di marketing che conta sulla complicità dei media.
Tuttavia, la cosa interessante di questo tweet è che la stampa in lingua inglese non si é limitata a fare una semplice traduzione e a diffonderla, ma ha mentito con premeditazione e slealtà. E'difficile indovinare dove ha avuto origine la frode, poiché sia Bloomberg che Reuters hanno usato parole quasi identiche.
Matthew Bristow e Cris Valerio hanno informato per Bloomberg nella seguente maniera:
Sanchez, 36 anni, che si oppone al governo di Castro sul suo blog Generazione Y, ha alluso alla persecuzione della Rousseff da parte della dittatura brasiliana (1964-1985) all'esigere che le concedano un visto per assistere alla proiezione in Salvador di un documentario in cui lei appare. Negli ultimi quattro anni alla Sanchez è stato negato viaggiare all'estero.
"Ho visto una foto della giovane Dilma, seduta su una panca con gli occhi bendati davanti agli uomini che l'accusavano" ha scritto Sanchez su Twitter il 24 gennaio. "Così mi sento io ora." [“I saw a photo of young Dilma, sitting on a bench blindfolded as men accused her,” Sanchez wrote Jan. 24 on Twitter. “I feel that way right now.”]
Nel frattempo Jeff Franks della Reuters scriveva:
La scorsa settimana, Sanchez ha annunciato su Twitter che aveva visto una fotografia della "giovane Dilma, seduta su una panca con gli occhi bendati davanti agli uomini che l'accusavano. Così mi sento io ora." [Last week, Sanchez wrote on Twitter that she had seen a photograph of “young Dilma, sitting on a bench blindfolded as men accused her. I feel that way now.” "]
Senza dubbio si tratta di un'immagine irresistibile: una giovane donna con gli occhi bendati, vessata da uomini urlanti. Si, è molto commovente, tranne per il fatto che questa foto non esiste.
Questo è esattamente ciò che Sanchez ha detto su Twitter:
"#cuba ho visto di @Dilmabr giovane seduta sul banco degli accusati e giudicata da uomini con il volto coperto. Così mi sento io ora."
La traduzione fraudolenta di Bloomberg e Reuters alterò il verbo 'coprire' con 'bendare', che non è un errore innocente date le circostanze di un processo militare. Ma va ben oltre l'alterazione del significato, poiché in inglese non sono i giudici accusatori che "si coprono il volto", ma Rousseff che "ha gli occhi bendati".
Menzione speciale merita la poverissima scrittura di Yoani Sanchez, che grida per alcune lezioni di grammatica. La stampa in spagnolo non ha potuto resistere a ritoccare il suo tweet. Il quotidiano argentino La Nacion lo ha migliorato così:
"Ho visto la foto di Dilma seduta sul banco degli accusati e sotto processo da uomini che si coprono il volto. Così mi sento io ora."
(Si noti che la versione de La Nacion ha 129 caratteri, spazi inclusi, ancora sotto la soglia dei 140 che permette Twitter)
E qui sotto c'è la foto. Dilma non ha gli occhi bendati. Due uomini in uniforme militare nascondono la loro faccia alla macchina fotografica con le mani.
Grazie a Wikileaks, da qualche tempo, sappiamo che la finta intervista di Yoani Sanchez a Barack Obama fu in realtà un prodotto fabbricato dalla Sezione di Interessi degli Stati Uniti all'Avana, non da lei. Come é possibile che una blogger cubana possa contare sull'aiuto di un team di quel calibro; il personale diplomatico di una superpotenza messo a sua disposizione e una stampa corporativa che altera e affina i suoi tweets?
Chi ha cercato la foto di Rousseff negli archivi e non ha esitato a equiparare il Dipartimento per l'Immigrazione di Cuba con la dittatura militare del Brasile, con una falsa traduzione, concepita per disinformare e convertire il giorno per giorno di Yoani Sanchez in qualcosa di tragico e struggente? Il marketing ha imparato, molto tempo fa, la vecchia legge psicologica della contiguità, secondo la quale gli esseri umani tendono ad associare idee o immagini con idee o immagini che immediatamente le precedono e, quindi, il martirio che evoca la fabulazione di Dilma Rousseff di fronte, con gli occhi bendati, ai latrati dei militari brasiliani non è lì per caso, ma bensì per creare nel lettore l'effetto di realtà che Yoani Sanchez è la nuova martire della nostra epoca, perché non dobbiamo dimenticare che quasi tutto il mondo suole far per buona la versione offerta dai media e che quasi nessuno avrà preso la briga di cercare la foto.

Allora chi c'è dietro questo inganno? Si accettano scommesse.



La traducción como fraude: ¿Cómo se fabrica el mito Yoani Sánchez?
6 febrero, 2012
Manuel Talens y Machetera
Como era de esperar, Bloomberg y Reuters han difuminado su información sobre la reciente visita a Cuba de la presidenta brasileña Dilma Rousseff con sendas alusiones a la campaña de Yoani Sánchez en Twitter, en la que ésta trató de presionar a Rousseff para que convenza al gobierno cubano de que le conceda una visa de salida que le permita asistir a un acto de propaganda en Salvador de Bahia (Brasil).
Ya nada nos sorprende. Para empezar, Sánchez tiene la ególatra desfachatez de insistir en que todo el mundo se ocupe de ella cuando, en paralelo, durante más de una década USA se ha negado a conceder visas de entrada a sus compatriotas Olga Salanueva y Adriana Pérez O’Connor para que puedan visitar a sus maridos (René González y Gerardo Hernández, dos de los cinco héroes cubanos), a los que tiene injustamente encarcelados. Pero, ¿qué culpa tiene ella si le basta con escribir un tweet para que la prensa acuda babeando y le preste el mismo valor que a las declaraciones de Rousseff contra el gulag de Guantánamo? Al fin y al cabo, estas cosas forman parte de un plan de márketing que cuenta con la complicidad de los medios.
Sin embargo, lo interesante de este tweet es que la prensa en lengua inglesa no se ha limitado a hacer una simple traducción y a difundirla, sino que ha mentido con premeditación y alevosía. Es difícil adivinar dónde se originó el fraude, pues tanto Bloomberg como Reuters han utilizado palabras casi idénticas.
Matthew Bristow y Cris Valerio informaron para Bloomberg de la siguiente manera:
Sánchez, de 36 años de edad, que se opone al gobierno de Castro en su blog Generación Y, aludió a la persecución de Rousseff por parte de la dictadura brasileña (1964-1985) al exigir que le concedan una visa para asistir a la proyección en Salvador de un documental en el que ella aparece. Durante los últimos cuatro años a Sánchez se le ha denegado viajar al extranjero.
Vi una foto de la joven Dilma, sentada en un banco con los ojos vendados ante los hombres que la acusaban”, escribió Sánchez en Twitter el 24 de enero. “Así me siento yo ahora mismo.” [“I saw a photo of young Dilma, sitting on a bench blindfolded as men accused her,” Sanchez wrote Jan. 24 on Twitter. “I feel that way right now.”]
Por su parte Jeff Franks, de la agencia Reuters, escribió:
La semana pasada, Sánchez anunció en Twitter que había visto una fotografía de “la joven Dilma, sentada en un banco con los ojos vendados ante los hombres que la acusaban. Así me siento yo ahora.” [Last week, Sanchez wrote on Twitter that she had seen a photograph of “young Dilma, sitting on a bench blindfolded as men accused her. I feel that way now.”]
Sin duda se trata de una imagen irresistible: una mujer joven con los ojos vendados, acosada por hombres vociferantes. Sí, es muy conmovedor, excepto por el hecho de que esa foto no existe.
Esto es lo que Sánchez dijo exactamente en Twitter:
#cuba Vi foto de @Dilmabr joven sentada en banquillo de los acusados y juzgada por hombres con la cara tapada. Yo me siento asi mismo ahora”
La traducción fraudulenta de Bloomberg y Reuters alteró el verbo tapar para convertirlo en vendar, lo cual no es un error inocente dadas las circunstancias de un juicio militar. Pero fue mucho más allá en la alteración del significado, pues en inglés ya no son los jueces acusadores quienes “se tapaban la cara”, sino Dilma Rousseff quien “tenía los ojos vendados”.
Mención aparte merece la pobrísima escritura de Yoani Sánchez, que pide a gritos unas cuantas lecciones de gramática. La prensa en español no pudo resistirse a retocar su tweet. El periódico argentino La Nación lo mejoró así:
Vi la foto de Dilma sentada en el banco de los acusados y siendo juzgada por hombres que se tapan la cara. Yo me siento así ahora”
(nótese que la versión de La Nación tiene 129 caracteres con espacios incluidos, todavía por debajo del límite de 140 que permite Twitter)
Y aquí abajo está la foto. Dilma no tiene los ojos vendados. Dos hombres vestidos con uniforme militar ocultan su cara a la cámara con las manos.


Dilma Rouseff ante un tribunal militar en Brasil

Gracias a Wikileaks sabemos desde hace un tiempo que la falsa entrevista de Yoani Sánchez a Barack Obama fue en realidad un producto manufacturado por la Sección de Intereses de Estados Unidos en La Habana, no por ella. ¿Cómo es que una bloguera cubana puede contar con la ayuda de un equipo de ese calibre, el personal diplomático de una superpotencia puesto a su disposición y una prensa corporativa que altera y refina sus tweets?
¿Quién buscó la foto de Rousseff en los archivos y no dudó en equiparar a la Dirección de Inmigración de Cuba con la dictadura militar de Brasil mediante una traducción mentirosa, concebida para desinformar y convertir el día a día de Yoani Sánchez en algo trágico y conmovedor? El márketing aprendió hace mucho tiempo la vieja ley psicológica de la contigüedad, según la cual los seres humanos tenemos tendencia a asociar ideas o imágenes con las ideas o imágenes que inmediatamente las preceden y, así, el martirio que evoca la fabulación de una Dilma Rousseff enfrentada con los ojos vendados a los ladridos de los militares brasileños no está ahí por casualidad, sino más bien para crear en el lector el efecto de realidad de que Yoani Sánchez es la nueva mártir de nuestra época, pues no hay que olvidar que casi todo el mundo suele dar por buena la versión que ofrecen los medios y casi nadie se habrá tomado la molestia de buscar la foto.
Entonces, ¿quién está detrás de este engaño? Se admiten apuestas. (Tomado de Tlaxc



Nessun commento:

Posta un commento